Questa è Berk.
Un'isola circondata da rigogliose montagne di ghiaccio galleggiante per sei mesi l'anno, e spazzata da freddi venti salmastri per altri sei mesi.
Qui la vita è dura, ma noi vichinghi sappiamo adattarci. Viviamo di pesca, di caccia, e di quel poco che l'agricoltura ci dà.
Abbiamo anche molto tempo libero. Cosa facciamo? Dalle altre parti si passeggia, si chiacchiera con gli amici, si vanno a trovare i parenti.
Noi, invece, cavalchiamo i Draghi!

(Dal diario di Hiccup Horrendous Haddock III)

L'estate era alle porte, a Berk.
La vita, parzialmente addormentata durante il lungo periodo invernale, riprese piano piano, approfittando del fatto che le giornate si stavano allungando e l'aria era più mite.
Con la bella stagione riprendevano anche le visite di rappresentanza di Stoick agli altri capotribù dell'arcipelago, visite durante i quali si riallacciavano rapporti, si firmavano trattati di pace e si creavano preziose alleanze.
Ed era quello che il grosso omone si stava apprestando a fare, al porto.
Mentre alcuni dei suoi uomini preparavano la nave, il Capo dava le ultime dritte al figlio Hiccup e all'amico Skarakkio, a cui aveva affidato il compito di occuparsi dell'isola in sua assenza.
"Non ti preoccupare, papà" lo rassicurò Hiccup, all'ennesima raccomandazione "Ci occuperemo noi di tutto, ora vai."
"Mh, bene." concluse Stoick, salendo sulla nave "Ci vediamo tra un mese, allora."
Hiccup e Skarakkio lo salutarono, mentre la nave prendeva il largo, poi salirono in paese. Il ragazzo si guardò intorno, prima di saltare in groppa al suo fido Sdentato.
"Devo andare all'Accademia." disse "Sperando che non siano successi guai in mia assenza."
"Va bene, giovanotto." annuì Skarakkio "Ci vediamo stasera."
Il ragazzo allora spronò il drago e si diresse all'Accademia.
Da lontano sembrava tutto tranquillo, o quasi. I draghi erano raccolti in un angolo, in attesa di ordini, mentre i Cavalieri erano al centro, raccolti in gruppo. Il giovane scese ancora e sentì chiaramente le urla eccitate dei gemelli; che avevano combinato stavolta? Decise di entrare nell'Arena per scoprire cosa stava succedendo, e, appena fuori, riuscì finalmente a capire una parte dei discorsi.
"Vai, Astrid!" urlava Testa di Tufo, eccitato "Spezzagli il braccio! Grande!"
"Sì! un pugno in faccia!" continuava Testa Bruta "Grandioso, ragazza!"
Hiccup capì cosa stesse succedendo: era l'ennesima lite tra Astrid e Moccicoso, probabilmente dovuta all'ennesima avances del ragazzo. Fece atterrare Sdentato e corse verso il gruppo, poi afferrò Astrid e la separò dal moro.
"Calmati, Astrid!" la ammonì, senza mollarla "Si può sapere cosa succede?"
"Io non lo sopporto più!" esclamò la giovane "Non lo vuole proprio capire che non mi metterei con lui neanche se fosse l'ultimo uomo sulla faccia della terra!"
"Oh, andiamo!" rispose Moccicoso, pulendosi i vestiti dalla polvere "Non può mica restare zitella per sempre... le sto offrendo l'opportunità di avere il migliore sulla piazza!"
"Moccicoso, taci!" ordinò il castano, prendendo meglio la ragazza, che cercava ancora di liberarsi per picchiare l'altro, e facendo un passo indietro "Ora, mio padre mi ha affidato la gestione del villaggio, e poiché non posso stare dietro a queste baruffe, vedete di darvi tutti una calmata e comportatevi da persone civili, ho bisogno di tutto l'aiuto possibile per il compito assegnatomi, chiaro?!"
Si fece improvvisamente silenzio. Tutti si calmarono di colpo, il tono del giovane era serio, e quando era così dovevano ascoltarlo. Astrid si rilassò, girandosi verso di lui, così Hiccup la mollò e guardò gli altri, uno per uno.
"Bene, ora tornate a casa e datevi una calmata! domani vi voglio tutti pronti al lavoro!" disse, infine.
I ragazzi andarono via, a testa bassa. Hiccup era stato abbastanza chiaro: non voleva baruffe, quindi decisero di non farlo arrabbiare ulteriormente e eseguire gli ordini.
All'Accademia restarono solo Hiccup e Astrid. La ragazza sospirò, esasperata, e andò a sedersi in un angolo; il giovane si sedette accanto a lei e la guardò, preoccupato.
"Astrid, che ti prende?" domandò, preoccupato.
"Quella mezza tacca di Moccicoso non lo sopporto più!" esclamò la giovane, portandosi le mani alla testa "Continua a provarci con me, non vuole capire che non voglio avere nulla a che fare con lui!"
"Hai provato a dirglielo?" chiese ancora il giovane.
"Ho provato di tutto! Mi sono persino inventata di avere già un ragazzo, ma nulla..." rispose Astrid, sospirando lamentosa.
"Oh, beh, suppongo che abbia mangiato la foglia, quando ti sei inventata questa cosa." disse Hiccup, sorridendo "Siamo un paese piccolo, se dici qualcosa del genere senza fornire le prove, tutti sapranno che stai raccontando balle, dal momento che ci conosciamo tutti. Dal momento che non ti hanno mai visto con nessuno, allora anche Moccicoso non ha creduto alla cosa."
"Oh, Sacri Dei..." borbottò la giovane "E dove lo trovo ora un ragazzo che stia al gioco?"
Hiccup le posò una mano sulla spalla, rassicurante.
"Dai, magari mio cugino si calmerà da solo..." disse.
Astrid sembrò avere una folgorazione e fissò l'amico, con un'espressione diabolica dipinta in volto.
"Ma certo! perché non ci ho pensato prima?!" esclamò.