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Autore: Layla    28/11/2014    1 recensioni
“È un casino quando devi far combaciare la tua vita con quella di una perfetta estranea di cui hai i ricordi e tutto il resto. Non sono più io e non sono lei, non so chi sono.
So solo che ti amo disperatamente e che da qui riparte la mia vita.”
“Giusto e io ci sarò sempre e non mollerò mai.”
“E se non centreremo un obbiettivo ci riproveremo fino a riuscirci, se tu giochi la tua parte io giocherò la mia.”
Sorridiamo, lui strofina il suo naso contro il mio.
“Adesso dormiamo.”
Sì.”
Ci aspetta un nuovo giorno e una nuova vita e dovremo dare il cento per cento di noi stessi.

{Seguito di "Aliens exist"
Genere: Drammatico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tom DeLonge, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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15)Spiegazioni e festeggiamenti.

 
L’atmosfera che si crea dopo che qualcosa di importante è accaduto è incredibile, è un misto di diverse cose: stanchezza, senso di perdita, desiderio di risposte.
“L’altro l’avete già preso?”
Chiedo a mio fratello.
“Sì, è morto anche lui. Quando si è visto circondato ha preferito uccidersi.”
“Comprensibile.”
Mormoro stancamente.
“Credo che tu voglia delle risposte.”
“Sì, esatto. Io e Johnny vogliamo delle risposte.
Adesso lo chiamo.”
Non serve il cellulare, basta che lo chiami telepaticamente, lui risponde subito, preoccupato.
-Stai bene?-
È la prima cosa che mi chiede.
-Sì, è tutto a posto. Lascia pure Ava, ci sono spiegazioni che ci devono essere date.-
-Arrivo.-
“Ha detto che arriva.”
“Dove l’avevi mandato?”
“Da Ava, non volevo che qualcuno ci riprovasse.”
“Ottima pensata.”
“Grazie.”
Rispondo un po’ straniata.
“Sei sicura di stare bene?”
“No, non sto affatto bene.”
Lui mi sorregge galantemente e mi porta fuori dalla biblioteca, mi fa accomodare sul divano di un’ampia stanza e ordina che mi sia portata la mia tisana preferita.
“Mi dispiace di averti fatto preoccupare, ma volevo essere certo che anche Illen morisse.”
“Dunque sapevi tutto.”
“Non all’inizio, ma poi ho iniziato a mettere insieme i pezzi, ma aspettiamo Johnny per raccontare tutto.
È arrivata la tua tisana, bevila. Sembri averne bisogno.”
“Sì, grazie  Hen.”
La  bevo e il liquido caldo inizia ad ancorarmi un po’ meglio alla realtà e con un gemito di dolore mi accorgo che la schiena mi fa male, devo essermela scottata quando Naira è esplosa.
“Tutto bene?”
“Mi fa male la schiena, ma può aspettare.”
Venti minuti dopo arriva Johnny e si lancia sul divano.
“Ditemi tutto.”
Io gli racconto tutto su come ho eliminato Naira e lui mi fa i complimenti.
“Ti ricordi che avevamo affrontato un tizio con la sua stessa spada?
Mi sono limitata a fare la stessa cosa e ha funzionato, lei non ha nemmeno pensato a questa eventualità, riponeva troppa fiducia nella sua spada.”
“E adesso è il tuo turno, Hen.”
“Non avevo idea che fosse lei la colpevole fino a che non ho studiato a fondo il suo fascicolo e ho letto le sue connessioni con i ribelli di Ioria.
Ho capito subito che i suoi obbiettivi erano due, prima Jen e poi me. Era la sorella di Joel e voleva vendicarsi.”
“Come mai non hai agito prima?”
“Perché non avevo prove.”
Io sospiro.
“Noi le avevamo, avevamo visto i suoi complici, ma non avevamo il coraggio di dirti nulla. Tu eri suo marito e sembravi amarla molto.”
“Era solo una recita, volevo che rimanesse tranquilla e non sospettasse di me per poi eliminarla.”
“Come hai capito chi erano i  suoi complici?”
“Stamattina ho visto Illen e il vecchio. Mi sono ricordato di lui, perché io sono una delle poche persone ad averlo visto in faccia e a poterlo raccontare. Mi aveva rapito come prigioniero durante la guerra, ma non mi aveva riconosciuto, così quando i nostri gli sono arrivati alle calcagna ci ha semplicemente abbandonati.
Quando l’ho visto stamattina gli ho spedito dietro un drappello di soldati e mi hanno riferito che dopo essere fuggito si è ucciso.
Uno in meno, io ho seguito Illen. Ha cercato nella stanza di Jen e poi nella mia, senza trovare nessuno.”
“Allora lei deve avere cambiato piano all’ultimo minuto.”
“Probabile e lui non voleva lasciarla da sola. A un certo punto abbiamo sentito un’esplosione tremenda e lui è corso verso la biblioteca. Vi ho sentito parlare e lui ha sparato un colpo, ho deciso che non meritasse la possibilità di spararne un secondo e l’ho ucciso.”
“Quindi ora siamo al sicuro?”
“Sì, suppongo di sì. Ho cercato di capire se avessero altri complici, ma sembra che non ne avessero.”
“Non ne sarei così sicura, il vecchio potrebbe essersi ucciso per non dirti i loro nomi.”
“È possibile, ma ho messo sotto controllo alcune persone e se se ne andassero precipitosamente li faremo arrestare. Non credo ci proveranno ancora comunque.
Insieme abbiamo eliminato i capi.”
Io sorrido – mio malgrado – sembra che davvero la cosa sia finita e non importa che la mia schiena sia a pezzi.
“Adesso però, sorellina, devi andare in ospedale. La tua schiena è in pessime condizioni.”
Johnny lo guarda senza capire.
“Naira è esplosa e l’onda d’urto le è passata appena sopra la schiena, ha fatto un macello in biblioteca, non oso pensare alla sua schiena.”
“Va bene.”
Mi fa davvero male e mio fratello ha dannatamente ragione, così mi faccio scortare da lui e da Johnny in ospedale.
“Dannazione, più di metà della famiglia alloggia qui ormai.”
“Non preoccuparti e cura la tua schiena, non ci vorrà molto e per qualche giorno io e Anne ci prenderemo cura di Jonas.”
“Va bene.”
Mi ricoverano e cominciano a curarmi, il medico mi chiede se ho tentato di lanciare una bomba a mio marito, io rispondo con una strana risatina forzata. Non posso certo dirgli che recentemente ho fatto esplodere una persona o chiamerebbe il manicomio, non è proprio un hobby comune.
In ogni caso dopo le cure mi addormento, per svegliarmi un po’ più tardi: una figura veglia sul mio sonno, Tom.
“Ehi!”
Esclamo ancora assonnata.
“Ehi. È stato molto carino venirmi a trovare in ospedale.”
Io ridacchio.
“Ho pensato che questa casa di cura mi avrebbe fatto bene.”
Ridiamo ancora una volta insieme, poi il suo volto diventa serio.
“Cosa è successo?”
“Ho scoperto e ucciso una delle colpevoli di quello che è successo ad Ava, Hen ha tolto di mezzo gli altri.”
“Quindi adesso siete al sicuro?”
Io annuisco.
“Ne sono felice perché mi sono spaventato quando ho visto Johnny di guardia davanti alla camera di nostra figlia.”
“A proposito devo parlare con i medici e chiedere come va la vicenda dell’antidoto.”
“Anche io voglio saperlo, tu cosa ti sei combinata comunque?”
“Credo di essermi un po’ustionata la schiena, sai l’ho fatta esplodere.”
Tom inarca un sopracciglio.
“Chi?”
“Naira, la moglie di Hen, era lei la colpevole.”
“Tuo fratello dovrebbe scegliersi meglio una moglie.”
“Mi ha giurato che lo farà la prossima volta.
Tu come ti senti?”
“A pezzi. Il dottore ha detto che è normale nelle mie condizioni.”
Un lieve bussare interrompe la nostra conversazione: è un infermiera con il carrello.
“È ora di cena, signora DeLonge e lei, signor Delonge, dovrebbe tornare nella sua camera per lo stesso motivo.”
“Va bene. Ci vediamo dopo cena da Ava.
Chi si prenderà cura di Jonas?”
“Johnny e Anne.”
Lui annuisce e se ne va. L’infermiera inizia a servirmi la cena – pollo bollito con contorno di verdure, una mela, del prosciutto, pane e marmellata – poi mi sorride.
“Buon appetito.”
“Grazie.”
Lei se ne ve e io inizio a mangiare sospirando il mio pollo, che ha un’aria alquanto deprimente, come qualsiasi cibo servito in un ospedale.
Finita la cena, mi alzo e raggiungo la stanza di mia figlia, Tom e gli altri – incluso Jonas – sono già tutti lì.
“Buonasera!”
“Mamma!”
Il mio secondogenito mi salta in braccio.
“Stai bene,  mamma?
Tornerai presto?”
Mi chiede angosciato, io gli sorrido.
“In un paio di giorni, tesoro.
Qualcuno ha visto un dottore?”
Anne mi indica un uomo a qualche metro da noi, io lo raggiungo.
“Buonasera, sono la madre di Ava DeLonge, è lei che si occupa di mia figlia?”
Lui annuisce.
“Come sta?”
“Oh, è ancora in coma farmacologico, ma tra qualche giorno dovrebbe arrivare l’antidoto da Ioria e dovremmo riuscire a risvegliarla.”
Io rivolgo al dottore un largo sorriso.
“Grazie, lei mi sta dicendo una cosa bellissima.”
“Sono felice per lei.”
Ci salutiamo e torno dagli altri.
“Cosa dice?”
“Che probabilmente tra qualche giorno arriverà l’antidoto.”
Tutti sorridono sollevati per la notizia.
“Quindi tra poco la famiglia DeLonge sarà finalmente fuori da questo ospedale!”
Esclama felice Tom.
“Solo una parte.”
Il suo volto si scurisce.
“Già, solo una parte…”
Il suo tono è amaro, non gli piace stare qui e non posso dargli torto, ma purtroppo è necessario.
 

La mattina dopo mi dimettono, la mia schiena è completamente guarita e sono come nuova.
Johnny e Anne vengono a prendermi con Jonas, mio figlio mi salta al collo, felice.
“Sono felice che tu stia bene, mamma. Adesso deve solo svegliarsi anche Ava e … papà.”
“Piano piano li riavremo.
L’antidoto di Ava dovrebbe arrivare domani.”
Lui mi rivolge un piccolo sorriso e poi usciamo dall’ospedale: fuori è una meravigliosa giornata di primavera avanzata.
Il verde scintilla deciso nelle aiuole e nei giardini e c’è un leggero profumo di fiori nell’aria, mi chiedo come sia la primavera nei piani bassi della città.
“Secondo te quelli che vivono ai piani bassi della città vedono questa meraviglia?”
Chiedo a Johnny.
“No, non molto. Beh, solo la vegetazione, ma non c’è profumo di fiori.”
“Tu ci hai vissuto, vero?”
“Sì, ma non è il massimo. Adesso andiamo a palazzo, scommetto che sei affamata e Hen ha fatto preparare qualcosa per te.”
Io annuisco sovrappensiero.
“Come è stata giustificata la morte della regina?”
“Tuo fratello ha deciso di essere onesto con il popolo, adesso sanno tutti del complotto.
Sono sicuro che presto si troverà una nuova donna e sarà degna di governare questo pianeta.”
“Peggio di Naira non può essere.”
Arriviamo a palazzo e John mi conduce nella sala da pranzo, in effetti sul tavolo ci sono delle autentiche leccornie e c’è Hen che mi aspetta sulla porta.
Mi abbraccia forte.
“Grazie per aver salvato di nuovo questo pianeta, sarai ricordata nella storia di questo pianeta come una coraggiosa principessa.”
“E tu come un re saggio e illuminato.”
Lui sorride timido.
“Sei troppo gentile. Andiamo a mangiare.”
Ci sediamo a tavola e finiamo per ingozzarci, ora che sappiamo di non correre nessun pericolo mangiando.
È strano e soprattutto nessuno di noi sente la mancanza di Naira, è come se non fosse mai esistita, ormai è solo un dato da archiviare, un numero senza volto.
Provo un po’ di pietà per lei, malgrado tutto, ma ripensando a cosa ha fatto ad Ava sparisce del tutto.
Finito il pasto abbondante facciamo un giro per i giardini, solo Hen non si unisce a noi per via dei suoi impegni come re.
È una passeggiata piacevole, il giardino è in fiore e non si potrebbe chiedere di meglio per smaltire una colazione un po’ pesante.
“Mamma, questo pomeriggio posso andare alle pozze con i miei amici?”
Johnny si volta verso di noi, lasciando per un attimo la mano di Anne.
“Possiamo venire anche noi? Sono secoli che non ci vado.”
“Non ci sono problemi.”
Rispondo sorridendo.
Mi piace l’idea di una rimpatriata alle pozze e poi Anne potrà finalmente vederle, Jo gliene ha parlato spesso.
“Perfetto.”
Torniamo al castello, Hen ci saluta e ci chiede informazioni su Ava.
“Uhm, è in coma farmacologico, ma entro un paio di giorni dovrebbe arrivar l’antidoto. Oggi pomeriggio andremo alle pozze.”
Il suo sguardo si fa sognante.
“Come mi piacerebbe poterci andare…
Un paio d’ore dopo io, Johnny e Anne lo portiamo alle pozze. Anne rimane incantata dai due laghi naturali di acqua cristallina, circondati da delle rocce da un lato e dal prato dall’altro.
Noi ci sediamo sul prato, Jonas invece corre a cercare i suoi amici. Decidiamo di prendere il sole e dopo un po’ vedo un ragazzino con i rasta neri che si avvicina. È uno degli amici di Ava, ma non mi ricordo il suo nome.
“Buongiorno.”
Saluta educato.
“Ciao, tu sei uno degli amici di Ava, vero?”
Lui annuisce.
“Mi chiamo Rat e vorrei sapere come mai non viene più alle pozze.”
Io scambio un’occhiata con John.
“Ha mangiato qualcosa che le ha fatto male e ora è all’ospedale, domani il suo antidoto sarà pronto e penso che tra qualche giorno sarà a casa.”
La sua faccia diventa istantaneamente preoccupata.
“Non rischia di morire,vero?”
“No, tranquillo. La rivedrai presto.”
Lui abbassa lo sguardo e smuove l’erba con i piedi.
“Posso andare a trovarla?”
“Se i tuoi genitori non hanno nulla in contrario per me non ci sono problemi, non so se ti può sentire, però.”
“Oh, beh, non importa!
Andrò lo stesso a trovarla, grazie della risposta signora.”
Se ne va ciondolando, seguito dallo sguardo da John.
“Ava ha fatto colpo.”
“E allora?”
“Sarei curioso di sapere cosa ne pensa Tom.”
Io alzo gli occhi al cielo.
“Ne farebbe una tragedia, quando non ce n’è bisogno.”
“Beh, ogni padre è geloso della propria figlia.”
“E tu cosa ne sai?”
Lui si gratta la testa pensoso.
“Beh, c’è una cosa che io e Anne dobbiamo dirvi, ma non sapevano quale fosse l’occasione adatta.”
All’improvviso ha tutta la mia attenzione.
“Che cosa?”
“Beh, Anne è incinta, quindi io sarò padre.”
Mi risponde con un sorriso che gli va da un orecchio all’altro. Io lancio un urlo – che attira l’attenzione di tutti su di noi – e poi lo abbraccio con foga, finendo per travolgerlo.
“Johnny, Anne! È meraviglioso!
Sono tanto felice per voi, di quanto sei?”
“Quattro mesi.”
Mi sorride lei radiosa, io do un’occhiata alla sua pancia ed effettivamente è un po’ ingrassata, non me ne ero mai accorta sia perché non è stata molto al castello, sia perché avevo altro a cui pensare.
“Dovremmo festeggiare, ma vi fa niente aspettare che Ava sia uscita dall’ospedale?”
“Non c’è problema.”
Mi sorride Anne.
“Avrò il bambino o la bambina qui, sarà strano.”
“Lo so, ma purtroppo non possiamo fare diversamente.”
“Ehi, vi va di fare un bagno?
Tu puoi farlo, vero Anne?”
“Sì, sono incinta, non malata.”
Ci alziamo tutti e tre e ci immergiamo nell’acqua dei laghetti, è piacevolmente tiepida, Anne lancia un gridolino di sorpresa e poi si lascia trascinare dalla corrente facendo il morto, io la imito presto con Johnny accanto.
“Sono felice per te, Meyer.”
“Anche io sono felice e penso che ci volesse un po’ di felicità.”
“Hai ragione.”
Rispondo io, cercando di rilassarmi grazie al massaggio naturale dell’acqua, ho bisogno di calma e di relax.
“Sei stata una pazza ad affrontarla da sola.”
“Ma ce l’ho fatta, no? E poi anche Hen mi hai aiutato.”
“Sia ringraziato il cielo.”
Risponde lui, io chiudo gli occhi e mi godo la carezza del sole sulla mia faccia.
Non voglio pensare a nulla di particolare, solo che sono viva, che Ava starà bene e che anche Tom starà bene.
Sento una fitta di nostalgia per la nostra casa di San Diego, la reprimo, è inutile pensarci ora, meglio godersi il sole.
Oggi, dopotutto è una bella giornata, è inutile rovinarla con dei brutti pensieri.

 

   
 
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