Serie TV > Elisa di Rivombrosa
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Autore: FairySweet    28/11/2014    1 recensioni
... "Perché sei ancora qui?" ma quello sguardo orgoglioso e vivace, figlio del tempo, figlio di un ricordo che custodiva gelosamente non accennava ad abbassarsi "Perché sei qui?" ma più provava a parlare con lui e più tutto diventava lontano e sfocato, lontano da loro, lontano dal mondo, lontano da ogni cosa che fino ad ora l'aveva sempre tenuta al sicuro ...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Ristori, Antonio Ceppi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                            Parole





22 marzo

Come vi è venuto in mente padre? Credete davvero che la vicinanza di quell'uomo sia salutare? Mia madre non ha bisogno di lui così come non ne ho bisogno io! Lo so che per voi è naturale la sua presenza, siete amici ormai e mi chiedo come sia possibile data la differenza abissale che esiste tra voi ma per me no padre! Io ricordo il passato, ricordo ogni particolare di quei giorni e non lo perdonerò per essere scappato, mi ha lasciato sola e non si è nemmeno preoccupato per la mia vita! Non ammetto la sua presenza qui padre, ve ne prego, ve ne prego con tutto il cuore, tornate il prima possibile.
                                                                 Emilia




25 Marzo
Emilia ti ho insegnato il rispetto per la vita, per le persone anche se queste ti hanno ferito, tradito o abbandonato. Ho chiesto al dottor Ceppi di fermarsi qualche settimana ancora perché purtroppo gli affari della nostra famiglia mi costringono a questi lunghi viaggi e non ho intenzione di lasciare tua madre sola a sé stessa perché in tal caso farebbe quello che vuole e questo vuol dire non dormire mai.
Sai bene quanto me quanto tua madre sia forte, è tremendamente forte ma purtroppo ultimamente quella forza sta venendo meno, forse è solo un periodo o forse no ma in ogni caso, per il suo bene e per il bene dei tuoi fratelli, ho bisogno di un piccolo aiuto e se quell'aiuto arriva dal passato ben venga.
So cos'hai dentro bambina mia, so cosa ti ha fatto quel passato e non ho intenzione di prmettergli niente del genere, non di nuovo.
Ti prometto che andrà tutto bene, che tutto tornerà alla normalità ma per ora ho bisogno di saperti tranquilla accanto ai tuoi fratelli, soprattutto a Ludovica che è così piccola e indifesa, non capisce cosa stia accadendo e ha bisogno della tua presenza bambina mia.


Con amore
                                    Papà






Non era certo di essere del tutto sveglio, forse sognava, forse era rimasto intrappolato in uno di quei meravigliosi sogni che tengono l'anima prigioniera tra il sonno e la veglia.
Forse era semplicemente troppo stanco perché non c'era nessuna spiegazione a quello che aveva davanti agli occhi.
Non avrebbe mai e poi mai immaginato Anna vestita così, nemmeno nei sogni più nascosti, nemmeno negli incubi.
I capelli sollevati, le guance dolcemente arrossate e vestiti da uomo per coprire un corpo meraviglioso.
Vestiti che molte volte aveva odiato, vestiti che erano stati la prima causa di scontro tra lei ed Elisa e che ora, sembravano cuciti apposta per lei, per le forme delicate del suo seno, per i suoi fianchi.
Sorrise appena appoggiandosi all corrimano del balcone.
Nascosto lì in alto poteva spiarne ogni movimento, il suo respiro irregolare e spezzato da qualcosa, forse un gioco e poi quella spada stretta dolcemente nella mano sinistra.
Anna non era così, non la sua Anna.
Quella donna pacata e attaccata all'etichetta era sparita, sostituita dalla passione, dal coraggio e dall'amore.
Una donna diversa prendeva vita ogni giorno davanti ai suoi occhi, una mattina amava ricamare al sicuro sotto l'ombra di quella grossa quercia e un'altra  la trovava a correre come una matta spronando il cavallo al galoppo nei viali alberati.
Un giorno era sorridente e serena, un altro era vestita da uomo e un altro ancora, poteva leggerle negli occhi la stanchezza, la solitudine creata dall'assenza di un uomo che ormai aveva sostituito ogni loro ricordo.
Non riusciva a stare ferma nemmeno per qualche secondo, quell'energia sottratta al riposo era lì, chiara e lampante sotto gli occhi di tutti ma sapeva bene che per quanto orgogliosa e piena di sorrisi potesse sembrare, dentro di lei qualcosa si spegneva lentamente.
Lo vedeva nei suoi occhi, in quei movimenti a volte troppo fragili e nel suo respiro, lo sentiva nelle sue parole, nel battito sempre troppo veloce del cuore e in qui pochi attimi di silenzio che riusciva a rubare alla sua vita.
“Volete giocare anche voi?” tremò leggermente riportato alla realtà dalla voce cristallina della donna “Perdonatemi” rispose sporgendosi leggermente  “Volete ripetere?” ma lei sorrise appena “Volete giocare con noi?” Edoardo alzò il viso verso di lui ridendo “Il maestro d'armi ci insegna un nuovo passo” “Sono contento per voi duca, l'arte della spada è davvero molto raffinata” “Venite anche voi!” esclamò il bambino sollevando leggemente la sua spada “Non credo sia opportuno duca” “Coraggio dottore, avete scordato come si scendono le scale della mia tenuta?” scosse leggermente la testa posando la mano sul marmo bianco.
Un passo dopo l'altro, un gradino dopo l'altro fino a toccare l'erba fresca “I miei complimenti dottore” mormorò ironica scostandosi dagli occhi una ciocca di capelli “Non siete caduto nel tentativo di raggiungere il mio prato” “Sapete che quello che state facendo disobbedisce a tutto quello per cui …” “Non siate troppo severo con voi stesso” esclamò divertita stringendo la mano del figlio “Ve l'ho già detto dottore. Se mio marito non riesce ad impedirmi cose del genere come potete riuscirci voi?” “Allora signor Duca, siete pronto?” domandò orgoglioso il maestro d'armi sollevando la lama davanti al volto “Abbiamo del lavoro da finire qui” “Credete che mia madre possa allenarsi con noi?” domandò preoccupato ma l'uomo sorrise “Vostra madre è molto brava duca, davvero molto brava. Se vogliamo raggiungere il suo livello dobbiamo impegnarci parecchio” “Vuoi raggiungermi?” “Mi state sfidando madre?” annuì dolcemente stringendo più forte l'elsa tra le mani.
La punta della lama sfiorava l'erba mentre quegli occhi meravigliosi erano concentrati sui movimenti del figlio, su quel duello inventato dal nulla “Da quanto non uscite da quello studio?” domandò d'improvviso voltandosi verso Antonio “E voi da quando tirate di scherma?” “Da quando mio marito mi ha sfidato” “Così e tutto un gioco per voi?” la vide sospirare socchiudendo leggermente gli occhi, quasi come se da un momento all'altro quello sguardo pieno di passione potesse leggergli nell'anima “La vita è un gioco dottore” “La vostra vita non lo è duchessa! Non avete tempo per giocare” ma lei sorrise tornando a concentrarsi sul bambino “Non ho tempo per giocare, non ho tempo per andare a cavallo, non ho tempo per viaggiare o per fare l'amore” “Cosa?” “Per voi medici non ho tempo di fare niente. Dovrei riposare, restare il più possibile ferma a guardare la luna e il sole, a leggere o ricamare. Niente sforzi eccessivi, niente giochi con i miei figli” “Non riuscite a comprenderne il motivo?” domandò confuso “Lo comprendo bene dottore, non lo accetto ma lo comprendo” “Se lo comprendete allora cosa vi trattiene dal rivelare a vostro marito la verità? Sapete che lo scoprirà, prima o poi lo farà e ne soffrirà duchessa, ne soffrirà terribilmente. Gli sembrerà di morire assieme a voi, di perdere con voi ogni speranza, ogni passione, ogni voglia di vivere la vita” si fermò qualche secondo studiando quel viso di porcellana che per troppe notti aveva solo sognato “Il dolore per la vostra perdita sarà così grande da non permettergli di dimenticare. Desidererà morire per potervi raggiungere e a nulla varranno i sorrisi dei vostri figli perché in loro rivedrà sua moglie e piangerà da solo, durante le lunghe notti insonni della sua vita. Piangerà e maledirà il giorno che vi ha incontrata perché quel giorno, ha legato il suo cuore a voi e senza di voi la sua vita non avrà senso” “E voi come lo sapete?” ribatté gelida voltandosi di colpo verso di lui.
Gli occhi inchiodati ai suoi e il respiro leggeremente accelerato “Come lo sapete dottore!” “Perché ho provato le stesse cose, so cosa vuol dire veder morire l'amore della propria vita. So cosa vuol dire l'odio per quell'amore, la paura che scaturisce dal sogno perché in quel momento, ogni sogno apparteneva al suo sorriso, ai suoi meravigliosi occhi di notte …” “Smettetela” “ … ho pianto per quell'amore, ho maledetto il cielo e pregato Dio di poterlo dimenticare perché il dolore per quell'attimo, per quel sospiro a metà tra la vita e la morte, era troppo violento per il mio cuore” “Dio ha esaudito le vostre preghiere” c'era rabbia nella sua voce, passione e risentimento per lui, per il loro passato, per qualcosa che ormai sembrava impresso a fuoco sul suo volto “Avete dimenticato quell'amore, dovreste esserne fiero dottore, ora potete avere la vita che volevate dimenticando il passato” ma lui non rispose.
Si limitò a sorridere abbassando qualche secondo lo sguardo “State bene vestita così duchessa” solo silenzio e niente di più “Siete davvero molto bella” ma quelle parole caddero nel vuoto perché quel profumo che tanto amava ormai era lontano da lui.


 
  
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