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Autore: cuore di carta    28/11/2014    3 recensioni
Gwendolyn è una ragazza di sedici anni fisicamente nella norma, ama leggere e guardare film strappalacrime in compagnia della sua migliore amica Audrey Hepburn, una yorkshire. Ma non tutto è come sembra. Dall'età di nove anni soffre di una grave malattia che le ha impedito di vivere una normale vita, ed è proprio a causa di questo male che è costretta a trasferirsi nella grande città di Londra. La sua sola preoccupazione è quella di non far soffrire chi le sta intorno allontanando chiunque possa avvicinarsi al suo essere così distruttiva. Ma qualcosa cambierà, nel momento per lei più difficile, dove quel poco di felicità rimasta verrà messa a dura prova, avrà al suo fianco una piccola luce che la aiuterà regalandole un po' di quella vita che non ha mai potuto godere.
Riuscirà ad aprirsi mostrandosi in tutta la sua bellezza?
Ha messo un lucchetto nel suo cuore, chi sarà in grado di aprirlo?
A chiunque decida di immergersi nelle pagine della mia storia: buona lettura!
Tratto dalla storia.
[...] Vuoi sapere cosa sei Gwendolyn? Sei la debole e fragile margherita fiorita in un campo di rose rosse, così tanto invisibile, così tanto spettacolare.
COMPLETA.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Andiamo a far fronte agli eventi che ci si parano davanti.
-William Shakespeare.
CAPITOLO TRE.
Mi siedo sulla sedia della scrivania e accendo il computer, dovevo ricordarmi di togliere lo screensaver di Rapunzel, cazzo.
-Bello sfondo, allora faccio bene a chiamarti bimba - mi dice Castiel.
Lo sapevo! Ma cosa c'è di male a guardare i cartoni animati? Io ne vado pazza. Ci sono serate in cui io mia madre e mio padre facciamo le maratone Disney.
-Mi piacciono i cartoni animati, qualche problema? - Rispondo acida.
-Sei strana per avere 16 anni - Mi alza il sopracciglio facendo un sorrisino.
-Vogliamo metterci a lavoro? La ricerca non si fa sola. - Voglio cambiare il tema della conversazione, di solito se qualcuno mi attacca il discorso cartoni animati ne parlo fino allo sfinimento, elencando i miei preferiti, il motivo per cui mi piacciono, il significato che hanno per me e cosa insegnano, ma sono piccole parti del mio cuore e non ho voglia di farne parola con Castiel, ragazzo assolutamente sconosciuto con cui mi sono ritrovata incastrata a fare una ricerca a casa mia, dopo aver scoperto di stare morendo. Che meraviglia.
Lo vedo gironzolare per la camera e osservare tutto con attenzione.
-Cerchi qualcosa? Tranquillo, non faccio parte di una famiglia di Serial Killer, non metterei mai le mie mani sui tuoi capelli tinti. - Dico ironica.
-Oh, lo so che vorresti! Ma sono io a non volere le tue mani su di me, non mi piacciono le ragazze basse, per fartelo sapere. - Risponde.
-Sai quanto mi importa! Mettiamoci a lavoro. - Dico.
-Hai ancora un mucchio di scatoloni, da dove vieni? E perché vi siete trasferiti? - Mi domanda mentre si siede sul letto.
-Sono arrivata due giorni fa dall'Italia, ci siamo trasferiti qui per lavoro. - Rispondo ovviamente mentendo, sono molto brava a dire bugie. L'ho imparato col tempo rispondendo a domande del tipo "Come stai?" o "Senti dolore?". Ci sono abituata.
-Io detto e tu scrivi? - Continuo.
-Assolutamente no! Se proprio vuoi fare questa noiosissima ricerca io detto. - Mi dice.
-Allora iniziamo! - Rispondo.
A quel punto sentiamo bussare, è mia madre con un vassoio stracolmo di biscotti e latte al Nesquik per Castiel, che vergogna! Adesso mi avrebbe chiamata "bambina" per il resto dei miei giorni. 
-Castiel ti ho portato dei biscotti e del latte, ho pensato avessi fame caro. - Ma come fa mia mamma ad essere tanto gentile con lui? Mi sto irritando.
-Grazie mille Titti, in effetti ho un certo languorino. Tu Gwen ne vuoi? - Mi domanda ammiccando.
-No sono a dieta. - Ennesima bugia, mi dovrei confessare.
-Castiel visto che sei qui vuoi rimanere a cena? Noi siamo tutti a dieta e mangiamo quasi sempre verdure cotte al vapore, quindi ti posso ordinare una pizza. Ti va? - Domanda mia mamma al rosso finto. Ma come faceva a piacergli? Mia mamma odiava le tinture, per questo non sono mai diventata bionda. Ma aspetta, cosa ha chiesto mia mamma a Castiel? NO. Adesso stava esagerando. Non volevo avere niente a che fare con lui!
-Mamma, credo che Castiel abbia da fare. - Dico visibilmente irritata.
-No posso restare, mi va bene una Chips. - Risponde direttamente a mia madre.
-Oh che bello! - Esclama mia mamma ed esce felice dalla stanza.
-Non ti mettere strane idee in testa piccola Noce, rimango solo per Titti. - Dice mangiando i biscotti.
-AH! FACCIAMO LA RICERCA? - Gli domando sempre più arrabbiata.
-Okay, okay, calmati Godzilla. - Mi risponde.
Ma perché proprio Godzilla? Io non gli assomiglio. Ma finalmente ci mettiamo a lavorare finché non arriva il ragazzo che consegna le pizze e mia mamma ci chiama per mangiare. Scendiamo le scale e Audrey ci viene incontro scodinzolando felicissima. Anche lei a fare le feste a Castiel? Ma cosa aveva addosso? Un feromone per donne mature e cani? Bho. 
-E chi è questa bella cagnolina? - Domanda a Audrey, senza smettere di accarezzarla. 
-Si chiama Audrey Hepburn. - dico poi rivolgendomi verso lei - E tu non dare tanta confidenza agli sconosciuti! -
-Nome interessante - dice guardandomi come se mi stesse studiando - Audrey ma lo sai che sei più carina della tua padrona? - Domanda Castiel alla mia yorkshire facendo la vocina da rimbambiti, non lo posso biasimare, io sono la prima a farla.
Gli do uno scappellotto sul collo e gli indico il bagno, mentre io mi dirigo verso la cucina.
-Mamma, papà, mi raccomando non una parola sulla malattia, Castiel è in bagno sta arrivando. - Dico a bassa voce ai miei genitori. 
-Si tesoro, ora lavati le mani e siediti. - Dice mio padre Eden.
-Ma quanto è bello quel ragazzo Gwenny! Ora ci penso io. - Mi dice mia mamma.
Io e mio padre stavamo per replicare quando dalla porta entra Castiel che si presenta a mio padre e si siede.
-Allora Castiel è bello da queste parti? - Domanda mia madre.
-Sì molto bello, voi ancora non avete esplorato? - Chiede Castiel sempre rivolto a mia mamma.
-No caro, ma perché un giorno di questi non fai fare un giro turistico a Gwendolyn? Sai ha il senso dell'orientamento pessimo. - Dice.
Non sapevo se prendermela perché ha appena organizzato un appuntamento a me e Castiel o perché ha offeso il mio senso dell'orientamento. Per Castiel, certo.
-Mamma hai finito? Non credo che ne abbia voglia. - Rispondo al posto di Castiel.
-Certo che posso Titti, ma raccontatemi di più sul suo senso dell'orientamento - ride Castiel.
Mio padre scoppia a ridere e inizia a raccontare.
-Oh amore ti ricordi la farina? - Domanda a mia madre.
-Certo che lo ricordo, raccontalo a Castiel. - Sorride mia mamma.
L'avrebbero raccontato a tutti anche dopo la mia morte.
-Sai Castiel ai tempi c'eravamo appena trasferiti in una nuova casa ma sempre nello stesso paese e proprio accanto c'era un piccolo market, a lei e mia moglie era venuta voglia di dolci, ma mancava la farina, allora visto che il supermercato era proprio lì decidemmo di mandarla sola, per vedere cosa faceva. Doveva metterci sì e no 10 minuti, ma ne passarono 15 e poi 20, allora decisi di andare a cercarla, andai al market non c'era. Ero disperato. Volevo chiamare la polizia dopo 10 minuti di ricerca invano . Torno a casa e davanti la porta trovo una nostra conoscente con Gwenny in braccio e con un pacco della farina mezza vuota in mano, gli occhi gonfi di lacrime. Era riuscita a trovare il market ma non a tornare a casa e per la fame si era mangiata tantissima farina. - Ridono i miei e Castiel - La dovevi vedere, era uno spettacolo. - Finisce.
-Ma cosa volete da me? Avevo solo 7 anni e mi aveva rincorso un ape! - Dico in mia difesa inutilmente.
E così iniziò la serata " Raccontiamo le cose più imbarazzanti di Gwendolyn a sconosciuti!".
-Ma perché quando ha fatto la pipì sul tuo capo, Eden? - Dice mia madre ridendo, ha sempre avuto la risata contagiosa, era uno dei suoi tantissimi pregi.
-Come posso dimenticarlo? Come faremo senza te Gwen? - Dice mio papà prima ridendo, poi tornando serio.
Devo cambiare discorso.
-Lo sapete, a Castiel non piacciono i cartoni animati! - Era l'unica cosa sensata che mi è venuta di dire in quel momento.
Ed ecco che vidi i miei genitori amanti della Disney e non solo, tornare in sé. 
-Come non ti piacciono i cartoni? - Gli domanda mia madre con la sua voce da finta delusa.
-Non ne vado pazzo, ecco. - Risponde Castiel.
-C'è solo una cosa da fare amore, sta sera ce ne vediamo uno. - Dice mio padre a mia mamma.
Sapevo che nulla gli avrebbe fatto cambiare idea. Ma non volevo Castiel ancora a casa mia, o forse sì? E' la prima volta che porto un "amico" (se così si poteva definire Castiel) a casa ed è una bella sensazione.
Vi risparmio l'inutile dibattito su che cartone animato vedere. Alla fine decidemmo per Koda fratello Orso, non che il mio preferito.
Appena finito di mangiare ci dirigiamo verso il salotto, compresa la mia piccola Audrey che si era già appropriata del posto vicino a Castiel, sicuro, erano i feromoni. Salgo sopra lasciando i miei e lui da soli (sperando bene) per prendere il dvd, ed è in quel momento che penso a come siamo arrivati fino ad adesso. Castiel, sconosciuto, casa mia, cena, film. Come? Era successo tutto così in fretta che nel momento in cui le cose accadevano non pensavo nemmeno alle conseguenze. Ma ormai era troppo tardi per fare i conti quindi cerco Koda fratello Orso nello scatolone e scendo di nuovo giù. 
Ci sediamo tranquillamente sull'enorme divano in fila : Io, mio padre, mia madre, Castiel e Audrey. 
Menomale che ero lontana da lui, nella scena in cui muore Sidka o quando Sinai racconta a Koda come ha ucciso sua madre piango un po', per non parlare della scena finale. Mentre ero presa a asciugarmi le lacrime con le mani senza dare sull'occhio mio padre si avvicina al mio orecchio e mi sussurra "Non vivremo bambina mia, questa è semplicemente la risposta", bene ora le lacrime si stavano raddoppiando, ma ero riuscita a trattenerle. Finito il film ci siamo messi a fissare Castiel per vedere la sua reazione, era impassibile. 
-Niente male - disse infine.
-Tutto qui?! - Eravamo scioccati.
Parlammo un po' del cartone animato, finché non si fece tardi.
-Credo che sia ora di andare - Dice Castiel guardando l'ora. -E' stato un piacere conoscervi. - saluta i miei genitori con un bacio sulla guancia.
-Il piacere è stato tutto nostro. - Risponde mio padre. 
-Gwen, accompagnalo alla porta. - Mi dice mia madre.
Castiel raccoglie le sue cose e ci dirigiamo all'entrata, apro la porta e lui esce.
-Che c'è ti aspetti un bacio anche tu? - Mi domanda.
-Bleah! No! - Rispondo.
-Bene perché tanto non te lo davo! Ciao Noce ci vediamo domani, ricorda di portare la ricerca. - Mi saluta da lontano andando verso il motore.
Sorrido e chiudo la porta alle mie spalle.
-Come neanche un bacio piccolo piccolo? - Dice mia mamma visibilmente delusa. 
-Mamma! - Rido. 
-Sei il nostro angelo, tesoro, non abbiamo avuto modo di dirtelo oggi, ma ti staremo sempre accanto. - Risponde mia madre abbracciandomi insieme a mio padre.
-Lo so - rispondo - ora vado a letto, buonanotte. - li saluto e mi dirigo verso camera mia.
Credo che adesso dovrei piangere pensando a tutto ciò che mi ha detto la dottoressa oggi, ma mi addormento senza neanche una lacrima.
  
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