CAPITOLO
QUINTO
Come
era ormai di routine, Draco Malfoy si alzò dal letto di buon' ora,
stiracchiandosi, per poi dirigersi in cucina a preparare la
colazione.
Sceso
in salotto, totalmente oscurato dagli infissi chiusi, si rese conto che la
stanza puzzava - Draco ne era sicuro- come i piedi di un Troll: sorridendo
scosse il capo, dirigendosi verso la finestra per far entrare luce ed aria
nell'ambiente.
Non
appena l'interno dell'abitazione fu inondato da una fioca luce mattutina, il
ragazzo d'istinto si guardò intorno, cercando di capire da dove venisse quel
tanfo.
Sul
divano c'era infatti il suo inquilino che dormiva profondamente senza le scarpe,
abbandonate sul pavimento, vestito solo di boxer.
"Ehi
Sam, sveglia, devi accompagnarmi agli studi!" disse
strattonandolo.
Il
ragazzo, quasi come se non lo avesse sentito, mugugnò qualcosa e si rigirò sui
grandi cuscini del divano, con il lenzuolo che andava a formare un cappio
intorno al collo.
Dopo
circa una decina di minuti, mentre Draco era elegantemente seduto sulla sedia
della cucina intento a bersi il suo caffè, dal salotto arrivò un urlò e il
rumore di un forte tonfo.
"Cazzo!"
si sentì sbraitare.
Nel
giro di un minuto entrò in cucina Sam che, ancora mezzo addormentato, stava
cercando di liberarsi dal lenzuolo che lo soffocava.
"Fatto
male?" chiese Draco, sorridendo sarcastico.
"Fottiti
Draco! Dovresti ringraziarmi, piuttosto che star lì a sogghignare. E' tutta
colpa tua: se tu non fossi qui, adesso non sarei costretto a dormire sul
divano." Rispose piuttosto irritato, mentre Draco si concedeva una seconda tazza
di caffè.
"Te
l'ho detto: la mia è soltanto una sistemazione temporanea, così tu riavrai il
tuo letto e la smetterai di frignare" rispose, di rimando,
Draco.
"Non
voglio che tu te ne vada, vorrei solo evitare di frantumarmi il cranio ogni
mattina; alla fine dovresti tu dormire sul divano e non io!" gli rispose Sam,
facendogli la linguaccia.
"Almeno
potresti farmi un po' di spazio: in due, in un letto matrimoniale, ci entreremmo
benissimo" aggiunse, sorridendo malizioso.
"E
tu pensi seriamente che io possa mai dormire nel tuo stesso letto? Credi sul
serio che riuscirei a dormire?" Chiese scettico, alzando il sopracciglio e
uscendo dalla cucina per dirigersi in bagno a farsi una
doccia.
"Non
credo che riuscirei a lasciarti dormire in pace, dolcezza!" urlò di rimando Sam,
tra una risata e l'altra.
"Sbrigati,
devi accompagnarmi a lavoro, non ho intenzione di prendere un taxi!" disse
sarcastico l'altro, per poi chiudersi in bagno.
Mentre
l'acqua gli scivolava addosso, rilassando i muscoli, il biondo iniziò a
rimuginare di quando, l'anno prima, avrebbe dato qualsiasi cosa per poter
dormire nello stesso letto di Sam.
Draco,
che aveva conosciuto il ragazzo due anni prima in un locale babbano, se ne era
subito invaghito, non che volesse sposarselo, certo, ma di sicuro una scopata da
fare con quel tizio, non gli sarebbe dispiaciuta poi così
tanto.
Non
si poteva negare, il fatto che Sam fosse un bel ragazzo: la pelle era di una
carnagione scura, che unita a quella chiarissima del biondo andava a creare uno
strano contrasto di colori; gli occhi del ragazzo, inoltre, erano di un colore
particolare, un marrone scuro con una sfumatura color cioccolato. I capelli,
infine, erano di un castano chiaro, tendente al biondo, portati naturalmente
lunghi fino alle spalle e racchiusi in una coda bassa.
Subito
dopo essersi conosciuti, erano diventati amanti e avevano intrapreso una
relazione tutt'altro che normale. I due erano una di quelle coppie libere, in
cui entrambi i partners potevano concedersi di frequentare altra
gente.
All'inizio
la situazione era facilmente sopportabile: i due di fatto si vedevano
regolarmente, anche se non disdegnavano intrattenimenti extra.
Con
il passare del tempo, però, Sam aveva cercato una relazione basata su qualcosa
di più, che del semplice sesso. Draco, al contrario, non aveva mai desiderato
più di quanto già non avesse, di conseguenza la loro relazione era andata pian
piano peggiorando, per poi terminare, dopo poco tempo.
I
due ragazzi erano rimasti in buoni rapporti, tanto che, quando Draco, quattro
mesi prima si era presentato alla sua porta per chiedere ospitalità, Sam non gli
aveva nemmeno dato il tempo materiale per spiegargli la situazione, che aveva
già trasferito la sua roba in salotto, per lasciargli la sua
camera.
Naturalmente,
era capitato che dopo il suo trasferimento i due ragazzi si fossero rotolati
nuovamente fra le lenzuola, ma Draco aveva ribadito più volte di non voler
tornare insieme, e di quanto poco desiderasse una relazione stabile. Sam,
accettando le sue decisioni, aveva oramai rinunciato anche solo a provarci con
l'ex.
Draco
rimuginò sul fatto che sul set fotografico avrebbe rivisto Potter e,
all'improvviso, sentì il suo membro indurirsi, ironicamente pensò che andare a
lavoro con un'erezione, non fosse certo il massimo.
Rivederlo
dopo così tanti anni era stata di sicuro una sorpresa per Draco, che si
ricordava di lui come di una ragazzo, poco più che maggiorenne, decisamente
bruttino.
Constatò
che il moretto era indiscutibilmente migliorato, dall'ultima volta che l'aveva
visto. Adesso con quel suo carattere borioso ed arrogante, unito ad una bellezza
misteriosa, poteva anche essere catalogato come: "ragazzo
scopabile".
Con
l'immagine di Potter nella testa prese il suo stesso membro fra le mani e, con
movimenti lenti e calcolati, iniziò a muovere la mano su e giù, sempre più
velocemente. Con la lingua prese a leccarsi il labbro inferiore, e lentamente lo
mordicchiò.
Per
l'ex Principe delle Serpi, non era certo né soddisfacente né
consono,accontentare la sua libido da solo: avrebbe di gran lunga preferito che
fosse qualcun altro a provvedere a quel compito, magari lo stesso Potter... non
lo avrebbe mai ammesso con se stesso, ne tanto con il moretto.
Scacciando
quel pensiero poco opportuno, continuò a masturbarsi, fino a quando con un
sospiro soddisfatto venne, accasciandosi alla parete della
doccia.
Appena
rientrato nella stanza, avvolto in un accappatoio bianco, si sedette sul letto
riflettendo su quanto era appena accaduto: si era dato piacere da solo pensando
al suo nemico di sempre. D'istinto gemette, per poi dirigersi verso
l'armadio.
Dieci
minuti dopo, ormai pronto, scese in salotto, proprio quando Sam uscendo dal
bagno, prendeva le chiavi della macchina.
"Pronto?"
chiese, sorridente, aprendo la porta per far passare il biondo.
"Si,
andiamo, si sta facendo tardi" rispose Draco, per poi baciare delicatamente le
labbra del ragazzo ed uscire sul pianerottolo del palazzo, mentre Sam
sorridendo, capì che l'amico non sarebbe mai cambiato.
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La
macchina di Sam entrò nel parcheggio, davanti agli uffici fotografici, nel
momento esatto in cui Harry scese dalla moto, sciogliendosi il
casco.
"Buongiorno
Malfoy" disse, non appena si fu avvicinato.
"Potter"
salutò di rimando il biondo, scendendo dalla vettura.
"Che
fai, non mi presenti il tuo amico?" chiese Harry, che nel frattempo si era
sporto in avanti, allungando la mano verso Sam.
"Piacere,
io sono Harry!" continuò, mentre, Sam ricambiava la
stretta.
"Io
sono Sam, il piacere è tutto mio!" rispose, come al solito,
sorridente.
"Se
avete finito con le presentazioni dovremmo proprio andare, non credi Potter?" si
intromise Draco, notando lo strano scambio di sguardi dei
due.
"Bene,
allora, ci vediamo stasera dolcezza. Spero di rivederti, Harry." Sorrise, per
poi entrare in macchina e partire.
"Dolcezza?
Malfoy, non credevo che usassi questi nomignoli così smielati!" disse Harry, con
una nota incredula nella voce.
"Perché
non ti fai gli affari tuoi, eh Potter?" chiese Draco, un secondo prima che Harry
scoppiasse a ridere.
"Fottiti
Potter!" continuò il biondo, velocizzando il passo, staccandosi dall'altro di
almeno un paio di metri.
Harry,
dopo aver terminato di ridere, si accostò a Draco per poi entrare nell'edificio,
dove trovarono Brian al bancone della segreteria intento a chiacchierare con la
sua collaboratrice.
"Buongiorno
ragazzi" disse il manager, controllando l'orologio.
"Com'è
così di buon'ora oggi, Potter?" continuò, sorridente.
"Se
vuoi, torno più tardi" gli rispose Harry, con un ghigno sadico che non
prometteva niente di buono.
"No!
Charlie è di là che vi aspetta. La vostra roba è stata messa tutta nei camerini,
su al secondo piano" disse Brian, prendendo alcuni fogli.
"Bene,
a dopo!" rispose Harry dirigendosi, con Draco alle calcagna, verso le
cabine.
Dopo
circa trenta minuti Draco uscì dal suo camerino, cambiato e truccato, avvolto in
un accappatoio, pronto per il servizio fotografico.
Sul pianerottolo
trovò Harry che, appoggiato al muro, lo stava aspettando.
Senza dire una
parola i due ragazzi entrarono nella grande sala, occupata da una gran quantità
di assistenti, truccatrici e fotografi.
Con
un ghigno soddisfatto Harry guardò Draco che sembrava spaesato e, avvicinandosi
al suo orecchio, gli sussurrò:
"Si
comincia, dolcezza!"