15)Spiegazioni e
festeggiamenti.
L’atmosfera che
si crea dopo che qualcosa di importante è accaduto
è incredibile, è un misto di
diverse cose: stanchezza, senso di perdita, desiderio di risposte.
“L’altro l’avete
già preso?”
Chiedo a mio
fratello.
“Sì, è morto anche lui. Quando si
è visto circondato ha preferito uccidersi.”
“Comprensibile.”
Mormoro stancamente.
“Credo che tu
voglia delle risposte.”
“Sì, esatto. Io e Johnny vogliamo delle risposte.
Adesso lo
chiamo.”
Non serve il
cellulare, basta che lo chiami telepaticamente, lui risponde subito,
preoccupato.
-Stai bene?-
È la prima cosa
che mi chiede.
-Sì,
è tutto a
posto. Lascia pure Ava, ci sono spiegazioni che ci devono essere date.-
-Arrivo.-
“Ha detto che
arriva.”
“Dove l’avevi
mandato?”
“Da Ava, non
volevo che qualcuno ci riprovasse.”
“Ottima pensata.”
“Grazie.”
Rispondo un po’ straniata.
“Sei sicura di
stare bene?”
“No, non sto
affatto bene.”
Lui mi sorregge
galantemente e mi porta fuori dalla biblioteca, mi fa accomodare sul
divano di
un’ampia stanza e ordina che mi sia portata la mia tisana
preferita.
“Mi dispiace di
averti fatto preoccupare, ma volevo essere certo che anche Illen
morisse.”
“Dunque sapevi tutto.”
“Non all’inizio, ma poi ho iniziato a mettere
insieme i pezzi, ma aspettiamo
Johnny per raccontare tutto.
È arrivata la tua
tisana, bevila. Sembri averne bisogno.”
“Sì, grazie Hen.”
La bevo e il
liquido caldo inizia ad ancorarmi
un po’ meglio alla realtà e con un gemito di
dolore mi accorgo che la schiena
mi fa male, devo essermela scottata quando Naira è esplosa.
“Tutto bene?”
“Mi fa male la
schiena, ma può aspettare.”
Venti minuti dopo
arriva Johnny e si lancia sul divano.
“Ditemi tutto.”
Io gli racconto tutto su come ho eliminato Naira e lui mi fa i
complimenti.
“Ti ricordi che
avevamo affrontato un tizio con la sua stessa spada?
Mi sono limitata
a fare la stessa cosa e ha funzionato, lei non ha nemmeno pensato a
questa
eventualità, riponeva troppa fiducia nella sua
spada.”
“E adesso è il
tuo turno, Hen.”
“Non avevo idea
che fosse lei la colpevole fino a che non ho studiato a fondo il suo
fascicolo
e ho letto le sue connessioni con i ribelli di Ioria.
Ho capito subito
che i suoi obbiettivi erano due, prima Jen e poi me. Era la sorella di
Joel e
voleva vendicarsi.”
“Come mai non hai
agito prima?”
“Perché non avevo
prove.”
Io sospiro.
“Noi le avevamo,
avevamo visto i suoi complici, ma non avevamo il coraggio di dirti
nulla. Tu
eri suo marito e sembravi amarla molto.”
“Era solo una recita, volevo che rimanesse tranquilla e non
sospettasse di me
per poi eliminarla.”
“Come hai capito
chi erano i suoi
complici?”
“Stamattina ho
visto Illen e il vecchio. Mi sono ricordato di lui, perché
io sono una delle
poche persone ad averlo visto in faccia e a poterlo raccontare. Mi
aveva rapito
come prigioniero durante la guerra, ma non mi aveva riconosciuto,
così quando i
nostri gli sono arrivati alle calcagna ci ha semplicemente abbandonati.
Quando l’ho visto
stamattina gli ho spedito dietro un drappello di soldati e mi hanno
riferito
che dopo essere fuggito si è ucciso.
Uno in meno, io
ho seguito Illen. Ha cercato nella stanza di Jen e poi nella mia, senza
trovare
nessuno.”
“Allora lei deve
avere cambiato piano all’ultimo minuto.”
“Probabile e lui non voleva lasciarla da sola. A un certo
punto abbiamo sentito
un’esplosione tremenda e lui è corso verso la
biblioteca. Vi ho sentito parlare
e lui ha sparato un colpo, ho deciso che non meritasse la
possibilità di
spararne un secondo e l’ho ucciso.”
“Quindi ora siamo
al sicuro?”
“Sì, suppongo di
sì. Ho cercato di capire se avessero altri complici, ma
sembra che non ne
avessero.”
“Non ne sarei
così sicura, il vecchio potrebbe essersi ucciso per non
dirti i loro nomi.”
“È possibile, ma ho messo sotto controllo alcune
persone e se se ne andassero
precipitosamente li faremo arrestare. Non credo ci proveranno ancora
comunque.
Insieme abbiamo
eliminato i capi.”
Io sorrido – mio
malgrado – sembra che davvero la cosa sia finita e non
importa che la mia
schiena sia a pezzi.
“Adesso però,
sorellina, devi andare in ospedale. La tua schiena è in
pessime condizioni.”
Johnny lo guarda
senza capire.
“Naira è esplosa
e l’onda d’urto le è passata appena
sopra la schiena, ha fatto un macello in
biblioteca, non oso pensare alla sua schiena.”
“Va bene.”
Mi fa davvero
male e mio fratello ha dannatamente ragione, così mi faccio
scortare da lui e
da Johnny in ospedale.
“Dannazione, più
di metà della famiglia alloggia qui ormai.”
“Non preoccuparti
e cura la tua schiena, non ci vorrà molto e per qualche
giorno io e Anne ci
prenderemo cura di Jonas.”
“Va bene.”
Mi ricoverano e
cominciano a curarmi, il medico mi chiede se ho tentato di lanciare una
bomba a
mio marito, io rispondo con una strana risatina forzata. Non posso
certo dirgli
che recentemente ho fatto esplodere una persona o chiamerebbe il
manicomio, non
è proprio un hobby comune.
In ogni caso dopo
le cure mi addormento, per svegliarmi un po’ più
tardi: una figura veglia sul
mio sonno, Tom.
“Ehi!”
Esclamo ancora
assonnata.
“Ehi. È stato
molto carino venirmi a trovare in ospedale.”
Io ridacchio.
“Ho pensato che
questa casa di cura mi avrebbe fatto bene.”
Ridiamo ancora
una volta insieme, poi il suo volto diventa serio.
“Cosa è
successo?”
“Ho scoperto e
ucciso una delle colpevoli di quello che è successo ad Ava,
Hen ha tolto di
mezzo gli altri.”
“Quindi adesso siete al sicuro?”
Io annuisco.
“Ne sono felice
perché mi sono spaventato quando ho visto Johnny di guardia
davanti alla camera
di nostra figlia.”
“A proposito devo parlare con i medici e chiedere come va la
vicenda
dell’antidoto.”
“Anche io voglio saperlo, tu cosa ti sei combinata
comunque?”
“Credo di essermi
un po’ustionata la schiena, sai l’ho fatta
esplodere.”
Tom inarca un sopracciglio.
“Chi?”
“Naira, la moglie di Hen, era lei la colpevole.”
“Tuo fratello
dovrebbe scegliersi meglio una moglie.”
“Mi ha giurato
che lo farà la prossima volta.
Tu come ti
senti?”
“A pezzi. Il dottore ha detto che è normale nelle
mie condizioni.”
Un lieve bussare
interrompe la nostra conversazione: è un infermiera con il
carrello.
“È ora di cena,
signora DeLonge e lei, signor Delonge, dovrebbe tornare nella sua
camera per lo
stesso motivo.”
“Va bene. Ci vediamo dopo cena da Ava.
Chi si prenderà
cura di Jonas?”
“Johnny e Anne.”
Lui annuisce e se ne va. L’infermiera inizia a servirmi la
cena – pollo bollito
con contorno di verdure, una mela, del prosciutto, pane e marmellata
– poi mi
sorride.
“Buon appetito.”
“Grazie.”
Lei se ne ve e io inizio a mangiare sospirando il mio pollo, che ha
un’aria
alquanto deprimente, come qualsiasi cibo servito in un ospedale.
Finita la cena,
mi alzo e raggiungo la stanza di mia figlia, Tom e gli altri
– incluso Jonas –
sono già tutti lì.
“Buonasera!”
“Mamma!”
Il mio
secondogenito mi salta in braccio.
“Stai bene, mamma?
Tornerai presto?”
Mi chiede
angosciato, io gli sorrido.
“In un paio di
giorni, tesoro.
Qualcuno ha visto
un dottore?”
Anne mi indica un
uomo a qualche metro da noi, io lo raggiungo.
“Buonasera, sono
la madre di Ava DeLonge, è lei che si occupa di mia
figlia?”
Lui annuisce.
“Come sta?”
“Oh, è ancora in coma farmacologico, ma tra
qualche giorno dovrebbe arrivare
l’antidoto da Ioria e dovremmo riuscire a
risvegliarla.”
Io rivolgo al
dottore un largo sorriso.
“Grazie, lei mi
sta dicendo una cosa bellissima.”
“Sono felice per
lei.”
Ci salutiamo e
torno dagli altri.
“Cosa dice?”
“Che
probabilmente tra qualche giorno arriverà
l’antidoto.”
Tutti sorridono sollevati per la notizia.
“Quindi tra poco
la famiglia DeLonge sarà finalmente fuori da questo
ospedale!”
Esclama felice
Tom.
“Solo una parte.”
Il suo volto si scurisce.
“Già, solo una
parte…”
Il suo tono è
amaro, non gli piace stare qui e non posso dargli torto, ma purtroppo
è
necessario.
La
mattina dopo
mi dimettono, la mia schiena è completamente guarita e sono
come nuova.
Johnny e Anne
vengono a prendermi con Jonas, mio figlio mi salta al collo, felice.
“Sono felice che
tu stia bene, mamma. Adesso deve solo svegliarsi anche Ava e
… papà.”
“Piano piano li riavremo.
L’antidoto di Ava
dovrebbe arrivare domani.”
Lui mi rivolge un piccolo sorriso e poi usciamo
dall’ospedale: fuori è una
meravigliosa giornata di primavera avanzata.
Il verde
scintilla deciso nelle aiuole e nei giardini e c’è
un leggero profumo di fiori
nell’aria, mi chiedo come sia la primavera nei piani bassi
della città.
“Secondo te
quelli che vivono ai piani bassi della città vedono questa
meraviglia?”
Chiedo a Johnny.
“No, non molto.
Beh, solo la vegetazione, ma non c’è profumo di
fiori.”
“Tu ci hai vissuto, vero?”
“Sì, ma non è il
massimo. Adesso andiamo a palazzo, scommetto che sei affamata e Hen ha
fatto
preparare qualcosa per te.”
Io annuisco
sovrappensiero.
“Come è stata
giustificata la morte della regina?”
“Tuo fratello ha
deciso di essere onesto con il popolo, adesso sanno tutti del complotto.
Sono sicuro che
presto si troverà una nuova donna e sarà degna di
governare questo pianeta.”
“Peggio di Naira
non può essere.”
Arriviamo a
palazzo e John mi conduce nella sala da pranzo, in effetti sul tavolo
ci sono
delle autentiche leccornie e c’è Hen che mi
aspetta sulla porta.
Mi abbraccia
forte.
“Grazie per aver
salvato di nuovo questo pianeta, sarai ricordata nella storia di questo
pianeta
come una coraggiosa principessa.”
“E tu come un re
saggio e illuminato.”
Lui sorride timido.
“Sei troppo
gentile. Andiamo a mangiare.”
Ci sediamo a tavola e finiamo per ingozzarci, ora che sappiamo di non
correre
nessun pericolo mangiando.
È strano e
soprattutto nessuno di noi sente la mancanza di Naira, è
come se non fosse mai
esistita, ormai è solo un dato da archiviare, un numero
senza volto.
Provo un po’ di pietà
per lei, malgrado tutto, ma ripensando a cosa ha fatto ad Ava sparisce
del
tutto.
Finito il pasto
abbondante facciamo un giro per i giardini, solo Hen non si unisce a
noi per
via dei suoi impegni come re.
È una passeggiata
piacevole, il giardino è in fiore e non si potrebbe chiedere
di meglio per
smaltire una colazione un po’ pesante.
“Mamma, questo
pomeriggio posso andare alle pozze con i miei amici?”
Johnny si volta
verso di noi, lasciando per un attimo la mano di Anne.
“Possiamo venire
anche noi? Sono secoli che non ci vado.”
“Non ci sono
problemi.”
Rispondo
sorridendo.
Mi piace l’idea
di una rimpatriata alle pozze e poi Anne potrà finalmente
vederle, Jo gliene ha
parlato spesso.
“Perfetto.”
Torniamo al
castello, Hen ci saluta e ci chiede informazioni su Ava.
“Uhm, è in coma
farmacologico, ma entro un paio di giorni dovrebbe arrivar
l’antidoto. Oggi
pomeriggio andremo alle pozze.”
Il suo sguardo si
fa sognante.
“Come mi
piacerebbe poterci andare…
Noi ci sediamo
sul prato, Jonas invece corre a cercare i suoi amici. Decidiamo di
prendere il
sole e dopo un po’ vedo un ragazzino con i rasta neri che si
avvicina. È uno
degli amici di Ava, ma non mi ricordo il suo nome.
“Buongiorno.”
Saluta educato.
“Ciao, tu sei uno
degli amici di Ava, vero?”
Lui annuisce.
“Mi chiamo Rat e
vorrei sapere come mai non viene più alle pozze.”
Io scambio un’occhiata con John.
“Ha mangiato
qualcosa che le ha fatto male e ora è
all’ospedale, domani il suo antidoto sarà
pronto e penso che tra qualche giorno sarà a casa.”
La sua faccia diventa istantaneamente preoccupata.
“Non rischia di
morire,vero?”
“No, tranquillo.
La rivedrai presto.”
Lui abbassa lo sguardo e smuove l’erba con i piedi.
“Posso andare a
trovarla?”
“Se i tuoi
genitori non hanno nulla in contrario per me non ci sono problemi, non
so se ti
può sentire, però.”
“Oh, beh, non importa!
Andrò lo stesso a trovarla, grazie della risposta
signora.”
Se ne va ciondolando, seguito dallo sguardo da John.
“Ava ha fatto
colpo.”
“E allora?”
“Sarei curioso di
sapere cosa ne pensa Tom.”
Io alzo gli occhi
al cielo.
“Ne farebbe una
tragedia, quando non ce n’è bisogno.”
“Beh, ogni padre
è geloso della propria figlia.”
“E tu cosa ne
sai?”
Lui si gratta la testa pensoso.
“Beh, c’è una
cosa che io e Anne dobbiamo dirvi, ma non sapevano quale fosse
l’occasione
adatta.”
All’improvviso ha tutta la mia attenzione.
“Che cosa?”
“Beh, Anne è
incinta, quindi io sarò padre.”
Mi risponde con un sorriso che gli va da un orecchio
all’altro. Io lancio un
urlo – che attira l’attenzione di tutti su di noi
– e poi lo abbraccio con
foga, finendo per travolgerlo.
“Johnny, Anne! È
meraviglioso!
Sono tanto felice
per voi, di quanto sei?”
“Quattro mesi.”
Mi sorride lei radiosa, io do un’occhiata alla sua pancia ed
effettivamente è
un po’ ingrassata, non me ne ero mai accorta sia
perché non è stata molto al
castello, sia perché avevo altro a cui pensare.
“Dovremmo
festeggiare, ma vi fa niente aspettare che Ava sia uscita
dall’ospedale?”
“Non c’è
problema.”
Mi sorride Anne.
“Avrò il bambino
o la bambina qui, sarà strano.”
“Lo so, ma
purtroppo non possiamo fare diversamente.”
“Ehi, vi va di
fare un bagno?
Tu puoi farlo,
vero Anne?”
“Sì, sono
incinta, non malata.”
Ci alziamo tutti e tre e ci immergiamo nell’acqua dei
laghetti, è piacevolmente
tiepida, Anne lancia un gridolino di sorpresa e poi si lascia
trascinare dalla
corrente facendo il morto, io la imito presto con Johnny accanto.
“Sono felice per
te, Meyer.”
“Anche io sono felice e penso che ci volesse un po’
di felicità.”
“Hai ragione.”
Rispondo io,
cercando di rilassarmi grazie al massaggio naturale
dell’acqua, ho bisogno di
calma e di relax.
“Sei stata una
pazza ad affrontarla da sola.”
“Ma ce l’ho fatta, no? E poi anche Hen mi hai
aiutato.”
“Sia ringraziato il cielo.”
Risponde lui, io chiudo gli occhi e mi godo la carezza del sole sulla
mia
faccia.
Non voglio
pensare a nulla di particolare, solo che sono viva, che Ava
starà bene e che
anche Tom starà bene.
Sento una fitta
di nostalgia per la nostra casa di San Diego, la reprimo, è
inutile pensarci
ora, meglio godersi il sole.
Oggi, dopotutto è
una bella giornata, è inutile rovinarla con dei brutti
pensieri.