Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Chie_Haruka    26/11/2014    3 recensioni
Questa è la storia problematica di una ragazza che ha perso suo padre, il suo pilastro di vita. Da Quando non c’è più si è chiusa parecchio, come un riccio. Evitando contatti con chiunque. Non ha mai amato fare amicizie ne tanto meno fare conversazioni lunghe.
Suo padre sapeva bene che sarebbe morto e per questo ha lasciato a sua figlia, molte lettere in cui ci sono messaggi per lei.
Nel tentativo, sua zia l’obbliga ad andare all’università. Ciò implicherà un grande sforzo da parte di Evee che la condurrà pian piano alla verità. Ma quanto sente che sta per afferrare ciò che vuole, qualcuno gli sbarrerà la strada, cambierà la sua vita, cambierà lei. . .
E lei da quel momento capirà cosa voleva dirgli suo padre. Cosa voleva suo padre per lei.
Lo interpreterà a modo suo ma alla fine ci riuscirà. Ma prima dovrà vedere l’inferno, l’altro lato, ciò che ognuno di noi nasconde.
Questa storia non ha niente di normale, siete stati avvertiti xD
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve gente! Questo capitolo è diviso in tre parti: la prima è un piccolo ricordo del passato; la seconda è narrata da Rin e infine dalla nostra ( sfigata ) Evee! Ci tengo a ringraziare le persone che seguono la storia e le persone che prendono  “ spunto” dalla mia patetica storia :’D grazie mi fate sentire importante ( lo so, sto facendo l’antipatica, ma per ovvi motivi! Quindi Pace e Amore <3 )
Detto ciò, Buona lettura J
 

 
 
Circa diciotto anni fa. . .
 
-Hey piccolina vieni qua!- un ragazzo chiamò a gran voce qualcuno.
- R-Rin – balbettò euforica una bimba.
Una bambina cicciottella di due annetti appena, con capelli ramati addolciti dal sole, sta correndo verso un Rin allegro.
- Vita mia! – sussurrò il ragazzo abbracciando la bambina.
- Vediamo, ripetilo! Ripeti di nuovo il mio nome, dai! – il ragazzo accarezzava teneramente la bimba.
- Rin! Rin! Rin! – ripeteva la bambina come un pappagallo.
Il ragazzo la strinse dolcemente a sé. Gli vuole un bene dall’anima e niente e nessuno potrà separarli.
Ma il destino volle altro per loro. . .
---
Rin:
 
 
 
Ricordo bene quando Gardenia la madre di Albert rimase incita di quel James. Richard andò su tutte le furie e alla fine se ne uscì che voleva la creatura che portava in grembo.
Che cosa se ne sarebbe fatto di una bambina? tralasciando il fatto di ucciderla e bere il suo sangue.
Solo dopo il mio cervello capì che il suo intento era quello di farla crescere e chissà cosa fargli passare per colpa di due deficienti. E diciamolo anche dalla sua scarsa umanità.
Lo odio a morte. Uno: perché ha stuprato mia madre e una volta nato io la uccise, tenendomi ugualmente;
Secondo . . . da quanto è nata quella bimba meravigliosa, si l’ho detto, mi sono affezionato subito. Non so spiegarlo ma qualcosa nel mio cuore si era mosso. Qualcosa che non mi era mai successo in settecentotrentasette anni di vita. Davvero, pensare che in tutti questi anni non ho provato questo sentimento mi fa sentire una nullità! Ma adesso c’ è lei che riempie le mie giornate.
Ho fatto persino due smorfie simile a un sorriso da quando mi gironzola attorno! Ma tu guarda un po’ che effetto mi fa questo tipetto.
Albert è nato qualche anno prima di lei. Lui è all’oscuro di tutto, ed è sempre con Richard in quanto deve imparare ancora tutto. E’ il suo preferito, il suo legittimo figlio, erede al “trono” e blabla e tutte queste stronzate di cui non me ne mai fregato minimamente. Perché ho fatto sempre di testa mia!
Ma da quanto ho saputo le intenzioni che aveva Richard su di lei ho dovuto nasconderla, proteggerla. Anche se James non mi fosse molto simpatico gli dissi che mi sarei preso cura di lei. Lui mi sorrise con tanto di cuore in mano. Bah, vallo a capire! Mica lo stavo facendo per lui.
Ad ogni modo,talmente mi impegnai nella cosa che persi persino io le tracce su di lei. Infatti da quel giorno non seppi più nulla.
Ero davvero distrutto dentro di me, ma nel frattempo sapevo che avevo un nemico e che molto presto avrei dovuto ucciderlo se volevo proteggerla sul serio.
 
 
 
 
----
 
Oggi . . .
Da quando l’ho rivista non avevo capito che era lei. E’ come se il mio cervello avesse rimosso questo dettaglio importante della mia vita. Del resto come biasimare il mio cervello? Macchiato dall’odio verso quel cane bastardo di Richard che devo chiamare padre, macchiato da omicidi, peccati e altro .  . .
E’ davvero cresciuta. Certo è molto diversa! Era paffutella, aveva delle tenere guanciotte , ora è quasi uno scheletro! Mi domando se mangi o sia il suo metabolismo ad essere così.
Per non parlare degli occhiali che rovinano tutto il suo essere. Dio mio, è orrenda con quegli occhiali. Li odio a morte. Alla prima occasione glieli rompo!
Come al solito Richard sta facendo tutto per bene. Sta facendo in modo che Evee sappia la verità tramite suo padre e poi . . . e poi non so cosa ha in mente. Sicuramente niente di buono, ma ovviamente non glielo permetterò.
Albert è all’oscuro di tutto questo. Tanto da non sapere che è fratellastro, di madre, con lei. Se sapesse ucciderebbe suo padre seduta stante.
Ha quanto ho capito gli ha messo gli occhi addosso e ciò . . . mi provoca un forte istinto omicida verso di lui.
NESSUNO. E dico nessuno, si deve ad azzardare a toccarla.
Purtroppo sapevo che un giorno all’altro Richard l’avrebbe trovata. . . e lui non dimentica.
Comunque sia la sto tenendo d’occhio. Niarus il  mio gatto, mi riferisce tutto. Oggi , infatti, mi ha detto che è andata a casa sua con quell’imbecille di mio “fratello”.
Senza pensarci troppo mi dirigo lì sul posto e gli mando un messaggio sul suo cellulare. La tecnologia di oggi mi torna utile ogni tanto. .  .
porta il tuo culo a casa che ti vuole tuo padre”, scrivo e premo invio.
Come previsto liquidò Evee e se ne andò.
Nel frattempo entrai e mi sedetti sopra il pianoforte accendendomi una sigaretta. Sono troppo nervoso e non ne so il motivo. La cosa peggiore o forse migliore, non saprei tra le due, è che lei non ricorda nulla.
Aspiro il dolce profumo della nicotina e poi la butto via. A quanto pare è anche diventata un idiota senza precedenti, questa ragazza.
- Io e tu dobbiamo parlare – gli dico per poi scendere dal pianoforte.
Sento il suo cuore battere ogni secondo più forte, non è paura, sembra più confusione.
Mi avvicino sempre più a lei e di rimando indietreggia, tanto da cadere sul divano distesa.
“Mhm cos’è? Dovrei prenderlo come un invito?”
Mi ci distendo sopra e aspetto che mi dica qualcosa. Nel frattempo so di avere sul volto un sorriso strafottente di quello in cui ti viene voglia di picchiare chiunque.
- C-cosa . .  vuoi ? –  disse scandendo piano le parole. Almeno non è proprio ritardata!
- Mhm, niente in particolare che tu non possa darmi. – dissi tenendola ferma con il mio peso e con le mani ai suoi polsi.
- Hai detto che volevi parlare – si affrettò a dire.
- Oh è vero – dissi ridendo.
- Allora? –
- So che non ti sei bevuta la storia dei gradini – gli soffiai vicino alle labbra a cuoricino.
- Quindi . . t-tu hai veramente ucciso quei lupi? – balbettò in modo esasperante.
- Si, Evee. Cosa ci trovi di strano? – gli chiesi. Voglio sapere che teoria si è fatta al riguardo.
Richard non sa dell’accaduto, ma so che andrebbe su tutte le furie se gli rivelo cosa siamo, prima che lo faccia lui. Perché non rovinargli la sorpresa? Questo mi sembra il momento adatto.
La osservo intensamente dentro i suoi occhi grigi, vuoti e pieni, pieni di qualcosa che non riesco ad afferrare. Un volta questi occhi erano pieni di allegria e brillavano. Adesso sembrano così spenti e vuoti . . . senza rendermene conto gli sto accarezzando i capelli, poi con l’indice scendo giù fino al collo.
Il suo profumo è qualcosa di davvero eccitante ed inebriante tanto da mandarmi al manicomio.
Vedo i suoi occhi che cercano risposte. Risposte che saranno esaudite nel mio modo di rispondere.
- Non ti preoccupare ti illuminerò, ma tu fa la brava altrimenti sarà doloroso – soffiai piano a fior di labbra.
Poi scesi giù con la lingua, leccando il suo collo.
Non può muoversi perché l’ho bloccata prima ma sembra non opporre resistenza.
Dopo aver respirato il suo profumo decido finalmente di affondare le zanne sul suo collo. Stavolta ci andrò piano e molto delicato.
L’altra volta ero in preda all’estasi tanto da non accorgermi che la stavo quasi per uccidere. Per non parlare che gli ho fatto molto male, a giudicare da come i suoi urli mi facevano vibrare la mano che tappava la sua bocca sembrava che soffrisse.
I canini sono dentro la sua carne e inizio a succhiare, prima piano e poi con foga. Dopo un po’ mi stacco prima che io perdi il controllo.
Ripulisco i rivoli di sangue che gli scivolano lungo il collo per poi passare alla mia bocca.
Mi guarda come si dovrebbe guardare un leone, con terrore. E invece mi guarda come se avesse visto un angelo.
 - Allora, ti ho illuminato abbastanza? – gli chiesi.
- Ancora. . . – a malapena sentirono le mie orecchie. Noi vampiri abbiamo un udito più sviluppato degli esseri umani, ma credo che per la prima volta io non abbia capito bene.
- Cosa? – gli chiesi confuso.
- Ti prego ancora. – mi supplicò.
Si è bevuta il cervello? Pensavo che mi avrebbe dato del mostro, che avrebbe avuto paura, che sarebbe scappata. . . ma me la ritrovo qui, sotto di me, che chiede di essere ancora morsa.
“Mhm. . . mi sa che nel suo sangue c’è qualche tipo di droga pesante che mi fa male”, riflettei su le varie possibili probabilità.
Evee notò che non stavo ricevendo il messaggio e provò a scuotermi con le sue piccole mani.
- Dai mordimi, vampiro! O sei diventato sordo? – disse quasi arrabbiata.
Pure si arrabbia? Cos’è? sono finito in un mondo parallelo?
Di tutte le donne che ho avuto, sono ad alcune ho rivelato il mio vero essere, è tutte hanno avuto la stessa reazione.
Magari la vecchiaia mi fa brutti scherzi? ma quale vecchiaia, i vampiri mica invecchiano.
Ok, sto parlando da solo come uno scemo.
- E poi come fai ad andare a casa? – la liquidai e mi spostai da lei sedendomi sul davanzale della finestra.
- L’altra volta ti sei premurato di accompagnarmi – disse tirandosi su a sedere nel divano.
- Senti mocciosa, per quanto il tuo sangue mi faccia impazzire non ho mica intenzione di ucciderti! – gli spiegai acido. – e non hai niente da chiedermi? – aggiunsi per poi accendermi un'altra sigaretta.
 Sento che sto per perdere il controllo della situazione!
Potrei saltargli benissimo al collo e smettere solo quando sviene. Ma così mando al monte il mio piano.
- Ho l’impressione che tu sappia qualcosa che io non so. . .  – si ferma –  Albert e Richard sono come te? – mi chiese.
“oh, questo è davvero interessante.”
- Vedo che inizi a far funzionare il tuo cervellino! Comunque si, e devi stare attenta. – gli risposi.
- E’ perché mi stai avvertendo? Cosa vogliono da me loro? – ci siamo sta per farmi il terzo grado, che palle.
- L’ho fatto e basta! visto che dovremmo fare un paio di viaggi insieme, mocciosa. Cerca di non darmi troppo fastidio, ubbidisci e basta. AH! E per carità, mettiti le lenti a contatto altrimenti te li rompo quegli occhiali. – dissi per poi andarmene via.
 
 
---
Evee:
 
Mi lasciò così. Senza più chiarire minimante. Prima butta la pietra e poi non vuole spiegarmi le cose.
Non posso crederci , è un vampiro. Loro sono vampiri. I vampiri esistono. Ma come? Perché?
Quindi quella volta non l’ho immaginato! Mi ha morso già due volte, e io volevo il bis. . . .
Ma poi perché non si sa. . . forse mi è piaciuto? o forse perché volevo sentire dolore?
“Da quanto mi piace sentire dolore?”
Ok, sto dando di matto. E anche in modo pesante.
Non pensavo di avere questo lato “oscuro” di me. Che mi prende?
E che significa “visto che dobbiamo fare un paio di viaggi?”. Quali viaggi?
Aspetta un attimo. . . non mi dire che mi vuole accompagnare in tutti i posti dove mio padre ha lasciato le lettere. . . o no!
 Mi basta che fra un paio di giorni mi accompagna in Perù! No. NO e poi NO!
E poi . .  non so quanto staremo li, non so dove si trova questa dannata lettera . .  AIUTO!
 
 
----
 
 
 
Giorno della partenza. . .
 
Evee si alzò due ore prima che la venisse a prendere Rin per andare all’aeroporto.
Era nervosa. Durante la notte si girava e si rigirava nel letto senza riuscire a dormire. In breve, non aveva dormito per niente!
La valigia, ovviamente, era stata fatta in fretta e furia. Aveva messo il necessario e niente di più.
Nei giorni precedenti aveva fatto discorsi che non stavano in cielo e ne in terra a sua zia, pur di farla allontanare da Richard. Ma i risultati erano scarsi. La donna non demordeva e non pensava minimamente di allontanarsi al suo “uomo”.
Ultimamente la vedeva fiacca e sempre più pallida. A Evee i dubbi vennero. E se i conti non sbagliavano, due più due fa quattro. Richard-canini più Lily uguale sangue.
Evee dopo le parole di Rin non si fidò neanche della sua ombra.
Evitava Albert a tutti i costi, Richard peggio di peggio . . . Di Rin non ebbe nessuna notizia.
In quei giorni la sua mente era affollata da pensieri, domande, preoccupazioni  . . . aveva una paura matta per sua zia.
Non aveva la minima idea di cosa fare. O di cosa l’attendeva tutta questa storia, assurda.
 
Adesso era davanti allo specchio pronta in tutto e per tutto e si domandava del perché di tutto questo. Sapeva benissimo che aveva perso un paio d’anni a logorarsi l’anima nel dolore, ma ora voleva vivere e conoscere gente. Ma questa idea fu bocciata ,in quanto ha capito che lei non sa relazionarsi con la gente e che attiri quella di cui si ci deve stare alla larga.
Ma Evee non sa ancora niente di niente. Questo è solo l’inizio della verità, delle sue vere sofferenze. . . non immagina minimamente cosa gli aspetti in futuro.
 
- Ok, farò finta di niente. Andrò in Perù, recuperó la lettera e me ne torno a casa. A casa mia! Tanto ormai ho quasi finito di sistemare l’interno, manca solo il giardino. – ripeteva tra se e se Evee mentre scendeva le scale.
- Hey mocciosa, sei pronta? – era Rin.
- Pronta da almeno due ore . . . – bofonchiò Evee stanca.
- Vedo che mi hai dato ascolto. – trillò contento Rin.
Evee, per amore divino e per non sentirlo lamentarsi, si mise le lenti a contatto. Cosi ci sarebbe stata pace per tutti.
- Zia io vado, stai attenta. Non uscire, rimani a casa e mentre ci sei esci fuori il fucile che hai dentro l’armadio. Ti prego non fare sciocchezze, chiamami in qualsiasi momento – disse Evee a sua zia con un tono esasperato, quasi urlando.
- Ma che cavolo hai? E da un paio di giorni che mi ripeti le stesse cose. In caso dovresti stare attenta tu! Ma hai Rin con te. Quindi posso stare tranquilla. – sentenziò sua zia.
Evee era rassegnata e non sapeva che pesci prendere, tanto sua zia l’aveva catalogata per pazza.
Dopo aver salutato sua zia, Evee e Rin andarono all’aeroporto.
 
Ovviamente ,come è solito, l’aereo ritardo di una mezz’oretta. Il quadretto era esilarante: Evee sulla panchina con la gamba che tremava dal nervosismo mentre Rin aveva spazzolato via già due pacchi di sigarette.
Evee gli aveva detto più volte di smettere, che il fumo gli avrebbe procurato danni, ma lui gli rispondeva scoppiando a ridere.
- Non può venirmi niente, ricordi? – gli rispose dopo essersi calmato.
Evee ci pensò su un attimo e si ricordó di tutte le cose che aveva letto in quei giorni in biblioteca.
Perché si, Evee in quei giorni fece il diavolo a quattro.
Non si era fermata un attimo.
 
Evee e Rin si destarono dai loro pensieri, perché furono chiamati dalla voce meccanica che diceva che dovevano imbarcarsi.
Una volta saliti sull’aereo, Rin chiese a Evee una cosa, una cosa davvero importante.
- Dove si trova questa lettera di preciso? – gli chiese.
Evee sbiancò. Volevo urlare, strapparsi i capelli, uscire da quel maledetto aggeggio e chiudersi a casa sua.
La verità è che non lo sapeva. Pensava che Rin lo sapesse.
- OK! Ho capito, lo scopriremo. – disse tra il pacato e nervoso.
Cosi il viaggio iniziò.
 
 
 
Angolo autore:
Ragazzi lo so che sono in ritardo e mi scuso. Ma c’è una buona ragione! Ho lavorato tanto per i disegni, che si trovano nella mia pagina “https://www.facebook.com/pages/Harumi-Works/866457740061166?ref=hl “ ( se il link non dovesse aprirsi cercate su face book “ Harumi works “ ). Dategli un occhiate mi fareste contenta *^*
( e sono stata super impegnata per colpa della scuola, prometto di aggiornare il prima possibile)
Cosa ne pensate di questo capitolo? E’ un delirio, lo so! XD ma è stato tutto così. .  . puff fulmine.
Evee è partita ( a parte in Perù) di testa! Rin è pazzo, ma si sapeva già. Albert e Richard si sono rivelati una minaccia . Lily sta avendo malori e la povera Evee che tenta di farli lasciare.
Per il prossimo capitolo ho in mento una scena quasi horror, quindi non so. Voi che ne pensate? Ho avuto un flash per trovare questa benedetta lettera che non ne avete idea xD ( cosa fanno gli incubi quando la fantasia sparisce? )
Vi prego fatemi sapere come vi sembra questa storia, il capitolo in se, e se vi sono piaciuti i disegni.
A presto
Haru <3
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Chie_Haruka