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Autore: bimbabest99    30/11/2014    2 recensioni
La storia di due giovani nati da due famiglie diverse in contrasto tra loro: Weasley e Malfoy. Ginevra Weasley, cresciuta in una famiglia consapevole dei veri valori della vita, seppur non molto benestante. Draco Malfoy, cresciuto in una famiglia di nobili purosangue, circondato da malvagità e ipocrisia, dove ogni persona è costretta ad attaccare per non essere attaccata. La storia inizia con il quinto anno di Ginny Weasley, cioè il sesto libro. E’ raccontata in prima persona da quest’ultima, gli eventi INIZIALI seguiranno la trama della Rowling, ma a partire dalla fine del sesto libro saranno modificate. Buona lettura!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Ho chiuso il mio cuore in un segreto.

Tu sei il ragazzo sbagliato.

Ma solo tu hai la chiave.

(Uno Splendido Disastro)

LA RIVOLTA CONTINUA

                             
Il fuoco scoppiettava pigramente quel pomeriggio di giugno, mentre osservavo imperterrita quelle fiamme scarlatte, quasi sperando che quella visione mi avrebbe portato consiglio.

Erano passati tre mesi da quando i mezzosangue erano scappati, e da allora la situazione era precipitata rovinosamente.

I Carrow avevano iniziato a sfogare la loro rabbia sui pochi studenti rimasti, arrabbiati per essersi lasciati sfuggire i mezzosangue, e oltraggiati perché i membri delle tre case erano rimasti ad Hogwarts nonostante tutto, quasi a rinfacciargli il nostro orgoglio e la nostra resistenza.

Osservai la Sala Comune vuota, dove avevo passato i momenti più belli della mia vita, ma anche quelli più brutti e rovinosi.

Un amaro sorriso m’incurvò le labbra rosee, mentre un solo e unico pensiero si formava nella mia mente:

Non è lo stesso senza Neville…

Da quando Amycus lo aveva visto in viso, Neville si era rinchiuso nella Stanza delle Necessità insieme ad altri ragazzi che erano stati visti dai membri della Squadra D’Inquisizione mentre tentavano di far scappare i nati babbani.

Avevo silenziosamente accettato la loro scelta, in quanto anche la sottoscritta avrebbe fatto la stessa cosa, ma avevo tentato di far cambiare idea a Neville.

Il ragazzo, però, era stato irremovibile, e adesso sentivo nel mio cuore le conseguenze di quella scelta.

Osservai con la gola arida quella che una volta era la Sala Comune dai colori splendenti, dove le musiche per una vittoria di Quidditch si sentivano fino a Diagon Alley.

Non è rimasto più niente di quei tempi…

Pensai, e più lo facevo, più sentivo della rabbia mista a tristezza iniziare a scuotermi il cuore.

Mi guardai intorno, non potendo fare a meno di sentire la mancanza dei ragazzi che stavano pranzando, ma più di tutti mi mancavano i suoi abbracci…

Osservavo la pioggia scendere giù dal cielo plumbeo, e m’immaginai come sarebbe accoccolarsi contro il suo petto caldo, davanti un camino acceso e una cioccolata calda.

Se chiudevo gli occhi, mi sembrava quasi di sentire il suo fiato caldo e la sua pelle liscia e vellutata carezzarmi le spalle.

Ma quando li riaprivo, non potevo fare a meno di provare sconsolazione nei miei stessi confronti: eravamo nati sotto contraria stella, questo si sapeva, ma preferivo vivere un amore proibito-ma sconvolgente e bellissimo-che limitarmi ad una relazione monotona.

I miei pensieri furono interrotti da un fascio di luce blu, ormai familiare, che giunse davanti alla sottoscritta, fermandosi in una posa dignitosa ma immensamente stanca.

-Porto brutte notizie, Ginevra…-

Disse la donnola con la voce di mio padre, al che la osservai con enorme spavento misto a determinazione, e mi sistemai con la schiena retta.

-Alcuni informatori ci hanno detto che il Signore Oscuro attaccherà Hogwarts domani mattina: probabilmente vuole salvare qualcosa che si trova all’interno delle mura e che è di estrema importanza…ma cosa? Questo proprio non lo sappiamo! Sono molto preoccupato, Ginny. Se il Signore Oscuro vuole proteggere quest’oggetto, vuol dire che questo deve avere un valore molto importante, forse decisivo! Noi Auror ci metteremo molto ad arrivare, figlia mia! Ho paura per te: non voglio che tu combatta. Non potrei sopportare di perderti! Tentate di nascondere qualsiasi oggetto che possa avere qualche valore, difendete Hogwarts con le muraglie magiche, ma non-fateli-vincere! Avverti tutti…buona fortuna, amore mio…-

La donnola sparì come fumo, lasciandomi interdetta e spaventata su quella poltrona che, fino a pochi minuti fa, aveva ospitato pensieri tutt’altro che combattivi.

In un millesimo di secondo mi ritrovai a scattare dalla poltrona, entrando nella mia camera come una furia e aprendo un baule con tutti i maglioni che la mamma mi aveva cucito.

Li tolsi velocemente, prendendo in mano un galeone che si trovava alla fine del baule, e vi scrissi sopra poche ma effimere parole.

Da quando l’E.S. era di nuovo completo, avevamo iniziato ad usare nuovamente i galeoni per comunicare tra di noi, ringraziando quel genio di Hermione che ci aveva reso la vita molto più semplice.

Sul galeone avevo scritto d’incontrarci tutti nella Stanza delle Necessità in quel preciso momento, per discutere di cose molto importanti.

Sospirai, voltandomi a osservare il cielo squartato dai fulmini, mentre nella mia mente si formava un’unica consapevolezza: il momento che stavamo aspettando era giunto!

Forse non si trattava di una battaglia vera e propria, ma almeno avremmo avuto l’opportunità di scoprire qualcosa in più sul misterioso oggetto cui Lord Voldemort teneva.

Forse è proprio quest’oggetto la chiave di tutto…

Mi ritrovai a pensare, sentendomi ancor più determinata nel voler andare fino in fondo a quella faccenda: dovessi rimetterci la mia stessa vita!

I miei pensieri furono interrotti da un improvviso ticchettio vicino alla finestra, che mi fece trasalire con un ansito spaventato.

Mi ritrovai a osservare con occhi sgranati il magnifico esemplare di falco che rizzava le penne da fuori la finestra, completamente fradicio e con lo sguardo che sembrava emanare fulmini.

Mentre mi avvicinai a lui, mi venne in mente che anche Draco-facendo parte dei mangiamorte di Lord Voldemort-doveva sapere qualcosa su questa faccenda, peccato che nei nostri incontri notturni non mi avesse mai detto niente.

Aprii la finestra, permettendo al falco di entrare, ma questo tentò di beccarmi con fare piccato, alzando la zampetta con fare pomposo e elegante che mi fece soltanto storcere il naso.

Slegai lentamente il cordoncino della pergamena, stringendo la sua zampetta più del dovuto solo per il gusto di togliergli quell’espressione da “pennuto regale”.

-Giuro che uno di questi giorni ti faccio arrosto!-

Sussurrai a pochi centimetri dal suo becco, per poi lasciarlo volare via, mentre srotolavo la pergamena con una certa urgenza, preoccupata per Malfoy.

Al solito posto a mezzanotte: devo parlarti di cose importanti.

Solo questo c’era scritto sul foglietto, e si poteva indubbiamente notare la calligrafia un po’ storta e grossolana, segno che Malfoy aveva scritto in fretta quel biglietto, senza curarsi dell’ortografia o di mettere la firma.

Deglutii a fatica, sentendo il cuore accelerare i battiti e la preoccupazione impossessarsi di me: avevo paura per lui!

Se mai ci fosse stato uno scontro qui a Hogwarts, Draco poteva venir ferito o cose del genere…non perché non mi fidassi delle sue doti di mago, piuttosto perché-da certe situazioni-era già molto uscirne vivi.

Scossi la testa, imponendomi di mettere da parte tutti quei pensieri negativi, per poi scendere di corsa le scale, afferrando un mantello a caso e fiondandomi fuori dalla Sala Comune.

Ero quasi certa che Draco avrebbe voluto avvisarmi circa i nuovi sviluppi del piano del Signore Oscuro, ma il solo pensiero mi faceva nascere un moto d’agitazione e paura incontrollabile.

Decisi che quel pomeriggio mi sarei concentrata solo ed esclusivamente sui nuovi sviluppi-insieme all’E.S.-tentando di concentrarmi il meno possibile sul pensiero di Malfoy, chissà dove, alla mercé di un mostro.

In breve tempo arrivai nella Stanza delle Necessità, e mi ritrovai a chiudere la porta con un lieve tonfo, mentre questa scompariva alle mie spalle.

Cercai con lo sguardo la familiare figura di Neville, e lo trovai seduto su uno dei letti con il galeone tra le mani, mentre leggeva attentamente le parole riportate.

Mi avvicinai lentamente a lui, ignorando gli altri ragazzi che gironzolavano per la stanza e che-come lui-si stavano nascondendo dalla furia dei Carrow.

Il ragazzo era così preso dalla lettura che non udì i miei passi, e quando alzò il volto, vidi le sue pupille ristringersi per la sorpresa e la preoccupazione.

Mi sedetti al suo fianco, sentendo l’impulso di sorridergli, ma in un momento del genere non mi ricordai nemmeno del movimento dei muscoli per dissimulare un sorriso.

-Di cosa si tratta?-

Mi domandò, al che mi tolsi il mantello e lo ripiegai, poggiandolo alla fine del letto, per poi tornare a osservarlo con un sospiro.

-Meglio aspettare che arrivino gli altri…-

Sussurrai, volgendo lo sguardo al grande portone che si apriva man mano che gli studenti arrivavano, ma si vedeva lontano un miglio che mancavano altre tre dozzine di persone all’appello, anche se-dopo l’addio dei nati babbani-il nostro numero era diminuito.

-Guardarmi, Ginny…-

Mi sussurrò Neville con tono fermo ma allo stesso tempo dolce, al che mi volsi a guardarlo, e notai nei suoi occhi uno scintillio diverso: capii fin da subito che la sua prossima domanda non centrava niente con il motivo per la quale li avevo convocati.

-A chi si riferiva Theo, la sera che scapparono i mezzosangue?-

Quella domanda mi cadde addosso come un macigno, mentre davanti agli occhi rivedevo il momento in cui Theo e Blaise mi avevano salvata dal pugnale di Amycus, accennando alla promessa che avevano fatto al loro migliore amico: c’era anche Neville con noi.

Deglutii a fatica, tentando di dissimulare un atteggiamento noncurante e indifferente.

-Non so di cosa stai parlando…-

-Ginny, smettila di giocare alla piccola attrice. Sono tre mesi che questa domanda mi tormenta e, sinceramente, ne temo la risposta, ma voglio ugualmente saperla!-

Esordì il giovane, facendomi rimanere immobile e con il respiro rado, realmente indecisa sul da farsi.

Leggevo negli occhi del ragazzo tutta la determinazione a voler sapere la verità, che-probabilmente-aveva già intuito, ma voleva un’ulteriore conferma da parte della sottoscritta.

Abbassai la testa, sentendomi a disagio proprio come quando dovetti ammettere con Harry di essere innamorata di Malfoy.

-Ginny…di chi parlavano?-

Mi domandò nuovamente, afferrandomi delicatamente per il mento e facendomi specchiare nei suoi occhi blu che tentavano di scavare nei miei.

-…Draco…-

Sussurrai con un filo di voce, dando vita a quelli che erano i suoi timori, e distinsi le sue iridi tremare, per poi emettere un verso di disappunto, abbassando lo sguardo e scuotendo la testa.

Lo osservai per qualche secondo, aspettandomi una sua reazione, ma persi le speranze quando il ragazzo distolse lo sguardo con mani tremanti: lo avevo deluso…

Come biasimarlo?

Mi domandai, con un sorrisetto amaro a incurvarmi le labbra, ma non potevo farci niente se mi ero innamorata della persona sbagliata.

Io andavo fiera del mio amore per lui, anche se in un mondo ingiusto quel sentimento tra di noi non era concepibile.

Mi alzai quando mi resi conto che erano arrivati tutti i membri dell’E.S. e con un grande sospiro-e un ultimo sguardo in direzione di Neville-li feci disporre circolarmente.

-Silenzio, ragazzi!-

Dissi loro, al che gli studenti si zittirono all’istante, osservandomi con un misto tra paura e preoccupazione per il motivo urgente che mi aveva spinto a chiamarli.

-Vi ho fatti venire qui per parlare delle ultime novità che mi sono state date dall’Ordine della Fenice…purtroppo non ho buone notizie. Pare che il Signore Oscuro sia alla ricerca di qualcosa: qualcosa che si trova qui ad Hogwarts!-

A quelle parole, alcune ragazze emisero degli ansiti spaventati, e l’aria stessa sembrò farsi più pesante, tanto che feci fatica a parlare.

-Mi è giunta la notizia che il Signore Oscuro attaccherà Hogwarts domani!-

Proferii tutto d’un fiato, mentre alcuni ansiti ed urli si levavano dagli studenti; altri si limitarono ad osservarmi con i sensi all’erta.

-Gli Auror non faranno in tempo ad arrivare sul posto: faranno qualche minuto di ritardo. Il nostro scopo è quello di respingere Voldemort, o quantomeno di impedirgli di raggiungere il suo obbiettivo-

Il brusio circostante continuava a crescere, e molti studenti si stavano scambiando delle occhiate loquaci, oppure parlottavano animatamente.

-E quale sarebbe il suo obbiettivo?-

Chiese un ragazzo di colore dei Corvonero, alzando la mano, al che tutti zittirono per ascoltare la risposta.

-Non lo sappiamo. E’ proprio questo il punto: se quest’oggetto ha portato Lord Voldemort fino a noi, vuol dire che si tratta di qualcosa fondamentale per il suo piano! Se gli impediremo di prenderlo rovineremo anche tutti i suoi progetti…-

Spiegai, al che i ragazzi annuirono convinti, seppur timorosi, e mi resi conto che provare paura in una situazione del genere era più che consono.

Ma non potevamo permetterci d’avere paura: quella poteva essere l’ultima chance per il nostro mondo, l’ultima opportunità di scacciare il male e riconquistare la nostra libertà.

Non possiamo sbagliare…

-Sentite, so che molti di voi non hanno intenzione di combattere. E’ normale. Chi è che non avrebbe paura di una cosa del genere? Siamo giovani studenti e non siamo mai stati preparati per questo, ma se si tratta della differenza tra libertà e schiavitù…beh…non ho dubbi sul fatto che voglio combattere! Se morirò lo farò con l’onore di una donna libera e la consapevolezza di aver fatto tutto ciò che è in mio potere per garantire la vita alle generazioni future. Ognuno di noi ha delle paure dentro di sé, solo che non tutti ci fanno caso. Loro non vinceranno mai, perché noi saremo sempre più forti, in qualsiasi circostanza! Non dobbiamo cadere, troveremo sempre un motivo per andare avanti, e per infondere speranza anche quando è difficile. Combattete per i vostri valori, difendete la vostra dignità, ma non sentitevi mai soli in quest’impresa perché non lo siete. Nessuno si salva da solo, e noi siamo qui per salvarci!-

Avevo esposto tutto ciò che pensavo, tutti i pensieri più reconditi della mia persona, il motivo per cui avevo combattuto fino a quel momento, e seppi che avevo raggiunto il mio scopo quando tutti alzarono le braccia al vento, urlando la parola “libertà!”.

Mi sentii soddisfatta, quasi commossa, per aver riacceso in loro quella speranza che sembrava essersi spenta, e un lieve sorriso m’incurvò le labbra.

Vedevo i lori sorrisi e le loro espressioni determinate e libere, non riuscendo a credere che tra meno di ventiquattro ore, quegli stessi sorrisi potevano morire per sempre.

Ma era meglio far morire un sorriso al presente, per farne formare molti di più in futuro…

Sì, questa è la cosa giusta…

Mi dissi, sospirando a pieni polmoni e percependo tutta la determinazione nel voler raggiungere il mio obiettivo, anche a costo di ricorrere all’unica parte della mia mente che non riuscivo a controllare: La Signora dei Draghi.

-Che cosa faremo domani, Ginny? Qual è il nostro piano d’attacco?-

-Dobbiamo avvertire la McGranitt?-

Una serie di domande iniziarono a spuntare da tutte le parti, e fui felice di sapere che i ragazzi avevano intenzione di combattere sul serio.

-No!-

Urlò Neville per farsi sentire, facendomi trasalire, mentre mi voltavo in sua direzione, non riuscendo a reprimere un lieve ansito per quello che ci eravamo detti poco fa.

-Che nessuno avverta la McGranitt. Probabilmente i Carrow hanno messo sotto controllo anche il suo ufficio-

Esordì il ragazzo, al che annuii, convinta che la sua frase aveva un fondo di verità, e sarebbe stato meglio rispettarne la decisione.

-E allora che si fa?-

Chiese Seamus, molto intrigato dalla cosa e pronto a difendere la nostra scuola, al che riflettei attentamente sulle sue parole, e tentai di pensare a un egregio piano d’azione.

-Per prima cosa, questo pomeriggio dovrete comportarvi come se niente fosse! Nel frattempo, i ragazzi che si sono rifugiati nella Stanza delle Necessità dovranno preparare tutto l’occorrente per le pozioni che medicheranno eventuali feriti. Il resto dovrà dirigersi in biblioteca, alla ricerca di adeguati incantesimi per difendere la nostra scuola. Avvertiremo il resto dei professori quando sarà il momento, ma non-fatevi-beccare-dai-Carrow!-

Esclamai, al che i ragazzi annuirono con enfasi, decisi più che mai a difendere ciò che rimaneva della scuola più bella e fiorente di tutto il regno magico.

-Potremmo ritrovarci tutti nella Stanza delle Necessità quando sarà il momento, per definire gli ultimi dettagli in base alla tattica di Voldemort-

Propose Terry, al che annuii con enfasi, mentre un largo sorriso m’incurvava le labbra, e un pendolo appeso alla parete schioccava le tre in punto.

-E’ già passata un’ora…sarà meglio rientrare prima che i Carrow si accorgano della nostra assenza…-

Disse un ragazzo di Tassorosso, e ogni membro della sala annuì in silenzio, mentre i ragazzi si dirigevano lentamente verso il portone, per uscire.

Sospirai, sentendo uno sguardo molto conosciuto che mi stava perforando la schiena, e-voltandomi-notai gli occhi torvi e apprensivi di Neville che mi osservavano silenziosamente.

Rimasi a guardarlo per qualche secondo, quasi aspettandomi una qualsiasi reazione da parte sua dopo la scoperta della mia relazione con Malfoy, ma il giovane non mosse un muscolo.

Sospirai, rassegnatami all’idea d’averlo deluso, e mossi dei passi in direzione del portone per lasciare quella stanza il più in fretta possibile.

Trasalii quando, invece, sentii la pressione salda di una mano contro il mio polso, e alzando il viso mi specchiai nelle iridi di Neville, più chiare del solito.

Sospirai, immaginando già l’argomento della nostra discussione prima ancora che il ragazzo desse voce a quei pensieri.

-Da quando ti ho vista dopo le vacanze Natalizie, ho subito capito che in te qualcosa era cambiato. Lo riconoscevo dai tuoi occhi, che erano tornati del loro colore naturale. All’inizio non ci ho dato peso, perché ero certo che qualsiasi fosse la causa di quel cambiamento, tu stavi bene, ed era questo ciò che m’importava. Poi, però, è cambiato qualcosa: frequenti i Serpeverdi, loro ti rispettano e non t’insultano, il che è tutto dire…-

Iniziò il ragazzo, facendomi sospirare, mentre mi accomodavo lentamente su una sedia, ascoltando con attenzione il suo discorso, mentre il giovane Grifondoro rimaneva in piedi.

Lo sentii sospirare, come se fosse stanco di tutto ciò che stava succedendo, e desiderasse solo far scomparire ogni pensiero con uno schiocco della mano.

-E’ stato lui a farti fuggire da Malfoy Manor?-

Mi chiese, al che abbassai lo sguardo sul pavimento, ma alla fine annuii osservandolo negli occhi con fermezza e dignità.

Mi sarei aspettata qualsiasi cosa in quel momento: una sgridata, una ramanzina, delle spiegazioni, ma mai ciò che successe in seguito.

Un lieve sorriso incurvò le labbra di Neville, e notai chiaramente le sue spalle rilassarsi, mentre ne studiavo il profilo con fare confuso, specie quando mi tese la mano.

-Se lui ha davvero rischiato la sua vita per te, e ti rende felice, allora hai tutto il mio appoggio…-

Sussurrò il ragazzo, lasciandomi basita e interdetta su quella sedia, con l’espressione di chi è certo d’aver sentito male.

Quando vidi il suo sorriso puro e autentico, non potei fare a meno di sorridere con fare incredulo -all’inizio-, per poi scoppiare in una fragorosa risata, gettandogli le braccia al collo.

-Oh, Neville, grazie! Non hai idea di quanto significhi per me…-

Gli sussurrai, stringendolo forte a me con gli occhi chiusi, mentre il moro ricambiava l’abbraccio con una risata sinceramente divertita.

-E va bene, Ginny. Hai reso il concetto. Ma non aspettarti alcun tipo di clemenza nei suoi confronti: solo perché ho accettato la vostra relazione, non significa che ho accettato lui!-

Esordì il ragazzo con tono severo ma anche divertito, al che sciolsi l’abbraccio e lo osservai con un sorriso grato per ciò che aveva fatto.

-Grazie, Neville…-

Gli dissi, osservandolo negli occhi, e riconoscendo in essi tutto il bene che mi voleva, e che era senz’altro ricambiato.

Il ragazzo mi osservò per qualche istante, carezzandomi i contorni del viso con delicatezza, e ripercorrendo con la memoria tutto il tempo che avevamo passato insieme, come fratello e sorella.

Ma all’alba del nuovo giorno, la nostra vita sarebbe stata in pericolo, e quello poteva essere l’ultimo momento che passavamo da soli.

Non c’erano parole che riassumevano il nostro legame, perché la nostra amicizia poteva solo essere vissuta.

Il giovane mi lasciò un tenero bacio sulla fronte, mentre sorridevo sbarazzina come una bambina che si sentiva coccolata e adorata dal suo fratellone.

Fratellone…Ron…

Mi ritrovai inevitabilmente a pensare, ma mi costrinsi a ritornare con i piedi per terra quando capii che era il momento di andarmene per prepararmi alla battaglia del giorno dopo.

Il moro mi rivolse un ultimo sorriso tirato, mentre lo salutavo con un grosso bacio, e a passo spedito uscii dalla Stanza delle Necessità per dirigermi nella Sala Comune.

C’è ancora una persona che devo vedere…

***************************************************************************************

Quella sera, il cielo non era mai stato così bello: pieno di stelle che brillavano alte nel cielo, con una luna così grande e immacolata che era impossibile non passare ore a osservarla.

Peccato che tra meno di 24 ore, il cielo si tingerà di rosso…

Pensai amaramente, abbassando lo sguardo sul pavimento e concentrandomi sull’odore di muffa e il suono di alcune goccioline d’acqua che cadevano contro il pavimento in pietra.

Osservai il quadro del Barone Sanguinario, mentre alzava orgogliosamente il mento, e mi portai le braccia al petto quando sentii un leggero freddino.

Trasalii quando sentii un rumore, e l’attimo dopo la parete in pietra scivolò su se stessa, rivelando l’entrata per la stanza da letto di Malfoy.

Una figura vestita di nero, con il cappuccio a coprirgli il volto, si fece avanti, e dovetti ammettere che per un attimo ne ebbi una gran paura.

La figura si osservò intorno, e quando notò la sottoscritta, mi venne incontro con ampie falcate, fino a prendermi per il polso con presa ferrea e un po’ brusca.

Non feci resistenza quando mi portò velocemente nella sua camera, chiudendo rapidamente la parete in pietra e togliendosi il mantello.

Osservai i suoi capelli biondi, mentre il ragazzo scuoteva la testa per il calore che il cappuccio doveva fargli, mentre gettava in un angolo il mantello scuro.

Lo osservai, imponendomi ancora una volta di non concentrarmi sui suoi bellissimi occhi che avevano-sul mio sistema nervoso-il potere di un cobra ingannatore.

Dovevo sapere di cosa voleva parlarmi, e se non mi avesse detto nulla sul piano del Signore Oscuro, mi sarei arrabbiata sul serio.

Il ragazzo si avvicinò rapidamente a me con espressione determinata e irremovibile, quasi volesse dirmi qualcosa di vitale importanza.

Quando aprì bocca per parlare, però, i suoi occhi vacillarono, e indugiarono qualche secondo sul mio sguardo, il mio viso e le mie labbra.

L’attimo dopo, queste furono dolcemente sigillate dalle sue, che ne disegnarono il contorno in uno spasmodico bisogno di ritrovare nuovamente quel contatto che tanto aveva agognato.

Chiusi gli occhi, lasciandomi dolcemente avvolgere dalle sue braccia e assaporando le sue labbra in un bacio tenero e innamorato, come non ne avevo mai ricevuti.

C’era qualcosa di diverso dal solito contatto di labbra, qualcosa che ora come non mai stava prendendo il sopravvento: paura.

Paura di svegliarsi e non trovare più l’altro al nostro fianco, che sorrideva per darci il buongiorno.

Paura di ritrovarsi da un momento all’altro a piangere su una fredda lapide in pietra.

Tremai tra le sue braccia, sentendo il mio corpo irrigidirsi e congelarsi al contempo, trovando in quel bacio l’unica fonte di calore.

Ci staccammo lentamente, mentre il biondo sospirava come se si fosse appena liberato, per poi poggiare stancamente la fronte sulla mia.

-Cosa succede, Draco?-

Gli domandai con voce dolce, al che il ragazzo sorrise appena, senza muoversi da quella posizione, ma aumentando la pressione delle sue braccia intorno al mio corpo.

-Il Signore Oscuro attaccherà Hogwarts…-

Sussurrò piano, mentre sentivo un peso enorme dissolversi come fumo, e non potei fare a meno di sorridere leggermente nella consapevolezza che la lealtà di Malfoy andava molto più a me, che al suo Signore.

-Sì, lo so…-

Gli risposi, al che il biondino aprì gli occhi di scatto, osservandomi in viso con espressione sorpresa, eppure i suoi occhi non sembravano così stupiti della risposta.

-Come lo sai?-

-Tutto l’Ordine della Fenice lo sa. Tutto l’E.S. ne è a conoscenza…anche se non so chi ha avvertito l’Ordine…-

Gli dissi, al che il ragazzo annuì con fare pensieroso, e sembrava stesse facendo una grande fatica a trattenere un sorriso, ma non diedi tanto peso alla cosa.

-Bene…allora saprai anche che non combatterai domani…-

Continuò il biondino con sguardo lampeggiante e l’espressione di chi sa esattamente ciò che dice, mentre la sottoscritta rimaneva immobile per qualche secondo.

Quando mi resi conto che il giovane non stava affatto scherzando, scossi la testa con forza, allontanandomi da lui come se il suo corpo fosse una fonte di pericolo.

-Come scusa?!-

Urlai quasi, stringendo i pugni lungo i fianchi e faticando a trattenere la rabbia, mentre il mio sguardo emanava fulmini, ma il ragazzo non sembrò avvedersene.

Lo sentii sospirare con un vago sorrisetto, quasi si fosse aspettato quell’esatta reazione, per poi tornare a guardarmi con le braccia all’altezza del petto, la testa inclinata d’un lato e quel suo sorrisetto strafottente che tanto mi dava sui nervi.

-Hai sentito bene, bambolina, tu-non-combatterai!-

Mi disse con una calma spaventosa, specie se messa a confronto con il mio volto che sembra un vulcano pronto a esplodere.

-Non sei tu a dover decidere!-

-Tu appartieni a me, ed io non ti permetterò di prendere parte alla guerra!-

Esordì con voce più alta del dovuto e gli occhi lampeggianti, mentre nel suo tono di voce distinguevo una sfumatura più autoritaria e decisa, come se si fosse appena rivolto a uno dei suoi elfi domestici.

Ringhiai per la rabbia a quell’esclamazione, trattenendomi a stento dallo spaccargli la faccia e iniziando a camminare per la stanza come un animale in gabbia.

-Io appartengo solo a me stessa!-

Urlai, serrando i pugni e rivolgendogli uno sguardo di fuoco, al che il ragazzo mi si avvicinò con rapide falcate, fino ad afferrarmi le braccia, avvicinando il mio viso rabbioso al suo.

-Tu appartieni a me da quando hai accettato di essere la mia donna! E credimi se ti dico che domani non combatterai!-

Disse alzando la voce, anche se non era ancora al mio livello, e a quelle parole mi sentii avvampare ancora di più, mentre la presa che esercitava sulle mie braccia aumentava notevolmente.

-Non puoi decidere per me!-

-TU NON PARTECIPERAI! A COSTO DI LEGARTI, IMBAVAGLIARTI E SCORTARTI PERSONALMENTE FUORI DI QUI!-

-PERCHE’?-

-PERCHE’ NON POSSO PERDERTI ANCORA!-

Urlò infine, scuotendomi con forza e dando voce alla sua paura interiore, mentre rimanevo immobile e sconvolta tra le sue braccia.

Il giovane sospirò sconfitto, poiché non era riuscito a tenere per sé le sue motivazioni, e-secondo la sua logica contorta-ammettere le proprie paure corrispondeva al mostrarsi debole.

Scossi la testa con un verso di rimprovero nei miei stessi confronti: come avevo fatto a non capirlo prima?

Una persona sola, giudicata e condannata come Malfoy tentava solo di proteggere i pochi affetti che gli erano rimasti, utilizzando-naturalmente-i suoi modi di fare bizzosi e autoritari.

Mi avvicinai a lui, -la mia rabbia sfumata come fumo-e alzai una mano fino alla sua gota, carezzando delicatamente la pelle fredda del suo viso.

-Non posso rimanere a guardare mentre tutti gli altri lottano per i miei stessi valori. Io sono fatta così, Draco…e se proprio devo morire…voglio farlo combattendo…-

Gli dissi, al che vidi gli occhi del ragazzo lampeggiare, e la mascella serrarsi duramente, come se stesse facendo una grossa fatica nell’evitare di dibattere.

Poi, però, sembrò capire le mie motivazioni, ma non fece nessun tipo di cenno, il che mi fece comprendere che-nonostante accettasse la mia decisione-non aveva nessuna intenzione di darmi la sua approvazione.

Deglutii, osservando attentamente i suoi lineamenti e li impressi nella mia memoria: nel mio cuore pregavo solo di rivederlo ancora.

Quella sarebbe stata l’ultima notte che avremmo passato insieme, all’alba di un giorno fatto di guerra e sangue, in cui si sarebbe deciso l’esito della storia, ma-a prescindere da chi avrebbe vinto-il nostro amore sarebbe finito quella notte.

E noi non potevamo fare niente, se non rimanere in silenzio a osservare il nostro castello sgretolarsi sotto la gelida mano della realtà.

-E’ stato bello…-

Sussurrai, con la voce rotta dalle lacrime che stavo tentando di trattenere, ma più pensavo al nostro imminente addio, e più sentivo il cuore attanagliarsi e il respiro mozzarsi in gola.

Il ragazzo inclinò la testa d’un lato con fare interrogativo, ma quando alzai lo sguardo al suo volto, sembrò capire il motivo di tanto dolore.

-E’ stato bello vivere questo sogno con te…-

Gli dissi, al che il ragazzo sospirò pesantemente, scuotendo la testa e prendendomi il viso tra le mani, mentre mi rivolgeva uno sguardo così serio che quasi non riuscii a riconoscerlo.

-Non è un sogno, Ginevra. Questa è realtà. Il nostro amore è realtà!-

Mi disse, mentre rimanevo senza fiato quando notai la determinazione che rispecchiavano i suoi occhi, e le lacrime iniziarono a rigarmi il volto senza che potessi impedirlo.

Mi sentivo commossa ed emozionata, e desideravo solo dimenticare la realtà dei fatti per qualche ora, beandomi della sua presenza in una notte satura di stelle e un’alba piena d’incertezze.

Il ragazzo posò dolcemente le sue labbra sulle mie, disegnandone il contorno come se volesse imprimere nella sua mente la morbidezza delle mie labbra.

-Per stanotte tutto sarà reale…-

Mi sussurrò con voce tornata melliflua e maliziosa, al che sorrisi contro le sue labbra: quello era il mio Draco!

Il giovane mi prese in braccio con delicatezza e attenzione, avvicinandosi al letto matrimoniale e facendomi delicatamente affondare nel morbido materasso dalle coperte verdi.

Mi sentii schiacciare dal suo peso, mentre le sue labbra bruciavano sulle mie senza fretta, semplicemente godendosi il momento.

Ci svestimmo lentamente, scoprendo ogni anfratto di pelle e carezzandolo come qualcosa di fragile, da proteggere dalla cattiveria del mondo.

Sentivo le lenzuola argentate sfiorarmi delicatamente la pelle nuda, provocandomi un leggero solletico, mentre affondavo le mani nei capelli biondi di Malfoy.

E in quel momento desiderai solo che il tempo si fermasse per sempre, che il sole non sorgesse mai su quelle montagne tinte di rosso.

Volevo che la luna regnasse, illuminando il cielo con il suo candore immenso, senza far diradare le ombre che da sempre avevano accolto il nostro amore.

Ormai la stanza era pregna di gemiti e sospiri, non quelli strappati in pieno piacere, bensì unici appigli per ricordarci che eravamo ancora insieme.

I baci sfumavano sulla pelle e sulle labbra, marchiandola prima dell’imminente giorno in cui tutto sarebbe finito.

Quando le emozioni si riversarono in tutta la loro intensità, inarcai la schiena, gettando la testa all’indietro e tentando inutilmente di riprendere respiro.

Le mie braccia accolsero devotamente il corpo sfinito del ragazzo, che-nonostante la stanchezza-continuò a baciare la pelle sensibile del braccio e delle spalle.

-Draco…-

Tremula ne sussurrai il nome, tenendo stretto a me l’uomo che amavo e provando l’istinto di non sciogliere mai più quell’abbraccio.

Il giovane dal respiro ansante mi osservò negli occhi, per poi posare nuovamente le labbra sulle mie, in un bacio casto e innamorato.

Rimanemmo abbracciati quella notte, accogliendo insieme quella nuova minaccia che sarebbe stata fatale.

Per troppo tempo c’eravamo rinchiusi all’interno di quella bolla di sapone, dove nessuno era contro il nostro amore, e nessuno ci impediva di stare insieme.

Ma il confine tra sogni e realtà era sottile, e noi l’avevamo appena attraversato…LA RIVOLTA CONTINUA.

             
To be continued…

Bounjour a tout le monde!

Oggi mi sento molto francese…se non si è notato! XD Mi sembra solo ieri il giorno in cui avevo iniziato questa ff e mi chiedevo quale finale assegnarle. Poi, però, mi rimproverando, pensando che c’era ancora un mucchio di tempo a disposizione. Adesso…è così strano dire che manca un solo capitolo alla fine! T.T Come già detto, non scriverò l’epilogo perché con esso mi sembra quasi di dire addio ai vecchi personaggi. Avrete sicuramente notato le varie modifiche che ho apportato alla trama della Rowling. In questa fanfic. ho deciso di far sapere ad Hogwarts dell’imminente guerra. Ho anche lasciato un piccolissimo indizio che verrà svelato nel prossimo capitolo, ma dubito che siate riusciti a coglierlo ;). Draco ha davvero tanta paura di perdere Ginny: tutti i suoi affetti gli sono stati portati via…tenta solo di proteggere ciò che resta dei suoi affetti. Ginny anche teme per Malfoy, ma sa che lui è molto abile con la magia e se la caverà senza troppi problemi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Un bacio a tutti,

Bimba

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