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Autore: Sarugaki145    27/11/2014    2 recensioni
Hermione, oppressa dagli sguardi che la giudicavano nel mondo della magia, sempre pronti a puntarle il dito contro se a parere loro sbagliava, ed essendo crollata la sua relazione con Ron, decide di tornare a vivere nel mondo dei babbani, sperando di riuscire a sentirsi parte di loro e a ricostruirsi una vita senza la magia.
Quando però decide di iscriversi al college non immagina quello che l’attende come suo nuovo vicino di casa e compagno di corso, scappato come lei da un mondo in cui si sente giudicato, per potersi ricostruire una vita.
Impareranno a sopportarsi o tenteranno di sabotarsi in qualsiasi modo?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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A volte l’orgoglio uccide, l’orgoglio frega, l’orgoglio distrugge.
Si, l’orgoglio distrugge inesorabilmente perché esistono persone come Draco Malfoy che resteranno sempre incatenate a quell’orgoglio che fa straziare l’anima.
 
Quel giorno disse addio a quella donna che per quel breve periodo aveva cambiato la sua vita, che l’aveva reso felice.
La causa di quell’addio fu il suo orgoglio. Perché l’orgoglio non è sempre qualcosa di buono.
 
Mise a tacere quel urlo straziante del suo cuore con una risata quasi isterica, rabbiosa. Lui era un Malfoy e aveva vinto anche questa volta. Aveva fatto sua quella donna, l’aveva fatta innamorare di lui e ora l’aveva lasciata, distrutta, ferita. Era uscito dalla sua vita con quel suo sorriso strafottente, che lo faceva sentire superiore a quel mondo pieno di sentimenti.  Perché lui era superiore, lui era un purosangue, non era una feccia come tanti altri. Faceva parte dell’élite del mondo magico, quella che poteva decidere dei sentimenti altrui.
E quell’urlo non si presentò più alle sue orecchie. Perché lui era Draco Lucius Malfoy, perché lui era un purosangue che non si sarebbe mai mischiato seriamente con qualcuno di sporco come quella ragazzina.
 

Il Draco della porta accanto.

Encounters.
 
L'uomo è nato per tradire il proprio destino.
- Paulo Coelho
 
 
Era una classica mattinata uggiosa a Londra, tipicamente autunnale, mentre i gradi lentamente diminuivano e ci si avvicinava lentamente all’inverno e un sole pallido, piazzato li nel cielo, senza produrre calore e rendere meno grigia quella giornata, faceva presagire l’inverno imminente.
 
L’autunno aveva travolto la capitale britannica in pochi giorni, rendendo il cambio di stagione improvviso ancora più traumatico per alcuni.
 
Le foglie erano ingiallite e iniziavano ad occupare i bordi delle strade, sospinte da una brezza sempre più fredda.
 
Fu forse per un po’ di calore che un ragazzo alto e pallido entrò in un bar e si accomodò in un tavolino appartato, guardando freddamente gli altri clienti. Aprì il menù pigramente e si mise a sfogliarlo alla ricerca di una colazione che lo aggradasse, con una calma quasi snervante.
 
Una cameriera dai lunghi capelli castani leggermente crespi si avvicinò al ragazzo, chiedendo con voce squillante e un sorriso un po’ tirato:
 
-Buongiorno! Vuole ordinare?-
 
Il ragazzo, che aveva corti capelli biondi accuratamente pettinati all’indietro, rispose senza alzare gli occhi dal foglio di carta con aria annoiata e ordinò semplicemente un cappuccino e una brioches al cioccolato, non essendo sicuro di riuscire a digerire uova e bacon quella mattina.
 
La cameriera si allontanò di fretta ringraziando e assicurando che la colazione sarebbe arrivata a breve, mentre il biondo apriva un grosso libro, che portava in una borsa tracolla, e si metteva a sfogliarlo pigramente.
 
Aveva passato quasi l’intera estate in quelle pagine e ormai sapeva quasi l’intero contenuto a memoria, eppure un po’ di ripasso era sicuro che non avrebbe fatto male, visto che ne andava del suo futuro.
 
Nel frattempo gli occhi di un paio di ragazze sedute nel bar andarono a posarsi sul nuovo arrivato.
 
Aveva un fascino magnetico quel ragazzo, quel fascino che oscillava tra lo strafottente e il maledetto. Due occhi grigi imperscrutabili osservavano distratti il libro, mentre con una mano si scompigliava i capelli di quel colore che ricordava tanto l’oro. Era uno di quei tipi consapevoli della loro bellezza e che sanno sfruttarla al meglio.
 
L’unica pecca erano le guance scavate e scarne e le due occhiaie scure sotto gli occhi, dovute alla mancanza di sonno, ma anche quelle davano un’aria vissuta al ragazzo, che restava comunque un’ottima attrattiva per le spettatrici.
 
La cameriera tornò con un piccolo vassoio su cui erano appoggiate le ordinazioni e appoggiò brioches e cappuccino sul tavolo, mentre esclamava sorpresa:
 
-Ma quello è il manuale di preparazione per il test del University and College Admission Service per poter frequentare un Bachelor’s Degree!–
 
Il tono estasiato della cameriera fece alzare lo sguardo al ragazzo, che non capiva come un qualsiasi essere umano potesse essere più interessata ad un test d’ingresso che non a lui.
 
Non appena alzò gli occhi ed incrociò quelli scure della cameriera però, capì il perché di quell’uscita sul libro e non su di lui.
 
-Granger, non ti smentisci mai.-
 
Affermò annoiato guardandola di sbieco, mentre stiracchiava le gambe sotto il tavolo. La ragazza, visibilmente allarmata, lo osservò per qualche secondo, cercando di capire come mai quello strano ragazzo conoscesse il suo nome e quando lo riconobbe l’orrore apparve nei suoi occhi.
 
-Malfoy?!-
 
Chiese quasi spaventata la cameriera, con un tono stridulo che non le era proprio, mentre il vassoio rischiava di scivolarle via dalle mani.
 
-Non usare quel tono disgustato quando pronunci il mio nome.-
 
La rimbeccò subito lui, facendole ricordare uno dei loro tanti battibecchi di Hogwarts. Hermione lo guardò storto e rispose prontamente:
 
-Non sei cambiato di una virgola eh? Odioso come sempre.-
 
Osservò acida, facendo spuntare sulle labbra del biondo un sorriso compiaciuto, come se per lui fosse un complimento.
 
L’irritazione alla vista di quel ghigno fece irritare ulteriormente Hermione, mentre il vassoio, ora ben saldo nelle sue mani, aveva molta voglia di schiacciarsi sulla faccia di quel cliente ora.
 
Non era per niente cambiato quel viziato purosangue, sempre pronto ad osservarla con aria superiore, come se la sua presenza irritasse la sua giornata.
 
Notando con soddisfazione come lei stesse per perdere le staffe Draco rispose:
 
-Cerco di tenermi in forma sempre Granger.-
 
Lei alzò un sopracciglio osservandolo di sbieco e acidamente commentò:
 
-Comunque come mai un purosangue come te si abbassa a leggere quel bel libro babbano?-
 
Il ragazzo alzò un sopracciglio irritato per quella domanda, quindi ribatté gelido:
 
-Voglio andare al college, per quanto ti possa sembrare strano. Ora se mi lasci in pace Granger posso finire di ripassare visto che questo pomeriggio ho un test proprio su questo “bel” libro babbano.-
 
Concluse calcando apposta sull’aggettivo “bel”, per far trapelare il sarcasmo, nella speranza che quell’odiosa ex compagna di scuola sparisse dalla sua vista.
 
La ragazza scoppiò a ridere, facendo voltare il suo principale che la fulminò con lo sguardo, poi disse a Draco incamminandosi verso il bancone:
 
-In bocca al lupo Malfoy! Penso che, aimè, ci vedremo molto presto!-
 
Lui biascicò un “Io spero proprio di no.”, ma non fu percepito dalla mora che era già al bancone dove rassicurava il suo capo dicendogli che quel biondo era un suo vecchio compagno di scuola e che mai sarebbe scoppiata a ridere in faccia ad un cliente sconosciuto, anche se era uno dei suoi ultimi giorni di lavoro prima dell’inizio del college.
 
Hermione aveva lavorato per tutta l’estate come cameriera, per riuscire a mettere da parte qualche soldo per il college, nonostante i suoi genitori, che vivevano ancora in Australia, la finanziassero in tutto.
 
La mora osservò con la coda dell’occhio il purosangue che usciva con passo strascicato dopo neanche cinque minuti che l’aveva servito, quindi andò a sistemare il tavolo, pensando a quanto il destino potesse essere beffardo.
 
La colazione andò quasi tutta di traverso al ragazzo, inquieto per quel “penso che ci rivedremo presto” della Granger che suonava molto come una minaccia. Quando uscì dal locale stette ben attento a dimenticare la conversazione, anche se quel senso di inquietudine restò nel suo subconscio.
 
Che volesse pedinarlo?
 
Se lo poteva aspettare da una fissata del genere, anche se non ne vedeva la motivazione, in fondo a lei interessava il suo libro e non lui!
 
***
 
Draco Malfoy arrivò in anticipo al college per tenere il test d’ingresso e si accomodò in una panchina vicino all’entrata dell’aula, per prendere un po’ d’aria fresca e nel frattempo scacciare un po’ di quella tensione che stava salendo per l’imminente test.
 
Era ancora a disagio dal fatto di essere circondato da tutti quei babbani, non capendo tutto quello di cui parlavano. La maggior parte delle volte si fermava ad ascoltare stralci di conversazioni, in modo da cercare di conoscere un po’ meglio quel mondo che fino a qualche tempo prima aveva sempre evitato accuratamente.
 
In quel momento stava ascoltando la discussione di due ragazzi su un certo “Chelsea” che aveva perso una partita inaspettatamente contro il “Liverpool”, cercando di capire se quei due nomi fossero due persone o che cos’altro quando un volto noto lo destò dai suoi pensieri, catapultandolo nella realtà.
 
Una ragazza stava passando insieme ad un gruppetto di coetanee con la testa immersa in un grosso libro, troppo grosso per appartenere ad un normale essere umano.
 
Il biondo sbarrò gli occhi rendendosi conto del significato delle parole della Granger di quella mattina.
 
“Penso che ci rivedremo presto.”
 
Ma così era veramente troppo presto.
 
Un rigolo di sudore freddo attraversò la sua fronte, proseguendo sulle tempie e facendolo riempire di brividi, mentre un senso di malessere si faceva largo in lui e una forte nausea minacciava il pranzo appena concluso.
 
Perché quella secchiona doveva torturarlo perfino al college?
 
L’avrebbe sicuramente perseguitato, facendogli presente tutto quello che aveva fatto di male, come si era comportato da codardo, come lei invece fosse stata dalla parte giusta e tutto il resto.
 
Perché lei era l’eroina e lui il cattivo.
 
Sbuffò irritato scompigliandosi i capelli e alzandosi, per dirigersi verso il professore che faceva l’appello per far entrare gli studenti, nella speranza di finire il più lontano possibile da lei e di aver scelto dei corsi diversi, in modo da non doverla mai più incontrare.
 
Ma, ovviamente, gli scherzi del destino non potevano finire in quel momento.
 
 
***
 
Draco entrò in casa irritato e stanco.
 
Era stata una lunga giornata, dall’incontro con la Granger a colazione, all’esame troppo difficile e troppo pieno di informazioni terribilmente babbane, per finire, ovviamente, con l’essersi ritrovato quella secchiona proprio seduta davanti a lui, che aveva passato tutta la durata del test a scrivere pagine su pagine, mentre lui si era trovato più e più volte in difficoltà.
 
Entrò nel suo appartamento e non si sentì a casa, probabilmente perché abitava li da poco più di una settimana e non si era ancora ambientato, trovando gran parte dell’arredamento ancora senza una funzione ben precisa.
 
Aveva deciso di lasciare il Malfoy Manor, dove il clima lo opprimeva e gli faceva ricordare i due anni passati ad Azkaban. Sua madre era ormai l’ombra della gran donna che era stata un tempo, riducendosi ad un essere che si accontentava di esistere, non sopportando l’assenza sua e del padre.
 
Suo padre non era ancora uscito  di prigione, nonostante lui fosse fuori da quasi un anno, quindi gli anni che aveva già passato ad Azkaban l’avevano invecchiato parecchio, rendendolo ancora più radicato nelle sue idee sulla purezza del sangue. Ovviamente non aveva accettato la scelta di Draco di andare a vivere tra i babbani e soprattutto come un babbano, ma ormai il figlio aveva la fermezza per decidere della sua vita e alla fine si era arreso, troppo stanco per lottare anche per quello ed inerme da dietro quelle sbarre.
 
Ora Draco viveva solo, in un appartamentino di un enorme palazzo a poche fermate di autobus dal college, dove sperava sarebbe stato ammesso dopo l’esame di quel giorno.
 
Si buttò immediatamente sul divano, sbuffando esausto e chiudendo gli occhi, nella speranza di prevenire l’emicrania che lo stava per colpire, godendosi il silenzio di quel appartamento.
 
In quel momento però sentì bussare alla porta.
 
Maledì mentalmente chiunque potesse essere, anche perché nessuno dei suoi conoscenti sapeva di quella nuova casa. Era quindi uno scocciatore in qualsiasi caso.
 
Sentì nuovamente bussare e decise di andare ad aprire, pronto ad aggredire chiunque si trovasse davanti.
 
Sperava che non si trattasse di quell’uomo che si era presentato come “amministratore di condominio”, che andava a scocciarlo per qualcosa.
 
Non riuscì a sbraitare aprendo la porta perché si ritrovò davanti una vecchina dagli occhi dolci, che gli ricordavano tanto la sua infanzia.
 
-Si?-
 
Chiese a disagio Draco osservando la signora sulla porta, lei alzò il viso e rispose:
 
-Ragazzo mio, come sei alto! Mica come la mia generazione..! A quei tempi..-
 
E la vecchina iniziò a parlare dei giovani dei tempi passati, cresciuti senza quegli OGM che oggi si continuano a mangiare. Il biondo la osservava senza capire, finché chiese titubante:
 
-Scusi, ma lei chi è?-
 
L’anziana sembrò tornare nel presente e dopo una risata roca rispose:
 
-Scusami giovanotto, sono la tua vicina di casa e sono venuta a darti il benvenuto!-
 
Draco rispose con un sorriso poco convinto, allora la vecchina proseguì:
 
-Oggi sei invitato a cena da me, non ci sono scuse! E non ti preoccupare che c’è anche la ragazza che abita affianco a te, quindi non passerai la serata con una vecchina come me!-
 
L’anziana si allontanò ridendo da sola, entrando nella porta sulla sinistra affianco alla sua, lasciando Draco senza la possibilità di ribattere.
 

 
- To be continued.
 
 
  
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