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Autore: ImBecky_99    01/12/2014    0 recensioni
Gwendolyn è una ragazza pescata tra la folla, una tra le tante: niente di più, niente di meno. Proprio come dice lei. Ma c'è qualcosa, in quel suo essere sempre allegra, sempre con il sorriso stampato sul volto. Conduce una vita normalissima di cui dice di essere pienamente soddisfatta. Poi, un inverno, qualcosa attirerà la sua attenzione e lei, consapevole di non essere alla sua altezza, fa quello che le è sempre riuscito meglio: scappa. Scappa lontano da quella sensazione di essere sul filo del rasoio, in bilico sulla lama tagliente.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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GWENDOLYN'S POV
La sveglia suona, e io penso che non ci sia modo migliore di iniziare una giornata: Miserable at best dei Mayday Parade riempie la stanza, una luce fioca entra dalla finestra e il mio piumone è così caldo e morbido che, per un momento, penso di essere in paradiso. 
Questo è il mio momento preferito, e sembra strano detto da una che ama dormire. Mentre mi stiracchio allungando le braccia sopra la mia testa, cerco di sbirciare fuori dal vetro appannato della mia finestra, e noto subito qualcosa di diverso dal solito, la luce è molto più intensa e accecante. Strano, dal momento che siamo a metà novembre e di solito il cielo è coperto da nuvole grigie e cariche di pioggia. 
Poi, un'idea mi passa per la testa e sento il petto gonfiarsi di gioia: scalcio con i piedi il piumone tentando di togliermelo di dosso il più in fretta possibile. Rotolo di lato e ringrazio di avere il materasso poggiato a terra, altrimenti mi sarei fatta davvero male cadendo giù. Mi avvicino alla finestra a passo svelto e, con il palmo della mano, faccio un cerchio togliendo l'umido. 
Un sottile strato di neve ricopre il tetto del palazzo appena sotto al mio e l'insegna del negozio all'angolo sta cominciando a lampeggiare, segno che, con la neve, i fili che la collegano alla rete elettrica hanno di nuovo fatto contatto. Il signor Zang non sarà molto felice. 
Io, invece, sono contentissima. Ho sempre amato la neve, chi non la ama? Solo i pazzi. 
Mentre l'acqua si scalda nel bollitore elettrico, io scelgo cosa indossare, mi perdo nei miei pensieri guardando la neve, prima di accorgermi di essermi incantata e di star facendo tardi. Quindi esco dal portone principale correndo, la sciarpa bordeaux che svolazza qua e là, e il bus che arriva alla fermata proprio in quel momento. 
Entro nel veicolo appena in tempo, tanto che il mio cappotto rischia di essere pinzato tra le porte. 
Dopo aver mostrato la tessera al conduttore, mi siedo in fondo vicino al finestrino e, sarà per la neve, sarà perché oggi è venerdì, il tragitto fino al negozio sembra molto più breve del solito. 
Quando scendo, l'aria fredda mi colpisce in pieno, ma il negozio è così vicino alla fermata che le mani non fanno in tempo a ghiacciare, sotto ai miei guanti di lana decorati con fiocchi di neve, renne, e quant'altro. 
Entro dalla porta principale e le campanelle segnalano a Victor il mio arrivo, infatti non faccio in tempo ad arrivare vicino al bancone che la sua voce roca, scalfita dal tempo e dalle sigarette, mi saluta. 
"Buongiorno, splendore!" è un po' come se fosse mio nonno. 
"Buongiorno anche a te, Victor!" il sorriso che cresce sul mio viso impossibile da fermare quando il profumo inconfondibile di legno e colore acrilico mi riempie i sensi. 
"Sta per caso nevicando, là fuori?" mi chiede. 
"Si- uhm certo che nevica. Non vedi?" chiedo confusa. 
"Certo, ma se anche non avessi visto, mi basterebbe guardarti in faccia" ridacchia tossicchiando. 
"Smettila Vic, cosa ti aspetti da una che lavora in un negozio da giocattoli?" rido anche io, contagiata come una bambina il giorno di Natale. 
Entro nel retro bottega ancora ridendo, mi sfilo il cappotto e raggiungo subito la scatola piena di giocattoli da sistemare. 
Si, lavoro proprio in un negozio di giochi per bambini. Tutto questo è nato quando mi sono trasferita nel mio appartamento qui a Soho, e avevo bisogno di un po' di soldi in più. Poi mi sono affezionata a questo posto, a Victor e al sorriso dei bambini che uscivano dalla porta con il nuovo giocattolo tra le mani. 
È vero, qui a New York City ci sono davvero un sacco di negozi, ma nessuno sarà mai e poi mai, come questo: vendiamo solo i giochi creati da Victor, per cui i clienti non sono poi così molti, dal momento che i bambini comprano ciò che vedono pubblicizzato in televisione. 
"Wow, Vic questo trenino è stupendo, l'hai fatto ieri?" chiedo.
"Si, è abbastanza carino" si sminuisce. 
Non posso iniziare una discussione con lui, perché proprio in quel momento la campanella della porta avvisa l'arrivo di un cliente.
"Buongiorno, signora, posso aiutarla?" chiedo gentilmente. 
"Uhm no, grazie, in realtà vorrei solo dare un'occhiata" risponde, cominciando già a gironzolare. 
Faccio solo in tempo a posizionare un altro gioco, prima che la sua voce acuta chieda di me. 
"Mi dica" 
"Sto cercando il Power Ranger rosso con il pugno eiettabile" chiede, continuando a scrutare gli scaffali con sguardo scettico. 
Sembra che lavori in qualche ufficio, dato il suo abbigliamento elegante.
"Mi dispiace, non abbiamo giocattoli di quel tipo. Come vede sono giochi creati a mano, perciò-" mi interrompe.
"Va bene, avete qualcosa di simile, allora?" credo stia cominciando a perdere la pazienza. 
La giornata era così perfetta fin ora, qualcosa doveva ovviamente farmi arrabbiare. Non è l'unica che ha diritto a spazientirsi, qui dentro. Non riesco davvero a capire come qualcuno possa entrare in questo posto e uscirne senza niente in mano, con ancora la convinzione di trovare il modellino che ormai mezzo mondo ha. Succede sempre così, e Victor crede di non essere più bravo nel suo lavoro. Eppure sono le persone che non sono più brave nel loro lavoro di essere umani. 
"Potremmo controllare nello scaffale dei robot" e mi incammino verso la parte in fondo del negozio.
Nonostante la cliente abbia detto di non aver bisogno di alcun aiuto, io rimango nei paraggi sistemando alcune cose. 
"Signorina, scusi, quanto costa questo?" chiede indicando con il dito indice il robot rosso e nero, con gli stivali gialli da cui spuntano due ruote. 
"Cinquanta dollari, come vede è il più grande dell'intera collezione" cerco di continuare ad essere gentile. 
"Beh, mi sembra un po' eccessivo per un pezzo di legno colorato che,oltretutto, non è nemmeno quello che cerco" borbotta dopo un po', abbastanza ad alta voce affinché io la senta. 
Non rispondo, mi limito soltanto a ritornare a sistemare i nuovi articoli sullo scaffale, alzando gli occhi al cielo per l'insopportabilità di quella donna. Se magari quel robot, spinto da una forza misteriosa, le cadesse su un piede, farebbe davvero un piacere a tutti. 
"Quello più piccolo quanto costa?" e indica il modellino alto circa una spanna, completamente blu.
"Penso- si, venticinque dollari" dico riflettendo a ciò che mi ha spiegato Victor ieri, cioè che, per natale, il prezzo di tutti gli articoli era ribassato di cinque dollari rispetto al normale. 
Lei fa un verso stizzito e continua a scrutare critica lo scaffale borbottando. 
Ad ogni sua frase, i miei occhi si alzano involontariamente al cielo, e finisco per sistemare i giochi sempre più rumorosamente. All'improvviso, dalla vecchia radio sul bancone, passa una canzone che conosco, il titolo è.. è..-comincio a canticchiarla cercando di farmi ritornare in mente il nome, e quasi mi dimentico della scorbutica signora. 
"Did you and Jupiter conspire, to have me?" canto, facendo giravolte mentre continuo il mio lavoro, perdendomi nel mio mondo di nuvole, unicorni e arcobaleni. Mi sono immedesimata così tanto che sto addirittura usando una piccola bambola come microfono. 
"Ehm.. mi scusi?" una voce mi fa sobbalzare, proprio mentre il titolo della canzone mi salta in testa.
Giro la testa di lato, pronta per sentire altre lamentele della cliente, quando invece mi ritrovo davanti un ragazzo davvero molto alto, ma non perdo tempo a guardarlo, invece poso subito la bambola sullo scaffale, sistemandole il vestito.
"Dimmi" finalmente mi giro, e mi permetto di dargli del tu perché credo abbia circa la mia età.
"Oh si, ciao" ridacchia. Dio, che imbarazzo. "sto cercando un regalo per una bambina di, non ricordo, sei anni penso" mi dice.
"Oh, si. Puoi guardarti in giro, in questo scaffale e nel prossimo ci sono solo bamb-" un'altra voce mi chiama, e questa volta si tratta davvero dell'altra cliente. 
"Uhm, scusami" chiedo, cercando di passare per andare dove sono richiesta. 
"Signorina, ho trovato, quanto viene quest'altro?" questa volta tiene tra le mani un camioncino dei pompieri. Non so cosa c'entri con il Power Ranger, comunque le faccio strada verso la cassa. 
"Ho notato che un pezzo della ruota è scheggiato, credo che dovrei avere uno sconto per questo" esige. 
Effettivamente un piccolo pezzo di colore è saltato via, ma è quasi invisibile. Alla fine, esce dal negozio tutta soddisfatta, con il suo sconto di tre dollari, per un totale di tredici dollari. 
Sbuffo, cercando di far andar via la sgradevole sensazione che rischia di rovinare la mia giornata preferita. Guardo fuori dalla vetrina e la neve mi calma immediatamente. 
"Sembra una domanda stupida, ma pensi che questa possa piacere ad una bambina?" la voce mi fa sobbalzare ancora. 
Mi giro, guardando la bambola troppo rosa tra le sue mani. Sembra un grande confetto. A volte Vic tende un po' ad esagerare con il pacchiano. 
"Penso.. beh, penso che sia perfetta per una bimba a cui piace il rosa davvero, davvero tanto." rido, pensando che da piccola non avrei mai scelto una bambola del genere. In realtà non avrei mai nemmeno scelto una bambola di mia spontanea volontà, preferivo mille volte le costruzioni.
"È una bambina, le andrà più che bene" taglia corto. 
Ew, okay, se la metti così. 
Paga e poi sistema lo scontrino nel portafogli. Mi concedo solo un'occhiata veloce: ha i capelli abbastanza lunghi, castani, credo, e i suoi occhi- non riesco a vedere i suoi occhi. 
"Buona giornata" mi saluta. 
"Anche a te, alla prossima" rispondo. 

Andiamo, Gwen, 'alla prossima'? Potevi sicuramente dire qualcosa di meglio, invece di sparare cazzate. 

Lui si gira e se ne va, e sembra che possa inciampare da un momento all'altro, in quelle sue gambe lunghissime. 

Sto imponendo a me stessa di dimenticare ciò che ho appena pensato, se qualcuno potesse sentire i miei pensieri probabilmente mi prenderebbe per una pazza maniaca, non per una che non ha mai avuto l'ombra di un ragazzo - o quasi.

Inspiegabilmente, una simpatia mi cresce dentro per quel ragazzo, forse perché sembra così indifferente al mondo. Intendo, non sembra uno di quelli che fa ciò che gli altri fanno solo per il gusto di 'far parte del gruppo', e questo si nota anche dal suo modo di vestire fuori dall'ordinario. Indossava una cappotto marrone scuro -già strano di per sé, su un ragazzo- lungo fin sotto alle ginocchia, una maglietta bianca semplicissima sotto, e i jeans neri, credo, per quello che mi è stato possibile vedere con le luci fioche del negozio. Non sembra uno che si adatta alle mode; più che altro le crea. 

Torno alla realtà, scoprendo di avere le guance rosse e, sinceramente, mi odio per questo. Non ho avuto nessun motivo per arrossire, eppure eccomi qui a sfidare il calore di un calorifero. Ugh.

Spingo i pensieri di quel ragazzo strampalato in un angolo della mia mente, chiudendoli in un cassetto ormai un po' troppo pieno. 

So benissimo di non essere abbastanza per, credo, nessun essere umano. Non sono esattamente il tipo di ragazza per cui si fa la fila, anzi, tutt'altro. A causa di questo ho sempre fatto in modo di passare inosservata, dietro le quinte dello spettacolo, della mia vita. 

Sospiro e, ricacciandomi un sorriso sulle guance, entro nel retro, dove Victor sta intagliando un pezzetto di legno a forma di biscotto di pan di zenzero. 










NOTA AUTRICE


Perciò, eccomi! Proprio come promesso, per una volta AHAHAH.

Spero che questa storia vi piaccia, è un po' diversa dall'altra (Shooting Star -questa è pubblicità occulta?-), ma l'amo comunque. Ho grandi idee in mente e spero di riuscire a metterle giù il meglio possibile. 

A presto, ImBecky_99.
  
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