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Autore: Linx93    08/12/2014    1 recensioni
Quando hai passato gli ultimi anni della tua vita a lottare, alla fine della guerra, cosa rimane nella tua vita?
Quando perdi coloro a cui vuoi più bene, cosa rimane nel tuo cuore?

La grande guerra dei ninja è finita da qualche giorno, Naruto e Hinata affrontano la perdita e i cambiamenti che le loro vite devono sostenere. E il dolore, che irrimediabilmente li unisce, sarà lo strumento del loro avvicinamento.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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(don't) GIVE UP TO THE GHOST

"Gather up the lost and sold,
In your arms.
Gather up the pitiful,
In your arms.
What seems impossible,
In your arms.
I think I have had my fill,
In your arms. "

Un passo. Due passi. Tre passi. Quattro passi. Una pozzanghera. Un gradino. Due gradini. Una porta.

Era lì. Naruto davanti a lei, le loro mani unite come un'unica entitá. Il fiato corto per la corsa sotto la pioggia. Ma era lì. Quella porta davanti a lei era la visione più spaventosa e seducente che avesse mai avuto. Naruto si era fermato, forse anche lui preso da quegli stessi pensieri che tormentavano la ragazza. Non erano più bambini, lui viveva solo e nessuna ragazza, a parte Sakura, aveva attraversato quella porta.
Lentamente, girò le chiavi della serratura e, con un leggero scatto, aprì. Hinata si sentiva sull'uscio dell'intimità di Naruto, il vero Naruto. Non l'eroe della guerra, non il cercoterio, non la reincarnazione di Asura Otsutsuki. Semplicemente. Naruto.

Il ragazzo sembrò esitare per qualche secondo davanti al proprio appartamento. Solo ora si rese conto del disordine in cui versava, e si voltò velocemente verso Hinata.
«M-mi dispiace Hinata-chan.. casa mia è un casino, forse è meglio andare da qualche altra parte!!» disse tutto d'un fiato, visibilmente imbarazzato.
Ma ormai la curiosità stava divorando la kunoichi. «Non è un problema, davvero» disse, divertita. Superando il ragazzo e mettendo finalmente piede attraverso la porta, recitò «Permesso, sto entrando» come da educazione.

Effettivamente, Naruto non aveva esagerato. Le si presentò davanti un ingresso/salotto, con un divano pieno di vestiti sparsi qua e là, davanti un tavolino colmo di barattoli di ramen instantaneo non buttati. Intravide la cucina dove il disordine e la sporcizia sembravano ancora peggio. Una porta chiusa impediva la vista di un ulteriore stanza, quella da letto probabilmente. A quel pensiero Hinata arrossì violentemente. Era davvero lì, nel luogo dove Naruto aveva abitato ed era cresciuto per 17 lunghi anni.
Nel frattempo il padrone di casa stava raccogliendo alla bell'e meglio i vestiti e la pattumiera lasciata dimenticata in quella bolgia di stanza, mentre si dilungava in scuse su scuse, asserendo a quanto fosse stato occupato e come ancora non avesse potuto sistemare la casa da dopo la guerra. Hinata lo rassicurava, dicendo che capiva e che non avrebbe dovuto preoccuparsi così.

Questo siparietto quasi surreale, in cui Naruto correva come un pazzo da una parte all'altra della casa, aprendo e sbattendo porte, prendendo e riempiendo sacchi dell'immondizia per poi portarli fuori, ignorando le proposte di aiuto da parte di Hinata, aveva completamente distratto i due ragazzi dal vero motivo per cui erano entrambi lì. Non appena finalmente ebbero un po' di calma, e un po' di ordine, il pensiero tornò contemporaneamente ad entrambi, provocando un lieve rossore e sguardi di imbarazzo. Un silenzio fatto di parole non dette, gesti non fatti, li avvolse.

Naruto fu il primo a riscuotersi da quel torpore. Alzò lo sguardo verso Hinata e, esitando visibilmente indeciso, andò verso camera sua dove recuperò il sacchetto che poco prima aveva lì posato. Hinata lo guardò riconoscendolo subito: era quello che gli aveva visto comprare nel negozio davanti al quale si erano incontrato.
Con suo sommo stupore, Naruto glielo porse, cominciando a balbettare «L-l'ho visto e ho pensato potesse starti bene.. Volevo parlarti ma ho pensato sarebbe stato carino avere qualcosa da regalarti.»
La kunoichi era impietrita, incapace di parlare. Davvero era per lei? Davvero lui aveva avuto un simile pensiero? Aveva sempre amato Naruto, l'aveva sempre osservato da lontano, aveva imparato a conoscere e apprezzare ogni sfumatura del suo carattere. Ma mai avrebbe immaginato che fosse capace di un tale gesto. Non che lo immaginasse incapace di attenzioni, tutt'altro. Solo che lo aveva sempre visto come una persona capace di dimostrare il proprio affetto e la propria ammirazione con le sue azioni, non con regali o cose simili. Pensò che forse il ragazzo voleva qualcosa di finalmente normale. Qualcosa che potesse renderla felice, e si commosse a questo pensiero.
«Grazie... non so cosa dire, grazie..» sussurrò con le lacrime agli occhi.
A quel punto Naruto, dopo aver constatato che il gesto era stato gradito, ritrovò la sua solita baldanza. «E' solo un pensiero per ringraziarti del tuo sostegno, anche negli scorsi giorni!»
Hinata aprì il piccolo sacchetto con mani tremanti. Qualsiasi cosa ci fosse stata dentro, l'avrebbe apprezzata: era qualcosa scelta da Naruto per lei. Solo per lei.

Era un foulard, semplice e delicato al tatto, blu con una fantasia ricca di girasoli gialli. Hinata lo guardò per qualche secondo, e lo amò subito. Si chiese come Naruto potesse sapere che quelli fossero tra i suoi fiori preferiti. Come leggendole nel pensiero, Naruto le disse «Volevo regalarti qualcosa che ti permettesse di legarti i capelli, da quando li hai lunghi ho sempre pensato a come ti sarebbero stati legati o tirati indietro» e arrossì. Lo aveva sempre pensato?
«Poi i girasoli mi hanno fatto pensare a te, Hinata, "un posto soleggiato". E cosa c'è in un luogo soleggiato? I girasoli, suppongo» disse, cominciando a ridere nervosamente.
Hinata osservava quel lungo e sottile pezzo di stoffa finissima, i colori e i fiori che lo impreziosivano. Presa da un turbinio di emozioni che le tempestavano il cuore, felicità, commozione, gratitudine, ma ancora insicurezza, senso di colpa, trovò lo slancio per circondarlo con le sue braccia, tendendo le mani dietro il suo collo e affondando il viso nel suo petto, arrendendosi al pianto che aveva continuato a reprimere.

Naruto era rimasto immobile, sorpreso da quell'abbraccio inaspettato. Non avrebbe mai pensato che con un regalo così insignificante, avrebbe scaturito una tale reazione. Sorrise timidamente, abbassando gli occhi verso la ragazza e stringendola a sua volta a sè. Tutto sembrò trovare una risposta in quell'abbraccio, in quel contatto così tenero, intimo e intenso, così vero. Tutto, dall'insicurezza del post-guerra, alla tristezza per le perdite, al senso di inappartenza a un mondo che aveva lasciato dietro di sè tante persone, ma non lui. Lui che adesso poteva essere lì, poteva abbracciare Hinata, sentire il suo esile corpo completamente stretto al suo, i suoi sussulti. Non avrebbe più voluto vederla piangere, e si ripromise che non l'avrebbe più permesso, non dopo quel pomeriggio. Ma per il momento, decise di rimanere lì, per darle un'ancora di appiglio e per permetterle una volta per tutte di sfogarsi e liberare quanto di oscuro e disperato avesse ancora dentro.

Rimasero fermi così, come quella mattina dopo il funerale, in un momento infinito che racchiudeva dentro di sè tutto ciò che non avevano detto, i loro intimi pensieri, desideri. Hinata si rese conto che l'unico conforto, l'unico vero contatto di cui aveva bisogno era quello con Naruto. Era così semplice, eppure così complicato, avere letteralmente tra le sue braccia tutto quello che aveva desiderato in tutti quegli anni. Tutte le volte che lo aveva osservato da lontano, che aveva desiderato parlargli, che lo aveva tramutato nel suo esempio, nella spinta di cui aveva bisogno per cambiare e per riuscire, finalmente, ad amarsi, erano riflessi lì, in quell'abbraccio, in quel pianto disperato.

Però lui desiderava guardarla, parlarle. Quando i fremiti cessarono, le poggiò le mani sulle spalle, allontanandola leggermente ma non abbastanza da interrompere quell'intimo contatto tra i loro corpi.
«Hinata, va tutto bene. Puoi sfogarti quanto vuoi, voglio che tu sia sincera con me adesso. E' inutile che mi nascondi la verità sul tuo stato d'animo, solo per cercare di tirarmi su. Se so che tu stai così, non sarà mai possibile» le disse, soppesando bene le sue parole. Era sinceramente preoccupato, ma anche felice che lei fosse finalmente sincera e non si nascondesse dietro a un falso sorriso.
«Dobbiamo, devi essere felice. Te lo meriti, hai lottato per questa felicità. Non permettere al passato di torturarti così. Io non lo permetterò, ti prego, fa che ti possa aiutare e stare accanto.»
Qualcosa andò storto però, Hinata si arrigidì e si allontanò da lui, voltandogli le spalle, stringendosi tra le mani il foulard, nervosamente. Naruto guardò le sue spalle amareggiato.
«Hin -» «Ma non capisci?» sbottò lei, voltandosi improvvisamente, esaperata. Un fiume di parole ed emozioni le turbinavano dentro. Non riusciva ad accettare quel conforto, anche se lo aveva infinitamente, profondamente desiderato. Sentiva che doveva tirar fuori tutta la sua rabbia, tutto il suo rancore per poter finalmente lasciarsi alle spalle il suo dolore. «Io non posso essere felice, non dovrei neanche essere qui adesso. Per quanto ci provi, non riesco a rimarginare questa ferita. E' un dolore forte, incessante, non mi abbandona mai. E non posso condannarti allo stesso destino. Dimentica tutto, non preoccuparti per me, sii felice tu.»
Ansimava dalla rabbia e dalla frustrazione. Lo amava, con tutto il suo cuore, e non sopportava l'idea di vederlo soffrire per lei.

Naruto però non riusciva a trattenersi. «Davvero credi che io mi prenda il diritto di dimenticare, di lasciarti sola in questo dolore? Ci sono anche io qui, stiamo vivendo le stesse identiche emozioni e tu credi che io possa andare avanti e basta? Se solo..» Si fermò, imbarazzato. «Se solo tu mi permettessi di starti accanto, sostenerti come tu hai sempre fatto, questo peso sarebbe più leggero da sostenere. Non puoi arrenderti a questo fantasma del passato. Lo porteremo, affronteremo insieme, e forse un giorno lo dimenticheremo davvero. Ma ti prego, non voltarmi le spalle ancora!»

E prima che lei potesse rispondergli, le si avvicinò, piegandosi verso di lei, circondandole viso tra le sue mani, asciugandole le lacrime, non lasciandole scampo al bacio a cui pensava dal momento in cui l'aveva vista quel pomeriggio. Il cuore di Hinata palpitò, il suo corpo rigido dopo quel gesto ancora più inaspettato dell'abbraccio di prima, ma non si ritrasse. Rimaserò immobili qualche secondo, assaporando quel contatto ad entrambi sconosciuto, le loro labbra strette le una sulle altre, così strette da potersi fondere. Hinata, quando alla fine Narutò si staccò da lei, aveva gli occhi sbarrati, ma era incapace di vedere di fronte a sè. Non riusciva a credere a quello che era successo. Cosa voleva dire? Naruto l'aveva fatto solo per conforto o forse.. forse..

Socchiuse gli occhi, guardando davvero il ragazzo. Le guance rosse, le labbra gonfie e socchiuse. Lentamente si riavvicinò a lui, portando le mani a stringere la sua vita, aggrappandosi nuovamente a lui. Le sue labbra impiegarono un'eternità a raggiungere quelle di Naruto, nonostante la vicinanza. Il suo corpo si muoveva senza che lei lo comandasse veramente, sapendo però che questo era quello che voleva davvero. Non più tristezza, non più rabbia, solo quello.
Lo baciò dolcemente, lentamente, come avrebbe sempre desiderato fare. Naruto posò nuovamente le mani sulle sue guancia, per poi portarne una ad accarezzare i suoi capelli. Questa volta le loro labbra si mossero, in sincronia, e quando la ragazza le socchiuse Naruto seguì quel movimento, la sua lingua alla spasmodica ricerca di quella di Hinata. La kunoichi sobbalzò a quell'ulteriore contatto, ma lo accolse e assecondò. Era qualcosa di inspiegabile, mai provato, un calore che partiva dalle loro labbra e si irradiava a ogni fibra del loro corpo. Quella fame di amore, di affetto, era finalmente appagata in quel bacio. Nessuno dei due aveva intenzione di separarsi dall'altro, i loro movimenti si facevano via via più esperti, le loro mani si cercavano, esplorando l'uno il corpo dell'altra. A volte si stringevano tra loro, poi tornavano sulle guance, sulle braccia, sui fianchi, in una danza disperata in cui nessuno dei due era pronto ad arrendersi.

Hinata sentì il suo cuore alleggerirsi ogni secondo che passava. Non il funerale, non le parole di sua sorella.. Solo lui avrebbe potuto alleviarla da quel dolore. Era stata una stupida anche solo a pensare di metterlo di lato e non farlo parte del tormento della sua anima. Non solo il tormento della perdita, ma il tormento di una vita passata a cercare l'approvazione di chi gli stava incontro, a cercare un modo per trovare la forza di andare avanti nonostante le spalle a loro voltate. Quel tormento non era solo suo, ma di entrambi. In quale altro modo lo avrebbero potuto superare, se non insieme? In quale altro modo se non aggrapparsi l'uno all'altra, come ora stavano facendo, lenirsi le ferite a vicenda, tornare a vivere insieme?

Rapito da quel bacio così intenso, ma così puro e innocente nella sua primordialità, nel suo essere dettato dall'unico bisogno che provavano entrambi di affrontare insieme il dolore, Naruto si sentì finalmente, immensamente felice.
Se era quello l'amore, il vero amore che mai aveva provato in vita sua, quell'amore che aveva sempre voluto ma che gli era stato tolto fin da bambino, era stato davvero stupido a non rendersi conto di quello che Hinata gli aveva sempre dato, e come lui l'avesse a sua volta osservata, e nel suo intimo ammirata. Si staccò a malincuore da lei, ma solo per poterla guardare intensamente negli occhi e dirle, quasi in un sussurro impercettibile, quello che aveva capito in quei giorni e in quegli istanti di puro, vero affetto.


«Ti amo.»


Hinata lo strinse di nuovo a sè, baciandolo tra le lacrime di gioia, decisa a non lasciarlo andare mai via dalle sue braccia, rispondendo a quell'atto di amore cento, mille, milioni di volte.




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NdA.Scusatemi la lunga assenza, ma come avevo immaginato l'ultima settimana sono stata totalmente assorbita dagli impegni. Questo capitolo è stato il più difficile da scrivere, e non credo di essere riuscita a esprimere al meglio quello che sentivo di voler scrivere. Comunque, spero vi piaccia ugualmente. La storia può considerarsi finita, manca solo l'epilogo che spero non necessiterà troppo tempo per la scrittura. 
A presto :)
Linx
  
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