Indecisione

Pan cominciò a sudare freddo. Sapeva benissimo che la sfera del drago di fronte a lei, all’apparenza innocua, celava al suo interno Chi Shenron, pronto a farla cadere di nuovo in trappola. Nella mente della piccola saiyan riaffiorarono inevitabili i ricordi di quello scontro avvenuto sei mesi prima. Per colpa sua il drago malvagio era quasi riuscito a sconfiggere il nonno Goku e a tenere per sempre imprigionata lei. È vero, Pan non sarebbe più cascata una seconda volta nella trappola; d’altra parte però neanche il drago avrebbe più commesso lo stesso errore che gli era costato la sconfitta.
“Se distruggessi la sfera del drago così com’è, eliminerei Chi Shenron immediatamente, ma così facendo non sarebbe più possibile evocare lo Shenron originale. Bisogna annientarlo quando esce allo scoperto. Già. Peccato che l’unico modo per farlo uscire sia quello di trovargli un corpo da possedere. Potrei provarci io, e sperare di ucciderlo attaccandolo dall’interno… No, credo di potercela fare. Non sono ancora abbastanza forte. Inoltre, senza nonno Goku, Chi non avrebbe bisogno di ricorrere ai giochi psicologici per vincere contro gli altri, nessuno di loro mi conosce abbastanza da volermi bene… Forse lo zio Goten? Mmmh… no. Setsuna, è sempre in pensiero per la sua Hotaru. Kankuro, non gliene frega niente. Naruto? Io e lui non siamo mai andati d’accordo sin da quando è iniziato il viaggio, figurati se ci tiene a me. Hinata…”
Pan si girò di scatto ad osservare la sua compagna di squadra, ancora priva di sensi.
“Il nonno e io, Naruto e Hinata… No, aspetta! Cosa cavolo mi viene in mente?”
Gli occhi della saiyan saettarono dal corpo di Hinata alla sfera e viceversa, mentre nella sua testa stava prendendo forma un pensiero decisamente non da lei.
“Hinata dovrebbe farsi possedere, così che poi Naruto la liberi facendo tornare il drago alla sua forma originale. Proprio come è successo la prima volta che è stato battuto. Sì, potrebbe andare… No! Non potrebbe andare per niente! Non posso usare Hinata come cavia! E poi non so abbastanza di lei e Naruto da fare certi piani assurdi! Cosa devo fare?”

Hinata si svegliò di soprassalto, dopo essere stata investita in faccia da un getto d’acqua fredda. China su di lei, una Pan dall’aria stranissima.
-Ben svegliata.
-Oh, Pan. Scusami. È una cosa che mi succede spesso e non ci posso fare niente.
-Non ti scusare. Piuttosto, te la senti di continuare il discorso di prima?
-D-discorso?
-Ma sì, a proposito di Naruto.
-Na-Naruto? P-perché ti interessa?
-Sono solo curiosa. Voglio sapere che cosa significa per te Naruto.
-Ecco… Na-Naruto per me… è… un eroe.
-Eroe?
-Un eroe, un idolo, un esempio da seguire. Vederlo combattere e vincere, ma anche perdere e poi rialzarsi e continuare mi fa sentire bene, mi riempie di fiducia, mi fa capire che anch’io posso diventare qualcuno se continuo a provare senza arrendermi mai, come fa lui…
-Accidenti. Non l’avrei mai immaginato. E dimmi, com’è il rapporto tra voi due?
A quella domanda, Hinata distolse lo sguardo dalla compagna di squadra e abbassò il capo, mestamente.
-Hinata? Cosa c’è?
-Come ti ho detto, io nei suoi confronti provo una grande ammirazione…
-E lui, nei tuoi, di confronti?
-A-a dire il vero… non lo so. In passato ho combattuto di fronte a lui, riuscendo ad ottenere il suo sostegno, ma…
-Ma cosa?
-In situazioni più tranquille, non mi saluta quasi mai. Se lo fa, è solo perché ci incrociamo per caso lungo la strada.
-Ma allora lui non ti considera affatto! È questo che stai cercando di dirmi?
-No, non è così. Semplicemente, si dimentica spesso della mia esistenza. Ma io non ne faccio un dramma. Hai visto prima, non posso nemmeno parlare di lui senza svenire per l’emozione. Quindi, è meglio così…
Pan si alzò in piedi, con un’espressione indecifrabile in volto.
-Pan?
-Scusami. Credo di aver preso un granchio.
-Di cosa stai parlando?
-Niente, lascia perdere. Torna da Setsuna ora, io ti raggiungerò dopo.
Senza sapere come rispondere, Hinata fece dietrofront e si allontanò. Pan, invece, si avvicinò alla sfera del drago.
“Il rapporto tra Naruto e Hinata non è neanche lontanamente paragonabile a quello fra me e nonno Goku. Cosa mi è saltato in mente? A questo punto, credo non ci siano altre soluzioni. Tocca di nuovo a me far uscire Chi Shenron allo scoperto…”
Chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo, la giovane saiyan fece per toccare la sfera. Trovando solo la terra. Riaprì gli occhi: la sfera del drago non c’era più. Cercando disperatamente attorno a lei con lo sguardo, Pan si ritrovò di nuovo davanti Hinata.
-Ti avevo detto di tornare da Setsu…
La voce le si spense in gola. La sfera del drago era proprio dove non voleva che si trovasse: nelle mani della timida ninja.
-HINATA, COSA STAI FACENDO?! LASCIALA SUBITO!
-No. Sono sempre stata in disparte da quando questo viaggio è cominciato. È il momento che anch’io dia il mio contributo nella missione.
-LASCIA PERDERE QUESTE STRONZATE, NON VOGLIA CHE TI METTA IN PERICOLO INUTILMENTE!! DAMMI LA SFERA!!!
Pan si lanciò sulla compagna di squadra e tentò di levarla l’oggetto di mano a forza, ricevendo però una spinta che la fece cadere a terra e la lasciò stordita per qualche secondo. Il tempo di riprendersi, che di fronte alla ragazzina sia Hinata sia la sfera erano scomparse. Al loro posto, una strana massa luminosa stava lentamente prendendo forma. Chi Shenron era finalmente uscito allo scoperto.