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Autore: 24maggio2011    01/12/2014    3 recensioni
"La storia di un amore" nasce da un video e da due menti. La mia e quella di Tallutina. L'idea è sua ed è nata dopo aver visto un video su youtube. Lei è la mente ed io il braccio (O meglio, la scrittrice). I personaggi saranno stravolti. Completamente OOC (fuori personaggio). I protagonisti principali saranno Stiles e Scott e una strega di nome Marnie, sconvolgerà per sempre le loro vite.
(Pietà per questa terribile introduzione) Spero di avervi incuriosita e 24maggio2011 assieme a Tallutina vi attengono numerosi! Buona lettura.
*Ho messo crossover solo per la strega! E' la stessa presente il True Blood. Per il resto, la storia è a parte.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: AU, Nonsense, OOC | Avvertimenti: Mpreg
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- Mio marito, ritornerà?
 
Se Stiles, in questo momento pensasse a quanto dolce e tenero sia suo marito, si scioglierebbe in tempi record, ma se pensa, che tra poco, ci dovrà litigare, gli viene male. Avrebbe voluto dirglielo ieri, che era il suo compleanno, ma visto che erano felici, non era il momento. Ne ha parlato con Melissa, per sapere come avrebbe reagito suo figlio, una volta che scoprirà che da domani, suo marito lavorerà e le previsioni, non furono delle migliori. Non che dovesse chiederlo alla mamma di suo marito, per sapere come quel tonto, avrebbe reagito.

Scott, era geloso e possessivo di Stiles e questo, ormai, è un fatto noto a tutti. Di un lavoro, non ne hanno ancora parlato, ma Stiles è certo che suo marito, farà di tutto per impedirglielo, ma lui, farà di tutto per dissuaderlo e andrà a lavorare, ad ogni costo. Nel frattempo, conscio che domani, sia giorno di luna piena e che quello, non è il momento adatto per dargli una notizia del genere, con lui sotto la doccia, i bambini nella culla a dormire profondamente, decide di mettersi ai fornelli e prenderlo per la gola, con dei dolci. A partire da una torta al cioccolato, la sua preferita, a dei muffin al cioccolato e per finire i suoi cupcake preferiti.
- Woow! Già ho fame. A cosa dobbiamo tutti questi dolci? Che si festeggia? - Chiede Scott abbracciandolo per i fianchi e provando ad inzuppare un dito nel cioccolato fuso.
- HEI! FERMO! - Gli picchietta la mano, Stiles.
- Ma io ho fame. - Brontola Scott.
- Pazienti un attimo. Tra poco, è ora di cena!
- Sei un lagnoso del cavolo! Non mi hai ancora detto, a cosa dobbiamo questi dolci, però.
- Oh, Scott! Che impiccione che sei. Ci dev'essere per forza qualcosa? Mi andava di cucinare. A te non dispiace così tanto, a quanto pare. Ti pare che non sento la tua acquolina e la tua voglia pazzesca di ingurgitare tutti questi dolci? - Chiede in un sussurro, Stiles, ad un centimetro dalle sue labbra.

Scott, di tutta risposta, sorride, gli allaccia le braccia intorno al collo e lo bacia con dolcezza. Dire che lo ama, è dire poco. Scott senza Stiles, non ci vive e nonostante sappia, che gli sta nascondendo qualcosa, aspetterà di sapere cosa sia, quando troverà il coraggio di dirgliela, mentre inconsciamente, già spera che non li porterà ad una litigata, perchè quel tonto di suo marito, si mette a cucina dolci al cioccolato, solo quando deve dirgli qualcosa, che di sicuro, lui, non gradirà.

"Che stai combinando, Stiles? Ti prego. Non ho voglia di litigare, non mi fare arrabbiare."

*E come al solito, hai capito che ti sto nascondendo qualcosa e questo, non ha niente a che fare, con i tuoi poteri da lupo! Ti prego. Non ho voglia di litigare, non mi fare arrabbiare.*

- Ordiniamo una pizza, per cena? - Chiede Scott.
- Ma sei scemo? Ho fatto le lasagne, solo che sono a casa dei nostri genitori. Il forno, è andato.
- Come mai?
- Ma che ne so. Mell, serve aiuto?
- No. Perchè? Le lasagne sono in forno. 
- Chiedevo così, tanto per chiedere.
- Vieni tra un quarto d'ora, prima che ve le mangio tutte.
- Guarda che se ne prendete un po', anche per voi, non vi sfiniamo di allenamenti. - Dice ancora, Stiles.
- Davvero? - Chiede stupita e felice, Melissa.
- Si, mamma si. E poi, perchè ci stavi ascoltando?
- Non vi stavo ascoltando.
- Come no! - Dice sarcastico, Stiles.
- Stiles, ti giuro che non è così. Mi stavo facendo i cavoli miei e mi hai chiamata e solo allora, mi sono messa in ascolto.
- Cavolo, non sta mentendo. - Dice Scott a Stiles.
- Ahaha lo sento anche io, scemo.
- Non dirmi scemo, signor McCall.
- Ok, a dopo. - Dice Melissa, ignorandoli subito dopo e tornando a farsi i fatti suoi.
- Ma tu, sei scemo. - Dice sorridendo, Stiles.
- Ok, te lo concedo. Però, sono solo il tuo scemo.
- Mio e di nessun'altro, ovvio. C'era da chiederlo?
- No. 
- Ah, ecco. Sei tanto scemo, quanto dolce e tenero allo stesso tempo!
- Ahaha che ruffiano che sei! 
- Oh, ma guarda che sei lunatico, è. Prima mi dici che non ti coccolo mai e per una volta che lo faccio, ti lamenti pure? - Scherza, Stiles.
- Ma io non mi lamento mica. Anzi, sono contento quando mi fai due coccole. - Dice Scott, mordendogli un orecchio.
- Me ne sono accorto. Mi mordi sempre l'orecchio, quando sei contento. - Dice Stiles, mordendogli il naso.
- E tu, il naso. Ma ti diverti? - Chiede ridendo, Scott e continuando a morderlo.
- Sii. - Ride di gusto, Stiles, finendo per mordergli le guance.
- Guarda, sta cosa dei morsi, non l'ho mai capita. Lo facciamo solo noi lupi e con il nostro compagno, ma mi piace. 
Scott, credo si chiami concetto di possessività*. Siamo lupi e siamo monogami e questo lo sanno tutti. Ci siamo scelti l'un l'altro e sono certo di non voler altro compagno all'infuori di te. Ogni volta che ti mordo e ti lascio i segni, è perchè voglio che tutti sappiano che sei solo mio, per non parlare di te. Sei tu, quello più geloso e sopratutto possessivo, tra i due. 
- Mi pare il minimo! Tu sei solo mio. - Dice Scott sedendosi al suo posto, mentre aspetta la cena.
- Ma, tipo quanto?
- Tipo tanto.
- Tipo da non poterti dividere da me, per, che so.. quattro ore?
- Quattro ore senza di te? Sei matto. Come faccio? E poi, dove vorresti andare, quattro ore senza di me?

"Ci siamo."

*Ci siamo.*

- Mh? No, così. Era per dire qualcosa! Sei nervoso. E' per via della luna di domani?

"E' per via che mio marito, ha combinato qualcosa."

- Probabilmente.
- Stai mentendo.
- Anche tu.
- Cioè?
- Mi devi dire qualcosa, ma non ci riesci.
- Facciamo che te lo dico dopo cena?
- Dobbiamo litigare?
- Perchè parti dal presupposto che dobbiamo litigare?
- Perchè ti conosco e perchè quando devi dirmi qualcosa che mi farà arrabbiare, ti rigiri l'anello tra le dita e te lo tocchi in continuazione.
- Davvero?
- Non fare finta di non saperlo.
- Vado a prendere le lasagne.
- Ma poi, mi dici cos'hai. Che tu lo voglia, o no.
- Indipendentemente da cosa voglio io, te la devo dire per forza, per cui.

Un ora dopo, la coppia, ha finito la sua cena e adesso, Scott è in cucina che da, da mangiare a Syd, mentre la stringe forte a se e la riempe di baci. Stiles, è al piano di sopra che sta cambiando Ben e tra poco scenderà in cucina, con il figlio tra le braccia e andrà da sua figlia e da suo marito. 
- Ciao lupacchiotti. - Li saluta Stiles, dando prima, un bacio nella guancia a Scott, poi, baciando sua figlia.
- Ciao a voi. - Li saluta Scott, ricambiando i baci e sorridendo a suo marito, che si è appena seduto di fronte a lui e sta dando da mangiare a Ben.
- Amore, sto impazzendo! Te lo giuro. E' un ora che aspetto. Mi dici cosa c'è?
- Ho trovato un lavoro, Scott. Inizio domani!
- SCUSA COSA?
- Non urlare che spaventi i bambini.
- Non mettere in mezzo i bambini, Stiles. - Urla Scott.
- Ma cosa risolvi che ti urli? - Urla Stiles.
- Non lo so quello che risolvo, ok? Ma mi va di urlare e se mi fa di urlare, lo faccio.
- E', bravo. A me va di lavorare e lo faccio. 
- No, invece.
- Si, invece.
- Ti ho detto di no.
- E io ti ho detto di si. Come la mettiamo?
- La mettiamo che stai a casa con me e con i bambini. Fine del discorso!
- Fine del discorso un corno, Scott. Il discorso è appena cominciato! Io andrò a quel lavoro, che tu lo voglia, oppure no. 
- Stiles, forse non ci siamo capiti. Tu, stai a casa con me, sono stato chiaro? - Continua ad urlare, Scott.
- Proprio per niente. Forse quello che non hai capito, qui sei tu, non io. Non puoi impedirmi, di andare a lavorare.
- Si che posso, invece.
- Non puoi proprio niente, Scott. Lo capisci che abbiamo bisogno di soldi, per mantenere i nostri figli? Ti sembra che piovono dal cielo?
- La mia famiglia, ha tutti i soldi necessari, per far si che tu, non debba lavorare. I nostri figli, avranno sempre un tetto sotto la testa e non gli mancherà mai da mangiare. Queste cose, le sai da te e non vedo perchè tu, ti sia messo a cercarti un lavoro, senza prima consultarmi. - Urla Scott.
- E te lo chiedi anche, perchè non ti ho consultato? Reagisci sempre così, quando si tratta di me e di qualcosa che voglio fare per me, ma sopratutto per noi. - Urla Stiles.
- Certo. Restare separati! Lo fai per noi, ovvio.
- Scott! Sono solo quattro ore al giorno. Lavoro part time. Al mattino! Sarò qui per il pranzo e non vi sto lasciando soli, proprio per niente. Io, vi amo più della mia stessa vita e sapere che mio marito, solo perchè è un cretino di prima categoria, pensi l'esatto contrario, mi fa incazza** come non mai. - Urla Stiles. E' furioso.
- E' quello che vuoi fare, però. Ci vuoi lasciare. - Urla Scott.
- Piantala con questa storia! Non vi voglio lasciare per nessuna ragione al mondo. Non vi sto lasciando, vado a lavorare.
- MA IO NON VOGLIO.
- MA IO SI.
- Stiles, finiscila.
- Finiscila tu, Scott. Non sai nemmeno di che lavoro si tratta e già ti alteri.
- Mi altero, perchè quando fai così, mi fai incazza**. Siamo una famiglia, adesso e prima di fare una cosa del genere, devi consultarmi.
- Che senso avrebbe avuto consultarti, se poi me lo avresti impedito ugualmente?
- E' ovvio che te l'avrei impedito ugualmente.
- E continua, oh. Continui a pensare di avere ragione, Scott?
- CERTO CHE HO RAGIONE.
- NON HAI RAGIONE PROPRIO PER NIENTE.

Si stavano urlando talmente tanto forte addosso, che le loro urla, coprirono il pianto dei loro bambini, tanto che preoccupati, Melissa e Jonh, dovettero intervenire. Entrarono in casa e gli presero i bambini.
- Noi, li portiamo di la. Voi, continuate pure a litigare, se volete. Ma fammi un favore, Scott. Cresci un po', perchè tuo marito ha ragione. - Dice Melissa.
- Scusa, cos'hai detto? - Chiede in un ringhio, Scott.
- Non ti permettere mai più di ringhiarmi contro, signorino, perchè stai parlando con tua madre, in questo momento, non con uno dei tuoi beta. - Lo riprende duramente, Melissa. Quando è troppo, è troppo.
- MA VUOLE ANDARE A LAVORARE.
- MA VADO A LAVORARE PER QUATTRO ORE AL GIORNO, SCOTT. QUATTRO ORE AL GIORNO. AL MATTINO! PER LO PIU' I BAMBINI DORMONO, A QUELL'ORA E SE MAI AVESSI BISOGNO DI AIUTO, C'E' TUA MADRE E MIO PADRE. 
- Ma poi, io, non per farmi i fatti vostri, scusate è, ma Scott, sai di che lavoro si tratta? - Chiede Jonh, cullando il nipote tra le sue braccia.
- No che non lo sa e lo sai perchè non lo sa, papà?? Perchè non appena gli ho detto che domani inizio a lavorare, ha iniziato a urlare e nemmeno mi lascia parlare. 
- Ma lo capisci che non hai bisogno di andare a  lavorare? Lo capisci? - Urla Scott.
- Niente, oh. Più cocciuto di così, non lo potevi fare, Mell. Non c'è verso.
- Stiles, te l'ho detto che avrebbe reagito così.
- Certo perchè.. aspetta un attimo! Tu lo sapevi, mamma?
- Me l'ha detto stamattina.
- PERCHE' HAI PREFERITO DIRLO PRIMA A TUA SUOCERA, ANZICHÉ A TUO MARITO?
- Ci risiamo. Perchè sapevo che avresti reagito così! Scott, ma ti rendi conto di quanto bordello stai facendo, per un lavoro del cazz*?
- Ehi, signorino! Cos'è questo linguaggio?
- Papà, lasciami stare, per favore. Ma nemmeno fossimo negli anni venti. Dove sta scritto, che non posso andare a lavorare, solo lui lo sa.
- Stiles, dai, prova a capirlo! E' tuo marito. Vuole solo prendersi cura di te. - Prova Jonh. 
- Anche io, voglio prendermi cura di lui ed è per questo, che domani, andrò a lavorare.
- TU NON CI ANDRAI. - Ordina Scott e anche se non voleva, proprio non ha resistito e gli ha mostrato gli occhi rossi. E' stato un riflesso incondizionato e non appena se n'è reso conto, ha fatto tornare i suoi occhi, del suo colore naturale.
- Adesso cosa fai? Ti metti a darmi un ordine Alpha?
- Scusa, non volevo, ma ..
- MA COSA, SCOTT? Hai perso la pazienza? Anche io, la sto perdendo la pazienza. Credi che un tuo ordine Alpha, mi fermerà dall'alzarmi domani mattina e andare a lavorare?
- Saresti disposto ad andare contro, ad un mio ordine?
- Se devo, si. E se la mettiamo su questo punto, allora anche io, ti ordino di lasciarmi andare. Ti va bene, così? Lo faresti? Mi lasceresti andare a lavorare?
- Ovvio che no.
- Bene! Quindi è ovvio, che io domani andrò.
- Ma perchè mi stai facendo questo, Stiles?
- Questo cosa, Scott? Lasciarti per quattro ore? Anche tua mamma e mio padre, lavorano e stanno separati e anche loro, sono compagni per la vita, ma non mi sembra che nessuno dei due, abbia fatto scenate del genere.
- Ma non si tratta di stare senza di te per quattro ore, si tratta del fatto che non è giusto che tu lavori. 
- Scott! Avete bisogno di soldi. Ok? La banca dove avevamo tutti i nostri risparmi, ha preso fuoco e i nostri soldi, sono andati in fumo. - Comunica Melissa.
- Bene. Mi dispiace per voi, ma così, magari ti convincerai che ho bisogno di quel lavoro.
- Ritorniamo al punto di prima. Non voglio che tu lavori! Preferisco andarci io.
- Ma perchè? Perchè devi andare tu, quando hanno offerto un lavoro a me? - Chiede Stiles, salutando i genitori e baciando i figli, visto che se ne sono andati, dato che i toni, si erano calmati. Scott, fa lo stesso.
- Perchè devo andarci io, punto e basta.
- Oh mio Dio. Scott, ma per chi mi hai preso? Te ne sei accorto che non sono una bambina, da tenere sotto una campana di vetro? Sono un uomo, un uomo sposato e sono un padre che pensa alla sua famiglia e al bene di questa. Al bene di suo marito e dei suoi figli e proprio come tale, come uomo che si prende cura della sua famiglia, ho deciso che andrò a lavorare. Vuoi farlo anche tu? Ok. Non te lo vieta nessuno. Ma non mi fermerai, Scott. Io voglio quel lavoro e quel lavoro, avrò. - Dice Stiles.

Esausto, lo guarda storto e sale al piano di sopra. Chiude forte la porta della sua camera e si chiude li dentro. Circa un minuto dopo, anche un altra porta, si è chiusa forte ed è quella di casa, che ha chiuso Scott. Sono passate due ore e mezza, ormai e fuori è calata la notte, Stiles, cinque minuti dopo che suo marito è uscito di casa, è andato a casa dei genitori e si è riportato i figli con se, desideroso di un loro contatto, ma sono passate due ore e mezza e Scott, non è ancora tornato e Stiles ha un unica domanda, nella testa, mentre stringe forte a se i suoi figli.

Mio marito, ritornerà? 

 
Piccolo spazio autrice:
 
E qui, lo chiedo anche io. Scott ritornerà?
Pensate che abbia ragione lui, oppure Stiles? 
*
Scott, credo si chiami concetto di possessività* 
Questa cosa, è solo frutto della mia immaginazione.
O almeno, io la vedo così. Per il resto, della monogamia,
so che è tutto vero.


Detto questo, ringrazio infinitamente a Stilba e a Tallutina, per le splendide recensioni che mi hanno lasciato allo scorso capitolo e vi do appuntamento al prossimo, mandandovi un bacione enorme a tutti e ringraziando anche chi legge di nascosto e chi segue questa storia.
  
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