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Autore: The Ghostface    30/11/2014    2 recensioni
Sono passati tredici anni…tredici lunghissimi anni da quando Ghostface è stato rinchiuso nel Tartaro.
Di lui non resta che un vago ricordo, voci, leggende urbane…tutto sbiadito dal tempo…dalla magia…
Sulla Terra le cose sono cambiate, nonostante il tempo trascorso i Titans sono rimasti uniti…e con un membro in più, un vecchio rivale pentito…
Alcuni si sono sposati, alcuni hanno avuto dei figli…alcuni nascondo terribili segreti nel profondo del loro animo che mai mai e poi mai dovranno essere svelati.
Il ritorno in circolazione di un noto avversario da un occhio solo terrà alta la guardia dei nostri eroi.
Ma quello che tutti loro non sanno…e che sono finiti tutti nel mirino dell’ormai leggendario…Ghostface.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Ghostface, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rigor Mortis'
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Scusate tanto per l’immane ritardo…ma ho un sacco di impegni.
Per farmi perdonare ecco a voi un lungo capitolone misterioso…godetevelo!

Ghostface.


CAPITOLO 4

-Viene la notte, la notte nera
Con ali di corvo vola leggera…
Viene la notte, la notte scura
E viene l’uomo che fa paura!...
…viene, viene con passi furtivi,
per i bambini che ha fatto i cattivi
Quant’è terribile non si può dire,
viene dal buio e non lascia dormire!
Oh che notte! Che notte scura,
quella dell’uomo che fa paura!-

-Ancora!-
Corvina sbuffò spazientita –Adesso basta, Rick. È la quinta volta che te la canto, è ora di andare a dormire- 
-No ancora una volta, mamma. Ti prego…- piagnucolò il bambino color verde pisello da sotto le lenzuola.
-Possibile che ti piaccia tanto questa vecchia filastrocca?- replicò la maga.
Rick fece tremolare il labbro con gli occhioni luccicanti pronti a scoppiare in un pianto disperato.
-Uff…e va bene, ma stavolta è l’ultima per davvero- sorrise benevola la madre, ricominciando a canticchiare accarezzandogli la testa.

-Viene la notte, la notte nera
Con ali di corvo vola leggera…
Viene la notte, la notte scura…-

-E viene l’uomo che fa paura….- completò una voce esterna alla casa. 
Nascosto tra i cespugli del giardino Ghostface spiava la famigliola che si preparava per la notte.
Restava immobile, protetto da un mantello di foglie e dall’oscurità della notte…ma non tutta la natura era a suo favore…pioveva a dirotto, una fitta pioggia battente, gelida e pungente come aghi che arrivavano fino alle ossa e gli infradiciavano i capelli nivei…ma aveva passato di peggio.
Il fastidio di quel temporale di mezza stagione non era nemmeno paragonabile al freddo di Auschwitz .
Non poteva sentire cosa stessero dicendo all’interno dalle bella villetta, calda e accogliente, ma nei suoi anni di esperienza Ghostface aveva anche imparato a leggere le labbra…e conosceva bene quei tetri versi cantati dalla mezzo-demone.
Lui stesso glieli aveva narrati, tredici anni orsono, durante il loro ultimo scontro…dunque era questo che era diventato per i Titans?
Null’altro che un vago ricordo, dopo tutto quello che gi aveva fatto era stato ridotto a una favola per spaventare i bambini cattivi…. lui, il Ghostface, non era altro che un’ombra.
Ma le cose sarebbero cambiate, molto presto tutti si sarebbero ricordati chi è Ghostface.

Finalmente Corvina era riuscita a mettere a letto le sue piccole pest…i suoi gemelli; e non vedeva l’ora di andare a riposare, infilandosi sotto le coperte e farsi una buona dormita per tutto il resto della nottata.
Ma si era appena accoccolata tra le lenzuola che sentì un pianto di terrore provenire dalla camera di Rick e Ruby.
-I ragazzi!- strillò la maga balzando in piedi, subito seguita da BB, che dormiva al suo fianco, i due si precipitarono correndo come dei pazzi fino all’uscio della camera dei gemelli, lo trovarono aperto, i bambini erano suoi loro letti che piangevano disperati , al punto da faticare a respirare.
April era lì che cercava invano di calmare i fratellini ma quelli erano inconsolabili.
Strillavano a squarciagola all’unisono mentre grandi lucciconi colavano dai loro occhi dalle splendide iridi viola, contornata da pagliuzze verdi che ne sfumavano l’inimitabile colorazione…verde e viola sposati assieme, ogni volta che li guardava il mutaforma non poteva credere che tutto quello che gli era successo fosse vero, che proprio lui si fosse sposato con la donna più fantastica del mondo…eppure quei bizzarri ma stupendi occhioni ne erano la prova vivente.
L’ennesimo urlo seguito da singhiozzi soffocanti riportò l’ormai uomo bestia alla realtà.
Corvina si avvicinò a Ruby prendendola sulle ginocchia, e lei le si avvinghiò al petto nascondendo il viso tra le sue spalle, afferrando la stoffa blu notte del lungo pigiama della madre con le manine per non lasciarla più.
BB invece, si accostò al piccolo Rick che ora piangeva in silenzio davanti al padre che lo guardava amorevolmente –Hey campione…che cos’hai? Sta tranquillo, adesso c’è il tuo papà qui- lo rassicurò scompigliandogli i capelli; Rick si passò una mano sugli occhi per asciugarli, cercando di dimostrarsi più grande di quanto non fosse, ma restò in silenzio.
-Cos’è successo? Cosa può averli spaventati?- chiese Corvina rivolta ad April che era lì prima di loro.
-A parte i boxer di papà non ne ho idea- rispose quella facendo allusione alle ridicole mutande indossate dal mutaforma, che per giunta era corso lì mezzo nudo, con solo quel paio di bermuda violette con disegnate sopra scimmie, palme e banane verdi
-Sempre meglio della tua maglietta- la rimbeccò quello che invece adorava quelle mutande.
Al contrario di quanto affermato dal padre la maglietta di April non aveva nulla di anormale, era solo una canottiera nera, forse u po’ troppo usata.
Ma probabilmente si riferiva alle frequenti macchie che la ricoprivano data l’abitudine di April di mangiare a letto.
Corvina prese a coccolare la sua bambina.
-Cosa c’è Ruby? Cos’è successo? Me lo vuoi dire?-
La piccola sollevò la testa guardando il rassicurante volto della madre, restò un attimo in silenzio e poi scoppiò nuovamente in lacrime all’improvviso.
-L-L’uomo che fa paura….- balbettò tra le lacrime –L’ho visto mamma! L’uomo che fa paura! era nel buio…anche Ricky l’ha visto… uscito fuori dal buio è venuto a prenderci!!-
Corvina tornò a coccolare la figlioletta cercando di calmarla –Su, su…era solo un brutto sogno, non esiste l’uomo che fa paura è solo una vecchia favola-
-M-ma io l’ho visto…si è nascosto nell’armadio…- insistette Ruby indicando la porta socchiusa del mobile.
Tutti si volsero a guardarla.
Non seppe il perché, ma quando i suoi occhi si posarono sull’anta semiaperta dell’armadio Corvina sentì un brivido scenderle lungo la schiena.
-Ok, ok…adesso ci pensa papà…vediamo com’è questo “uomo che fa paura”- disse BB assonnato alzandosi in piedi e dirigendosi a grandi falcate col petto in fuori verso l’armadio, giusto per far vedere ai suoi bambini che il loro padre era forte come un toro.
Appoggiò la mano sul pomello.
Adagio, molto lentamente aprì la porta.
Non accadde nulla.
Ma quando sempre con cautela e circospezione provò a sporgere scioccamente la testa dentro l’armadio buio, ricolmo di giacche e soprabiti una manica nera scattò in avanti afferrandolo alla gola.
-AAAAHHHH- strillarono tutti all’unisono.

Cos’era successo?

….pochi minuti fa….
Non c’era nulla di più facile di scassinare una porta a scatto del pian terreno.
Facendo passare un artiglio fino alla serratura con un giro improvviso la fece scattare aprendola.
Scavalcando il bordo Ghostface scivolò silenzioso all’interno dell’abitazione.
Si ritrovò immerso nel buio, nella cameretta dei Gemelli, entrambi assopiti.
Due aghi guizzarono tra le mani di Ghostface, siringhe colme dello stesso misterioso liquido iniettato poco prima a Bruce.
Infilzando da sotto le coperte il fondoschiena di Rick glielo inoculò tutto nelle vene.
Non fu così fortunato con Ruby.
Aveva appena ritratto l’ago dal suo corpo che la bimba spalancò gli occhi trovandosi faccia a faccia col Ghostface.
Ruby era sbiancata.
-C-Chi sei tu?- balbettò terrorizzata.
-Ma come? Non ti ricordi di me dopo che ci siamo visti così tante volte?- sorrise malvagio l’uomo.
Lei scosse la testa sempre più inquieta.
-Sono io…l’Uomo Nero- ghignò- E ora…io e te andremo in un bel posto, insieme…-
Come la mano pallida si avvicinò a lei, Ruby scoppiò a urlare, svegliando il fratellino che appena focalizzò la nera figura di Ghostface la imitò spaventatissimo…

-AAAAAAA ha ha ha ha ha ha- rise BB dopo aver inscenato un attacco con lo spolverino della moglie e  aver fatto prendere un colpo a tutti nella stanza.
-Tu! Razza di…- Corvina trattenne le parole poco adatte ai bambini presenti nella sala.
-AH AH AH dovevate vedere le vostre facce! Eravate terrorizzati!!- scherzò ancora BB piegato in due dalle risate-Aiuto, aiuto c’è l’Uomo Nero…ohhh- li canzonò ulteriormente, prima di venire zittito da un provvidenziale lancio di cuscini da parte della moglie.
-Adesso ci pensa il “simpatico” paparino a rimettere a letto i due discoli, chiaro? Sarà una fortuna se  riuscirai a fargli chiudere occhio....o a non passar la notte sul divano- commentò.
-Se tu non gli raccontassi certe filastrocche…- BB non potè finire la frase che la maga era già uscita dalla stanza.
Riappacificata la situazione finalmente Corvina potè tornare a letto, stanca morta.
Quando BB la raggiunse, era intanto passata un’ora e mezza, però subito sentì una calda mano accarezzarle la schiena, e sbottonarle delicatamente il pigiama scuro.
-BB…no. oggi non ho voglia, sono stanca…- piagnucolò la maga davanti all’insistente comportamento del marito.
-Dai… me lo avevi promesso. E devi pagare la penitenza per aver sbirciato in camera di April…- le sussurrò lui baciandole dolcemente il collo.
-Guardami, non mi reggo in piedi…- si lamentò Corvina rigirandosi nelle lenzuola fresche.
-Sei Bellissima. Andiamo, non devi partecipare per forza, basta che ti spogli e resti passiva....penserò io a tutto.
La maga volse lo sguardo incrociando quello del suo amato, le labbra di entrambi si unirono in un dolce e passionale bacio con un tale desiderio che in tredici anni di matrimonio non aveva mai lasciato insoddisfatto nessuno dei due.
-Va bene…in fondo te lo devo- sorrise Corvina, sfilandosi la camicia da notte, restando coi lunghi pantaloni di tuta blu e il reggiseno a coppetta nero.
-Grazie- fece quello abbassandole delicatamente i pantaloni, lasciandola col sottile slip color pece.
Corvina si girò su se stessa, con la faccia sul cuscino mentre BB le slacciava il reggiseno, massaggiandole dolcemente le spalle.
Poco dopo fu la volta del perizoma e la maga rimase nuda, solo con la sua pelle perlacea che risultava sul copriletto scuro.
-Avanti, prendimi….- sorrise lei
BB non se lo fece ripetere due volte.
-Prometto che sarò veloce, così potrai riposare, amore mio…- disse BB prima di iniziare a far l’amore con lei.
-D’accordo…però non troppo veloce- sorrise Corvina cingendolo con le sue braccia, traendolo a sè…in sè 

<Idioti> pensò Ghostface sgusciando fuori da sotto il letto di Rick, non appena le acque si furono placate.
<In fondo Corvina lo sa che sono italiano. Nel folklore italiano il Bau Bau si nasconde sempre sotto il letto…> si ripulì dalla polvere, aggirandosi silenzioso lungo i corridoi.
Aveva un compito speciale, un’idea molto astuta doveva riconoscerlo…ma stavolta non era una sua idea.
Aveva un regalino da lasciare alla maga, dopodiché sarebbe dovuto fuggire via, senza farsi notare.
Ma qualcosa lo ostacolò
Una foto.
Una piccola foto incorniciata su una mensola del salotto.
Corvina, BB e April che sorridevano assieme.
Una bella famigliola felice.
Jonathan prese tra le mani l’oggetto, osservandolo rapito.
Tolse al foto e la squadrò con un ghignò.
Sarebbe stato da maleducati non fare nemmeno una dedica dietro una così bella foto.
E lo fece, una breve dedica scritta col suo stesso sangue, tagliandosi il polpastrello Ghostface lasciò un segno indelebile del suo passaggio.
< Questo lo dedico a te…> pensò prima di risistemare tutto come prima.
Ma non aveva tempo da perdere, per quando gli sarebbe piaciuto conoscere più da vicino quella ragazzina davvero molto carina che sorrideva nella foto.
Ma sarebbe tornato.
Sì sarebbe tornato e avrebbe completato quanto la sua mente gli aveva suggerito alla vista della giovane April.
Piazzò il “regalo” e si affretto a uscire nel silenzio più totale alla stanza.
Era necessario non farsi scoprire perché il piano andasse a buon fine, e c’era mancato poco che quei due mocciosetti non lo mandassero a monte.
Scelse di uscire dalla meno sorvegliata uscita sul retro…ma nell’arrivarci incappò nella socchiusa porta della camera di April, la quale dormiva serena e ignara, mezza scoperta dalle lenzuola, coi lunghi capelli sparsi su tutto il viso e con indosso la solita canotta scura e dei pantaloncini molto corti…come poter resistere dopo tanto tempo?


Era notte fonda quando Corvina si svegliò, scivolò via dal letto in silenzio senza svegliare BB che dormiva accanto a lei, coperto dal lenzuolo scuro.
Rimase un po’ a guardare la pioggia autunnale fuori dalla vetrata, poi si guardò allo specchio, era completamente nuda.
BB l’aveva presa più volte quella sera, le era sembrato molto possessivo…era sempre desideroso come la prima volta.
Era più alta, le curve si erano accentuate forse aveva un’aria un po’ stanca ma conservava un fisico invidiabile.
Si massaggiò lentamente il ventre: BB le era venuto dentro di nuovo, in parte sperava in un altro figlio, in parte pensava che tre fossero abbastanza.
Sarebbe stato il caso a decidere.
Smise di pensarci concentrandosi sull’immagine riflessa.
Si rimirò in un paio di pose sensuali e disse a se stessa -Però, Corvina, due gravidanze e ti tratti ancora bene- sorrise soddisfatta di quello che vedeva nello specchio.
Gambe lunghe e snelle, seni poco più grandi della norma ma non cadenti, la pelle liscia e perlacea depilata e un bel culo sodo, che suo marito adorava.
Il fisico snello e atletico della maga era uscito quasi indenne dal primo parto, e se l’era cavata anche coi gemelli.
Il pensiero di Corvina divagò pensando ai suoi amati figli… la sua primogenita, identica a lei ma non aveva ereditato nulla dal padre …particolari erano gli occhi, occhi bellissimi grandi , luminosi e neri come la notte e penetranti, incredibilmente profondi, sembrava scavarti l’anima quando ti fissava.
I gemelli invece le rendevano la vita sempre più allegra e movimentata.
Quanto li amava tutti e tre…erano figli suoi e li avrebbe protetti…anche se ciò significava nascondere una terribile verità…
Tornò a rimirarsi allo specchio poggiando le braccia sui fianchi –sissignora, quest’anno riuscirò ad indossare lo stesso bikini dell’anno passato- sorrise il suo corpo marmoreo, simile ad una affascinate scultura.
Ci fu un lampo, il fulmine guizzò nel cielo e fu riflesso nello specchio abbagliando Corvina, e poco dopo, non appena le maga risollevò lo sguardo nello specchio c’era Ghostface!
-AAAA!!!- Corvina strillò spaventata, subito un’onda di energia nera si abbattè sullo specchio, mandandolo in frantumi.
Ne seguì una seconda e una terza e una quarta…
Finché le onde di magia nera non sfondarono parte della parete.
Il frastuono aveva svegliato tutti, sia i gemelli che April vedevano dall’uscio della camera dei loro genitori, dove erano accorsi, la loro madre accanirsi nuda contro la parete.
BB dovette saltarle addosso e immobilizzarla con la coperta per riuscire a parlarle.
Corvina cadde a terra stremata dalla paura e BB fece appena in tempo a prenderla prima che battesse la testa sul pavimento.
Corvina era sconvolta, non pareva nemmeno se stessa.
Aveva gli occhi sbarrati, il respiro inciampava nei denti, era scossa da fremiti di paura… poi finalmente la sua pupilla si poggiò sul viso del mutaforma che dolcemente la sorreggeva inginocchiato a terra.
Pianse.
Corvina pianse incurante che i suoi figli la guardavano spaventati…pianse di paura.
-Corvina, Corvina amore mio…- le sussurrò BB accarezzandole i corti capelli viola –Corvina, che succede? Dimmelo ti supplico, amore mio, parlami…- la implorò BB preoccupato come non mai.
Corvina lo fissò in silenzio cercando di formulare una frase, senza però riuscirci.
Dal volto sgomento, solcato da interminabili lacrime potè tuttavia uscire una parola distinta…
-G-Ghostface…-
Calò il silenzio.
-Ghostface?! No, non è possibile. Lui non può essere qui, lo sia Corvina. Non tornerà mai- disse BB che si rifiutava di crederle, tentando di rassicurarla…ma lui stesso si sentiva vacillare all’udire quel nome.
Doveva aver avuto un incubo anche lei…non poteva essere diversamente.
DOVEVA trattarsi di un sogno!
-Chi è questo Ghostface?- chiese April andando a fianco del padre, che continuava a stringere a sé la moglie in lacrime, coperta dal caldo panno blu.
-Un pazzo…un volta un uomo, ma più che altro un mostro- le rispose il padre –Un pazzo che ha tormentato tua madre molto tempo fa…-
April sbiancò.
-April, cos’hai?- le domandò BB notando la sua reazione.
-Io…io…- deglutì la ragazza –Io…non so chi sia questo Ghosface…ma oggi…h-ho trovato questa sul mio cuscino…- disse porgendo la foto di loro tre al padre.
BB la prese tra le mani osservandola.
-Che significa?-
-Girala- gli disse la figlia.
Non appena il mutaforma ruotò la foto fu lui a restare senza parole per lo sgomento…
Riuscì solo a dire –Qualcuno è stato qui stanotte…-
C’era una frase scritta col sangue ancora fresco che autografava la foto.
Una breve dedica per Corvina, BB la lesse ma non riuscì a capacitarsi di averlo effettivamente fatto.
Non dopo quello che aveva letto…

“Brucerai per quello che hai fatto”
  
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