Ho chiuso il mio
cuore in un segreto.
Tu sei il
ragazzo sbagliato.
Ma solo tu hai
la chiave.
(Uno Splendido Disastro)
LA
RIVOLTA CONTINUA
Il
fuoco scoppiettava pigramente quel pomeriggio di giugno, mentre
osservavo imperterrita quelle fiamme scarlatte, quasi sperando che
quella
visione mi avrebbe portato consiglio.
Erano
passati tre mesi da quando i mezzosangue erano scappati, e da
allora la situazione era precipitata rovinosamente.
I
Carrow avevano iniziato a sfogare la loro rabbia sui pochi studenti
rimasti, arrabbiati per essersi lasciati sfuggire i mezzosangue, e
oltraggiati
perché i membri delle tre case erano rimasti ad Hogwarts
nonostante tutto,
quasi a rinfacciargli il nostro orgoglio e la nostra resistenza.
Osservai
la Sala Comune vuota, dove avevo passato i momenti più belli
della mia vita, ma anche quelli più brutti e rovinosi.
Un
amaro sorriso m’incurvò le labbra rosee, mentre un
solo e unico
pensiero si formava nella mia mente:
Non
è lo stesso
senza Neville…
Da
quando Amycus lo aveva visto in viso, Neville si era rinchiuso
nella Stanza delle Necessità insieme ad altri ragazzi che
erano stati visti dai
membri della Squadra D’Inquisizione mentre tentavano di far
scappare i nati
babbani.
Avevo
silenziosamente accettato la loro scelta, in quanto anche la
sottoscritta avrebbe fatto la stessa cosa, ma avevo tentato di far
cambiare
idea a Neville.
Il
ragazzo, però, era stato irremovibile, e adesso sentivo nel
mio
cuore le conseguenze di quella scelta.
Osservai
con la gola arida quella che una volta era la Sala Comune dai
colori splendenti, dove le musiche per una vittoria di Quidditch si
sentivano
fino a Diagon Alley.
Non
è rimasto più
niente di quei tempi…
Pensai,
e più lo facevo, più sentivo della rabbia mista a
tristezza
iniziare a scuotermi il cuore.
Mi
guardai intorno, non potendo fare a meno di sentire la mancanza dei
ragazzi che stavano pranzando, ma più di tutti mi mancavano
i suoi abbracci…
Osservavo
la pioggia scendere giù dal cielo plumbeo, e
m’immaginai
come sarebbe accoccolarsi contro il suo petto caldo, davanti un camino
acceso e
una cioccolata calda.
Se
chiudevo gli occhi, mi sembrava quasi di sentire il suo fiato caldo
e la sua pelle liscia e vellutata carezzarmi le spalle.
Ma
quando li riaprivo, non potevo fare a meno di provare sconsolazione
nei miei stessi confronti: eravamo nati sotto contraria stella, questo
si
sapeva, ma preferivo vivere un amore proibito-ma
sconvolgente e bellissimo-che limitarmi ad una relazione
monotona.
I
miei pensieri furono interrotti da un fascio di luce blu, ormai
familiare, che giunse davanti alla sottoscritta, fermandosi in una posa
dignitosa ma immensamente stanca.
-Porto
brutte notizie, Ginevra…-
Disse
la donnola con la voce di mio padre, al che la osservai con
enorme spavento misto a determinazione, e mi sistemai con la schiena
retta.
-Alcuni
informatori ci hanno detto che il Signore Oscuro attaccherà
Hogwarts domani mattina: probabilmente vuole salvare qualcosa che si
trova
all’interno delle mura e che è di estrema
importanza…ma cosa? Questo proprio
non lo sappiamo! Sono molto preoccupato, Ginny. Se il Signore Oscuro
vuole proteggere
quest’oggetto, vuol dire che questo deve avere un valore
molto importante,
forse decisivo! Noi Auror ci metteremo molto ad arrivare, figlia mia!
Ho paura
per te: non voglio che tu combatta. Non potrei sopportare di perderti!
Tentate
di nascondere qualsiasi oggetto che possa avere qualche valore,
difendete
Hogwarts con le muraglie magiche, ma non-fateli-vincere! Avverti
tutti…buona
fortuna, amore mio…-
La
donnola sparì come fumo, lasciandomi interdetta e spaventata
su
quella poltrona che, fino a pochi minuti fa, aveva ospitato pensieri
tutt’altro
che combattivi.
In
un millesimo di secondo mi ritrovai a scattare dalla poltrona,
entrando nella mia camera come una furia e aprendo un baule con tutti i
maglioni che la mamma mi aveva cucito.
Li
tolsi velocemente, prendendo in mano un galeone che si trovava alla
fine del baule, e vi scrissi sopra poche ma effimere parole.
Da
quando l’E.S. era di nuovo completo, avevamo iniziato ad
usare
nuovamente i galeoni per comunicare tra di noi, ringraziando quel genio
di
Hermione che ci aveva reso la vita molto più semplice.
Sul
galeone avevo scritto d’incontrarci tutti nella Stanza delle
Necessità in quel preciso momento, per discutere di cose
molto importanti.
Sospirai,
voltandomi a osservare il cielo squartato dai fulmini,
mentre nella mia mente si formava un’unica consapevolezza: il
momento che
stavamo aspettando era giunto!
Forse
non si trattava di una battaglia vera e propria, ma almeno
avremmo avuto l’opportunità di scoprire qualcosa
in più sul misterioso oggetto cui
Lord Voldemort teneva.
Forse
è proprio
quest’oggetto la chiave di tutto…
Mi
ritrovai a pensare, sentendomi ancor più determinata nel
voler
andare fino in fondo a quella faccenda: dovessi rimetterci la mia
stessa vita!
I
miei pensieri furono interrotti da un improvviso ticchettio vicino
alla finestra, che mi fece trasalire con un ansito spaventato.
Mi
ritrovai a osservare con occhi sgranati il magnifico esemplare di
falco che rizzava le penne da fuori la finestra, completamente fradicio
e con
lo sguardo che sembrava emanare fulmini.
Mentre
mi avvicinai a lui, mi venne in mente che anche Draco-facendo
parte dei mangiamorte di Lord
Voldemort-doveva sapere qualcosa su questa faccenda, peccato
che nei nostri
incontri notturni non mi avesse mai detto niente.
Aprii
la finestra, permettendo al falco di entrare, ma questo
tentò di
beccarmi con fare piccato, alzando la zampetta con fare pomposo e
elegante che
mi fece soltanto storcere il naso.
Slegai
lentamente il cordoncino della pergamena, stringendo la sua
zampetta più del dovuto solo per il gusto di togliergli
quell’espressione da
“pennuto regale”.
-Giuro
che uno di questi giorni ti faccio arrosto!-
Sussurrai
a pochi centimetri dal suo becco, per poi lasciarlo volare
via, mentre srotolavo la pergamena con una certa urgenza, preoccupata
per
Malfoy.
Al
solito posto a mezzanotte: devo parlarti di cose importanti.
Solo
questo c’era scritto sul foglietto, e si poteva indubbiamente
notare la calligrafia un po’ storta e grossolana, segno che
Malfoy aveva
scritto in fretta quel biglietto, senza curarsi
dell’ortografia o di mettere la
firma.
Deglutii
a fatica, sentendo il cuore accelerare i battiti e la
preoccupazione impossessarsi di me: avevo paura per lui!
Se
mai ci fosse stato uno scontro qui a Hogwarts, Draco poteva venir
ferito o cose del genere…non perché non mi
fidassi delle sue doti di mago,
piuttosto perché-da certe situazioni-era
già molto uscirne vivi.
Scossi
la testa, imponendomi di mettere da parte tutti quei pensieri
negativi, per poi scendere di corsa le scale, afferrando un mantello a
caso e
fiondandomi fuori dalla Sala Comune.
Ero
quasi certa che Draco avrebbe voluto avvisarmi circa i nuovi
sviluppi del piano del Signore Oscuro, ma il solo pensiero mi faceva
nascere un
moto d’agitazione e paura incontrollabile.
Decisi
che quel pomeriggio mi sarei concentrata solo ed esclusivamente
sui nuovi sviluppi-insieme all’E.S.-tentando
di concentrarmi il meno possibile sul pensiero di Malfoy,
chissà dove, alla
mercé di un mostro.
In
breve tempo arrivai nella Stanza delle Necessità, e mi
ritrovai a
chiudere la porta con un lieve tonfo, mentre questa scompariva alle mie
spalle.
Cercai
con lo sguardo la familiare figura di Neville, e lo trovai
seduto su uno dei letti con il galeone tra le mani, mentre leggeva
attentamente
le parole riportate.
Mi
avvicinai lentamente a lui, ignorando gli altri ragazzi che
gironzolavano per la stanza e che-come
lui-si stavano nascondendo dalla furia dei Carrow.
Il
ragazzo era così preso dalla lettura che non udì
i miei passi, e
quando alzò il volto, vidi le sue pupille ristringersi per
la sorpresa e la
preoccupazione.
Mi
sedetti al suo fianco, sentendo l’impulso di sorridergli, ma
in un
momento del genere non mi ricordai nemmeno del movimento dei muscoli
per
dissimulare un sorriso.
-Di
cosa si tratta?-
Mi
domandò, al che mi tolsi il mantello e lo ripiegai,
poggiandolo
alla fine del letto, per poi tornare a osservarlo con un sospiro.
-Meglio
aspettare che arrivino gli altri…-
Sussurrai,
volgendo lo sguardo al grande portone che si apriva man
mano che gli studenti arrivavano, ma si vedeva lontano un miglio che
mancavano
altre tre dozzine di persone all’appello, anche se-dopo l’addio dei nati babbani-il
nostro numero era diminuito.
-Guardarmi,
Ginny…-
Mi
sussurrò Neville con tono fermo ma allo stesso tempo dolce,
al che
mi volsi a guardarlo, e notai nei suoi occhi uno scintillio diverso:
capii fin
da subito che la sua prossima domanda non centrava niente con il motivo
per la
quale li avevo convocati.
-A
chi si riferiva Theo, la sera che scapparono i mezzosangue?-
Quella
domanda mi cadde addosso come un macigno, mentre davanti agli
occhi rivedevo il momento in cui Theo e Blaise mi avevano salvata dal
pugnale
di Amycus, accennando alla promessa che avevano fatto al loro migliore
amico:
c’era anche Neville con noi.
Deglutii
a fatica, tentando di dissimulare un atteggiamento noncurante
e indifferente.
-Non
so di cosa stai parlando…-
-Ginny,
smettila di giocare alla piccola attrice. Sono tre mesi che
questa domanda mi tormenta e, sinceramente, ne temo la risposta, ma
voglio
ugualmente saperla!-
Esordì
il giovane, facendomi rimanere immobile e con il respiro rado,
realmente indecisa sul da farsi.
Leggevo
negli occhi del ragazzo tutta la determinazione a voler sapere
la verità, che-probabilmente-aveva
già
intuito, ma voleva un’ulteriore conferma da parte della
sottoscritta.
Abbassai
la testa, sentendomi a disagio proprio come quando dovetti
ammettere con Harry di essere innamorata di Malfoy.
-Ginny…di
chi parlavano?-
Mi
domandò nuovamente, afferrandomi delicatamente per il mento
e
facendomi specchiare nei suoi occhi blu che tentavano di scavare nei
miei.
-…Draco…-
Sussurrai
con un filo di voce, dando vita a quelli che erano i suoi
timori, e distinsi le sue iridi tremare, per poi emettere un verso di
disappunto,
abbassando lo sguardo e scuotendo la testa.
Lo
osservai per qualche secondo, aspettandomi una sua reazione, ma
persi le speranze quando il ragazzo distolse lo sguardo con mani
tremanti: lo
avevo deluso…
Come
biasimarlo?
Mi
domandai, con un sorrisetto amaro a incurvarmi le labbra, ma non
potevo farci niente se mi ero innamorata della persona sbagliata.
Io
andavo fiera del mio amore per lui, anche se in un mondo ingiusto
quel sentimento tra di noi non era concepibile.
Mi
alzai quando mi resi conto che erano arrivati tutti i membri
dell’E.S. e con un grande sospiro-e
un
ultimo sguardo in direzione di Neville-li feci disporre
circolarmente.
-Silenzio,
ragazzi!-
Dissi
loro, al che gli studenti si zittirono all’istante,
osservandomi
con un misto tra paura e preoccupazione per il motivo urgente che mi
aveva
spinto a chiamarli.
-Vi
ho fatti venire qui per parlare delle ultime novità che mi
sono
state date dall’Ordine della Fenice…purtroppo non
ho buone notizie. Pare che il
Signore Oscuro sia alla ricerca di qualcosa: qualcosa che si trova qui
ad
Hogwarts!-
A
quelle parole, alcune ragazze emisero degli ansiti spaventati, e
l’aria stessa sembrò farsi più pesante,
tanto che feci fatica a parlare.
-Mi
è giunta la notizia che il Signore Oscuro
attaccherà Hogwarts
domani!-
Proferii
tutto d’un fiato, mentre alcuni ansiti ed urli si levavano
dagli studenti; altri si limitarono ad osservarmi con i sensi
all’erta.
-Gli
Auror non faranno in tempo ad arrivare sul posto: faranno qualche
minuto di ritardo. Il nostro scopo è quello di respingere
Voldemort, o
quantomeno di impedirgli di raggiungere il suo obbiettivo-
Il
brusio circostante continuava a crescere, e molti studenti si
stavano scambiando delle occhiate loquaci, oppure parlottavano
animatamente.
-E
quale sarebbe il suo obbiettivo?-
Chiese
un ragazzo di colore dei Corvonero, alzando la mano, al che
tutti zittirono per ascoltare la risposta.
-Non
lo sappiamo. E’ proprio questo il punto: se
quest’oggetto ha
portato Lord Voldemort fino a noi, vuol dire che si tratta di qualcosa
fondamentale per il suo piano! Se gli impediremo di prenderlo
rovineremo anche
tutti i suoi progetti…-
Spiegai,
al che i ragazzi annuirono convinti, seppur timorosi, e mi
resi conto che provare paura in una situazione del genere era
più che consono.
Ma
non potevamo permetterci d’avere paura: quella poteva essere
l’ultima chance per il nostro mondo, l’ultima
opportunità di scacciare il male
e riconquistare la nostra libertà.
Non
possiamo
sbagliare…
-Sentite,
so che molti di voi non hanno intenzione di combattere. E’
normale. Chi è che non avrebbe paura di una cosa del genere?
Siamo giovani
studenti e non siamo mai stati preparati per questo, ma se si tratta
della
differenza tra libertà e
schiavitù…beh…non ho dubbi sul fatto
che voglio
combattere! Se morirò lo farò con
l’onore di una donna libera e la
consapevolezza di aver fatto tutto ciò che è in
mio potere per garantire la
vita alle generazioni future. Ognuno di noi ha delle paure dentro di
sé, solo
che non tutti ci fanno caso. Loro non vinceranno mai, perché
noi saremo sempre
più forti, in qualsiasi circostanza! Non dobbiamo cadere,
troveremo sempre un
motivo per andare avanti, e per infondere speranza anche quando
è difficile.
Combattete per i vostri valori, difendete la vostra dignità,
ma non sentitevi
mai soli in quest’impresa perché non lo siete.
Nessuno si salva da solo, e noi
siamo qui per salvarci!-
Avevo
esposto tutto ciò che pensavo, tutti i pensieri
più reconditi
della mia persona, il motivo per cui avevo combattuto fino a quel
momento, e
seppi che avevo raggiunto il mio scopo quando tutti alzarono le braccia
al
vento, urlando la parola “libertà!”.
Mi
sentii soddisfatta, quasi commossa, per aver riacceso in loro
quella speranza che sembrava essersi spenta, e un lieve sorriso
m’incurvò le
labbra.
Vedevo
i lori sorrisi e le loro espressioni determinate e libere, non
riuscendo a credere che tra meno di ventiquattro ore, quegli stessi
sorrisi
potevano morire per sempre.
Ma
era meglio far morire un sorriso al presente, per farne formare
molti di più in futuro…
Sì,
questa è la
cosa giusta…
Mi
dissi, sospirando a pieni polmoni e percependo tutta la
determinazione nel voler raggiungere il mio obiettivo, anche a costo di
ricorrere all’unica parte della mia mente che non riuscivo a
controllare: La
Signora dei Draghi.
-Che
cosa faremo domani, Ginny? Qual è il nostro piano
d’attacco?-
-Dobbiamo
avvertire la McGranitt?-
Una
serie di domande iniziarono a spuntare da tutte le parti, e fui
felice di sapere che i ragazzi avevano intenzione di combattere sul
serio.
-No!-
Urlò
Neville per farsi sentire, facendomi trasalire, mentre mi voltavo
in sua direzione, non riuscendo a reprimere un lieve ansito per quello
che ci
eravamo detti poco fa.
-Che
nessuno avverta la McGranitt. Probabilmente i Carrow hanno messo
sotto controllo anche il suo ufficio-
Esordì
il ragazzo, al che annuii, convinta che la sua frase aveva un
fondo di verità, e sarebbe stato meglio rispettarne la
decisione.
-E
allora che si fa?-
Chiese
Seamus, molto intrigato dalla cosa e pronto a difendere la
nostra scuola, al che riflettei attentamente sulle sue parole, e tentai
di
pensare a un egregio piano d’azione.
-Per
prima cosa, questo pomeriggio dovrete comportarvi come se niente
fosse! Nel frattempo, i ragazzi che si sono rifugiati nella Stanza
delle
Necessità dovranno preparare tutto l’occorrente
per le pozioni che medicheranno
eventuali feriti. Il resto dovrà dirigersi in biblioteca,
alla ricerca di
adeguati incantesimi per difendere la nostra scuola. Avvertiremo il
resto dei
professori quando sarà il momento, ma
non-fatevi-beccare-dai-Carrow!-
Esclamai,
al che i ragazzi annuirono con enfasi, decisi più che mai a
difendere ciò che rimaneva della scuola più bella
e fiorente di tutto il regno
magico.
-Potremmo
ritrovarci tutti nella Stanza delle Necessità quando
sarà il
momento, per definire gli ultimi dettagli in base alla tattica di
Voldemort-
Propose
Terry, al che annuii con enfasi, mentre un largo sorriso
m’incurvava le labbra, e un pendolo appeso alla parete
schioccava le tre in
punto.
-E’
già passata un’ora…sarà
meglio rientrare prima che i Carrow si
accorgano della nostra assenza…-
Disse
un ragazzo di Tassorosso, e ogni membro della sala annuì in
silenzio, mentre i ragazzi si dirigevano lentamente verso il portone,
per uscire.
Sospirai,
sentendo uno sguardo molto conosciuto che mi stava
perforando la schiena, e-voltandomi-notai
gli occhi torvi e apprensivi di Neville che mi osservavano
silenziosamente.
Rimasi
a guardarlo per qualche secondo, quasi aspettandomi una
qualsiasi reazione da parte sua dopo la scoperta della mia relazione
con
Malfoy, ma il giovane non mosse un muscolo.
Sospirai,
rassegnatami all’idea d’averlo deluso, e mossi dei
passi in
direzione del portone per lasciare quella stanza il più in
fretta possibile.
Trasalii
quando, invece, sentii la pressione salda di una mano contro
il mio polso, e alzando il viso mi specchiai nelle iridi di Neville,
più chiare
del solito.
Sospirai,
immaginando già l’argomento della nostra
discussione prima
ancora che il ragazzo desse voce a quei pensieri.
-Da
quando ti ho vista dopo le vacanze Natalizie, ho subito capito che
in te qualcosa era cambiato. Lo riconoscevo dai tuoi occhi, che erano
tornati
del loro colore naturale. All’inizio non ci ho dato peso,
perché ero certo che
qualsiasi fosse la causa di quel cambiamento, tu stavi bene, ed era
questo ciò
che m’importava. Poi, però, è cambiato
qualcosa: frequenti i Serpeverdi, loro
ti rispettano e non t’insultano, il che è tutto
dire…-
Iniziò
il ragazzo, facendomi sospirare, mentre mi accomodavo
lentamente su una sedia, ascoltando con attenzione il suo discorso,
mentre il
giovane Grifondoro rimaneva in piedi.
Lo
sentii sospirare, come se fosse stanco di tutto ciò che
stava
succedendo, e desiderasse solo far scomparire ogni pensiero con uno
schiocco
della mano.
-E’
stato lui a farti fuggire da Malfoy Manor?-
Mi
chiese, al che abbassai lo sguardo sul pavimento, ma alla fine
annuii osservandolo negli occhi con fermezza e dignità.
Mi
sarei aspettata qualsiasi cosa in quel momento: una sgridata, una
ramanzina, delle spiegazioni, ma mai ciò che successe in
seguito.
Un
lieve sorriso incurvò le labbra di Neville, e notai
chiaramente le
sue spalle rilassarsi, mentre ne studiavo il profilo con fare confuso,
specie
quando mi tese la mano.
-Se
lui ha davvero rischiato la sua vita per te, e ti rende felice,
allora hai tutto il mio appoggio…-
Sussurrò
il ragazzo, lasciandomi basita e interdetta su quella sedia,
con l’espressione di chi è certo d’aver
sentito male.
Quando
vidi il suo sorriso puro e autentico, non potei fare a meno di
sorridere con fare incredulo -all’inizio-,
per poi scoppiare in una fragorosa risata, gettandogli le braccia al
collo.
-Oh,
Neville, grazie! Non hai idea di quanto significhi per me…-
Gli
sussurrai, stringendolo forte a me con gli occhi chiusi, mentre il
moro ricambiava l’abbraccio con una risata sinceramente
divertita.
-E
va bene, Ginny. Hai reso il concetto. Ma non aspettarti alcun tipo
di clemenza nei suoi confronti: solo perché ho accettato la
vostra relazione,
non significa che ho accettato lui!-
Esordì
il ragazzo con tono severo ma anche divertito, al che sciolsi
l’abbraccio e lo osservai con un sorriso grato per
ciò che aveva fatto.
-Grazie,
Neville…-
Gli
dissi, osservandolo negli occhi, e riconoscendo in essi tutto il
bene che mi voleva, e che era senz’altro ricambiato.
Il
ragazzo mi osservò per qualche istante, carezzandomi i
contorni del
viso con delicatezza, e ripercorrendo con la memoria tutto il tempo che
avevamo
passato insieme, come fratello e sorella.
Ma
all’alba del nuovo giorno, la nostra vita sarebbe stata in
pericolo, e quello poteva essere l’ultimo momento che
passavamo da soli.
Non
c’erano parole che riassumevano il nostro legame,
perché la nostra
amicizia poteva solo essere vissuta.
Il
giovane mi lasciò un tenero bacio sulla fronte, mentre
sorridevo
sbarazzina come una bambina che si sentiva coccolata e adorata dal suo
fratellone.
Fratellone…Ron…
Mi
ritrovai inevitabilmente a pensare, ma mi costrinsi a ritornare con
i piedi per terra quando capii che era il momento di andarmene per
prepararmi
alla battaglia del giorno dopo.
Il
moro mi rivolse un ultimo sorriso tirato, mentre lo salutavo con un
grosso bacio, e a passo spedito uscii dalla Stanza delle
Necessità per
dirigermi nella Sala Comune.
C’è
ancora una
persona che devo vedere…
***************************************************************************************
Quella
sera, il cielo non era mai stato così bello: pieno di stelle
che brillavano alte nel cielo, con una luna così grande e
immacolata che era
impossibile non passare ore a osservarla.
Peccato
che tra
meno di 24 ore, il cielo si tingerà di rosso…
Pensai
amaramente, abbassando lo sguardo sul pavimento e
concentrandomi sull’odore di muffa e il suono di alcune
goccioline d’acqua che
cadevano contro il pavimento in pietra.
Osservai
il quadro del Barone Sanguinario, mentre alzava
orgogliosamente il mento, e mi portai le braccia al petto quando sentii
un
leggero freddino.
Trasalii
quando sentii un rumore, e l’attimo dopo la parete in pietra
scivolò su se stessa, rivelando l’entrata per la
stanza da letto di Malfoy.
Una
figura vestita di nero, con il cappuccio a coprirgli il volto, si
fece avanti, e dovetti ammettere che per un attimo ne ebbi una gran
paura.
La
figura si osservò intorno, e quando notò la
sottoscritta, mi venne
incontro con ampie falcate, fino a prendermi per il polso con presa
ferrea e un
po’ brusca.
Non
feci resistenza quando mi portò velocemente nella sua
camera,
chiudendo rapidamente la parete in pietra e togliendosi il mantello.
Osservai
i suoi capelli biondi, mentre il ragazzo scuoteva la testa
per il calore che il cappuccio doveva fargli, mentre gettava in un
angolo il
mantello scuro.
Lo
osservai, imponendomi ancora una volta di non concentrarmi sui suoi
bellissimi occhi che avevano-sul mio
sistema nervoso-il potere di un cobra ingannatore.
Dovevo
sapere di cosa voleva parlarmi, e se non mi avesse detto nulla
sul piano del Signore Oscuro, mi sarei arrabbiata sul serio.
Il
ragazzo si avvicinò rapidamente a me con espressione
determinata e
irremovibile, quasi volesse dirmi qualcosa di vitale importanza.
Quando
aprì bocca per parlare, però, i suoi occhi
vacillarono, e
indugiarono qualche secondo sul mio sguardo, il mio viso e le mie
labbra.
L’attimo
dopo, queste furono dolcemente sigillate dalle sue, che ne
disegnarono il contorno in uno spasmodico bisogno di ritrovare
nuovamente quel
contatto che tanto aveva agognato.
Chiusi
gli occhi, lasciandomi dolcemente avvolgere dalle sue braccia e
assaporando le sue labbra in un bacio tenero e innamorato, come non ne
avevo
mai ricevuti.
C’era
qualcosa di diverso dal solito contatto di labbra, qualcosa che
ora come non mai stava prendendo il sopravvento: paura.
Paura
di svegliarsi e non trovare più l’altro al nostro
fianco, che
sorrideva per darci il buongiorno.
Paura
di ritrovarsi da un momento all’altro a piangere su una
fredda
lapide in pietra.
Tremai
tra le sue braccia, sentendo il mio corpo irrigidirsi e
congelarsi al contempo, trovando in quel bacio l’unica fonte
di calore.
Ci
staccammo lentamente, mentre il biondo sospirava come se si fosse
appena liberato, per poi poggiare stancamente la fronte sulla mia.
-Cosa
succede, Draco?-
Gli
domandai con voce dolce, al che il ragazzo sorrise appena, senza
muoversi da quella posizione, ma aumentando la pressione delle sue
braccia
intorno al mio corpo.
-Il
Signore Oscuro attaccherà Hogwarts…-
Sussurrò
piano, mentre sentivo un peso enorme dissolversi come fumo, e
non potei fare a meno di sorridere leggermente nella consapevolezza che
la
lealtà di Malfoy andava molto più a me, che al
suo Signore.
-Sì,
lo so…-
Gli
risposi, al che il biondino aprì gli occhi di scatto,
osservandomi
in viso con espressione sorpresa, eppure i suoi occhi non sembravano
così
stupiti della risposta.
-Come
lo sai?-
-Tutto
l’Ordine della Fenice lo sa. Tutto l’E.S. ne
è a
conoscenza…anche se non so chi ha avvertito
l’Ordine…-
Gli
dissi, al che il ragazzo annuì con fare pensieroso, e
sembrava
stesse facendo una grande fatica a trattenere un sorriso, ma non diedi
tanto
peso alla cosa.
-Bene…allora
saprai anche che non combatterai domani…-
Continuò
il biondino con sguardo lampeggiante e l’espressione di chi
sa esattamente ciò che dice, mentre la sottoscritta rimaneva
immobile per
qualche secondo.
Quando
mi resi conto che il giovane non stava affatto scherzando,
scossi la testa con forza, allontanandomi da lui come se il suo corpo
fosse una
fonte di pericolo.
-Come
scusa?!-
Urlai
quasi, stringendo i pugni lungo i fianchi e faticando a
trattenere la rabbia, mentre il mio sguardo emanava fulmini, ma il
ragazzo non
sembrò avvedersene.
Lo
sentii sospirare con un vago sorrisetto, quasi si fosse aspettato
quell’esatta reazione, per poi tornare a guardarmi con le
braccia all’altezza
del petto, la testa inclinata d’un lato e quel suo sorrisetto
strafottente che
tanto mi dava sui nervi.
-Hai
sentito bene, bambolina, tu-non-combatterai!-
Mi
disse con una calma spaventosa, specie se messa a confronto con il
mio volto che sembra un vulcano pronto a esplodere.
-Non
sei tu a dover decidere!-
-Tu
appartieni a me, ed io non ti permetterò di prendere parte
alla
guerra!-
Esordì
con voce più alta del dovuto e gli occhi lampeggianti,
mentre
nel suo tono di voce distinguevo una sfumatura più
autoritaria e decisa, come
se si fosse appena rivolto a uno dei suoi elfi domestici.
Ringhiai
per la rabbia a quell’esclamazione, trattenendomi a stento
dallo spaccargli la faccia e iniziando a camminare per la stanza come
un
animale in gabbia.
-Io
appartengo solo a me stessa!-
Urlai,
serrando i pugni e rivolgendogli uno sguardo di fuoco, al che
il ragazzo mi si avvicinò con rapide falcate, fino ad
afferrarmi le braccia,
avvicinando il mio viso rabbioso al suo.
-Tu
appartieni a me da quando hai accettato di essere la mia donna! E
credimi se ti dico che domani non combatterai!-
Disse
alzando la voce, anche se non era ancora al mio livello, e a
quelle parole mi sentii avvampare ancora di più, mentre la
presa che esercitava
sulle mie braccia aumentava notevolmente.
-Non
puoi decidere per me!-
-TU
NON PARTECIPERAI! A COSTO DI LEGARTI, IMBAVAGLIARTI E SCORTARTI
PERSONALMENTE FUORI DI QUI!-
-PERCHE’?-
-PERCHE’
NON POSSO PERDERTI ANCORA!-
Urlò
infine, scuotendomi con forza e dando voce alla sua paura
interiore, mentre rimanevo immobile e sconvolta tra le sue braccia.
Il
giovane sospirò sconfitto, poiché non era
riuscito a tenere per sé
le sue motivazioni, e-secondo la sua
logica contorta-ammettere le proprie paure corrispondeva al
mostrarsi
debole.
Scossi
la testa con un verso di rimprovero nei miei stessi confronti:
come avevo fatto a non capirlo prima?
Una
persona sola, giudicata e condannata come Malfoy tentava solo di
proteggere i pochi affetti che gli erano rimasti, utilizzando-naturalmente-i suoi modi di fare bizzosi
e autoritari.
Mi
avvicinai a lui, -la mia
rabbia sfumata come fumo-e alzai una mano fino alla sua gota,
carezzando
delicatamente la pelle fredda del suo viso.
-Non
posso rimanere a guardare mentre tutti gli altri lottano per i
miei stessi valori. Io sono fatta così, Draco…e
se proprio devo morire…voglio
farlo combattendo…-
Gli
dissi, al che vidi gli occhi del ragazzo lampeggiare, e la
mascella serrarsi duramente, come se stesse facendo una grossa fatica
nell’evitare di dibattere.
Poi,
però, sembrò capire le mie motivazioni, ma non
fece nessun tipo
di cenno, il che mi fece comprendere che-nonostante
accettasse la mia decisione-non aveva nessuna intenzione di
darmi la sua
approvazione.
Deglutii,
osservando attentamente i suoi lineamenti e li impressi
nella mia memoria: nel mio cuore pregavo solo di rivederlo ancora.
Quella
sarebbe stata l’ultima notte che avremmo passato insieme,
all’alba di un giorno fatto di guerra e sangue, in cui si
sarebbe deciso
l’esito della storia, ma-a
prescindere da
chi avrebbe vinto-il nostro amore sarebbe finito quella notte.
E
noi non potevamo fare niente, se non rimanere in silenzio a
osservare il nostro castello sgretolarsi sotto la gelida mano della
realtà.
-E’
stato bello…-
Sussurrai,
con la voce rotta dalle lacrime che stavo tentando di
trattenere, ma più pensavo al nostro imminente addio, e
più sentivo il cuore
attanagliarsi e il respiro mozzarsi in gola.
Il
ragazzo inclinò la testa d’un lato con fare
interrogativo, ma
quando alzai lo sguardo al suo volto, sembrò capire il
motivo di tanto dolore.
-E’
stato bello vivere questo sogno con te…-
Gli
dissi, al che il ragazzo sospirò pesantemente, scuotendo la
testa
e prendendomi il viso tra le mani, mentre mi rivolgeva uno sguardo
così serio
che quasi non riuscii a riconoscerlo.
-Non
è un sogno, Ginevra. Questa è realtà.
Il nostro amore è realtà!-
Mi
disse, mentre rimanevo senza fiato quando notai la determinazione
che rispecchiavano i suoi occhi, e le lacrime iniziarono a rigarmi il
volto
senza che potessi impedirlo.
Mi
sentivo commossa ed emozionata, e desideravo solo dimenticare la
realtà dei fatti per qualche ora, beandomi della sua
presenza in una notte
satura di stelle e un’alba piena d’incertezze.
Il
ragazzo posò dolcemente le sue labbra sulle mie,
disegnandone il
contorno come se volesse imprimere nella sua mente la morbidezza delle
mie
labbra.
-Per
stanotte tutto sarà reale…-
Mi
sussurrò con voce tornata melliflua e maliziosa, al che
sorrisi
contro le sue labbra: quello era il mio Draco!
Il
giovane mi prese in braccio con delicatezza e attenzione,
avvicinandosi al letto matrimoniale e facendomi delicatamente affondare
nel
morbido materasso dalle coperte verdi.
Mi
sentii schiacciare dal suo peso, mentre le sue labbra bruciavano
sulle mie senza fretta, semplicemente godendosi il momento.
Ci
svestimmo lentamente, scoprendo ogni anfratto di pelle e
carezzandolo come qualcosa di fragile, da proteggere dalla cattiveria
del
mondo.
Sentivo
le lenzuola argentate sfiorarmi delicatamente la pelle nuda,
provocandomi un leggero solletico, mentre affondavo le mani nei capelli
biondi
di Malfoy.
E
in quel momento desiderai solo che il tempo si fermasse per sempre,
che il sole non sorgesse mai su quelle montagne tinte di rosso.
Volevo
che la luna regnasse, illuminando il cielo con il suo candore
immenso, senza far diradare le ombre che da sempre avevano accolto il
nostro
amore.
Ormai
la stanza era pregna di gemiti e sospiri, non quelli strappati
in pieno piacere, bensì unici appigli per ricordarci che
eravamo ancora
insieme.
I
baci sfumavano sulla pelle e sulle labbra, marchiandola prima
dell’imminente giorno in cui tutto sarebbe finito.
Quando
le emozioni si riversarono in tutta la loro intensità,
inarcai
la schiena, gettando la testa all’indietro e tentando
inutilmente di riprendere
respiro.
Le
mie braccia accolsero devotamente il corpo sfinito del ragazzo,
che-nonostante la stanchezza-continuò
a baciare la pelle sensibile del braccio e delle spalle.
-Draco…-
Tremula
ne sussurrai il nome, tenendo stretto a me l’uomo che amavo e
provando l’istinto di non sciogliere mai più
quell’abbraccio.
Il
giovane dal respiro ansante mi osservò negli occhi, per poi
posare
nuovamente le labbra sulle mie, in un bacio casto e innamorato.
Rimanemmo
abbracciati quella notte, accogliendo insieme quella nuova
minaccia che sarebbe stata fatale.
Per
troppo tempo c’eravamo rinchiusi all’interno di
quella bolla di
sapone, dove nessuno era contro il nostro amore, e nessuno ci impediva
di stare
insieme.
Ma
il confine tra sogni e realtà era sottile, e noi
l’avevamo appena
attraversato…LA RIVOLTA CONTINUA.
To
be continued…
Bounjour a tout le monde!
Oggi mi sento molto
francese…se non si è notato! XD Mi
sembra solo ieri il giorno in cui avevo iniziato questa ff e mi
chiedevo quale
finale assegnarle. Poi, però, mi rimproverando, pensando che
c’era ancora un
mucchio di tempo a disposizione. Adesso…è
così strano dire che manca un solo
capitolo alla fine! T.T Come già detto, non
scriverò l’epilogo perché con esso
mi sembra quasi di dire addio ai vecchi personaggi. Avrete sicuramente
notato
le varie modifiche che ho apportato alla trama della Rowling. In questa
fanfic.
ho deciso di far sapere ad Hogwarts dell’imminente guerra. Ho
anche lasciato un
piccolissimo indizio che verrà svelato nel prossimo
capitolo, ma dubito che
siate riusciti a coglierlo ;). Draco ha davvero tanta paura di perdere
Ginny:
tutti i suoi affetti gli sono stati portati via…tenta solo
di proteggere ciò
che resta dei suoi affetti. Ginny anche teme per Malfoy, ma sa che lui
è molto
abile con la magia e se la caverà senza troppi problemi.
Spero che il capitolo
vi sia piaciuto! Un bacio a tutti,
Bimba
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