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Autore: Sarugaki145    02/12/2014    4 recensioni
Hermione, oppressa dagli sguardi che la giudicavano nel mondo della magia, sempre pronti a puntarle il dito contro se a parere loro sbagliava, ed essendo crollata la sua relazione con Ron, decide di tornare a vivere nel mondo dei babbani, sperando di riuscire a sentirsi parte di loro e a ricostruirsi una vita senza la magia.
Quando però decide di iscriversi al college non immagina quello che l’attende come suo nuovo vicino di casa e compagno di corso, scappato come lei da un mondo in cui si sente giudicato, per potersi ricostruire una vita.
Impareranno a sopportarsi o tenteranno di sabotarsi in qualsiasi modo?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il Draco della porta accanto.

Thought.
 

 
Più un cuore è vuoto e più pesa.
 
- Augusta Amiel
 
 
Hermione bussò, come di consuetudine per lei il sabato sera, alla porta della signora Addie Simpson, sua dirimpettaia nel pianerottolo.
 
Era un’anziana vedova, che aveva preso a cuore Hermione, perché viveva sola in una città grande e fredda come Londra diceva, e che quindi tutti i sabati la invitava a cena da lei.
 
La ragazza stava quindi aspettando pazientemente davanti alla porta, con in mano un vassoio di tramezzini preparati per l’occasione.
 
Un’anziana dai capelli bianchi elegantemente raccolti in uno chignon le aprì la porta, invitandola ad entrare.
 
-Vieni pure Hermione cara, ma che ragazza premurosa, hai portato dei tramezzini! Appoggiali pure in cucina!-
 
Disse quella cortese, mentre la ragazza avanzava sicura verso la cucina, ormai abituata a quell’odore di cibo per gatti che aleggiava sempre in quell’appartamento.
 
-Oggi avremo un altro ospite! È il tuo nuovo vicino, ma immagino voi non vi conosciat..-
 
La sua voce venne sovrastata da un rumore di vetri rotti e due urli.
 
Subito la signora Addie corse in cucina, trovando il vassoio di tramezzini a terra in pezzi, mentre Hermione fissava tra lo scandalizzato e il disperato l’uomo di fronte a lei.
 
Il ragazzo che le stava innanzi, dal canto suo, aveva un’espressione simile a quella della coetanea che gli stava di fronte, ma almeno non era circondato dai resti del vassoio e dei tramezzini.
 
L’anziana li osservò per qualche istante senza capire, poi domandò apprensiva:
 
-Cos’è successo?-
 
Hermione con immensa lentezza, cercando di mantenere un tono civile e non mettersi ad urlare, chiese:
 
-Che cosa diavolo ci fa Draco Malfoy qui?!-
 
***
 
I due ragazzi sedevano di fronte a tavola, quando la signora Simpson chiese nuovamente:
 
-Quindi andavate a scuola assieme da ragazzi?-
 
I due annuirono assieme, poi Hermione spiegò nuovamente, con il sorriso più convincente che trovò:
 
-Eravamo in una sorta di collegio, ma in classi diverse. E non andavamo molto d’accordo.-
 
Aggiunse guardando di sbieco Draco, il quale ribadì con il solito tono strascicato:
 
-Non andavamo e andiamo per niente d’accordo.-
 
I due si guardarono in cagnesco per qualche istante, finché non vennero nuovamente distratti dalla padrona di casa.
 
-Come mai?-
 
Chiese l’anziana curiosa e subito il biondo iniziò:
 
-Semplice, perché lei è una mezzos..-
 
Hermione lo fulminò con lo sguardo e lui subito si interruppe, quindi la ragazza spiegò, con il caratteristico tono da “so tutto io” che faceva imbestialire Draco:
 
-Perché avevamo, e abbiamo, due caratteri diametralmente diversi. Lui è più simile ad un’infida serpe velenosa, pronta a colpire alle spalle, mentre io sono più simile a..-
 
-Mentre la Granger ad un’insopportabile, molesta, noiosa, seccante, sgradevole secchiona.-
 
La interruppe lui con un sorriso strafottente dedicato alla ragazza.
 
La signora Simpson sospirò e disse:
 
-Non si fa così ragazzi! Dovete appianare le vostre divergenze! Sareste una così bella coppia!-
 
Hermione sputò l’acqua che stava bevendo, mentre a Draco andò di traverso il boccone, facendoli quasi soffocare entrambi.
 
-Una bella coppia? Ma ci ha visti?-
 
Chiese Draco allibito dopo essere tornato a respirare normalmente, mentre Hermione continuava:
 
-Ha ragione lui! Siamo il giorno e la notte! Non saremo mai una coppia!-
 
Entrambi avevano il volto arrossato sia per aver rischiato di soffocare con il cibo, sia per l’assurdità di quell’affermazione.
 
La signora Addie scoppiò a ridere e rispose semplicemente:
 
-Lasciate che ve lo dica, ho occhio per queste cose io!-
 
E un brivido freddo percorse entrambe le schiene dei ragazzi seduti al tavolo.
 
Loro due?
 
Non si sarebbero neanche rivolti la parola se non obbligati.
 
***
 
-Draco! Come hai potuto ridurti a vivere in un posto del genere? Questa casa è terribilmente.. Terribilmente babbana!-
 
Affermò Blaise Zabini guardandosi intorno spaventato.
 
Era andato a trovare Draco quella sera, curioso di vedere la sua nuova dimora.
 
E ora non vedeva l’ora di uscire da quella che ai suoi occhi appariva come una casa degli orrori, piena di quadri immobili e di elettrodomestici dalla difficile interpretazione.
 
Dal canto suo Draco non mostrava così tanto entusiasmo per la nuova abitazione e quindi non cercava neanche di difendere quelle quattro mura che avrebbe dovuto imparare a chiamare casa.
 
La cena a casa della signora Simpson era conclusa da poco e Draco era sfuggito non appena ne aveva avuto la possibilità, con la scusa che aspettava un ospite a casa, anche perché non avrebbe potuto tollerare la presenza di Hermione un minuto di più.
 
Pensava che il karma si fosse limitato a farlo finire a vivere tra i babbani e che non meritasse anche come vicina quella spocchiosa mezzosangue con cui non era andato d’accordo per sette anni.
 
Il biondo scoppiò in una risata divertita, poi rispose duro:
 
-Il ministero mi ha vietato l’uso della magia e mi ha confinato qui per pagare i miei errori, lo sai pure tu. In fondo stare tra i babbani è sempre meglio che marcire in una cella di Azkaban. Peccato solo che come vicina di casa mi sia capitata l’ultima persona al mondo che avrei potuto desiderare..-
 
Gli occhi di Blaise lo guardarono curiosi e domandò:
 
-Ossia?-
 
-La Granger.-
 
Rispose il biondo con un sibilo, mentre fissava irritato la parete che lo separava dall’appartamento della sua nemica giurata. L’amico per tutta risposta scoppiò a ridere di gusto, per poi aggiungere:
 
-Per me l’hanno fatto apposta! Insomma se non è una macchinazione del ministero, allora è destino che tu e quella restiate insieme per sempre!-
 
Draco lo guardò spaventato e ribatté:
 
-Non dirlo neanche per scherzare. Io con quello sporca mezzosangue non voglio avere nulla a che fare. Che se ne torni da Pottino e da Lenticchia. Non sono messo così male da cercare compagnia in quella li.-
 
Ma quello che il rampollo purosangue non sapeva era che, se dette troppo ad alta voce, le parole possono sentirsi al di la delle pareti sottili e ferire le persone.
 
Hermione fece finta di niente, alzando il volume della tv e sperando che quello coprisse il chiacchiericcio che veniva dall’altro appartamento.
 
Nonostante i suoi sforzi però l’eco delle parole di Malfoy le vorticavano nella mente, unite all’espressione di disgusto che si era dipinta in pochi attimi negli occhi del ex mangiamorte quando si erano rivisti a casa della signora Simpson.
 
Nella sua mente si stavano lentamente delineando i ricordi sopiti di sette anni a Hogwarts, sorrisi, risate, incertezze, pianti, tutto stava riaffiorando alla sua mente e un enorme vuoto si aprì nel suo cuore.
 
Si alzò e nel minor tempo possibile si preparò per andare a dormire, nella speranza di addormentarsi subito e mettere a tacere tutto quel mondo che era appena stato risvegliato.
 
La ragazza si strinse nelle coperte, affondando la testa nel cuscino e tenendovela immersa finché non le mancò il fiato.
 
Quando la rialzò per riprendere ossigeno si accorse che grosse lacrime stavano iniziando a bagnare il cuscino.
 
Ma perché quelle lacrime iniziavano a scendere proprio in quel momento?
 
Era bastata la presenza di Malfoy, con i suoi soliti insulti, a renderla così debole?
 
Strinse i pugni, cercando di impedire alle lacrime di uscire, mentre tanti, troppi, ricordi le affollavano la mente.
 
Ricordava quando andava a scuola, tutte le volte che aveva riso con Harry, Ron, Ginny e Luna.
 
Ricordava perfettamente Ron e tutto quello che era successo con lui.
 
Ricordava l’illusione di felicità che aveva provato subito dopo la guerra, quel sentimento di sollievo. Il tutto era immediatamente svanito quando si era resa conto delle perdite che c’erano state.
 
Silente, Sirius, Fred, Lupin, Tonks e decine di altri nomi attraversarono la sua mente facendola sentire vuota.
 
Tutti avevano avuto qualcuno a cui stringersi, Harry e Ron ai Weasley, Neville a sua nonna, Luna a suo padre.. Ma lei?
 
Lei si era resa conto di quanto non appartenesse a quel mondo in realtà.
 
Subito dopo ricordò com’era cambiato Ron da quegli avvenimenti. Non era più il ragazzino insicuro, ma una nuova personalità aveva preso il sopravvento.
 
Inizialmente amava il Ron che era diventato, sicuro di se, deciso, che finalmente non la rimbeccava per qualsiasi cosa dicesse. Col tempo si era però accorta che non era più il suo Ron. Tutti erano cambiati, plagiati da quell’esperienza avevano reagito nei modi più disparati, alcuni diventando più forti e soffocando le loro debolezze per non soccombere nel dolore, altri piangendo tutte le loro lacrime, finché non avevano trovato un’altra ragione per vivere.
 
Solo lei era rimasta la stessa Hermione Jane Granger, immobile nella sua personalità e nelle sue convinzioni. E quella figura stoica si era pian piano crepata dall’interno, per poi esplodere nella decisione di lasciare Ron e fuggire dalla vita magica.
 
Troppe aspettative, troppe pressioni e lei, che era abituata a dare il massimo, si era stancata di tutto.
 
Si era rifugiata li, nel suo mondo, a vivere come una ragazza normale, da sola, dove nessuno pretendeva da lei la scelta giusta o la risposta corretta.
 
Da allora aveva accuratamente creato una bolla intorno a lei, per tenere fuori tutti quei sentimenti che l’avrebbero resa vulnerabile ancora. Ma non sarebbe successo ora che tutti quei ricordi erano stati ricacciati nella parte più profonda del suo cuore per non uscire mai più.
 
Era meglio vivere in un mondo in cui era uguale a milioni di altri, che non in un mondo in cui tutti la giudicavano e si aspettavano sempre il massimo e le scelte giuste da lei.
 
Una fitta al cuore la fece piangere nuovamente, ma questa volta non tentò di trattenere le lacrime, ma le lasciò libere di scorrere via, sperando che assieme a loro uscisse un po’ di quella tristezza che l’aveva assalita.
 
Anche se in cuor suo sapeva bene che finché avrebbe continuato a vedere Draco Malfoy avrebbe irrimediabilmente ricordato.
 
Singhiozzi, lacrime, tristezza, solitudine.
 
Tutto le scivolò fuori quella notte, senza aver paura di essere sentita, perché era ormai sola, lei Hermione Jane Granger.
 
Ma dall’altra parte della parete qualcuno si rigirò nel letto, mentre un vago senso d’inquietudine si impossessava di lui.
 
- To be continued. 
  
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