Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: claudiacullen    02/11/2008    2 recensioni
Introduzione rimossa poichè non vi sono cenni relativi alla trama. Si prega di inserirne una valida.
Rinoa81, assistente amministratrice.
Genere: Romantico, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

salve! questo pezzo di capitolo è il continuo del precedente.....la parte in corsivo sono le ultime righe del capitolo precedente. Buona lettura, scusate il ritardo.

voi che mi avete tra i preferiti, COMMENTATE?? siete 48 vi vedo segnate...^^

-dai...buttati!non mi far fare brutta figura, ti aspetto alla macchina dopo e mi devi raccontare tutto, altrimenti non ti porto a casa!-minacciò.

-vaaabene!-

Entrai e mi sedetti al mio posto, il vuoto accanto a me.

Cercavo le parole adatte, ma non le trovavo, cosa le avrei potuto dire? Perché mi aveva baciato e era scappata via? Non sarebbe stata una cattiva idea; oppure potevo chiederle perché diavolo non si era più fatta sentire, dov’era stata, con chi, perché… sospirai riconoscendo quelle domande, erano le stesse che mi facevo il mese precedente.

Dopo pochi istanti la classe cominciò a riempirsi.

Entrò anche lei con grazia e volò al suo posto, affianco a me. Inizialmente non parlò, mi tremavano le mani, mi sentivo un’idiota! Si voltò verso di me, trattenendo visibilmente il respiro, era emozionata?

-ciao Edward- mi salutò di nuovo. Quella voce calda…

che fine hai fatto?- mi uscì istintivo, come un’accusa.

Mi guardò sorpresa e io mi sentii idiota. Bel modo di iniziare una conversazione. Ma che mi prendeva? Non la vedevo da un sacco di tempo!

-te lo dovrei dire?-chiese tranquilla.

-si fa così con gli amici…- Alzai le spalle.

-non ho mai detto di essere tua amica - disse calma.

Rimasi di sasso e delusissimo. Ingoiai il piombo.

-salve ragazzi, innanzitutto ben tornata signorina Cullen, domani farà quel test e si rimetterà in pari- disse il professore sorridendole e lei rispose a sua volta.

La lezione iniziò, io fissavo lei e quando si girava a guardarmi distoglievo.

Per tutto il tempo non feci che leggere le sue espressioni, non lasciavano trapelare nulla, vuoto assoluto.

Intanto le sue parole vorticavano come lame ardenti nel mio stomaco. Non eravamo amici? Perché mi aveva baciato? Perché mi aveva baciato? Continuavo a ripetere quella domanda dentro di me, me lo chiesi per tutta la lezione, valutando ogni opzione, o voleva solo giocare con me, o magari voleva farmi capire che gli piacevo, ma quest’ultima ipotesi non aveva molto senso, dato che mi aveva appena detto che neanche era mia amica.

-perché mi hai baciato?-chiesi appena finì la lezione, lo chiesi a bassissima voce. Mi uscì di nuovo istintivo, forse ero stato così tanto tempo a chiedermelo che ora quella frase aveva preso il coraggio ed era diventata concreta, uscendo cattiva e distruttrice dalla mia bocca.

Sospirò incerta e mi guardò con un espressione che non seppi decifrare. Strinsi la mascella, avevo lo strano presentimento di aver fatto la domanda sbagliata. Mi preparai ad affondare.

-Edward… io… è stato un errore ok?-

Eccolo! Lo immaginavo, ma allora perché faceva male? Ingoiai dell’altro piombo mentre una parte di me cercava di scavare una fossa e sotterrarsi, mi sentivo male, rifiutato e preso in giro.

Si voltò e uscì di corsa dalle classe, provai a seguirla, ma quando la vidi con i suoi fratelli, lo sguardo cattivo di Emmett mi fece cambiare idea.

Raggiunsi Jesse sconfitto.

-allora allora allora?-disse, poi guardando la mia espressione,

-mi hai fatto fare brutta figura?- sibilò.

-allora che? Mi ha detto che non siamo amici e che non mi voleva baciare-

-che stronza- commentò.

Lo guardai male. Mi riaccompagnò a casa.

-a domani, direttamente a scuola che oggi mi vado a riprendere la Volvo-

-va beh, ciao! Non ci pensare Ed!-

Entrai in casa, pranzai da solo, come al solito poi decisi di chiamare Rebecca, era tanto che non la sentivo.

-pronto sono Edward…-

-ciao! Come stai?-

-bene Billy… lì tutto ok?-

-si certo… Charlie?-

-bene… Bechy in casa?-

-no- disse secco. Guardai il telefono sorpreso.

-ah, la richiamo dopo o passo domani...-

-no-

-scusa?-chiesi confuso.

-no… è meglio che per un po’ non vi vediate… per favore. Saluta tuo padre-

Attaccò. Brutto acido di un vecchio! Che tristezza, non potevo neanche parlare con la mia migliore amica.

Mi buttai sul letto dopo la doccia, completamente zuppo e presi sonno.

Mi risvegliai la mattina successiva chiamando Isabella, un sogno davvero niente male, e poco casto. Ma che stavo facendo? Ancora continuavo a sperare? Mi sembrava chiaro che non c’era nulla tra noi, era una stronza come diceva Jesse, ma allora perché mentre mi ripetevo questo ripensavo alle sue labbra? Non c’era nulla da dire, quel bacio mi aveva segnato, era un tormento! Forse l’avrei dovuta ribaciare per togliermelo dalla testa… sorrisi ebete. Che idiota, mi stavo ancora dando false speranza. Smettila Edward! Come si faceva a tornare alla calma? Dov’era finita l’ansia e l’angoscia? E la nostalgia?

Mi preparai per andare a scuola, decisi che l’avrei evitata, ci avrei provato almeno.

-buongeppetto!-esclamò Charlie appena mi vide scendere le scale.

Lo guardai sorpreso, da quanto non tirava fuori questi strambi saluti? Non riuscivo neanche a ricordarlo. Da dove usciva quel buon umore?

-buongiorno papà-

-che fai oggi?-chiese contento.

-boh, niente di importante. Perché?-chiesi alzando un sopracciglio.

-mah… stavo pensando di andare un po’ a Seattle.- rise.

-papà, ma ti senti bene?- chiesi preoccupato.

-sto benissimo. Che c’è non posso essere felice?- chiese indignato.

-si ma… fino a ieri neanche ridevi!-

-senti chi parla…-disse. Cadde il silenzio. Non mi andava di tirare fuori il discorso “Chiara”, non in quel momento in cui sembrava rinascere un dialogo tra noi.

-come va con Mary?-chiesi, non stavo propriamente cambiando discorso, l’argomento che volevo evitare era un collegamento troppo stretto a quella domanda.

-a gonfie vele- disse senza entusiasmo.

Lo guardai curioso.

-le mancano le figlie- disse alzandosi in piedi e guardandomi.

Riecco Chiara tirata in ballo. Non era possibile vivere un giorno senza che mi prendessero i crampi allo stomaco? Anche a me mancava… tanto. Ero colpevole di quelle sensazioni, di quei crampi, non dovevo chiedere nulla che la riguardasse, ma l’avevo fatto di riflesso, senza pensarci, il mio inconscio aveva elaborato un piano solo per sentir parlare di lei.

Volevo che quella sensazione di vuoto finisse, ma da una parte mi sentivo colpevole anche solo a pensarlo. Avevo bisogno di qualcuna che mi distraesse dai ricordi di Chiara, Isabella ad esempio. Mi diedi ancora una volta dello stupido. Sognare peggiorava soltanto le cose.

-non le sente più?- chiesi davvero curioso, maledicendomi. Ma volevo sapere di lei, volevo sapere se stava bene.

Mi guardò per qualche secondo, forse valutando se dirmelo o no.

-solo…Chiara, l’ha chiamata.-

Appena sentii il suo nome scattai con gli occhi sul volto di mio padre, improvvisamente serio.

-ha chiesto di te… voleva sapere se stavi bene-

Il mio cuore si fermò per un secondo. Sentii gli occhi pizzicarmi, ma non stavo per piangere, raramente mi abbandonavo alle lacrime. Mi sentivo impotente, di fronte a un destino che decideva per me e mi faceva soffrire.

-non dovevo dirtelo… ti prego non perdere il sorriso che ti ho visto da ieri- disse.

-no… non lo perderò- dissi con la voce rauca, me la schiarii e mi alzai, desideroso di allontanarmi da quella conversazione dolorosa.

-Edward… sono felice, solo perché ti ho visto sorridere. Per favore… è stata dura per me sentirti piangere con Rebecca…-, arrossii in imbarazzo, -è stata dura comprendere che era a causa mia che stavi così male…-terminò.

Lo guardai. Gli avevo procurato tutto questo?senza rendermene conto…

-papà… non ce l’ho con te. È solo che, ho bisogno di tempo. Va già molto meglio, sai che sono tornati i Cullen?-

- allora era il nome della più piccola dei Cullen che hai gridato stamattina?-

Arrossii, che figura.

-non ti preoccupare non lo dirò a nessuno che la sogni- annunciò.

-già… giusto sognarmela…-borbottai, non credevo mi sentisse.

-ti piace eh?-

-beh non è da buttar via-

Sorrise felice, forse credeva che fosse ora per me di ricominciare e fare nuove esperienze.

-fatti valere Ed!- esclamò alzando un pugno in aria.

Sorrisi al Charlie allegro, che mi era mancato.

Mi imposi un sorriso.

Fu quando uscii di casa che mi accorsi di una terribile dimenticanza. La Volvo! Non ero andato a ritirarla!

Sbuffai incamminandomi verso al fermata del bus.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: claudiacullen