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Autore: DAlessiana    27/11/2014    2 recensioni
L’adolescenza è quella fascia d’età che va dai 13 ai 19 anni, dove si è troppo piccoli per fare i grandi e troppo grandi per fare i piccoli. Un periodo fatto di incertezze e confusione ma, dopotutto, è un periodo indimenticabile. (Irv)
Una mia visione personale di "Everwood" come sarebbe stato se il gruppo: Ephram, Brigth, Colin e Amy si fosse formato fin dall'inizio. E' la prima fanfiction che pubblico in questo fandom, spero di fare un buon lavoro!
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Abbott, Andrew 'Andy' Brown, Bright Abbott, Ephram Brown, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io penso che le persone non si dimenticano. Non puoi dimenticare chi un giorno ti faceva sorridere, chi ti faceva battere il cuore, chi ti faceva piangere per ore intere. Le persone non si dimenticano. Cambia il modo in cui noi le vediamo, cambia il posto che occupano nel cuore, il posto che occupano nella nostra vita, ma non si dimenticano…mai. (Irv)

Laynie stava seduta sul letto e fissava la stessa foto da ormai ore.
Era una foto scattata ad una festa con Ephram, Amy e Colin la avevano scattata mentre si baciavano, accanto ce ne era un’altra, mentre ballavano insieme. Ripensava a quel momento, a quanto aveva dovuto pregare Ephram per ballare, lui odia ballare in pubblico, ma lei lo aveva convinto e, ancora oggi, non sa come avesse fatto.
Come puoi dimenticare qualcuno che ti ha fatto sentire la persona più bella del mondo? Qualcuno che ti è stato sempre accanto, ogni momento? Come fai a dimenticare le risate, le serate e le pizze condivise insieme? E, soprattutto, come fai a dimenticare il bene che ti ha fatto? L’amore che ti ha donato?
La ragazza dai capelli corvini non aveva ancora trovato risposte ai suoi quesiti, un pensiero fisso le martellava la mente << Se io sto così, come starà lui? >>
“L’ho ferito, l’ho tradito e l’ho usato per dimenticare un altro. Come posso guardarmi ancora allo specchio dopo quello che gli ho fatto?” urlò al muro, buttando le foto a terra. In quel momento, come se l’avesse chiamata, entrò la madre e corse ad abbracciarla.
“Mamma, io credo di non amare John, non come prima” disse, tra i singhiozzi, il primo passo che doveva fare era quello di essere sincere con se stessa.
“Amore mio…” le sussurrò la madre, accarezzandole i capelli “Se non lo ami, diglielo, anche se gli farai del male, è meglio una dura verità che una bugia illusoria” le disse la madre, sciogliendo l’abbraccio per guardarla negli occhi.
“Come posso farlo? Ho già ferito Ephram, non voglio ferire anche lui” replicò la figlia.
“Non posso dirti che sarà facile, perché la vita in sé non lo è. Non posso prometterti che non ferirai più nessuno e che nessuno ferirà te, ma una cosa posso prometterti: arriverà un giorno e capirai che ne sarà valsa la pena di tutte le delusione che avrai affrontato e quel giorno capirai di aver incontrato la persona giusta, quella con cui condividerai il resto della tua vita. Ed io, finché me lo permetterai, sarò sempre accanto a te.” queste furono le dolci parole che le disse la madre per consolarla, la strinse di nuovo a sé, prima di lasciarla sola, persa nel dilemma del cuore.
***
“Signori e signore, Ephram Brown è ancora vivo!” scherzò Bright, vedendo, dopo settimane, l’amico.
“Sempre spiritoso Bright, eh?” fu la cinica risposta del giovane “E tu sempre sarcastico” ribatté, prontamente, l’altro.
“Ti ricordo che anche tu sei stato chiuso in casa, mio caro playboy” replicò Ephram “Sì, ma non per mia volontà, Chopin!” “Smettila di chiamarmi così!” “E tu smettila di chiamarmi playboy!”
Colin ed Amy, li guardavano da dietro e non smettevano di ridere. Anche Colin era felice che Ephram si fosse ripreso, anche se non del tutto, ma già era una grande cosa vederlo fuori casa.
Laynie era un argomento che non dovevo neanche lontanamente sfiorare in sua presenza, anche perché Amy li aveva minacciati a dovere.
“Laynie come sta?” chiese Ephram, una semplice domanda, ma che aveva avuto il potere di bloccare le risate dei quattro amici. I fratelli Abbott fissarono prima Colin e poi Ephram, in attesa di una risposta da parte del primo ed una reazione dal secondo.
“Onestamente? Non so, Ephram. Non abbiamo parlato un granché in questi giorni” rispose il giovane Hart, guardandosi bene da non dirgli che John si fosse praticamente trasferito in casa loro, era lì ogni santo giorno.
“Okay” disse Ephram, riprendendo a camminare “E tu? Tu come stai?” gli chiese Bright, bloccandolo “Bene” rispose il giovane Brown distrattamente, ma il riccio non se la bevve “Ephram! Io, intendo, come stai, veramente!” replicò, calcando bene la parola veramente, fissandolo negli occhi che, per un attimo, tremarono.
“La amo, la amo ancora, ma allo stesso tempo la odio e non so, non so come sto.” rispose, sinceramente, il ragazzo “Vedrai che passerà” disse Bright e, seppur goffamente, lo abbracciò.
Ephram ebbe la sensazione che, quella frase non l'avesse detta tanto per dire.
***
Harold, appena varcò la soglia di casa, venne invaso da un dolce profumino. L'avrebbe riconosciuto ovunque, Rose stava cucinando il suo piatto preferito, chissà cosa voleva ottenere.
“Rose!” esclamò, entrando in cucina, con l'intento di farla spaventare, ma una sorpresa lo attendeva.
“E tu che ci fai qui?” chiese, freddamente verso l'ospite inaspettato “Così saluti tua sorella, Harold?” scherzò Linda Abbott “Che cosa vuoi?” domandò di nuovo il dottore “Stare con la mia famiglia” rispose, stavolta seriamente, la rossa.
“Un po' troppo tardi per fartelo venire in mente, non trovi?” replicò acidamente, il fratello, non poteva credere a quello che stava vivendo, sua sorella davanti ai suoi occhi e lui provava solo tanta rabbia, rancore chiuso da anni dentro di sé.
“Harold...” lo chiamò, dolcemente, la moglie, ma neanche la voce dolce e delicata della moglie servì a qualcosa.
“Harold, voglio solo stare un po' con voi. Sentirmi, per una volta, a casa. So che sei ferito ed arrabbiato, ha tutte le ragione per esserlo, ma...” si fermò, non riusciva a sostenere lo sguardo pieno di collera del fratello, pentita di non esserci stata per tutti questi anni.
“Se vuoi stabilire un minimo di rapporto con Amy e Bright, fai pure. Ma non contare di venire qui e, magicamente, ristabilire il rapporto con me.” bastarono queste parole, per far sentire Linda la peggior sorella che potesse esistere.
“Rose, non apparecchiare per me, mi è passata la fame” disse Harold e, volgendo un ultima occhiata piena di disprezzo verso la sorella, andò via. Salì le scale e sbatté violentemente la porta della camera.

 

-Eccomi tornata! 
Prima non avevo idee e poi non ho avuto tempo ahahah che sfortuna!
Senza ulteriori indugi vi lascio liberi di lasciarmi un vostro pensiero e vi ringrazio di esserci sempre! <3
Alla prossima! :33

  
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