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Autore: Dubhe    31/10/2008    1 recensioni
Tutto ebbe inizio dalla scoperta di una strana pietra azzurra: Eragon è a caccia sulla Grande Dorsale con la sua migliore amica, Arlin, quando la trovano e decidono che sarebbe stato il primo a custodirla. La ragazza scopre la vera natura sulla pietra, ma i Ra’Zac la precedono e uccidono Garrow, lo zio di Eragon. I ragazzi partono con Brom, il cantastorie di Carvahall, e Arlin scopre Saphira, la dragonessa dell’amico. Vecchi e nuovi personaggi saranno i personaggi di questo racconto, [che fino ad un certo punto resta fedele ai libri di C. Paolini] nuove avventure, intrighi, amori, tradimenti, colpi di scena…
Genere: Drammatico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Ecco qui il nuovo capitolo

Ecco qui il nuovo capitolo!! La guerra dunque è iniziata..

Buona lettura!!

Tempesta

Arlin era andata con Nasuada.

Eragon e Orik erano rimasti con i nani e i Kull. I primi raggi illuminavano le pianure quando Tiranna, la guida del Du Vrangr Gata, avvisò il Cavaliere che era giunto il momento.

I Varden avanzavano in ranghi serrati, con corazze e armi avvolte in stracci affinché non fosse udito nessun rumore dall’Impero. Saphira ed Eragon si unirono al corteo quando comparvero Nasuada, in sella ad un roano, affiancata da Arlin e Tiranna. I cinque si lanciarono occhiate d’intesa.

Riuscirono ad avanzare indisturbati fino a tre quarti della terra di nessuno, poi le sentinelle dell’Impero suonarono i corni di allarme. A quel punto Nasuada urlò. –Eragon, ora! Di’ a Orrin di attaccare. Varden, a me! Combattete per riprendervi la vostra terra! Combattete per salvare le vostre mogli e i vostri figli! Combattete per sconfiggere Galbatorix! Attaccate, e bagnate le vostre lame col sangue dei nostri nemici! Carica!- spronato il cavallo, trottò veloce verso l’esercito dell’Impero, e fu seguita dai suoi uomini.

Attaccò anche Orrin con la sua cavalleria e i Kull ai fianchi dell’Impero, respingendo i soldati verso il fiume Jet. Poi gli schieramenti si scontrarono, e ognuno cozzò contro l’avversario. Mentre Arlin, scesa da cavallo, combatteva al fianco di Nasuada, Eragon era impegnato prima a trovare ed eliminare gli stregoni di Galbatorix poi a distruggere le catapulte nemiche.

Nasuada venne ferita ad una coscia, e Arlin udì il suo urlo. Corse verso di lei, e infilzò alla schiena, a livello del cuore, il soldato che l’aveva colpita. Quello crollò a terra.

-Grazie, Arlin. Vieni con me ora.- Nasuada fece voltare il suo cavallo.

-Ma, mia signora…-

-Coprimi mentre parlo con Eragon!-

La giovane annuì e andò a recuperare il suo destriero, dopodichè precedette il capo dei Varden, aprendogli strada fra i soldati fino ad Eragon e Saphira. Con la coda dell’occhio la ragazza vedeva che Nasuada faceva fatica persino a parlare, e mentre lei diceva qualcosa al Cavaliere, Arlin teneva a bada un paio di soldati che l’avevano presa di mira. Schivò l’attacco di uno, facendo una piroetta verso destra, e colpì alla gola l’altro soldato. Quello che l’aveva attaccata per primo si gettò contro di lei, ma Arlin parò facilmente il colpo. Gli fece un paio di finte alte, successivamente lo colpì allo stomaco. Si allontanò, lasciandolo agonizzante a terra. Ma venne assalita ancora da altri due. Fece in tempo a vedere però Saphira ed Eragon, circondati da nani e Kull, che si facevano largo verso la prima linea. Erano una sola identità.

Ma l’Impero stava avanzando, i Varden venivano respinti verso l’accampamento.

Arlin ed Eragon s’incontrarono sul campo di battaglia.

-Arlin! Sei ferita?- le chiese lui, mentre combattevano schiena contro schiena.

-No! Sono riuscita a farmi degli incantesimi di protezione, non sono una sprovveduta.- ribattè lei mentre abbatteva un nemico.

-Bene! Non vorrei mai che ti succedesse qualcosa…-

-Eragon! Quante volte ti devo dire che so badare a me stessa?-

-D’accordo… l’importante è che sei sicura tu.- infilzò un uomo con Zar’roc. –Visto che non ti sei mai fidata molto della magia.-

-Ci sto prendendo la mano.- girarono, e il Cavaliere parò un colpo destinato alla ragazza. Ruotando nuovamente, Arlin mozzò la testa al nemico. –E poi riesco soltanto gli incantesimi minori, come quelli di protezione e quelli di guarigione. Di più non riesco a fare.-

-Bene… ma stai attenta. Devi capire il tuo limite.-

-Già fatto, non preoccuparti.-

I due amici si guardarono.

-In bocca al lupo, Arlin.-

-Fate attenzione, tu e Saphira.-

Lui annuì, e si allontanò con la dragonessa e la loro scorta. Arlin non potè permettersi di fermarsi a guardarli andarsene, e dovette tornare da Nasuada.

************

Il sole stava iniziando a calare quando a est risuonò uno squillo di tromba.

-I nani sono qui! I nani sono qui!- gridò re Orrin.

Eragon si alzò in volo su Saphira, e vide il grande esercito di nani, guidato da re Rothgar che alzò la sua mazza da guerra, Volund, quando vide il Cavaliere e la dragonessa. Eragon ululò e sventolò Zar’roc in aria.

Poi però il Cavaliere si allontanò.

Una nave si sta avvicinando. Se appartiene a Galbatorix la affonderemo, le comunicò mentalmente il Cavaliere all’amica.

D’accordo, fu la breve risposta di lei, impegnata con altri due soldati dell’Impero.

Arlin si gettò su un altro gruppo di soldati, colpendone uno alla schiena. Con l’agilità di una gatta, la ragazza si scansò evitando la lama di un soldato, piegandosi e provocando un taglio sulle gambe di un altro. Si rialzò, e dovette tenere a bada due uomini contemporaneamente. Le risultò difficile, ma doveva farcela.

Uno dei due la colpì al polso, e Garjzla le scivolò dalla mano. Veloce, la ragazza estrasse i Sai e parò i colpi successivi. Vide la faccia stupida dei due, e lei gli sorrise. –Addio.- roteò le armi, e tagliò la gola ad entrambi.

Ripulì le lame dei Sai e anche quella di Garjzla, anche se sapeva che si sarebbe sporcata nuovamente di sangue.

Più tardi, vide che Eragon stava tornando, in sella a Saphira.

Eragon, chi sono?

Il Cavaliere non rispose.

ERAGON!

Arlin…

Eragon, cos’hai?, chiese lei, seriamente preoccupata, tagliando un braccio ad un nuovo avversario.

Nulla, è che…sulla nave, c’è tutta Carvahall.

-Carvahall?- esclamò la ragazza, mentre le si parava davanti l’ennesimo soldato dell’Impero.

Quest’ultimo, credendo che la giovane ce l’avesse con lui, fece una faccia confusa.

Senza badarci, Arlin si piegò e lo colpì dal basso verso l’alto.

Carvahall??

Già…ne parliamo dopo.

Ok.

L’arrivo dei nani favorì i Varden: l’impero venne respinto, aiutato anche dagli effetti dei veleni di Arlin e Angela.

Il sole intanto scivolava verso gli smaglianti colori del pomeriggio.

All’improvviso echeggiò un corno dalla retroguardia dell’Impero. Fu poi il turno di un tamburo. Il campo era immobile, tutti si voltavano verso la fonte del rumore. Una figura si staccò per levarsi livida nel cielo delle Pianure Ardenti. Non si capì cosa fosse, fino a quando un raggio di luce trapassò le nubi, illuminando di lato la figura: un drago rosso, le cui membrane delle ali erano di un colore simile al vino visto in controluce. Artigli, zanne e le punte dorsali erano color vermiglio.

La sorpresa di Eragon e Arlin venne ben presto sostituita da terrore quando il nuovo Cavaliere alzò la mano sinistra, da cui partì un fulmine di energia rossa che colpì Rothgar in pieno petto. Anche gli stregoni intorno a lui cedettero nel tentativo di proteggere il loro re, e caddero a terra, morti.

Arlin non si mosse, ma sentì salire la rabbia, e urlando con tutto il fiato che aveva in petto eliminò con un colpo secco un soldato che provò ad attaccarla. Vide Eragon salire in sella e andare contro il drago rosso.

ERAGON!!

Il Cavaliere si voltò e la guardò. Arlin lesse la sua indecisione, se andare da lei oppure andare a combattere senza salutarla, ma la ragazza gli corse incontro, e lui l’aspettò, smontando da Saphira.

-Eragon…- senza dargli il tempo di dire e fare nulla, Arlin gli gettò le braccia al collo.

Lui ricambiò. –Andrà tutto bene.-

-Ti prego…-

-Arlin, questa volta sono io a dirti di non preoccuparti. Tu resta concentrata sulla battaglia. Nasuada ha bisogno di te.- disse lui con voce atona.

I due si separarono. Lei aveva gli occhi lucidi, e lui le accarezzò una guancia. –Ci vediamo dopo.- la baciò in fronte, poi si voltò e salì sulla sua dragonessa.

Arlin avrebbe voluto dirgli che Nasuada aveva bisogno anche di lui…soprattutto di lui. Ma tacque, e restò a guardare rassegnata Eragon.

Era quella la sua vita, non poteva farci nulla.

Ma lo aveva sempre saputo.

La ragazza guardò Saphira, e la dragonessa ricambiò lo sguardo.

Arlin…, Saphira si fece largo nella sua mente.

Saphira ti prego, fate attenzione.

Baderò io a Eragon. Non permetterò che gli accada qualcosa.

Bada anche a te però.

Gli occhi zafferei di Saphira si addolcirono, forse solo per tranquillizzarla, poi la dragonessa spiccò il volo, diretta verso il nuovo drago.

Arlin però non potè restare ferma per tanto, perché un gruppo di soldati dell’Impero la circondarono. Prima lei li guardò spaesata, poi con aria di sfida. –Avanti, chi si fa sotto per primo?- chiese spavalda, facendo roteare minacciosa Garjzla al fianco.

  
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