Ecco
qui il nuovo capitolo!! La guerra dunque è iniziata..
Buona
lettura!!
Tempesta
Arlin era andata con Nasuada.
Eragon e Orik erano rimasti con i
nani e i Kull. I primi raggi illuminavano le pianure quando Tiranna, la guida
del Du Vrangr Gata, avvisò il Cavaliere che era giunto il momento.
I Varden avanzavano in ranghi
serrati, con corazze e armi avvolte in stracci affinché non fosse udito nessun
rumore dall’Impero. Saphira ed Eragon si unirono al corteo quando comparvero
Nasuada, in sella ad un roano, affiancata da Arlin e Tiranna. I cinque si
lanciarono occhiate d’intesa.
Riuscirono ad avanzare indisturbati
fino a tre quarti della terra di nessuno, poi le sentinelle dell’Impero
suonarono i corni di allarme. A quel punto Nasuada urlò. –Eragon, ora! Di’ a
Orrin di attaccare. Varden, a me! Combattete per riprendervi la vostra terra!
Combattete per salvare le vostre mogli e i vostri figli! Combattete per
sconfiggere Galbatorix! Attaccate, e bagnate le vostre lame col sangue dei
nostri nemici! Carica!- spronato il cavallo, trottò veloce verso l’esercito
dell’Impero, e fu seguita dai suoi uomini.
Attaccò anche Orrin con la sua
cavalleria e i Kull ai fianchi dell’Impero, respingendo i soldati verso il fiume
Jet. Poi gli schieramenti si scontrarono, e ognuno cozzò contro l’avversario.
Mentre Arlin, scesa da cavallo, combatteva al fianco di Nasuada, Eragon era
impegnato prima a trovare ed eliminare gli stregoni di Galbatorix poi a
distruggere le catapulte nemiche.
Nasuada venne ferita ad una coscia,
e Arlin udì il suo urlo. Corse verso di lei, e infilzò alla schiena, a livello
del cuore, il soldato che l’aveva colpita. Quello crollò a terra.
-Grazie, Arlin. Vieni con me ora.-
Nasuada fece voltare il suo cavallo.
-Ma, mia signora…-
-Coprimi mentre parlo con Eragon!-
La giovane annuì e andò a
recuperare il suo destriero, dopodichè precedette il
capo dei Varden, aprendogli strada fra i soldati fino ad Eragon e Saphira. Con
la coda dell’occhio la ragazza vedeva che Nasuada faceva fatica persino a
parlare, e mentre lei diceva qualcosa al Cavaliere, Arlin teneva a bada un paio
di soldati che l’avevano presa di mira. Schivò l’attacco di uno, facendo una
piroetta verso destra, e colpì alla gola l’altro soldato. Quello che l’aveva
attaccata per primo si gettò contro di lei, ma Arlin parò facilmente il colpo.
Gli fece un paio di finte alte, successivamente lo colpì allo stomaco. Si
allontanò, lasciandolo agonizzante a terra. Ma venne assalita ancora da altri
due. Fece in tempo a vedere però Saphira ed Eragon, circondati da nani e Kull,
che si facevano largo verso la prima linea. Erano una sola identità.
Ma l’Impero stava avanzando, i
Varden venivano respinti verso l’accampamento.
Arlin ed Eragon s’incontrarono sul
campo di battaglia.
-Arlin! Sei
ferita?- le chiese lui, mentre combattevano schiena contro schiena.
-No! Sono riuscita a farmi degli
incantesimi di protezione, non sono una sprovveduta.- ribattè lei mentre
abbatteva un nemico.
-Bene! Non vorrei mai che ti
succedesse qualcosa…-
-Eragon! Quante volte ti devo dire
che so badare a me stessa?-
-D’accordo… l’importante è che sei
sicura tu.- infilzò un uomo con Zar’roc. –Visto che non ti sei mai fidata molto
della magia.-
-Ci sto prendendo la mano.- girarono, e il Cavaliere parò un colpo destinato
alla ragazza. Ruotando nuovamente, Arlin mozzò la
testa al nemico. –E poi riesco soltanto gli incantesimi minori, come quelli di
protezione e quelli di guarigione. Di più non riesco a fare.-
-Bene… ma stai attenta. Devi capire
il tuo limite.-
-Già fatto, non preoccuparti.-
I due amici si guardarono.
-In bocca al lupo, Arlin.-
-Fate attenzione, tu e Saphira.-
Lui annuì, e si allontanò con la
dragonessa e la loro scorta. Arlin non potè permettersi di fermarsi a guardarli
andarsene, e dovette tornare da Nasuada.
************
Il sole stava iniziando a calare
quando a est risuonò uno squillo di tromba.
-I nani sono qui! I nani sono qui!- gridò re Orrin.
Eragon si alzò in volo su Saphira,
e vide il grande esercito di nani, guidato da re Rothgar che alzò la sua mazza
da guerra, Volund, quando vide il Cavaliere e la dragonessa. Eragon ululò e
sventolò Zar’roc in aria.
Poi però il Cavaliere si allontanò.
Una
nave si sta avvicinando. Se appartiene a Galbatorix la affonderemo, le comunicò mentalmente il Cavaliere all’amica.
D’accordo,
fu la breve risposta di lei,
impegnata con altri due soldati dell’Impero.
Arlin si gettò su un altro gruppo
di soldati, colpendone uno alla schiena. Con l’agilità di una gatta, la ragazza
si scansò evitando la lama di un soldato, piegandosi e provocando un taglio
sulle gambe di un altro. Si rialzò, e dovette tenere a bada due uomini
contemporaneamente. Le risultò difficile, ma doveva farcela.
Uno dei due la colpì al polso, e
Garjzla le scivolò dalla mano. Veloce, la ragazza estrasse i Sai e parò i colpi
successivi. Vide la faccia stupida dei due, e lei gli
sorrise. –Addio.- roteò le armi, e tagliò la gola ad entrambi.
Ripulì le lame dei Sai e anche
quella di Garjzla, anche se sapeva che si sarebbe sporcata nuovamente di
sangue.
Più tardi, vide che Eragon stava
tornando, in sella a Saphira.
Eragon,
chi sono?
Il Cavaliere non rispose.
ERAGON!
Arlin…
Eragon,
cos’hai?, chiese lei, seriamente preoccupata, tagliando un
braccio ad un nuovo avversario.
Nulla,
è che…sulla nave, c’è tutta Carvahall.
-Carvahall?- esclamò la ragazza, mentre le si parava davanti
l’ennesimo soldato dell’Impero.
Quest’ultimo, credendo che la
giovane ce l’avesse con lui, fece una faccia confusa.
Senza badarci, Arlin si piegò e lo
colpì dal basso verso l’alto.
Carvahall??
Già…ne
parliamo dopo.
Ok.
L’arrivo dei nani favorì i Varden:
l’impero venne respinto, aiutato anche dagli effetti dei veleni di Arlin e
Angela.
Il sole intanto scivolava verso gli
smaglianti colori del pomeriggio.
All’improvviso echeggiò un corno
dalla retroguardia dell’Impero. Fu poi il turno di un tamburo. Il campo era
immobile, tutti si voltavano verso la fonte del rumore. Una figura si staccò
per levarsi livida nel cielo delle Pianure Ardenti. Non si capì cosa fosse,
fino a quando un raggio di luce trapassò le nubi, illuminando di lato la
figura: un drago rosso, le cui membrane delle ali erano di un colore simile al
vino visto in controluce. Artigli, zanne e le punte dorsali erano color
vermiglio.
La sorpresa di Eragon e Arlin venne
ben presto sostituita da terrore quando il nuovo Cavaliere alzò la mano
sinistra, da cui partì un fulmine di energia rossa che colpì Rothgar in pieno
petto. Anche gli stregoni intorno a lui cedettero nel tentativo di proteggere
il loro re, e caddero a terra, morti.
Arlin non si mosse, ma sentì salire
la rabbia, e urlando con tutto il fiato che aveva in petto eliminò con un colpo
secco un soldato che provò ad attaccarla. Vide Eragon salire in sella e andare
contro il drago rosso.
ERAGON!!
Il Cavaliere si voltò e la guardò.
Arlin lesse la sua indecisione, se andare da lei oppure andare a combattere
senza salutarla, ma la ragazza gli corse incontro, e lui l’aspettò, smontando
da Saphira.
-Eragon…- senza dargli il tempo di
dire e fare nulla, Arlin gli gettò le braccia al collo.
Lui ricambiò. –Andrà tutto bene.-
-Ti prego…-
-Arlin, questa volta sono io a
dirti di non preoccuparti. Tu resta concentrata sulla battaglia. Nasuada ha
bisogno di te.- disse lui con voce atona.
I due si separarono. Lei aveva gli
occhi lucidi, e lui le accarezzò una guancia. –Ci vediamo dopo.- la baciò in
fronte, poi si voltò e salì sulla sua dragonessa.
Arlin avrebbe voluto dirgli che
Nasuada aveva bisogno anche di lui…soprattutto di lui. Ma tacque, e restò a
guardare rassegnata Eragon.
Era quella la sua vita, non poteva
farci nulla.
Ma lo aveva sempre saputo.
La ragazza guardò Saphira, e la
dragonessa ricambiò lo sguardo.
Arlin…, Saphira si fece largo nella sua mente.
Saphira
ti prego, fate attenzione.
Baderò
io a Eragon. Non permetterò che gli accada qualcosa.
Bada
anche a te però.
Gli occhi zafferei di Saphira si
addolcirono, forse solo per tranquillizzarla, poi la dragonessa spiccò il volo,
diretta verso il nuovo drago.
Arlin però non potè restare ferma
per tanto, perché un gruppo di soldati dell’Impero la circondarono. Prima lei
li guardò spaesata, poi con aria di sfida. –Avanti, chi si fa sotto per primo?-
chiese spavalda, facendo roteare minacciosa Garjzla al
fianco.