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Autore: Sel_OdF    29/11/2014    2 recensioni
Il regolamento dice di scrivere una trama, non sono brava in queste cose; non so mai cosa dire potrei partire col dirvi che la soria parla di Ace, di Ace e della sua vita, delle sue gioie e delle sue paure e di come una ragazza gli abbia cambiato la vita o di come lui l'abbia cambiata a lei, questo dipende dai punti di vista. Magari non è una novità, lo so ma l'ho scritta col cuore perchè non accetto che con la sua morte il sangue del Re dei Pirati smetta di vivere e di scorrazzare per i mari. Sel
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law
Note: Lemon, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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2- Pirati...

Porto la colazione alla camera 403. "Grazie mille! Sei la prima che mantiene quello che dice! -esclama la più gentile, poi aggiunge- Ti hanno fatto qualcosa?"
"Chi mi ha fatto qualcosa?"
Mi ha preso alla sprovvista, stavo pensando al moro della 314. Caspita se è carino, anche il biondo non era mica male però quelle lentiggini non le batte nessuno. La verità è che sono entrambi molto simpatici, non capisco perchè dovrei avere paura di loro.
"Come chi?! -esclama quella che prima era la più scorbutica- I due della 314!"
"No, non mi hanno fatto nulla; anzi mi sembrano due ragazzi simpatici..."
Rimango vaga, non dico loro che li trovo anche molto carini, soprattutto il moro.
Loro, compra l'infermiera, per tutta risposta fanno una faccia strana: un misto tra lo stupito e il disgusto.
"Vabbe io finisco il giro. Ci vediamo dopo."

Arrivo in cucina e la cuoca mi lancia sul vassoio un cornetto appena sfornato.
"Ecco, questa è l'ultima! E non metterci tre ore, devi anche ritirare i piatti sporchi!"
Faccio roteare gli occhi. "Si, va bene!"
Scorgo mia madre di ritorno con il vassoio vuoto e il biglietto delle ordinazioni in mano, mi sorride e prima di dirigermi verso l'ultima camera ricambio il sorriso.
Tornando verso la cucina con il primo vassoio di piatti sporchi trovo Jinny sule scale.
"Come sta andando il primo giorno?"
Sorrido. "Direi abbastanza bene."
"Ho sentito che ti sei fatta amica Yuno."
La guardo perlplessa. "Ehm... Chi sarebbe Yuno?"
"La donna più scorbutica della 403."
"Ah okay, si più o meno. Le ho solo portat la colazione in fretta come le avevo promesso."
"Ora si aspetta che tutti i giorni la servirai per prima!"
"E' quello che ho intenzione di fare."
"Per caso sai chi ha servito la stanza 314?" Chiede preoccupata.
"Sì. -mi guarda come se mi stesse chiedendo chi?- Io..."
Ha la bocca spalancata e balbetta. "Co-com'è andata?"
Alzo un sopraciglio e la guardo. "Ehm... Bene!? -tira un sospiro di solievo- Non capisco perchè siete tutti così intimoriti dagli inquilini di quella stanza!"
Nel frattempo siamo arrivate alla cucuina. "Ma come?! Non hai visto che..."
Viene interrotta bruscamente dalla cuoca.
"Ciarlate poco voi due e muovete il culo! Finite di portare i piatti che poi li lavate!"
"Non li deve lavare lei?!" Chiedo perplesa, la simpatica cuoca scoppia in una risata e Jinny sbuffa.
"No, cara! Il mi orario di lavoro è finito!" Afferma guardando l'orologio appeso al muro.
"Manca ancora mezz'ora!" Replico indignata.
"Ciao ragazze, ci vediamo all'ora di pranzo. Buon lavoro!" dice appendeno felice il grembiule. Guardo Jinny sperando in un suo aiuto ma lei scuote la mano. "Lascia perdere. Muoviamoci, così riusciamo a sistemare le tue cose in camera e a conoscerci meglio." Mi sorride e ci avviamo verso le scale.
Ci ritroviamo in cucina con l'ultimo vassoio.
"Hai finito?" Mi chiede.
"No, mi manca la 314. Vado e torno."
"Vuoi che venga con te?"
"Se vuoi."

Arrivate alla porta busso. "Chi è?" chiede Ace.
"Sono io."
"Io chi?"
"Quella che ti ha tir..." Non finisco la frase perchè la porta si apre.
"Avanti, cara!" dice con un sorriso.
"Grazie"
"Ma prego!"
"Marco?"
"Marco dovrebbe arrivare, era uscito un secondo sul terrazzo. Eccolo!"
"Ciao Kira. -saluta il biondo- Sei venuta a sapere perchè avresti dovuto gridare?"
"Si, anche per quello."
Finisco di mettere le tazze sul vassoio. Jinny non ha mosso un piede oltre la porta. Marco mi porta via il vassoio dalle mani e lo appoggia sul tavolo.
"Di solito le altre urlano perchè noi siamo pirati." afferma tranquillo.
"E non siamo pirati qualunque. -aggiunge orgoglioso Ace- Noi siamo i comandanti della prima, lui, e della seconda, io, divisione della flotta dei pirati di Barba Bianca che è anche uno di Quattro Imperatori."
Ecco, ora capisco perchè i loro tatuaggi e i loro nomi non mi erano nuovi. Alla parola "pirati" mi sono venute in mente tutto quello che mi diceva mio zio:
"I pirati sono tutti dei bastardi, sporchi assassini e ladri! Non sono degni di vivere e di arricchirsi in una società giusta come la nostra! Dovrebbero essere sterminati, cancellati dalla faccia della terra! Sono solo feccia che inquina il mondo! Tuo padre... Ah se tuo padre fosse qui..."

Poi le parole della nonna:
"Ogni persona è diversa da tutte le altre, ha i suoi pregi e i suoi difetti; non è importante la razza, la classe sociale, la provenienza e il sangue che ci scorre nelle vene. Tutti, a modo loro, sono speciali e rendono il mondo in cui viviamo bellissimo, non fa nessuna differenza essere un pirata, un soldato della marina o un civile, siamo tutti speciali e degni di vivere in questo mondo. Ricodatelo piccola mia."

"Ti prego, non urlare." chiede Marco, scuoto la testa, non ho intenzione di farlo; sono rimasta scioccata da questa notizia, fatico a realizzare che sono pirati. Ace si avvicina e mi mette le mani sulle spalle. "Noi siamo diversi dagli altri. -ci guardiamo negli occhi- Lascia che ti dimostri che non sono come gli altri, cioè che non siamo come gli altri." Continuo a fissarlo, io non lo so; non sono mai stata brava a scegliere, mi sento sempre a disagio per paura di ferire qualcuno. Da un lato lo zio e dall'altro la nonna. Sono confusa, forse questo ragazzo mi piace anche, in fondo ed è un pirata; ah no, aspetta: un comandante! Grandioso... "Io... Boh..."
"Io... Boh..."?! Ma cosa stai dicendo!? Boh è l'unica cosa che riesci a dire, Kira?! Dovresti dirgli tutt'altro non "boh"!
Si avvicina di più. "Per favore, dammi questa opportunità. Solo per questa volta: fidati."
"E' vero, mi costa ammetterlo ma... ha ragione. Almeno tu non giudicarci senza neanche conoscerci." aggiunge Marco. I miei occhi non si scollano da quelli del moro; annuisco, non ho più dubbi.
"Si, va bene."
Le labbra di Ace si aprono in un sorriso. "Grazie!" mi abbraccia e io ricambio sorridendo.
"Va bene -mi stacco da Ace- torno al mio lavoro, non voglio rischiare di dormire per strada!"
"Sono contento che anche tu non sei come gli altri!" afferma Marco.
 "Mi avete preso per una di quelle persone fatte con lo stampino!?"
Ridiamo, solo dopo mi ricordo che c'è Jinny sulla porta.
"Che scema! Scusate. -mi batto una mano sulla fronte- Lei è Jinny, la mia "collega". Jinny, loro sono  Marco ed Ace."
"Piacere di conoscerti."
La vedo titubante. "Il piacere è mio..."
"Allora ci vedimo." dice Ace.
"Sì, certo. Ah, mi stavo dimenticando: cosa volete per pranzo?"
E' Marco a rispondere. "Non ci siamo per pranzo, non credo che facciamo in tempo. Al limite se ci siamo vi facciamo sapere!"
"Okay"

Mentre laviamo i piatti Ginevra, detta Jinny, non spiaccica una parola neanche per sbaglio, da quel poco che la conosco mi ha dato l'idea di una ragazza che parla sempre e non sta mai zitta; molto probabilmente ora c'è qualcosa che la turba o è arrabiata.
"C'è qualcosa che non va?" le chiedo titubante. Al massimo mi manda a quel paese.
"Tu dici?! -è un po' alterata- Ti sei appena fatta convincere da quel pirata!"
"A me non sembrano cattivi."
"Io comunque non mi fido di quei due..."
"Fa' come ti pare. Io ho deciso, ho fatto la mia scelta. Comunque loro hanno girato il mondo, hanno visto un sacco di isole, animali strani, piante. Hanno visto sorgere e tramontare il sole in posti meravigliosi, hanno guardato le stelle brillare nel cielo senza che niente ofuscasse la loro bellezza. Loro, solo loro, possono raccontarmi tutto questo, le avventure che hanno vissuto, che vorrei vivere... Invece siamo bloccate su queste due zolle di terra buttate a caso in mezzo all'oceano con due villaggi in croce, tra l'altro tutti uguali."
Ha smesso di sciacquare i piatti e mi sta ascoltando.
"Vorresti imbarcarti e girare il mondo?!"
"Si, sarebbe il mio sogno, ma non ne ho mai parlato con nessuno e poi mia madre non vuole che parli del mare, di navi, di viaggi, di uomini di mare."
"Perchè?"
"Non ne ho idea, me ne era venuta in proposito ma la verità è che non ho abbastanza informazioni." Sorrido amaramente e lancio uno sguardo nella sua direzione.
"Tuo padre cosa dice?"
"Non dice niente. Io non ho un padre..."
"Mi spiace. E' morto?"
"Non credo, non mi hanno mai detto nulla al suo riguardo; so che mio a zio,il fratello di mia nonna, non andava molto a genio. Ho sempre pensato, forse sperato, fosse un pirata o comunque un uomo di mare, uno che viaggia insomma. Ti immagini? Sarebbe troppo bello!!"
Si volta verso di me con occhi fiduciosi.
"Magari Ace e Marco lo conoscono. Dovresti chiederglielo..."
"Non so neanche come si chiama."
"Però non sono mica brutti, anzi direi carini, molto carini!"
"Chi?"
Ci guardiamo. "Come chi?! I 314! -vede la mia faccia perplessa- Sveglia, Kira! I pirati della 314! Ace e Marco, il moro e il biondo!"
"Ah loro! Sì, molto carini. Soprattutto "il moro"!"
Ridiamo mentre continuo a passare lo stesso piatto con la spugna da poco meno di cinque minuti, una voce ci interrompe. "Ancora un po' che strofini quel piatto si consuma!"
Sobbalziamo, mi volto di scatto. "Ace!"
"Sì, in persona!" sorride divertito.
"Da-da quanto sei qui?" Balbetto.
"Abbastanza da sapere che ti piacerebbe girare il mondo... e capire che non ti sono indifferente!" Afferma sfiorandomi con l'indice il naso che io puntualmente arriccio acquistando un leggero colore rosso sulle guance.
"Beh?! Che ci fai qui?"
"Volevo dirti una cosa..."
"Dimmi."
"No!"
"Perchè no?!"
"Perchè sei impegnata, te lo dico dopo..." dice portandosi le mani dietro la nuca e chiudendo gli occhi per poi aprirne uno affinchè possa sbirciare la mia reazione.
"Okay, come ti pare..." Lo guardo di sottecchi.
"Quindi non ti interessa quello che devo dirti!" Abbassa le braccia offeso.
"Non ho detto questo... -passo un piattino a Jinny- Al contrario di quello che pensi mi interessa sì quello che hai da dirmi, sei tu che non me lo vuoi dire!"
Brontola qualcosa che non capisco e poi la indica con un cenno dle mento. Chiamalo stupido il ragazzo...
"Jinny, vai pure. Finisco io di asciugare i piatti, ti raggiungo subito." Le sorrido.
"Eh? Ah, ops! Ti aspetto in camera!" mi fa l'occhiolino e se ne va.
Ace prende anche lui un asciugamano e comincia ad asciugare le tazze.
Prendo coraggio. "Cosa volevi dirmi?"
"Noi oggi a pranzo non ci siamo."
"Questo lo so..."
"Aspetta, fammi finire. Se vuoi, stasera, quando hai finito il giro puoi venire da me, cioè noi. Così se vuoi sapere qualcosa di particolare..." Mi sorride nervoso.
"D'accordo. Se vengo dopo le nove va bene??"
"Si, si. Anche prima se puoi."
"No, prima non posso. Devo mangiare anch'io e volevo stare un poco con mia madre."
"Ah si, mi sembra giusto. -sorride di nuovo- Mi ha reso davvero felice che tu mi abbia dato la possibilità di conoscerci meglio e che stasera hai accettato di venire."
Siamo entrambi un po' in imbarazzo, le guance hanno preso nuovamente quel leggero rossore di poco fa.

"Tesoro, va tutto bene? Ho visto Jinny andare in stanza credevo che anche tu avessi finito... -mia madre entra in cucina- Pensavo fossi sola."
"Va tutto bene, mamma. -le sorrido- Lui è Ace."
"Ah sì, Ace... Ace?! Ace Pugno di Fuoco?!" sgrana gli occhi.
"E' una brava persona. Non è come diceva lo zio!" Cosa stai dicendo?! E' una brava persona?! Ma se neanche lo conosci!
"Non metto in dubbio tuttto questo; i non lo conosco, non ho il diritto di giudicarlo. Ma lui, lui è un pirata, un uomo di mare, uno che viaggia. Un uomo che gira il mondo, uno che... che non ha una casa se non il mare stesso, non ha una famiglia e se anche avesse tutto questo l'ha abbandonato! Non sa neanche che volto ha sua figlia, se sta bene... se è ancora viva dopo tutto quello che è successo!"
Si è seduta su sedia, ha lo sguardo fisso nel vuoto e gli occhi lucidi. Io mi inginocchio vicino a lei mentre Ace le prende un bicchiere d'acqua. "Tenga."
"Ma'... ti-ti riferisci a papà?" le chiedo titubante.
"Grazie, ragazzo. -beve- No, non mi riferisco a tuo padre."
Lancio uno sguardo ad Ace, ha intuito la mia domanda. "A chi si riferisce allora?"
"All'uomo che amo ancora ma che vorrei, dovrei, odiare. Torno al bancone, magari Zaira ha bisogno con gli altri clienti. -si alza- Ti voglio bene bambina mia, non dimenticarlo." Mi dà un bacio sulla fronte e se ne va come se non fosse successo nulla. Sto per fermarla ma Ace ferma me. "Aspetta. Lasciale un po' di tempo, quando sarà pronta ti dirà tutto."
Ho solo voglia di prendere a pugni qualcuno. "Aspettare... Dovrei aspettare?! Sono sedici anni che aspetto! SEDICI annni!"
"Beh, almeno sai che è ancora vivo. -lo guardo con gli occhi lucidi dalla rabbia- Dai, ora non piangere. Vedrai che un giorno lo incontrerai." Mi sorride fiducioso appoggiandomi una mano sulla spalla. Annuisco e lo ringrazio.
"Ace... Dobbiamo andare." E' Marco.
"Sì, arrivo... -torna a rivolgersi a me- Devo andare... Ci vediamo stasera. Se ti va possiamo parlare di uo padre..." viene interrotto da Marco. "Ace!"
"Arrivo!" Lo vedo esitare.
"Vai, ci vediamo stasera. Non avrò una caduta emotiva per così poco. Lo giuro"
Annuisce. "A stasera allora!"
"Ciao Kira!" mi saluta Marco.
Sono appena usciti dalla cucina quando sento il biondo chiedere "Cosa le hai fatto?"
"Assolutamente niente! Sta così per un'altra cosa..."
"Okay. Mi è simpatica."
"Già anche a me."
"Solo simpatica?!" lo prende in giro.
"Finiscila, Testa d'Ananas! E' lì in cucina, magari ti sente! Scemo..." poi Marco replica nuovamente ma non riesco a sentire.
Quindi neanche io gli sono indifferente... Beh mi sembra quasi logico altrimenti non mi avrebbe chiesto di andare da lui...
Forse Jinny ha ragione, forse loro sanno chi è mio padre. Però non so neanche il suo nome... Sicuramente ha i capelli neri e sono ricci o mossi, perchè mia madre ha i capelli biondi e lisci e io neri e mossi perciò avrò preso da lui, anche perchè tutti i parenti che ho conosciuto hanno o avevano i capelli chiari e la maggior parte lisci, a parte mia cugina che aveva un cespuglio al posto dei capelli.


Ho passato il giorno a riordinare la mia roba in stanza, molto probabilmente sarà la nostra nuova casa finchè non troveremo una sistemazione migliore, a servire le stanze e lavare la cucina con Jinny.
Non vedo l'ora che siano le nove, ogni secondo guardo l'orologio. Nove meno cinque, mancano solo cinque minuti; deciso di andare, busso, questa  volta la porta si apre subito.
"Buonasera!" mi sooride.
"Permesso. - mi guardo intorno e non vedo Marco- Marco non c'è?"
"No, è fuori. Voleveva fare un giro al villaggio."
"Ah okay. Tutto bene oggi?"
"Si si, tutto a posto... Ti va di andare sul balcone? Si vede il mare."
Annuisco, ci spostiamo sul terrazzo: si vede i mare come ha detto, è bellissimo, calmo. La luce della lune e delle stelle si riflette in esso.
"E' stupendo!" mormoro estasiata.
"Già. In mare aperto è ancora più bello. Vedi tutte le luci che ci sono sulla costa?"
"Sì, sono le case e i negozi."
"Ecco, loro rovinano un po' l'effetto finale. Nell'oceano non ci sono e le stelle si vedono molto meglio!"
"E' come quando sei in una stradina deserta di campagna in mezzo al nulla...?"
Scuote la testa. "Ni. Più o meno l'idea è quella. -ci sediamo sulla panchina- Per caso sai dove posso trovare un negozio che vende delle batterie per i lumacofonini qui in paese?"
"Non ne ho idea... Io non sono di qui."
"Da dove vieni?"
"Dalla costa dell'isola opposta a questa. Vivevo in piccolo villaggio con pochi abitanti."
"Posso chiederti perchè ve ne sieta andate?"
"Lo hai già fatto -gli sorrido- E' stato praticamente distrutto due anni fa, messo a ferro e fuoco da alcuni pirati."
"Ora capisco l'avversione tua e di tua madre verso i pirati."
"Beh sì. Ma non è una vera e propria avversione altrimenti non sarei qui, non credi?!"
"Giusto, è sopravvissuto qualcuno oltre a voi?"
"Sì, altre persone. Però se ti riferisci alla mia famiglia nessuno. Mia nonna e suo fratello erano ormai troppo vecchi e mia cugina era troppo piccala, non sono riusciti a scappare" alzo le spalle.
"Mi spiace -risponde Ace realmente dispiaciuto- Ma, come vedi, non tutti i pirati sono così... Io infatti sono bello, attraente, affascinante ed assolutamente irresistibile"
Ho sorriso, per una volta dopo tanto tempo non mi sento fuori posto; mi sento serena, libera, come se potessi fare qualsiasi cosa. Lui, è lui che mi fa sentire così. Non lo conosco da tanto, forse non lo conosco proprio, eppure è come se lo conoscessi da una vita.
"Sei anche molto modesto, mi dicon    o!" lo prendo in giro.
"Sì, certo! E' una delle mie più grandi qualità!" ridiamo.
"Bene. Ora vado a dormire, ho un po' sonno. Domani devo anche alzarmi presto..." sbuffo: non mi è mai piaciuto alzarmi presto.
"Come mai devi alzarti presto?"
"Mi stai prendendo in giro?!"
"Ahahahah! No."
"Che scemo! -gli do una leggera spinta sulla spalla- Se non mi alzo io chi ti porta la colazione domani?!"
Fa una faccia scandalizzata "No! Verrà una delle solite galline urlanti!"
Ridiamo di nuovo, ci avviamo verso la porta-finestra quando mi ferma.
"Mi fa piacere che tu mi abbia dato questa possibilità -sto per dirgli che me lo ha già detto ma mi appaggia un dito sulle labbra- lo so che te l'ho gia detto, ma ci tenevo a ricordartelo... e so che può sembrare strano ma..."
Ha spostato la mano sulla mia guancia, avvicina il suo volto al  mio, le nostre labbra sono a un soffio le une dalle altre; non so cosa provo per lui, in fin dei conti lo conosco solo da questa mattina. Quando sono con lui posso dire e fare quello che voglio, sento che posso essere me stessa, con lui posso confidarmi; lui non mi giudica per ciò che sono. Manca pochissimo spazio, ci stiamo guardando negli occhi, sembrano due pozzi neri; sono bellissimi...

"Ace, sei sul terrazzo?! -Marco ha appena richiuso la porta- Sono tornato! Ho anche comprato le batterie per il lumacofonino, così domani chiamiamo papà e lo aggiorniamo!"
Ace fa roteare gli occhi "Scusalo..." sussurra, io guardo da un'altra parte, ci siamo allontanati.
"Senti, Kira è venuta? Di cosa avete parlato? L'hai salutata da parte mia? -continua imperterrito il suo monologo- Scusa ma se vieni dentro non è meglio?! Così parliamo come due persone normali ed evitiamo agli altri di far sapere i fatti nostri!"
Aspetta invano che Ace gli risponda "Scusalo..."
Gli sorrido "Tranquillo... Però dovresti rispondergli..."
"Allora vuoi entrare o no?! -mette la testa fuori dalla porta-finestra- Ah... Scusate... Non credevo che fossi ancora qui" il suo volto è inespressivo, come al solito, il nervosismo lo si coglie solo dalla voce. Il moro si passa una mano tra i capelli e guarda a terra, sono io a rispondergli.
"Ho notato... Non è succeso niente... Io me ne stavo andamdo... Buonanotte ragazzi!"
"Buonanotte e scusa ancora" dice Marco.

Arrivo nella stanza che divido con Jinny "Com'è andata?" chiede ansiosa
"Ti racconto domani, ora ho molto sonno. Notte." metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte sbadigliando, mi addormento pensando a tutto quello che è successo oggi, sono davvero contenta.





ANGOLETTO AUTRICE:

Non ho molto da dire: ringrazio chi ha letto e chi ha recensito e scusatemi se qui i lumacofonini hanno le batterie, non credo che nell'originale le abbiano...
CERCHERO' di aggiornare a intervalli di tempo abbastanza regolari. NON VI ASSICURO NIENTE!
A presto, baciux Sel
  
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