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Autore: Perishable97    26/11/2014    0 recensioni
Gli alunni attendevano trepidanti il compimento del proprio destino ammassati fuori dall'aula. Alcuni si erano recentemente convertiti, animati da una sincera religiosità mentre pregavano Dio, Buddha, Visnù, Zeus, Amon-Ra e tutti gli altri. Alcuni imploravano pietà in ginocchio. Altri dicevano il rosario. Ma tutti, nel contempo, stavano facendo la stessa cosa.
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Salve! Questa è una raccolta di sorielle partorite dalla mia mente malata aventi come tema la scuola (è proprio vero che lo studio uccide i neuroni) e varie vicende sia successe veramente (a me) che completamente inventate. Enjoy!!:)
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa storiella è frutto della mia fantasia. Il riferimento a fatti e personaggi reali è puramente casuale. 

UNO 

Gli alunni attendevano trepidanti il compimento del proprio destino ammassati fuori dall'aula. Alcuni si erano recentemente convertiti, animati da una sincera religiosità mentre pregavano Dio, Buddha, Visnù, Zeus, Amon-Ra e tutti gli altri. Alcuni imploravano pietà in ginocchio. Altri dicevano il rosario. Ma tutti, nel contempo, stavano facendo la stessa cosa. 

Attendevano il prof. 

Attendevano. 

E attendevano... 

E intanto scenari di morte e distruzione, amici e familiari in lacrime e tre e quattro che fioccavano si costruivano nelle loro menti distorte dal panico. 

Avevano paura. 

Poi lo videro. 

Il prof. 

Si avvicinava con aria allegra recando con se un fascio di fogli stampati di fresco... quei fogli. 

Al cenno del prof, gli alunni si scaraventarono nell'aula facendo a cazzotti, volevano i posto dietro, li volevano a tutti i costi. 

Anche l'alunno Lorenzo faceva a cazzotti per quel banco. 

Non aveva studiato niente, almeno il posto in fondo se lo meritava, lo sentiva nel profondo del suo cuore.. quel posto doveva essere SUO, suo e di nessun altro. 

E infatti così fu. 

Era riuscito li dove tutti gli altri avevano fallito. 

Si sedette trionfante. Era un dio. 

Ma non aveva contato il potere dell'uomo che lo stava fissando da dietro la cattedra.. 

"Rossi..." 

Si sentì trapassato da quello sguardo carico di sospetto. 

"... si prof?" 

"Qua davanti" 

NO. 

Non poteva finire così.. non dopo tutta quella fatica. 

Aveva lottato per quello, aveva sputato sangue, aveva combattuto fino allo strenuo delle forze. 

Perdinci. 

Provò a ribattere, sdegnato. 

"Ma prof.. io ave-" 

"ROSSI-QUA-DAVANTI" 

Fu tutto inutile. 

Rassegnato, chinando il capo di fronte alla potente aura del prof, raccolse le sue cose e andò davanti, sedendosi sconsolato su quel banco tanto ordinario quanto odioso. 

Il prof gli mise il foglio sotto al naso. 

Lui lo prese. 

Lo girò. 

Lo lesse. 

Lo girò di nuovo. 

E lo rilesse. 

E nel frattempo un pensiero si andava formando nella sua mente confusa. 

"Ma che cazzo è 'sta roba?" 

Rimase così, a fissare quel foglio con sguardo vacuo, troppo sconvolto anche solo per voltare la testa verso il compagno alla sua destra che scriveva come un forsennato. 

Sentiva la testa ronzare, erano i neuroni che si stavano fondendo. 

Ma lui aveva un'arma di riserva: 

I bigliettini!! 

Gloriosi foglietti di carta nascosti nelle scarpe e nei risvolti dei calzini. 

La sua salvezza. 

Fece scivolare con nonchalant una mano lungo i jeans fino a infilare due dita nella scarpa. 

ECCOLO. 

Alzò lo sguardo trionfante.. 

E si trovò il professore davanti. 

OUCH! 

Finse di essere impegnato a grattarsi una caviglia mentre lo stomaco gli si accartocciava su se stesso. 

Respirò, cercando di calmarsi. 

Guardò il foglio. 

"Tra poco se ne andrà" 

Attese. 

Attese. 

Attese ancora. 

Finché il prof non parlò 

"Ragazzi avete ancora 5 minuti" 

Sentì la terra franargli sotto i piedi, il cielo cadergli sulla testa, lo stomaco ribaltarsi del tutto come un calzino e il cervello andare in blackout definitivamente. 

"Ma... ma... cosa... 5... minuti..." 

"Rossi consegna" 

Vide indistintamente il foglio che gli veniva tolto da sotto al naso, bianco come la sua faccia. 

Rimase seduto, troppo sconvolto per fare qualsiasi cosa. 

Non poteva tornare a casa. 

Sarebbe rimasto a scuola, proprio lì, su quel banco. 

Per sempre. 

  

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Note: 

Ecco qua il primo delirio scolastico! Questa piccola storiella è stata partorita dalla mia mente malata un pomeriggio dopo un intenso studio per il compito in classe del giorno dopo, quindi se leggendo vi dovesse sembrare strana/idiota/senza senso, , ero già fusa!:D 

Non so quanti capitoli avrà questa raccolta di deliri tragicomici, è tutto da decidere:) Grazie a chi legge e a chi recensisce! 

Buona lettura e alla prossima!! 

Benny

   
 
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