Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Follow The Sun    28/11/2014    3 recensioni
Praticamente una storia in cui non accade nulla di speciale, ma pur sempre frutto della mia immaginazione.
[DISPERATO BISOGNO DI CORREZIONE]
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
One direction and two possibilities. 
Capitolo 24.


-bene, ho caricato tutto- Louis chiuse il bagagliaio della sua Audi con un colpo deciso.
-possiamo andare?- chiese poi, aprendomi la portiera.
Sospirai, sconfitta, ed entrai in macchina senza nemmeno ringraziarlo con uno sguardo.
La richiuse subito dopo, girando attorno alla macchina per poi entrarci anche lui.
-te la senti?- mi appoggiò una mano sul ginocchio destro, e lo accarezzò lentamente con il pollice.
Annuii, anche se poco convinta.

Mise in moto la macchina, e in poco tempo, eravamo già immersi nel traffico pomeridiano di Londra.

Louis stava canticchiando una canzone dei Maroon 5, quando notai dei bambini correre in un parco lì vicino. 
Sembravano così felici. Sorrisi amaramente alla sola visione.

-d’altra parte… non potrà essere così difficile- ammisi. 
Louis si girò verso di me, con aria confusa.
-intendo non vedere più Niall- sussurrai. Tornai a guardare i bambini nel parco; non c'erano più. Peccato.
-lo spero- canticchiò, muovendo freneticamente le dita sul volante.
Il semaforo divenne verde.
-Lou- lo richiamai.
-che c'è?- si girò verso di me con un gran sorriso stampato in volto.
-è verde- indicai il semaforo a pochi metri da noi.

La sua espressione cambiò radicalmente.

Mise in moto subito e scattò guardando in avanti nervosamente.
-grazie al cielo- sbuffò, girando ancora a destra.
Cercai di sorridere, leggermente divertita dalla sbadataggine del mio migliore amico, ma ancora un pensiero mi rimbombava nella testa.

“Niall.”

Partì all'improvviso una canzone alla radio, Louis aveva cambiato stazione.

«Wherever you are is the place I belong.»

-direi di no- cambiò di nuovo; pubblicità di un parco divertimenti.
Sbuffò infastidito e schiacciò un pulsante verde sopra al piccolo schermo. Si sentì per qualche secondo un fastidioso rumore metallico, poi la musica partì, prima più soave, fino a diventare sempre più forte.

Una familiare musica rock rimbombò per tutta l'auto.
Louis cominciò ad urlare parole incomprensibili, seguendo il ritmo della musica.
Mi tappai le orecchie; il volume era davvero troppo alto.
-ti è sempre piaciuta la musica rock- urlò, facendomi l'occhiolino ripetutamente.
Scossi la testa incredula e tornai a guardare fuori dal finestrino.

Le immagini passavano veloci, sorpassavamo negozi, parchi, gente che camminava o che correva… eravamo in costante movimento.

Incominciò addirittura a piovere.
Le gocce d'acqua scorrevano veloci sopra ad ogni piattaforma possibile. 

“Corri goccia, corri, così arrivi prima!”

Sbuffai, appoggiando il gomito sul bracciolo alla mia sinistra.

-ti stai annoiando?- spense la musica e mi rivolse ogni attenzione.
-no- risposi, ed ero sincera.
-okay- riaccese la radio e continuò a fissare la strada.




-eccoci- spense il motore e si slacciò la cintura di sicurezza molto velocemente.
Uscì dall'auto ancora prima che potessi fiatare e si precipitò ad aprire il bagagliaio.

La pioggia non scendeva più, e nonostante il cielo era pieno di nuvole, si poteva intravedere il Sole tra esse.

Sospirai per l'ennesima volta.

L'orologio segnava le quattro del pomeriggio, non sapevo quando Niall sarebbe partito.

“Oh, Niall, perché?”

Mi strinsi la testa fra le mani e chiusi gli occhi.
-allora, non vieni?- Louis si affacciò al mio finestrino.
Scossi la testa. Era davvero quello che volevo. Avrei aspettato in macchina, e basta.
Magari avrei sentito lo stesso Niall per messaggio. Sì, probabilmente era quello che avrei fatto.

Aspettai ancora circa un quarto d'ora in auto; cominciavo a stufarmi.
La radio non era di grande aiuto, e continuavo a notare coppie felici gironzolare per quel parcheggio, proprio davanti all'aeroporto. 
Perché non potevo essere come loro? Felici e spensierati, e probabilmente erano addirittura vicini di casa. Invece no, io dovevo restare a chilometri di distanza da lui.

Poco dopo uscii dall'auto, nonostante avesse cominciato di nuovo a piovere. 
Proprio in quel momento vidi un aereo alzarsi nel cielo. Forse era il suo.
Molto probabilmente lo era.
Sospirai, affranta, e camminai verso l'ingresso dell'aeroporto per vedere se Louis e gli altri fossero già pronti per andare via.
Non osavo alzare lo sguardo da terra.
È sempre stato un mio difetto camminare a testa bassa, non lo facevo apposta…
Appena misi piede dentro alla struttura, notai subito la splendida lucentezza delle piastrelle beige del pavimento.
Feci ancora alcuni passi, finché non mi accorsi che c'era qualcuno davanti a me, e ci andai a sbattere.

-mi scusi- alzai la testa e mi sistemai i capelli dietro alle orecchie.
-Sophie, ma si può sapere che cos'hai in quella minuscola testa?- Carol mi diede una forte pacca sulla spalla, facendomi fare un balzo in avanti.
La guardai male, avanzando in direzione opposta, questa volta a testa alta; non volevo andare a sbattere contro nessun altro.
-se ti fa piacere saperlo, non è ancora partito- la sentii urlare nella mia direzione.
Sobbalzai. Spalancai gli occhi e mi girai subito verso di lei.
In risposta lei sorrise, indicandomi con la testa un corridoio ampio che portava ad un altro atrio simile a quello in cui mi trovavo.
Respirai a fondo.
Era davvero quello che volevo?
Volevo davvero rivederlo?
Rivederlo, per poi soffrire ancora di più.

Sì, volevo vederlo.

Corsi attraverso il corridoio. 
Appena misi piede dentro all'atrio numero 2, intravidi i miei amici e mio fratello abbracciare lui, il diretto interessato, Niall.

Mi fermai, con il fiatone.
Al diavolo, io odiavo correre!
Feci un paio di respiri profondi, giusto per rendermi presentabile.
In effetti non potevo farmi vedere in quelle condizioni.

“Fa che non mi veda, ti prego.”

Non appena finì di abbracciare Liam, alzò la testa e mi notò. Panico.

“No! No! No!”

Cercò di simulare un sorriso, subito però, si voltò, dandomi le spalle, e incamminandosi verso il controllore del biglietto.
Quello era un addio, sempre se un sorriso forzato lo si poteva considerare tale.

Decisi comunque di fare qualcosa, non potevo starmene lì, ferma, a guardare.
Corsi verso di lui, e non appena se ne accorse, abbandonò la valigia e il borsone a terra, diventando improvvisamente rosso in viso.
Sorpassai mio fratello e Zayn dando spallate a tutti e due, dovevo passare!

Mi fermai a due passi da Niall e lo osservai. Con una mano si grattava nervosamente la testa, mentre l'altra ricadeva rigida su un fianco. Si stava mordendo il labbro.
Allargò incertamente le braccia, e io non aspettai un secondo per stringermi all'interno di esse.
Forse lo avevo colto alla sprovvista, o forse non era proprio tra le sue intenzioni abbracciarmi, volevo solo godermi gli ultimi attimi con lui. 
E pensare che fino a qualche minuto prima ero completamente immersa nella convinzione di non volerlo vedere mai più. Che stupida.

Inspirai a fondo sul suo petto. Sapeva di Niall. Sapeva di quel suo strano odore che non si sentiva da nessuna altra parte. Un profumo buono, dolce e vivace, anche se spesso sapeva di ciò che mangiava.
-non passerò un minuto dei miei prossimi giorni senza pensarti- sussurrò al mio orecchio.
Sorrisi, non era da Niall dire quelle cose; avrei potuto immaginare quanto fosse rosso in viso dopo quell'affermazione. Sapevo che potesse essere tanto dolce, ma non sapevo fin dove la sua dolcezza potesse arrivare.
Lo strinsi ancora di più a me.
-ci rivedremo, lo sai- mi stampò un bacio veloce in testa, e ritornò ad accarezzarmi la schiena.

Dopo alcuni interminabili secondi, mi staccai con la testa da suo petto e lo guardai in viso.
Era completamente in imbarazzo, e lo avrei adorato in eterno per l'enorme sforzo che stava facendo per cercare di apparire il meno fragile possibile.

Diede un'occhiata veloce ai ragazzi dietro di noi, e lo vidi avvicinarsi sempre di più a me con il viso.

“Oh mio Dio, lo sta facendo davvero.”

Chiusi gli occhi e aspettai. Mi stavo chiedendo cosa stesse aspettando.

“Perché non si muove?!”

Aprii gli occhi, vedendolo incerto sul da farsi. Il suo naso era a pochi millimetri dal mio.
Mille brividi e altre mille emozioni percorsero il mio corpo, facendomi venire la pelle d'oca.
Sentivo le sue labbra umide ma allo stesso tempo screpolate spingere sulle mie, e giuro che non c'era sensazione migliore di quella. Non mi sarei mai aspettata una mossa simile da parte sua. Avevamo chiuso, e forse per sempre. Ma a lui non importava. In verità non importava neanche a me, però, forse, era la cosa giusta, infrangere una regola, una promessa.

I commenti dei ragazzi mi fecero sorridere.

-che dolci-.
-Zayn, per te tutto è dolce-.
-qualcuno mi può spiegare cosa sta succedendo? Io non ne sapevo niente!-.
-Harry, sapevi già tutto, ammettilo-.

Si staccò da me non appena sentimmo l'annuncio del volo. Aveva le labbra bordeaux e un sorriso soddisfatto.
Afferrò con una mossa veloce il borsone e con la mano libera mi strinse di nuovo a sé. Mi beai per pochi secondi del profumo della sua pelle, poi fui io a interrompere il contatto.
-è meglio che tu vada- dissi, abbassando lo sguardo. 
-tienila pure, la mia felpa- mi accarezzò la spalla destra, e afferrò poi anche la valigia.

Fece qualche passo lontano da me. Il controllore stava aspettando impaziente il biglietto del biondo.
Niall si girò ancora verso di me e sorrise.
Agitò la mano in aria e capii il suo labiale…«a presto».

Provai ad andare verso di lui, ma una mano mi fermò.
-lei non può passare, signorina- un uomo molto robusto mi squadrava con aria severa ma allo stesso tempo gentile.
-scusi- abbassai la testa e cercai di sorridere, colpevole.
Indietreggiai di alcuni metri, finché non sentii le mani di Louis sulle mie spalle.
-non è andata poi così male- mormorò, cercando di sovrastare le parole dei ragazzi intorno a noi.

Sorrisi a Louis, che faceva lo stesso a sua volta e corsi verso le scale mobili che mi avrebbero portata al piano superiore.
Appena misi piede sul pavimento, aumentai il passo fino all'enorme vetrata.
La vista era perfetta, si potevano vedere tutti gli aerei, sia che atterravano, sia che decollavano.

Appoggiai le mani sulla ringhiera di metallo e aspettai.
Chissà su quale aereo sarebbe salito.
Erano davvero tanti.

-è quello blu e rosso- mi informò Harry, sistemandosi alla mia destra.
Anche lui, come me, stava guardando il panorama fantastico.

-attenzione prego, l'aereo diretto a Dublino, partirà tra meno di quindici minuti- una voce femminile rimbombò per tutto l'edificio.
-dovrebbe essere il suo- affermò Harry, sorridendo verso di me.
Ricambiai il gesto e tornai a guardare fuori.




L'aereo era partito da un paio d'ore, e ormai ero già tornata a casa.
Carol era rimasta a farmi compagnia, e si poteva benissimo sentire Harry parlare con Zayn nella stanza accanto.

-ma di che parlano?- chiese Carol, sfogliando un libro a caso.
-penso di cose da uomini- risposi, aprendo il libro di scienze.
-Zayn che parla di cose da uomini? Ma non diciamo cazz…- non la feci andare avanti.
-ho capito- le sorrisi falsamente e lessi il primo paragrafo.
-questo libro non ha un fottuto senso- si lamentò, lanciandolo da qualche parte. 
-posso accendere il computer? Oh sì, certo che posso- non feci in tempo a ribattere, che aveva già acceso il mio scadentissimo computer intasato di vari virus. 
Continuai a leggere. 

“La legge dei corpi che fluttuano? Questo non ha un fottuto senso!”

-una chiamata su Skype!- affermò, alzandosi dal letto e gattonando verso di me. Mi prese per la manica della camicia e mi trascinò letteralmente sul letto.
-lasciami- strattonai il braccio per liberarmi.
Strizzai gli occhi per leggere meglio chi fosse quella stupida persona che ebbe la fantastica idea di chiamarmi su Skype.

LaPizzaFumante1234567890



Era uno scherzo, vero?
Assurdo.

Spostai la mano di Carol dalla tastiera e schiacciai il tasto accetta.
Mi posizionai di fronte al computer e aspettai che si caricasse anche l'immagine della persona dall'altra parte dello schermo.
Mi morsi il labbro; ero nervosa.
Riconobbi subito i ricci fastidiosi di Harry.

“Ma cosa?!”

-ero curioso- spiegò, portandosi indietro i capelli.
Sbuffai.
-che razza di nome ti sei messo?- chiesi esasperata, girandomi verso Carol e sorprendendola imbambolata ad osservare Harry.
-non lo so, una volta mi chiamavo… aspetta- chiuse la chiamata.
Corrugai le sopracciglia e tornai a guardare Carol.

Messaggio da «LaPerfezioneDiEdward»

“Ah, ecco come si chiamava.”

Lessi il messaggio.

Contenta? (;

Scossi la testa e lasciai il computer sulle gambe di Carol, euforica al solo pensiero di comunicare con il suo… “ragazzo”.

Sì, per un attimo speravo che fosse Niall. Mi sentivo solo una povera illusa.

-

La vita sceglie diverse direzioni per ognuno di noi. Sceglie le possibilità da prendere e spesso, ci mette in difficoltà con diverse scelte, che potrebbero cambiare la nostra vita, radicalmente.

Potrei dire di non essermi mai trovata davanti a scelte difficili, ma la vita mi ha riservato due possibilità, che mi avrebbero portato a una direzione.





Buonsalve!

Come ultimo capitolo, lo ammetto, non è affatto un granché. Me lo aspettavo migliore. Spero tanto di potermi rifare nell’epilogo. Eh già, ci sarà un’epilogo.
In quest’ultimo la storia sarà narrata nel presente, qualche anno più avanti, come si è solito a fare (;

Mi dispiace un po’ che la storia sia finita, ma devo dire che mi ha aiutata a maturare la mia capacità di concentrazione e il mio lessico, sicuramente.

Spero di non aver annoiato nessuno ahaha.

A presto,
-V xx

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Follow The Sun