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Autore: PaleMagnolia    30/10/2008    4 recensioni
Fanfiction che, più che comica, è sinceramente stupida, nata dalla mente di una malata della serie. Descrive i sentimenti di, er... Ammirazione, profondo affetto e adorazione incondizionata che i compagni di Potter provano per lui; specialmente da quando ha sconfitto Voldie e pretende di essere chiamato Sua Santità. Quasi tutti i personaggi sono OOC in maniera disgustosa, sappiatelo.
Genere: Parodia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista, Severus Piton
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ve l'ho detto, che a Ginny piace qualcun altro...
Capitolo ancor più idiota e volgare del precedente.

P.S: L'incantesimo lanciato da Hermione riprende il titolo del film American Beauty, nonchè la varietà di rosa rossa da cui esso prende il nome.
P.P.S: Sophonisba, quella dei Canon è un'idea geniale... Non è detto che i due non compaiano presto!

Hermione salì le scale che portavano all’ex ufficio del preside, ora adibito a sala di psicoterapia di gruppo per giovani gay c

Hermione salì le scale che portavano al’ex ufficio del preside, ora adibito a sala di psicoterapia di gruppo per giovani gay che non accettavano la loro diversità.

Così aveva voluto Dumbledore. “Checca”, scappò detto a Hermione, sottovoce.

“Ehi!”, fece Ron, offeso.

“Non tu!”

“Sorbetto al limone”, sillabò Hermione rivolgendosi alla porta. Che non si aprì.

Hermione alzò gli occhi al cielo. Avevano cambiato la parola d’accesso un’altra volta.

“Vediamo… Bastoncino alla liquirizia? Caramella all’anice? Grappa alla menta? Mohito con ghiaccio?”, tentò invano

“Cipolline in agrodolce”, sparò Ron.

“Preservativo alla fragola”, disse la dolce Ginny.

Ron la guardò, sconvolto.

“Era giusto per provare”, si giustificò lei.

“Riso alla cantonese!”

“Pane alla Nutella!”

“Finocchi gratinati!”

“Pomodori verdi fritti!”

In capo a un quarto d’ora, erano esausti.

“Ecchecazzo!”, sbottò Ginny, fine come sempre. “Io ho anche altro da fa…”

La porta si aprì con un delicato cigolio.

I tre ragazzi si guardarono. La McGonagall era diventata sboccata, nell’ultimo periodo. E le parole d'ordine, da che era diventata Preside, le sceglieva lei. Tutto sommato, forse era meglio ai bei tempi del Vecchio Cannaiolo...

“Aspettate, aspettate”, disse Ron, che come al solito non aveva afferrato subito. “La parola d’ordine era ‘E che cazzo’?”

Ginny lo guardò, con aria di compatimento.

“Ron, fratellino, a volte mi chiedo se tu ti sia infilato un pennarello nel cervello, da piccolo.”

“Uh?”

“Come Homer. I Simpson…?

“La lezione di Babbanologia che tu hai saltato perché ti sei addormentato in biblioteca, Ron”, gli spiegò Hermione, paziente. “Quella dedicata ai cartoni animati.”

“Oh”.

“Bene, e adesso che si fa?”, chiese Ginny, entrando nella vasta stanza.

“Adesso, tu e una certa persona farete una piccola chiacchierata”

“Prego?”

Hermione si girò verso la parete dei ritratti.

“Severus? Sevi? Sevuccio? Vee-vee?”, chiamò con voce modulata.

Severus Snape comparve nella cornice a lui assegnata. Aveva un mazzo di carte e un bicchiere di whisky in mano, e sembrava seccato.

“Miss Granger”, disse appena la vide, in tono freddo. Si affrettò a far scomparire le carte e il whisky.

Le carte in tasca e il whiskey in bocca.

“Professor Snape”, rispose lei, cortese.

Snape esibì un’espressione di vago fastidio.

“Il fandom su di noi non è già abbastanza sviluppato, senza che lei provveda ad alimentarlo facendomi continue visite private?”, disse lentamente.

Continue visite private?”, chiese Ron, perplesso.

Hermione lo zittì con un cenno infastidito.

“Abbiamo urgente bisogno del suo aiuto, professore”, disse Hermione con voce accorata. “Si tratta di Potter”, aggiunse.

“Oh. Il topicida è sulla mensola in alto a desta.” E fece per tornarsene sul retro del quadro.

“No, professore, non ci siamo capiti”, ribattè Hermione, seccata. “Non vogliamo mica ammazzarlo.”

Snape alzò esageratamente un sopracciglio. “No?”, replicò, stupito e lievemente deluso.

“No.”

“Strano” Snape riflettè. “E allora, che siete venuti a fare, da me?”

“Deve aiutarci a farlo diventare una persona normal…”

“Oh. Allora arrivederci”, la interruppe Snape, e si avviò verso la cornice di Nigellus. Aveva una partita in sospeso.

“No, professore, non se ne vada! Abbiamo un piano!”

Voi avete un piano. Voi. Un piano.”, ripetè Snape, con un minuscolo lievissimo impercettibile accenno d’ironia, che sottintendeva, come dire? La sua convinzione che i tre non avessero esattamente quel che si dice delle straordinarie doti organizzative.

“Sì. E lei ci deve dare una mano.”

Snape incrociò le braccia, suo malgrado interessato. Vagamente, ma interessato.

“Vada avanti”, intimò.

Hermione allargò il braccio a includere i presenti. “Ginevra Weasley, qui presente, sedurrà il giovane Potter e lo ridurrà a più miti consigli.”

Oh. Le mie più sentite e vivissime condoglianze, giovane Weasley. Davvero" e qui tacque per lanciare un breve sguardo verso la ragazza. "Davvero, mi piange il cuore al sentire quale sventura si abbatterà su di lei - neanche la più luttuosa delle profezie di quella befana della Trelawney potrebbe..." Snape si interruppe bruscamente e gli occhi gli si ridussero a due fessure colme di diffidenza. "Un momento. Si può sapere com'è che io vengo a entrarci, esattamente, in tutta questa lugubre situazione?”

“Oh, lei c’entra, c’entra eccome, professore”, intervenne a quel punto Ginny, con voce maliziosa. Si passò la lingua sul labbro. Snape rabbrividì.

Ginny si voltò di scatto verso l'amica Hermione, comprendendo finalmente quale sarebbe stato il suo compenso per l'orrido compito assegnato. “Fammi entrare nel quadro, rendilo incapace di scappare, e farò tutto ciò che vuoi”

“Sapevo che questo ti avrebbe convinto”, rispose lei, in tono soddisfatto. “Entrans Fangirl!”, gridò, puntando la bacchetta.

“Oh, no no no no NO”, disse Snape, perdendo tutto il suo sangue freddo. “Questo no! NO! Ti prego, Hermione”, fece, passando al tu. “Non puoi farmi questo!, ho una mia dignità, un...”

Ginny venne catapultata dall’incantesimo nel quadro.

“Americana Beltatis!”, scandì Hermione.

Snape si trovò immobilizzato su pacchianissime lenzuola di seta nera, coperto di petali di rosa.

Coperto solo di petali di rosa.

“Noooooooo!”, gridò.

“Oh, , invece, mio bel Potion Master”, mormorò Ginny.

 

 

 

 

  
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