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Autore: Imbranata09    25/11/2014    5 recensioni
Che dirvi? Una Isabella ed un Edward lontani dal solito. Lei un peperino che la vita ha cercato di spezzare senza riuscirci. Lui un ragazzo arrogante che la vita ha fatto crescere troppo in fretta.
Si scontreranno, si ritroveranno, si prenderanno, si lasceranno, ....
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov Edward


Alle 8.00 in punto mi ritrovo con Bella, Nick e Alec all’incontro con i responsabili dell’operazione Aro Volturi.  L’incontro non dura più di 10 minuti e mi lascia abbastanza preoccupato.
Alec dovrà staccarsi dall’azienda per qualche giorno. Ufficialmente sarà in vacanza con una amica. In pratica, con una sua collega, sarà in Ucraina a spiare i clienti di Aro. Partenza immediata. Un aereo già li attende. È una operazione altamente rischiosa e scuoto la testa più volte. Alec sorride.

- Edward non  è la mia prima missione! Prenota al tuo club per domenica sera che mi offri la cena! – lui scherza ma io non sto per niente tranquillo.-
E Bella nel frattempo rimane da sola? – osservo tutte quelle persone e ognuna mi sembra che non abbia il coraggio di dirmi in faccia la realtà.
- Edward c’è troppa gente per farmi del male –
- Signor Cullen, sappiamo che uno dei suoi uomini si è infiltrato. Siamo quasi sicuri di chi sia ma me ne deve dare conferma – e mi passa un bigliettino con il nome. Lo passo, a mia volta, a Nick che si limita ad annuire.
- Sia ben inteso che nel caso di sparatorie li dentro, la nostra priorità sarà Isabella e non il suo uomo–
- Lo so molto bene e non chiedo di meglio – Bella mi guarda preoccupata.
- Isabella, questa settimana è atteso a New York un iracheno affiliato all’ISIS. Siamo quasi sicuri che venga in America per incontrare Aro. Occhi aperti ma cerca di non rimanere mai da sola con quella gente. –
- Sul suo telefono ho fatto attivare un sensore che indica sempre dove sia. Le permette anche di registrare e trasmettere in diretta quello che registra –
- Perfetto Edward. Mandami qualcuno dei tuoi uomini per spiegare come funziona. Sarebbe utili spiegare anche a Bella come attivare il sistema  - e annuisco.

Osservo Bella e mi sembra così piccola. Senza rendermene conto mi avvicino a lei e la abbraccio. Non le da fastidio perché mi sorride. Le passo un braccio intorno alla vita e l’attiro a me. Mi sento sicuro in questo momento che posso proteggerla personalmente e vorrei che fosse sempre così.

Autorizzo l’FBI ad utilizzare i miei sistemi informatici e di spionaggio molto più all’avanguardia dei loro. E quando andiamo via non mi sento per niente tranquillo.

- guida tu, che la settimana prossima hai l'esame per la patente - e le lancio le chiavi mentre osservo i miei uomini che si preparano a seguirci con un'altra macchina.
- Vai all’università? – mi guarda. È pensierosa anche lei.
- Bella sei sempre in tempo per tirarti dietro – sospira mentre parla e mette in moto la macchina. Noto subito la sua sicurezza. Guida molto bene.
- Stavo solo riflettendo. Tu che lo conosci qual è il modo migliore per interagire con Aro? – e mi fermo a riflettere.
- È molto scaltro. Non si fida di nessuno. Probabilmente non si fida di Dimitri e sicuramente non di Alec. Non ti fidare mai di lui anche se ti sorride. È proprio in quel momento che ti pugnala alle spalle. –
- Già è l’impressione che ho avuto anche io. Ma se volessi spingerlo a parlare di Rachel, come dovrei comportarmi? –
- Vuoi sapere come fargli confessare di essere il responsabile della morte di Rachel? – e ci rifletto.
- Probabilmente l’unico modo è spingerlo a parlare delle sue grandi gesta. Lui è affetto da manie di grandezza. Non sopporta che qualcuno sia più grande di lui –
- Quindi lo devo portare a vantarsi? –
- Più o meno. Ma non giocare con il fuoco, Bella!  Non mi piace questa situazione – la fisso in attesa di una sua risposta che non  arriva. Parcheggia di lato ad un marciapiede
- Dovrei andare a Villa Cullen. Così saluto i miei. Cambio macchina e mi fai accompagnare? – è triste. Sicuramente dipende dalla partenza dei suoi.
- Vengo pure io a salutare i tuoi.  Vedi che qualcosa di buono l’ho fatto? Se non era per me, i tuoi non sarebbero corsi a New York preoccupati! – mi sorride. E abbassa la testa. Mentre riparte.
- È vero quello che tutti dicono di te – adesso non la capisco e non perché parla a bassa voce.
- Chi ti avrebbe parlato di me e cosa ti avrebbe detto? – sono curioso.
- I miei familiari, i tuoi amici, anche tua cugina. E tutti dicono che sei una persona splendida con un cuore immenso – quasi arrossisco.
- Si, tra le mie buone azioni ricordati che ti ho spedita a studiare per un criminale e a lavorare in un locale equivoco –
- Però ieri sera quei due non li hai licenziati. – mi fissa diretto negli occhi. Ha un sorriso così genuino.
- L’ho fatto per te. E se li ribecco, loro o qualcun altro, faccio nera te! – ridiamo e mi racconta gli ultimi pettegolezzi di cui è a conoscenza.
- Sai che anche Matteo e Pierre partono oggi? Pierre è stato richiamato in studio con urgenza. Mi dispiace non essere riuscito ad organizzare qualcosa con loro. Neanche una cena! E si stanno organizzando per una vacanza tutti insieme quest’estate. Con Alec e James. Sono stata invitata anche io! –
- E dove ve ne andrete? – e lei a confidarmelo e mi dispiace che non sia stato contemplato.
- Ah! Io con loro da nessuna parte. Mi sentirei il terzo incomodo! – e ridiamo.
- Mi fa ancora strano a pensare alle preferenze sessuali di Matteo e Alec. E che entrambi siano felicemente fidanzati. Non che abbia qualcosa contro di loro. Ma ricordo quando andavamo sulla spiaggia a rimorchiare! – e chiudo gli occhi ripensando ai vecchi tempi.

Nel frattempo siamo arrivati a casa dei miei genitori. In soggiorno ci sono già tutti. Charlie e Renee sono già pronti per la partenza. Mi fa piacere vedere papà ridere e scherzare. È da molto che non lo vedo rilassato. E anche la mamma. Le fa bene darsi da fare, la fa rimanere attiva. Questi due giorni per loro sono stati molto importanti, è come se fossero tornati a vivere.

- Ciao a tutti – e mi fa tenerezza vedere Bella volare nelle braccia del padre.
- Signorina, ho solo mezz’ora per le raccomandazioni. Vediamo di farcele bastare – sbuffa sonoramente ma non risponde. Mentre tutti gli altri ridono dell’affermazione di Charlie. Si allontanano verso il  giardino e, di passaggio, Charlie tira per un braccio anche me.
- Papà mi ha fatto tanto piacere rivederti dopo tanti mesi – e Bella si ributta tra le sue braccia.
- Anche a me, Piccola. Mi hai fatto invecchiare di dieci anni, ma ricordati sempre che sono orgoglioso di te. – la stringe forte e la sento piangere. Poi fissa me:
- Edward sono orgoglioso anche di te. Ti ho seguito in questi anni e so quello che hai realizzato. Sii fiero di te stesso e tieni sotto controllo Bella. – mi rendono orgoglioso le sue parole.
- Fidati questa volta, Charlie. E appena finirà questa storia, seguirò personalmente Bella fino alla laurea.  -  mi guarda e capisce che di me, questa volta, si potrà fidare.
- Edward stai vicino anche ai tuoi. Se non si riuscirà a dimostrare la colpevolezza di Aro, non so come la prenderà Thomas. È troppo agitato. Cerca di coinvolgerlo in società. Ha bisogno di essere distratto. Per qualsiasi cosa chiamami senza esitazioni. – e lo abbraccio.
- Grazie di tutto quello che hai sempre fatto per la mia famiglia -

Quando rientriamo Renee è già pronta per andare via. Vedo gli occhi di  Bella velarsi nuovamente di lacrime. E le vado vicino per abbracciarla. Mi accorgo tardi dello sguardo dei nostri genitori. E mi colpiscono le parole di Charlie quando mi avvicino per un abbraccio:
- Non si è mai fidata di nessuno al di fuori della famiglia. Ti sto affidando la parte più importante di me. – e mi abbraccia.
- Ciao tesoro. Sai che ti attendiamo sempre in Italia? – è Renee a dirmelo.
- Certo e prometto che presto verrò – mi sorride affettuosa come una madre.

Così mentre la famiglia Swan va via rimaniamo in giardino ognuno perso nei suoi pensieri. È mia madre la prima a riscuotersi.
- Avete fame, ragazzi? – effettivamente stamane siamo usciti presto ed abbiamo preso solo un caffè.
- Non abbiamo fatto colazione oggi. – poi mi rivolgo a mio padre – avevamo un incontro con l’FBI –
- Allora faccio preparare il pranzo in anticipo –
- Elizabeth, posso aiutarti? – vedendo la necessità di Bella di fare qualcosa acconsente. Mentre con mio padre mi chiudo in ufficio. Gli racconto l’esito dell’incontro della mattina.
- Papà sono preoccupato. Alec dice che non è la prima volta che va in missione. Ma Bella sarà per giorni da sola con i Volturi –
- Lo sono anche io.  Ma siamo le ultime persone che possono fare qualcosa. Se Aro, solo lontanamente, scopre il legame di Bella con la famiglia Cullen, non ne uscirà viva. E non voglio dover piangere anche lei. – so perfettamente che papà ha ragione.
- Ed io dovrei solo rimanere a guardare? –
- Purtroppo, figlio mio, dovrai avere il sangue freddo e dimostrare che la tua vita va avanti come sempre. E, se conosco Aro, è capace anche di avvicinarti. Quasi in senso di sfida – rimango a pensare alle sue parole.
- Edward, se lo farà dovrai far finta di niente. Ne va dell’incolumità di Bella. È questo che dovrai pensare in quel momento: a Bella –

La nostra conversazione viene  interrotta da un lieve bussare alla porta. È Bella.
- Scusate, non volevo disturbare –
- Bella, entra. Non disturbi affatto– mio padre le vuole veramente bene.
- Volevo solo avvisare che ha chiamato il signor Cullen e sta arrivando qui. Elizabeth mi ha chiesto di avvertirvi – guardo in faccia papà.
- Che vorrà? Sarà qui per la loro situazione? –
- Penso di si. Altri motivi per venire non ne ha. Chiama in ufficio e chiedi se ti ha cercato. – e faccio quando mi chiede. Effettivamente Venice mi conferma che mio nonno si è presentato in ufficio.
- Si, è stato in ufficio –
- Cavoli che genio che sei! – è Bella a dirlo a mio padre e riesce a farlo arrossire.
- Papà, Bella è così. Non le manda a dire – e rido nella sua direzione mentre la diretta interessata mi caccia la lingua.

Poco dopo sentiamo suonare alla porta e mia madre che accoglie gli ospiti. Sono meravigliati di trovare Bella in casa e lei stessa si eclissa per lasciarci parlare di affari.

Come previsto, Carlisle è nei guai. Ma non vuole cedere il controllo. Chiede solo un prestito per provare a sistemare la situazione. Fisso mio padre, il prestito che ci chiedono è ingente. Sa perfettamente che non saranno in grado di restituircelo e che non servirà loro per sistemare la situazione. Occorre una ristrutturazione completa.

- Edward, sei tu a capo delle imprese. – papà chiede a me. Il messaggio è chiaro. Che fare? In fondo non rischiamo niente. La nostra società è ben solida. Ma non vorrei essere associato a loro nel caso di fallimento.
- Ci devo pensare. Non posso rispondere su due piedi. E parliamo di una cifra considerevole –
- Hai ragione Edward. Ma venerdì ho la prima scadenza – è Carlisle a parlare.
- Lo so, per questo vi ho proposto un piano di risanamento industriale. Ma quello che mi state chiedendo è solo un prestito e dubito che possa servire a molto senza una seria ristrutturazione –
- Edward non siamo degli sprovveduti. Non parlarci come gli ultimi arrivati – mio nonno comincia ad incavolarsi.
È il suo più grande difetto, salta subito alle conclusioni. Proprio in quel momento entra Bella. Ha gli aperitivi. Spiega che Elizabeth le ha chiesto di portarli. Sta per uscire quando la fermo.

- Bella, rimani – mi fissa senza capire. Ed anche gli altri mi fissano. Si accomoda sulla sedia che le indico e rimane in silenzio ad ascoltare.
- Va bene nonno, non vi tratto come gli ultimi arrivati. Allora spiegatemi il piano di rientro che intendete attuare. Quando sarete in grado di restituire la somma? Sei mesi? Un anno? –
- Edward è un lasso di tempo impossibile quello che ci stai proponendo. Almeno cinque anni –
- Zio, perché non accettate il piano di risanamento che ho sottoposto alla vostra attenzione? Avreste capitale fresco in azienda, senza doverlo restituire. Avreste la consulenza dei nostri esperti. Ed interverrei personalmente con alcuni fornitori più ostici per far accettare una riduzione delle somme dovute –
- E avresti il 51% della Cullen Enterprise. Comanderesti tu e addio eredità dei miei figli – fisso Bella.  Le passo il mio tablet, aperto alla pagina dei dati della Cullen Enterprise. Le lascio il tempo di leggerli.
- Che faresti? – mi fissa e abbassa lo sguardo.
- Il mio parere non conta nulla e non ho ancora la preparazione per poter dire la mia – è diplomatica.
- Eppure ieri sera ti sei esposta. Perché sapevi che ne valeva la pena. Che conclusione devo trarre? –
- Ieri sera si parlava del semplice stipendio di due camerieri. La somma di cui si parla adesso è diversa- 
- No, Bella. Anche ieri sera si parlava di qualcosa di più grande. Dell’immagine della mia società. Allora che faresti? – la guardo ma non mi risponde. Mio padre mi sorride. Anche lui quando ha istruito me, non lo ha fatto con i libri ma con i casi concreti.

- Edward la soluzione potrebbe essere un prestito personale mio – e guardo mio padre. Parla forse più per togliere Bella dall’imbarazzo di dover rispondere.
- E a garanzia cosa vorresti? – è mio nonno a chiederlo.
- La Cullen Enterprise. E diciotto mesi il termine di rientro – si guardano in faccia. Sanno che non hanno altra scelta. Nessuno parla.
- Nel pomeriggio faccio preparare i documenti. – prendo per mano Bella ed esco. Mi avvio in giardino perché sicuramente vorrà chiarimenti.
- Perché mi hai fatto rimanere? –
- Perché a settembre, quando comincerai lo stage da me, ti occuperai dell’acquisizione della Cullen Enterprise – mi guarda senza capire.
- Non ce la potranno mai fare anche con la liquidità che sta per dargli mio padre. –
- Come fai a saperlo? – ci sediamo sull’erba e le passo il tablet.
- Controlla quanti sono i debiti esigibili da qui a fine giugno – e lo fa dicendomi l’importo.
- Perfetto. È oltre la metà della somma che hanno richiesto in prestito. Adesso controlla le scadenze fino a fine settembre – e legge l’importo.
- Adesso incrocia quest’ultimo risultato con le fatture emesse e le somme da incassare. Riescono a coprire? – scuote la testa.
- Questo mese hanno consegnato la dichiarazione fiscale annuale. Come hanno chiuso? – e la va a cercare.
- Perdita fiscale di …. O cazzo! Quanti zeri! – sorrido.
- Poco professionale miss perfettina. Comunque con una perdita fiscale così importante chi farà mai loro credito?  Quale banca o operatore finanziario accorderà loro fiducia? - adesso comincia a capire.
- Sei un genio Edward! – sorrido, sto per ribatterle qualcosa ma mia madre ci richiama a pranzo. E li scopro che i nostri ospiti si sono trattenuti e osservo anche la presenza di Alice e Rosalie. Mi salutano educatamente.
- Ah! Siete amici adesso – è Rosalie ad affermarlo. Ma non la degno di una risposta. Alice fa di tutto per attirare la mia attenzione, ma non ho proprio voglia di ascoltare le sue scuse.
- Bella stasera vieni alla festa in confraternita? –
- Si, farò un salto sul tardi. Prima lavoro  – rimangono sconvolte dal sapere che lavora. E ricordo le parole di James quando mi disse che Alice, dopo quello che era successo, la evitava. Mentre Rosalie non la sopporta proprio.
- E dove? – Bella semplicemente mi indica.
- Al suo club. – e Rosalie con aria sconvolta.
- Cioè fai la cameriera? – sono io a rispondere.
- Fa un lavoro come un altro per non pesare sulla famiglia. Come decine di universitari. Molto maturo da parte sua – è Bella a darmi un calcio sotto al tavolo. La guardo senza capire e mi fa segno di stare zitto. Sbuffo ma faccio quanto mi chiede.
- Quindi per lo stage non l’hai voluta ma la sfrutti per il tuo locale? – è mio nonno a chiederlo.
- Signor Cullen, Edward non mi sfrutta. Anzi è stato più che generoso lasciandomi scegliere orari e turni. E per lo stage ho preferito fare un’altra esperienza, sapendo che a settembre comunque mi avrebbe accolta nella sua società – con educazione lo ha messo a tacere. E i miei genitori a momenti scoppiano a ridere, perché sanno i trascorsi tra me e Bella.
- E a tale proposito devo andare. La mia altra esperienza mi sta aspettando – mi fissa e mi viene da ridere.
- Dai, ti accompagno. – vado via anche io.

Mi fa piacere vedere che Bella saluta i miei genitori con un bacio ma non capisco quello che mia madre le dice:
- Allora domani per le 13.00 direttamente al ristorante – e andiamo via.

Pov Bella

I miei genitori sono ripartiti ed io mi appresto ad andare alla Volturi.
- Che devi fare domani con mia madre? – gli sorrido.
- Mi ha invitato a pranzo con tua cugina e Rosalie. Al tuo club. Vorrebbe che diventassi amica di tua cugina, dice che ha bisogno di persone nuove intorno a se. Ti spiace?  -
- Ok.  – rimango perplesso da quell’idea di mia madre ma almeno anche lei uscirà un po’ di casa.
- Stasera vieni a cena al club? –
- Si, ma devo andare via presto. Alle 22.00 ho una video conferenza. – mi guarda e lo vedo preoccupato.
- Stasera alla festa stai attenta. – ma gli sorrido birichina.
- Che vuoi che mi succeda li dentro. È all’interno del campus e ci saranno solo persone che conosco. -

Intanto siamo arrivati in centro. Per evitare di farci vedere insieme mi faccio lasciare a Central park.
- Stai attenta. E non fare nulla che possa metterti nei guai. Ricordati che hai due guardie che seguono ogni tuo movimento. Qualsiasi problema lancia l’allarme – sorrido alla sua preoccupazione.
- Ok, papino! Buon lavoro, Edward – stavolta è lui a lasciarmi un bacio sulla guancia.

E mentre cammino per le strade di New York rifletto sulla mia situazione ed, in particolare, su Edward.

Mi trovo bene con lui. È un ragazzo fantastico. È colto, simpatico. Si sta bene in sua compagnia. Trasuda sicurezza in ogni gesto. E, poi, è bello, molto bello. E stare in sua presenza mi fa stare sempre con lo stomaco in agitazione. Come se avessi le farfalle, … quando mi abbraccia e mi avvicina a lui, mi piace sentire il suo odore di maschio. Ne inspiro e sembra che non riesca a farne a meno.
Ed è così dolce nei miei riguardi. È intervenuto in mio favore verso Rosalie. Si è preoccupato per me sapendomi sola in ufficio con Aro.

È il ragazzo di cui potrei innamorarmi ed ho paura. Paura che mi faccia male. Per lui sono solo una ragazzina, figlia di amici di famiglia. Ho scovato immagini di lui sul web. E compare spesso con modelle bellissime. Alla sua altezza.
Probabilmente non ho nessuna speranza con lui e se si accorge dei miei sentimenti rischio anche di perdere una bella amicizia.

Con questi pensieri arrivo alla Volturi. Ad attendermi Abigail abbastanza nervosa. Sembra quasi abbia pianto. La saluto facendo finta di non aver notato il suo stato.-
- Ciao. Non sai oggi che noia all’università. Lezioni per ore e ore. Qui c’è qualcosa di più movimentato? - parlo mentre appoggio la mia borsa sulla scrivania e osservo Dimitri che ascolta quello che dico.
- Ed ero talmente stanca che ho saltato l’ultima lezione del prof. Landon. Speriamo non si offenda! –
- Bella se hai bisogno di movimento vieni di qua. Ho un bel lavoro per te – Dimitri mi guarda con un sorriso strano ma faccio finta di non aver notato.
- Va bene. Prendo il tablet? Devo prendere appunti? –
- No, non serve – e quando entro trovo il caos sulla sua scrivania.
- Sono dei contratti che serviranno stasera a mio padre. Scansionali e sistemali su questo hard disk – noto che sono in tedesco. E loro ufficialmente non hanno clienti tedeschi. Ed evidentemente non ha letto neanche il mio curriculum perché altrimenti saprebbe che capisco il tedesco.
- Va bene – faccio per prenderli ma mi blocca.
- No, il lavoro lo farai dalla mia postazione – perfetto. Devo trovare il modo di capire cosa dicono i documenti ma non so come fare. Sicuramente non posso mandarmi una mail con i documenti scansionati dal suo pc.  Non posso fotografarli con il telefonino. Come fare? Penso e ripenso finchè non decido di leggerli e registrare la mia voce con il telefonino. E così faccio. Posiziono con naturalezza il telefonino sulla scrivania, vicino la tastiera e comincio a leggere i documenti. Molto velocemente. Speriamo che poi si capisca qualcosa. Alcuni sono solo dei documenti di riconoscimento. Altri planimetrie e mi limito ad indicare la zona. Dimitri è fuori dall’ufficio che sta lavorando con Abigail. Mi osserva ma non può capire quello che sto facendo. Lo sento il suo sguardo su di me. Sembra voglia trafiggermi. Un paio di volte simulo che la stampante non funzioni. Per prendere tempo. E lui si avvicina subito. Ci metto tutto il pomeriggio. E quando lo vado ad avvisare che il lavoro è finito mi liquida con poche parole. Mi liquida prima del termine del mio orario.  E’  in riunione con il padre e non presta attenzione a me.
- puoi andare per oggi – Noto l’aria tesa nell’ufficio, ma per oggi ho sfidato la sorte già a lungo e capisco che è ora che vada.

Fuori dal palazzo, come giro l’angolo, trovo in attesa le mie guardie del corpo. Quello che mi hanno presentato come Tom si affretta ad aprirmi la porta della macchina ed entro veloce.
- Dobbiamo accompagnarla al club, miss Swan? – lo fisso e gli chiedo un attimo di pazienza. Chiamo il mio referente all’FBI che vuole subito conoscere i dati che sono riuscita a carpire. Mentre parlo con lui sento Tom avvisare Edward di quello che sto raccontando al telefono e mi fa segno di dare appuntamento in ufficio di Edward.

È la prima volta che entro nel suo ufficio dopo quel famoso giorno. Ed ho timore  perché i ricordi vengono a mente. Mi sento piccola in ascensore con i miei angeli custodi ai miei lati. Quando le porte si aprono i primi occhi che incontro sono quelli preoccupati di Edward. Mi viene incontro e mi prende la mano per trascinarmi nel suo ufficio. Di passaggio urla alla sua assistente di raggiungerlo.
- Cosa non ti è chiaro della frase: stai attenta e non fare nulla che possa metterti nei guai? – è la prima cosa che mi urla appena chiude la porta dell’ufficio.
- Non ho fatto nulla se non il lavoro che mi è stato richiesto –
- Se scoprono che parli tedesco è la fine – la nostra discussione viene interrotta dalla sua assistente.
- Portaci due caffè espresso – né un per favore, né un grazie. Vabbé!

Gli passo il telefono e comincia a scaricare la registrazione sul suo portatile in attesa che arrivino gli altri. Che non tardano. Nick predispone subito la traduzione e il responsabile FBI si presenta con altri tre colleghi. Sono tutti intorno al tavolo da riunione di Edward. Capisco che la mia presenza, in quel momento è di troppo. Man mano che individuano i nominativi scandagliano il data base di FBI per vedere se sono già noti o schedati. Individuano luoghi e merce di scambio. Nel frattempo mi guardo intorno.

L’ufficio di Edward è bellissimo. Ampie vetrate, colori caldi, bei quadri alle pareti. Mi accomodo sulla sua poltrona che è immensa. Mi nota e ride. Poi, dolcemente mi fa alzare, si accomoda  mi prende in braccio.
- Hai paura che ti rubi la poltrona? –
- In futuro ne potresti essere capace. Sei sveglia, intelligente, bella, hai del potenziale miss perfettina. –
- Perché mi chiami così? – e mi sorride mentre mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
- Perché ti vedo così, ma non è una cosa brutta. Sei semplicemente perfetta – arrossisco al suo complimento. Non me lo aspettavo e forse anche lui si rende conto di aver parlato troppo.
- Devo andare al lavoro –
- Basta con la storia del lavoro. Non ne hai bisogno e non voglio che continui a farlo. Oramai la questione della borsa di studio è stata risolta. Andiamo avanti, Bella.  Andremo al club perché ti invito a cena stasera – e vista la sua accorata richiesta non posso non accoglierla.

Intanto la ricostruzione di quello che ho registrato va avanti fino alle 20.00.
- Bel lavoro Isabella. Ci mettiamo subito al lavoro per mettere sotto controllo queste persone.  – e l’FBI va via.

E così passo una piacevole serata in compagnia di Edward che si dimostra un perfetto compagno.
 
 
 
  
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