salve! questo pezzo di capitolo è il continuo del precedente.....la parte in corsivo sono le ultime righe del capitolo precedente. Buona lettura, scusate il ritardo.
voi che mi avete tra i preferiti, COMMENTATE?? siete 48 vi vedo segnate...^^
-dai...buttati!non
mi far fare brutta figura, ti aspetto alla macchina dopo e mi devi
raccontare
tutto, altrimenti non ti porto a casa!-minacciò.
-vaaabene!-
Entrai
e mi sedetti al mio posto, il vuoto accanto a me.
Cercavo
le parole adatte, ma non le trovavo, cosa le avrei potuto dire?
Perché mi aveva
baciato e era scappata via? Non sarebbe stata una cattiva idea; oppure
potevo
chiederle perché diavolo non si era più fatta
sentire, dov’era stata, con chi,
perché… sospirai riconoscendo quelle domande,
erano le stesse che mi facevo il
mese precedente.
Dopo
pochi istanti la classe cominciò a riempirsi.
Entrò
anche lei con grazia e volò al suo posto, affianco a me.
Inizialmente non
parlò, mi tremavano le mani, mi sentivo un’idiota!
Si voltò verso di me,
trattenendo visibilmente il respiro, era emozionata?
-ciao
Edward- mi salutò di nuovo. Quella voce calda…
che
fine hai fatto?- mi uscì istintivo, come un’accusa.
Mi
guardò sorpresa e io mi sentii idiota. Bel modo di iniziare
una conversazione.
Ma che mi prendeva? Non la vedevo da un sacco di tempo!
-te
lo dovrei dire?-chiese tranquilla.
-si
fa così con gli amici…- Alzai le spalle.
-non
ho mai detto di essere tua amica -
disse
calma.
Rimasi
di sasso e delusissimo. Ingoiai il piombo.
-salve
ragazzi, innanzitutto ben tornata signorina Cullen, domani
farà quel test e si
rimetterà in pari- disse il professore sorridendole e lei
rispose a sua volta.
La
lezione iniziò, io fissavo lei e quando si girava a
guardarmi distoglievo.
Per
tutto il tempo non feci che
leggere le sue
espressioni, non lasciavano trapelare nulla, vuoto assoluto.
Intanto
le sue parole vorticavano come lame ardenti nel mio stomaco. Non
eravamo amici?
Perché mi aveva baciato? Perché mi aveva baciato?
Continuavo a ripetere quella
domanda dentro di me, me lo chiesi per tutta la lezione, valutando ogni
opzione, o voleva solo giocare con me, o magari voleva farmi capire che
gli
piacevo, ma quest’ultima ipotesi non aveva molto senso, dato
che mi aveva
appena detto che neanche era mia amica.
-perché
mi hai baciato?-chiesi appena finì la lezione, lo chiesi a
bassissima voce. Mi
uscì di nuovo istintivo, forse ero stato così
tanto tempo a chiedermelo che ora
quella frase aveva preso il coraggio ed era diventata concreta, uscendo
cattiva
e distruttrice dalla mia bocca.
Sospirò
incerta e mi guardò con un espressione che non seppi
decifrare. Strinsi la mascella,
avevo lo strano presentimento di aver fatto la domanda sbagliata. Mi
preparai
ad affondare.
-Edward…
io… è stato un errore ok?-
Eccolo!
Lo immaginavo, ma allora perché faceva male? Ingoiai
dell’altro piombo mentre
una parte di me cercava di scavare una fossa e sotterrarsi, mi sentivo
male,
rifiutato e preso in giro.
Si
voltò e uscì di corsa dalle classe, provai a
seguirla, ma quando la vidi con i
suoi fratelli, lo sguardo cattivo di Emmett mi fece cambiare idea.
Raggiunsi
Jesse sconfitto.
-allora
allora allora?-disse, poi guardando la mia espressione,
-mi
hai fatto fare brutta figura?- sibilò.
-allora
che? Mi ha detto che non siamo amici e che non mi voleva baciare-
-che
stronza- commentò.
Lo
guardai male. Mi riaccompagnò a casa.
-a
domani, direttamente a scuola che oggi mi vado a riprendere
-va
beh, ciao! Non ci pensare Ed!-
Entrai
in casa, pranzai da solo, come al solito poi decisi di chiamare
Rebecca, era
tanto che non la sentivo.
-pronto
sono Edward…-
-ciao!
Come stai?-
-bene
Billy… lì tutto ok?-
-si
certo… Charlie?-
-bene…
Bechy in casa?-
-no-
disse secco. Guardai il telefono sorpreso.
-ah,
la richiamo dopo o passo domani...-
-no-
-scusa?-chiesi
confuso.
-no…
è meglio che per un po’ non vi vediate…
per favore. Saluta tuo padre-
Attaccò.
Brutto acido di un vecchio! Che tristezza, non potevo neanche parlare
con la
mia migliore amica.
Mi
buttai sul letto dopo la doccia, completamente zuppo e presi sonno.
Mi
risvegliai la mattina successiva chiamando Isabella, un sogno davvero
niente
male, e poco casto. Ma che stavo facendo? Ancora continuavo a sperare?
Mi
sembrava chiaro che non c’era nulla tra noi, era una stronza
come diceva Jesse,
ma allora perché mentre mi ripetevo questo ripensavo alle
sue labbra? Non c’era
nulla da dire, quel bacio mi aveva segnato, era un tormento! Forse
l’avrei
dovuta ribaciare per togliermelo dalla testa… sorrisi ebete.
Che idiota, mi
stavo ancora dando false speranza. Smettila Edward! Come si faceva a
tornare
alla calma? Dov’era finita l’ansia e
l’angoscia? E la nostalgia?
Mi
preparai per andare a scuola, decisi che l’avrei evitata, ci
avrei provato
almeno.
-buongeppetto!-esclamò Charlie
appena mi vide
scendere le scale.
Lo
guardai sorpreso, da quanto non tirava fuori questi strambi saluti? Non
riuscivo neanche a ricordarlo. Da dove usciva quel buon umore?
-buongiorno
papà-
-che
fai oggi?-chiese contento.
-boh,
niente di importante. Perché?-chiesi alzando un sopracciglio.
-mah…
stavo pensando di andare un po’ a Seattle.- rise.
-papà,
ma ti senti bene?- chiesi preoccupato.
-sto
benissimo. Che c’è non posso essere felice?-
chiese indignato.
-si
ma… fino a ieri neanche ridevi!-
-senti
chi parla…-disse. Cadde il silenzio. Non mi andava di tirare
fuori il discorso
“Chiara”, non in quel momento in cui sembrava
rinascere un dialogo tra noi.
-come
va con Mary?-chiesi, non stavo propriamente cambiando discorso,
l’argomento che
volevo evitare era un collegamento troppo stretto a quella domanda.
-a
gonfie vele- disse senza entusiasmo.
Lo
guardai curioso.
-le
mancano le figlie- disse alzandosi in piedi e guardandomi.
Riecco
Chiara tirata in ballo. Non era possibile vivere un giorno senza che mi
prendessero i crampi allo stomaco? Anche a me mancava…
tanto. Ero colpevole di
quelle sensazioni, di quei crampi, non dovevo chiedere nulla che la
riguardasse, ma l’avevo fatto di riflesso, senza pensarci, il
mio inconscio
aveva elaborato un piano solo per sentir parlare di lei.
Volevo
che quella sensazione di vuoto finisse, ma da una parte mi sentivo
colpevole
anche solo a pensarlo. Avevo bisogno di qualcuna che mi distraesse dai
ricordi
di Chiara, Isabella ad esempio. Mi diedi ancora una volta dello
stupido.
Sognare peggiorava soltanto le cose.
-non
le sente più?- chiesi davvero curioso, maledicendomi. Ma
volevo sapere di lei,
volevo sapere se stava bene.
Mi
guardò per qualche secondo, forse valutando se dirmelo o no.
-solo…Chiara,
l’ha chiamata.-
Appena
sentii il suo nome scattai con gli occhi sul volto di mio padre,
improvvisamente serio.
-ha
chiesto di te… voleva sapere se stavi bene-
Il
mio cuore si fermò per un secondo. Sentii gli occhi
pizzicarmi, ma non stavo
per piangere, raramente mi abbandonavo alle lacrime. Mi sentivo
impotente, di
fronte a un destino che decideva per me e mi faceva soffrire.
-non
dovevo dirtelo… ti prego non perdere il sorriso che ti ho
visto da ieri- disse.
-no…
non lo perderò- dissi con la voce rauca, me la schiarii e mi
alzai, desideroso
di allontanarmi da quella conversazione dolorosa.
-Edward…
sono felice, solo perché ti ho visto sorridere. Per
favore… è stata dura per me
sentirti piangere con Rebecca…-, arrossii in imbarazzo,
-è stata dura
comprendere che era a causa mia che stavi così
male…-terminò.
Lo
guardai. Gli avevo procurato tutto questo?senza rendermene
conto…
-papà…
non ce l’ho con te. È solo che, ho bisogno di
tempo. Va già molto meglio, sai
che sono tornati i Cullen?-
-
allora era il nome della più piccola dei Cullen che hai
gridato stamattina?-
Arrossii,
che figura.
-non
ti preoccupare non lo dirò a nessuno che la sogni-
annunciò.
-già…
giusto sognarmela…-borbottai, non credevo mi sentisse.
-ti
piace eh?-
-beh
non è da buttar via-
Sorrise
felice, forse credeva che fosse ora per me di ricominciare e fare nuove
esperienze.
-fatti
valere Ed!- esclamò alzando un pugno in aria.
Sorrisi
al Charlie allegro, che mi era mancato.
Mi
imposi un sorriso.
Fu
quando uscii di casa che mi accorsi di una terribile dimenticanza.
Sbuffai
incamminandomi verso al fermata del bus.