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Autore: Verdeirlanda    01/12/2014    1 recensioni
*...Beatrice sospirò, guardò quel macabro dipinto che era diventata Firenze quella sera, e pensò a lui, era inevitabile pensare a lui. Dove sei Zoroastro, sei al sicuro, sei ferito, dove sei adesso?...
...."Andiamo via Nico." disse Zoroastro preoccupato "Andiamo alla bottega, lì saremo al sicuro con Andrea, Leonardo e Beatrice." Già, Beatrice. Pensò a lei. Si chiese se la ragazza fosse spaventata di fronte a tanta furia e follia, si disse che per fortuna alla bottega non correva pericoli. Almeno così credeva.*
La congiura dei Pazzi ha sconvolto Firenze, e questa rivolta, destinata ad essere sedata, non è altro che l'inizio di un'intricato intrigo ordito da Roma.
Leonardo Da Vinci, sua sorella Beatrice e il loro migliore amico Zoroastro si troveranno ad affrontare una situazione decisamente complicata, con l'aiuto ovviamente del giovane Nico, per evitare che Firenze soccomba.
E mentre tutto intorno a loro si sgretola e si ricompone con ritmo incalzante ed inaspettato, Beatrice e Zoroastro si confronteranno con il loro amore ancora mai dichiarato, destinato a rivelarsi e ad affrontare numerose tenebre prima di poter brillare senza paura alla luce dell'alba.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Girolamo Riario, Leonardo da Vinci, Nico, Nuovo personaggio, Zoroastro
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolo dell'autrice: 
Capitolino di passaggio con colpo di scena. 
Scusate l'attesa, ma l'ispirazione si fa desiderare ultimamente. :)
Baci baci 
 
 
 
"Questa Volta deve essere stata creata da un folle." commentò Zoroastro mentre scendeva con circospezione la scala a chiocciola, teneva un braccio ben saldo sulla ringhiera.
Il legno scricchiolava pericolosamente ad ogni loro passo e sembrava dovesse cedere all'improvviso sotto i loro piedi.
"Secondo me coloro che l'hanno progettata dovevano possedere una mente geniale." rispose Leonardo "Questo percorso a scale non è di facile ideazione."
Beatrice era dietro Zoroastro, sbuffò: "Sarà, ma a me sta venendo la nausea a forza di girare."
Nico annuì, anche il suo stomaco era in subbuglio.
Dopo essere entrati nella montagna avevano proceduto lungo una serie di stanze prive di trappole, infine si erano ritrovati di fronte a un profondo e largo pozzo di forma cilindrica, era stato scavato nella roccia. Ancorata alle sue pareti c'era una scala con tanto di ringhiera in legno, la quale li invitava inequivocabilmente a scendere.
Mentre scendevano l'odore di muffa e di umido si faceva più forte, provocava stordimento, e il continuo girare in tondo non aiutava.
"Ma quanto è profondo questo pozzo?" chiese Beatrice trannenendo un conato, guardò Ima che sembrava l'unica non toccata da tale malessere, non si è sacerdotesse per nulla, pensò la Da Vinci.
"La montagna è imponente." rispose la ragazza "Chi può dirlo."
Uno dei suoi soldati ebbe un capogiro, mormorò qualcosa, e poi scivolò sui gradini, Riario lo afferrò al volo e gli diede uno schiaffo per farlo riprendere. 
Finalmente arrivarono in fondo, sentire la pietra sotto i piedi fu come passeggiare sul Paradiso.
Zoroastro tirò un sospiro di sollievo, anche Nico e Beatrice lo fecero. E un secondo dopo vomitarono.
"Impressionante..." ridacchiò Zoroastro.
"Ringraziami, mi sono trattenuta per tutto il tragitto, avrei potuto vomitarti nella camicia..." rispose Beatrice con un rantolo.
Zoroastro ridacchiò di nuovo e le accarezzò la testa, le porse la borraccia con l'acqua: "Te ne sono grato principessa."
Nico tossicchiò, dopo aver bevuto Beatrice gli porse la borraccia con un sorriso: "Tutto bene?"
Il biondo annuì: "Sì, per fortuna siamo arrivati in fondo. E chissà quale trabocchetto dovremo affrontare."
"Finora ci è andata bene, cerchiamo di essere ottimisti." disse Leonardo.
"Perché farci salire sulla montagna per poi farci tornare giù? È un percorso assurdo." chiese Beatrice, la stanchezza la rendeva polemica.
"Perché solo i prescelti, i più meritevoli, potranno accedere all'ultima stanza." rispose Ima con tono solenne, Beatrice pensò che fosse una risposta fin troppo semplicistica. Ma in fondo la sacerdotessa non aveva tutti i torti, i Figli di Mitra volevano impedire che chiunque potesse accedere al Libro delle Lamine, così Bea guardò Ima e le regalò un flebile sorriso.
I soldati avanzarono per primi in quello spazio buio e sconosciuto per illuminarlo con le torce.
"Ci saranno voluti anni per creare questo luogo." commentò Riario mentre procedevano in un corridoio scavato nella roccia.
Leonardo gli rispose: "Anni e notevoli conoscenze di ingegneria e di architettura."
"Che queste siano contenute nel Libro?" chiese il conte.
"Può darsi, il suo contenuto è un mistero. Personalmente spero di sì, spero di trovare una grande conoscenza in quelle pagine." disse Leonardo con voce emozionata.
Beatrice sospirò, quando suo fratello aveva quel luccichio negli occhi era il caso di tenerlo d'occhio, perché la sua curiosità lo portava a mettere in pericolo se stesso e chi gli stava accanto. Era sempre stato così, fin da quando era un ragazzino, se si metteva in testa un'idea, se aveva un obiettivo da raggiungere, nulla poteva frenare Leonardo Da Vinci. Diventava più testardo del solito, troppo sicuro di sé, non pensava più alle conseguenze, era concentrato solo sulla certezza della validità della sua idea, nella sua testa non era contemplato il fallimento.
Avevano sfiorato numerose tragedie, quante volte Beatrice e Verrocchio avevano spento principi di incendio e lo avevano portato fuori di peso dal suo laboratorio invaso dal fumo di qualche esplosione, e Zoroastro che si era rotto una gamba precipitando con la macchina volante, e Nico che era rimasto privo di sensi per ore per aver respirato troppo i fumi di una mistura che il suo Maestro aveva inventato per incollare il legno, e l'elenco sarebbe molto più lungo. Beatrice guardò suo fratello, consapevole che più si avvicinavano a quell'ultimo stanza più Leonardo era pronto a fare qualche follia.
Arrivati in fondo al corridoio si trovarono di fronte un muro in cui era ben visibile una fessura verticale molto stretta, la pietra attorno ad essa era stata incisa con una frase in latino.
"Cosa c'è scritto?" chiese Zoroastro.
Riario ridacchiò della sua ignoranza, e fece sfoggio della sua conoscenza di quella lingua morta:  "C'è scritto, mio caro figlio dei mori, che da qui si accede all'ultima stanza." 
Leonardo annuì: "Letteralmente c'è scritto 'Figli, procedete con devozione nella pietra, poiché oltre essa il Libro attende coloro che sono stati scelti."
"Grazie." mugugnò Zoroastro "Quindi voi quattro dovrete entrare lì dentro..."
"IMA!" gridò Beatrice "Presto, aiutatemi!"
La sacerdotessa era caduta a terra e giaceva immobile e rigida, tremava, gli occhi vitrei che saettavano da destra a sinistra, le labbra che si muovevano ma non pronunciavano nessuna parola.
"Deve avere una delle sue visioni." disse Beatrice, si sedette vicino a lei, le sollevò la testa dalla pietra fredda.
Improvvisamente Ima si svegliò e si mise a sedere, respirava con lo stesso affanno di chi ha rischiato di annegare, Beatrice le accarezzò i capelli.
"Stai bene?" le chiese.
Ima guardò Beatrice, i suoi occhi neri erano pieni di angoscia: "Ho visto la nostra morte."
"Moriremo...nella Volta?" chiese Leonardo scioccato.
"Non voi. Noi moriremo. Il mio popolo morirà." la voce di Ima era bassa e tremante.
"Cosa hai visto?" chiese Beatrice, aiutandola ad alzarsi.
Ma una volta Ima in piedi si allontanò da lei, fissò la ragazza negli occhi con espressione truce, arrabbiata, poi iniziò a raccontare: "Uomini vestiti d'argento verranno qui, solcheranno il mare con grandi barche dalle vele bianche e rosse, raggiungeranno le nostre città e le daranno alle fiamme. La mia gente sarà massacrata, violentata e cancellata da questa terra che ci ha generati. E non succederà solo a noi, ho sentito il grido di dolore di altri popoli a noi vicini. Noi moriremo, Pachamama stessa morirà." Leonardo e gli altri ascoltavano inorriditi questa premonizione "E tutto ciò accadrà perché voi porterete via il Libro delle Lamine dalla mia terra."
"Merda..." mormorò Zoroastro a Beatrice "Qui si mette male..." 
"Siete qui per portarlo via!" gridò Ima, e diede ordini ai suoi soldati, i quali si schierarono di fronte a lei, e minacciarono con le loro lance gli stranieri "Ho visto il Libro nelle vostre mani, in una terra lontana, dopo che avevate promesso di darlo a me, per aiutare la mia gente a prosperare." 
"No Ima, non intendiamo..." Leonardo cercò di calmarla, inutilmente.
Ima respirò a fondo, nervosa: "Avete mentito fin dal nostro primo incontro. Scapperete con il Libro, e quando tornerete a casa altri scopriranno la via per giungere qui, e lo faranno spinti dalla sete di ricchezza. Io sono stata scelta dagli dei, devo proteggere il mio popolo da ogni pericolo. Ed è chiaro che voi siete il pericolo più grande."
"E cosa intendi fare?" chiese Girolamo.
"Davvero non ti è chiaro?" rispose amaro Zoroastro "Ci ucciderà."
"Lascerò che sia la Volta ad uccidervi." dichiarò Ima, diede un ordine nella sua lingua, e con un gesto rapido uno dei soldati afferrò Beatrice e la tirò a sé, le mise un braccio molto stretto attorno al collo e un pugnale vicino al fianco.
"Che diavolo vuoi fare?" chiese Leonardo.
"Beatrice mi serve come ostaggio affinché rimaniate qui e non cerchiate di seguirci. Quando avremo fatto lei tornerà da voi." spiegò Ima "Raggiungeremo l'altra montagna e taglieremo il ponte di corda, così non potrete tornare indietro." 
Detto questo la sacerdotessa si incamminò per tornare alla scala a chiocciola, i soldati la seguirono tenendo sotto tiro gli stranieri e trascinando Beatrice come ostaggio.
La salita fu peggiore della discesa, fu un sollievo uscire sul costone di roccia all'aria aperta. 
Ima ordinò ai suoi soldati di oltrepassare il ponte, e rimase da sola con Beatrice.
"Capisco la tua decisione, davvero, io stessa potrei prendere decisioni estreme per salvare coloro che amo, e so che tu ami la tua gente." disse Beatrice "Ma è tutto un equivoco! Ripensaci Ima, non abbiamo intenzione di tradirti."
"Davvero? Dimmi che non volete il Libro tutto per voi, che non volete strapparlo al mio popolo."
"Vogliamo leggerlo, conoscere il suo contenuto, non c'è nulla di deciso su cosa farne!" spiegò Beatrice concitata "Permettici di dimostrarti che abbiamo le migliori intenzioni, che siamo tuoi alleati. Tu stessa eri felice del nostro arrivo sulla tua terra, ci aspettavate da tanto tempo..."
"Vuoi sapere la verità Beatrice?" gli occhi di Ima brillavano, forse per colpa di lacrime che li pungevano "Non mi sono mai fidata dei Figli di Mitra. Li abbiamo venerati come dei, ma sono solo uomini, che possono essere buoni o fingersi tali, e che a volte sono mendaci ed egoisti. Vennero qui per egoismo secondo me, credevano di potersi approfittare di noi, ci credevano degli stupidi forse. Ho voluto fidarmi di voi perché mi sembravate sinceri, ma ora è chiaro che abbiamo sempre sbagliato." Ima abbozzò un sorriso, accarezzò la guancia di Beatrice "Anche voi siete vittime dei Figli di Mitra dopotutto, e mi dispiace che dovrete perire per causa loro."
La sacerdotessa si allontanò e fece per attraversare il ponte, ma si fermò quando Beatrice le disse: "Non temi che troveremo un altro modo per uscire dalla Volta Celeste?"
Ima si voltò, le sorrise: "Non c'è una via di uscita, l'ultima stanza è un vicolo cieco, i nostri sacerdoti e imperatori lo sempre saputo." e detto questo si incamminò sulla corda.
Beatrice la guardò raggiungere l'altra montagna, e guardò i soldati abbattere il ponte di corda, e li osservò entrare per percorrere a ritroso la strada che avevano percorso insieme.
Ormai stava facendo buio, il cielo arancione del tramonto si stava mescolando con il blu scuro della notte. Beatrice respirò a fondo quell'aria fredda prima di rientrare e raggiungere gli altri.
Si chiese se ciò che Ima aveva sognato potesse davvero divenire realtà per colpa loro. Abbiamo davvero sconvolto un fragile equilibrio, possiamo davvero essere la causa della distruzione di un popolo? si chiese, e per via di questo dubbio non riusciva a biasimare la sacerdotessa per aver scelto di ucciderli. 
"Anche voi siete vittime dei Figli di Mitra dopotutto." le aveva detto Ima, e Beatrice non riuscì a darle torto, da quando erano entrati in contatto con i propositi della setta avevano corso innumerevoli pericoli e tutto sembrava sul punto di sgretolarsi. 
E ora rischiavano addirittura di morire.
Per una reliquia che forse nemmeno esiste, aggiunse una vocina nella sua testa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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