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Autore: Despicable Meggs    01/12/2014    3 recensioni
Erano tutti al lavoro, felici di aver quasi finito la giornata e la settimana. Potevano rilassarsi, divertirsi e non pensare al lavoro. Finché qualcosa non sconvolgerà i loro piani. Qualcuno entrerà in ufficio in cerca di Ziva. Cosa vorrà da lei? Sarà venuto per portare buone o cattive notizie? Come reagirà lei a tutto questo? Una cosa è certa, tutti i suoi colleghi saranno lì per lei. Specialmente Tony, che l'aiuterà ogni giorno ad affrontare tutti i cambiamenti della sua vita. E chissà magari anche lui sarà uno dei cambiamenti. FF TIVA, perché per me sono come una droga, meno angst di quella del mercoledì ma non leggera come quella del venerdì! XD Spero vi piaccia! Buona lettura :3
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21

Nei giorni seguenti all'accaduto Tony e Ziva prestarono particolare attenzione ad Anja.
Avevano avvertito le maestre della scuola materna che Anja andava sempre tenuta d'occhio e che poteva uscire dalla struttura solo se era uno di loro a venirla a prendere.

Quando non era a scuola era al lavoro o a casa con loro e, sopratutto Ziva, non la perdeva mai di vista.
Dovevano essere cauti, non volevano che Silas si avvicinasse a lei e non volevano nemmeno che Anja si accorgesse che qualcuno la cercava. Aveva già subito abbastanza traumi.

"Tony, mi prendi in braccio?" chiese Anja avvicinandosi alla sua scrivania.
"Salta su" le disse.

Rimase in silenzio per un po' osservando Tony che lavorava.

"A scuola la maestra ha detto che la prossima settimana c'è la giornata con il papà. Lui viene e racconta che lavoro fa a tutti gli altri bambini" iniziò lei.
"Siccome tu sei il mio papà vieni vero? Perché io ho già detto a tutti che tu arresti le persine cattive e i miei amici vogliono vedere le manette" aggiunse.

Tony guardò Ziva e lei sorrise.
La maestra le aveva dato l'avviso proprio quel pomeriggio ma ne avrebbero parlato la sera. Tuttavia Anja aveva anticipato l'argomento e ora Tony lo sapeva.

"Ma certo che vengo, piccolo pancake. E porterò anche il distintivo, oltre che alle manette" le rispose.
"Anche la pistola?" domandò lei sorridente.
"Si. Ma quella non la potete toccare voi, solo vedere da lontano" spiegò Tony.

Non era certo il massimo far giocare dei bambini della scuola materna con una pistola.
Anja fu molto soddisfatta della risposta di Tony, non vedeva l'ora che fosse la settimana seguente per poterlo portare a scuola con lei.

"È mercoledì il giorno" disse Ziva.
"Dobbiamo chiedere a Gibbs se ti lascia un giorno di permesso" aggiunse.

Tony stava per rispondere quando Gibbs sbucò da dietro il muro.

"Accordato, DiNozzo. Va e mostra ai bambini quanto è bello essere agente federale" disse mentre andava a sedersi.
"Siamo già organizzati" rispose Tony guardando Anja, la quale ricambiò con un bel sorriso.

Non passò molto che Anja lasciò la comoda posizione in braccio a Tony per avvicinarsi a Ziva.
La fissò in silenzio finché Ziva non si girò e le chiese se aveva bisogno di qualcosa.

"Posso avere il ciuccio?" chiese la bambina timidamente.

Stavano cercando di abituarla ad usare il ciuccio solo la notte e quando era malata. Ora che iniziava ad essere più rilassata volevano farle perdere l'abitudine di averlo sempre con lei.

"Patatina, lo sai che quello lo usiamo stasera per fare la nanna. Se vuoi ti do una caramella" le rispose Ziva.

A volte tenere in bocca una caramella l'aiutava e le faceva dimenticare di volere il ciuccio. Ma quel giorno non funzionò. Non tutti i giorni erano uguali, a volte Anja era di cattivo umore e quello sembrava uno di quei giorni.

"Ma Ziva, io lo vorrei tanto" disse Anja.
"Lo so, ma ti ricordi la regola?" rispose Ziva.
"Si, solo per fare la nanna e quando sto male. Ma lo vorrei" insistette lei.

Anche Tony le stava guardando, Anja non era una bambina capricciosa e di solito obbediva subito.

"Amore, cosa c'è che non va?" le chiese Ziva. Anja alzò le spalle.
"Stai male forse? Hai male al pancino?" domandò ancora Ziva toccandole la pancia.

Anja disse di no.

"Allo stomaco?" chiese.
"No" rispose lei.
"Allora alla testa, magari?" disse Tony avvicinandosi a loro.
"No" rispose Anja prima di iniziare a mordicchiarsi le dita.

"E allora perché sei così nervosa?" le chiese Ziva togliendole le dita dalla bocca.
"Io voglio solo il ciuccio, per favore" implorò iniziando a singhiozzare.

Tony iniziò ad accarezzarle i capelli, preoccupato.
Anche Ziva era preoccupata non sapendo perché Anja facesse così.

"Shhh, pancake. Va tutto bene" le disse Tony.
"Anja, viene in braccio a me" aggiunse Ziva prendendola a sedere sulle sue gambe.

Ziva iniziò ad asciugarle il volto con le mani, per toglierle le lacrime dagli occhi.

"È successo qualcosa a scuola? Qualcuno ti ha fatto i dispetti?" le domandò Tony.
"No. A scuola ho fatto i giochi" disse lei.
"Perché stai piangendo? Sei triste, Anja?" chiese Ziva.
"Un po'..." ammise lei.
"Come mai, tesoro?" domandò ancora Ziva.
"Non lo so" rispose abbracciandola e nascondendo la testa tra i suoi capelli.

Ziva la strinse, mentre con una mano cercava nella borsa il ciuccio. Avrebbe infranto la regola per quella volta, le sembrava giusto così.
Mentre lasciava che Anja si sfogasse, prese fuori dal cassetto della scrivania un piccolo album di foto che portava sempre con lei.

C'erano sopratutto foto di Anja con Monique, spesso vederle aiutava Anja a rilassarsi visto la maggior parte delle volte la tristezza e lo stress erano causate dalla mancanza della madre.

Finito quello che Ziva doveva fare, lei e Anja tornarono a casa. Avrebbero preparato la cena e aspettato Tony.
Per tutto il viaggio in macchina Ziva rimase tesa, controllando sempre lo specchietto retrovisore per essere sicura che nessuno la seguisse.
Dopo essersi accertata che anche il parcheggio era libero, scese con Anja ed entrarono velocemente in casa.

"Che cosa vuoi fare ora?" le chiese Ziva.
"Voglio stare in braccio a te" rispose la bambina.

Il suo umore non era molto migliorato e Ziva non insistette nel volerle far fare altro. La prese in braccio e si avvicinò alla finestra del salone.

"E ora? Stiamo così tutto il pomeriggio?" domandò.
"Si. Tu mi fai le coccole e io sto in braccio a te" rispose Anja convinta.

Ziva obbedì e si sedette sul divano. Se doveva tenerla in braccio voleva almeno mettersi più comoda.
Iniziò a coccolarla come Anja aveva chiesto e nel frattempo le raccontò qualche storia o le fece delle domande.
Non voleva certo farla addormentare o rischiava di trovarsela sveglia nel lettone per tutta la notte.

Improvvisamente Anja decise di interrompere i racconti di Ziva per avanzare una richiesta.

"Mamma, mi insegni ad allacciarmi le scarpe?" chiese la bambina.

Ormai Ziva iniziava ad abituarsi a sentirsi chiamare mamma. Anja alternava il suo nome all'appellativo di madre e la cosa le piaceva molto.

"Va bene, ma le bambine che imparano ad allacciarsi le scarpe non tengono il ciuccio in bocca" rispose Ziva guardandola.
"Ok" disse Anja restituendo il ciuccio a Ziva.
"Molto brava. E ora diamoci da fare" rispose lei.

Le slacciò una delle scarpine che aveva nei piedi e le mostrò come fare un paio di volte.

"Vuoi provare tu, ora?" le chiese.
"Si" rispose Anja entusiasta.

Prese i lacci e fece il primo nodo, poi seguendo le indicazioni di Ziva provo a fare il fiocco.

"Gira, rigira e tira" ripeté mentre provava.

Ma dopo aver tirato, forse con troppa forza, non saltò fuori nulla.
Guardò Ziva e insieme scoppiarono a ridere.

"Non fa nulla, riprova ancora" la incoraggiò lei.
"È difficile" rispose Anja mentre riprendeva in mano i lacci per riprovare.

Passarono quasi un'ora provando e riprovando.
Per un paio di volte Anja quasi riuscì ad allacciare la scarpina, ma poi il nodo era troppo largo e si scioglieva subito.
All'ultimo tentativo Ziva l'aiutò, in modo da darle un po' di soddisfazione.

"Riproviamo ancora domani, vedrai che in un paio di giorni diventerai bravissima" le disse Ziva dandole un bacio.
"E ora, ti va di aiutarmi a preparare la cena?" aggiunse.

Anja scattò in piedi e insieme andarono in cucina.
Riuscirono a preparare tutto ed apparecchiare la tavola prima che Tony rientrasse dal lavoro.

"Sento profumo di cena, cosa mi hanno preparato le mie ragazze?" chiese rincasando.
"Molte cose buone" rispose Ziva comparendo nell'ingresso con Anja in braccio.

Era andata a metterle il pigiama, così che fosse già pronta per andare a dormire.

"Il mio pancake. Cosa avete fatto tu e Ziva oggi pomeriggio?" le chiese.
"Mi ha insegnato ad allacciarmi le scarpe e poi ti abbiamo preparato la cena" rispose.
"Allora adesso potrai allacciare anche le mie di scarpe" disse Tony.
"No. Perché ancora non sono capace bene, ma Ziva ha detto che mi insegna ancora domani" rispose.
"E poi i tuoi piedi puzzano" aggiunse facendo scoppiare a ridere Ziva.

"Io te lo dico sempre di lavarti più spesso, Tony" disse Ziva.
"E quando fai il bagno devi passare il sapone anche tra le dita dei piedini. Ziva mi ha insegnato, se glielo chiedi insegna pure a te" si intromise Anja.
"Bene, allora stasera mi farò insegnare. Mi aiuto a fare il bagno, Zee?" chiese lui con malizia.

Ziva lo guardò sorpresa, ma non troppo. Queste erano proprio battute nel suo stile.

"DiNozzo, sei abbastanza grande per lavarti da solo" lo prese in giro lei.

Dopo aver cenato e riordinato la cucina, misero Anja a dormire e poi si diressero nella loro stanza.
Tony aveva già iniziato a traslocare tutte le sue cose nella casa di Ziva e ora la stanza di Ziva stava diventando la loro. Avevano persino comprato un armadio più grande per poterlo condividere meglio.

Ziva stava mettendo in ordine i suoi vestiti prima di andare a dormire quando Tony arrivò all'improvviso e l'abbracciò da dietro.

"Allora, non hai proprio voglia di insegnarmi come ci si lavano i piedi?" le chiese dandole un bacio sul collo.
"Di insegnarti come si lavano i piedi, no. Spero tu lo sappia già fare. Però avrei altre idee di cose che possiamo dentro una vasca. O più comodamente dentro una doccia" rispose voltandosi verso di lui.
"Cosa sta immaginando la sue testolina, Agente David?" le domandò curioso.
"Tante cose insieme a lei, Agente DiNozzo" rispose Ziva.
"Dovremmo andare a provarle, allora" disse lui.
"Andiamo" rispose prendendolo per un braccio e andando verso il bagno.

"Ah, Tony. Non credo sia il caso di dare un fratellino ad Anja, giusto?" disse lei.
"Giusto" rispose Tony facendo una corsa verso il suo comodino.

Quando il mattino seguente andarono a svegliare Anja, la prima cosa che la bambina chiese fu se Ziva aveva insegnato a Tony a lavarsi i piedi.
Cosa che fece ridere molto i due ragazzi, capivano l'innocenza di Anja che non sapeva che dietro a quella frase c'era un doppio senso.

La lasciarono a scuola e andarono al lavoro come ogni mattina.
Si svolse tutto tranquillamente, lavorarono a dei casi aperti e come ogni pomeriggio Ziva andò a prendere Anja a scuola.

Dovevano fare la spesa al supermercato prima di tornare a casa, così Ziva parcheggiò e fece scendere la bambina.

"Ora Anja, tienimi sempre per mano e stammi vicina" disse Ziva.
"Va bene. Non mi voglio perdere di nuovo" rispose.

Ogni volta che entravano in un supermercato Anja si ricordava di quella volta che si era persa e si era spaventata tanto.

"Nemmeno io voglio che succeda. Dai che facciamo veloci e dopo andiamo a casa a divertirci" le disse.

Mentre facevano la spesa Anja non staccò un momento la mano da quella di Ziva. L'unico momento in cui non era stretta a lei era mentre Ziva pagava, ma si attaccò alla sua maglietta.

Proprio mentre loro facevano la spesa, Silas si preparava all'attacco.
Il suo piano era semplice, sapeva che avrebbe preso la bambina mentre era in casa con Ziva.

Così le aspettò e le vide rientrare in casa.
Suonò il campanello e chiese a Ziva di scendere, dicendo che era il postino che consegnava un pacco.

In realtà il suo piano era di non aspettarla lì. Pensava che Ziva avrebbe lasciato Anja in casa da sola per un attimo e lui si sarebbe infilato dalla porta dell'uscita anti incendio, che aveva accuratamente aperto prima, e sarebbe andato a prenderla.

Ma ovviamente il suo piano non funzionò.
Per due motivi: primo perché mai al mondo Ziva avrebbe lasciato Anja da sola in casa, anche se lo riteneva un posto molto sicuro. Secondo perché Silas non sapeva che dal citofono di Ziva non solo potevi sentire la voce ma anche vedere. Aveva una telecamera e Ziva aveva riconosciuto il suo volto.

Così invece che stare in casa e fingere di non aver sentito decise di scendere e lasciare Anja alla vicina.
Nella sua testa aveva già pensato di andare di sotto e riempirlo di botte.
Ma quando arrivò di sotto non c'era nessuno. Dapprima si allarmò e il suo pensiero andò subito ad Anja ma poi capì. Era quello che avrebbe fatto anche lei, un'imboscata.

Così gli lasciò qualche altro minuto e poi tornò nel suo appartamento, fingendo di non aver capito nulla.
Prima di risalire in casa, chiamò Tony il quale avvertì Gibbs e tutti gli altri che si precipitarono da lei.

"Ziva chiudilo dentro casa e aspettaci per favore" le disse Tony.
"No. Rischiamo di perderlo" rispose mettendo giù.

Tony sapeva che era inutile dirle di aspettare, avrebbe fatto da sola comunque. Non ascoltava mai e ora Tony era spaventato che le potesse succedere qualcosa.

Quando rientrò nel suo appartamento tutto era tranquillo e pensò che Silas fosse già andato via.
Si dovette ricredere quando qualcuno l'afferrò per le spalle buttandola a terra.

Era quello che aspettava da tempo, poterlo avere davanti e fargli pagare quello che aveva fatto a Monique e anche ad Anja.
Si alzò velocemente pronta a combattere, si sentiva in piena forma e non aveva intenzione di lasciargli il tempo di colpirla.

Lo atterrò nel giro di cinque minuti proprio nel momento in cui Tony e gli altri entrarono in casa.

"David! Ti avevamo detto di aspettare!" esclamò Gibbs mentre lei si alzava da terra lasciando Silas sul pavimento senza senso.
"Si vede che non avevo sentito" commentò lei voltandosi sorridente.

Era felice di averlo preso finalmente e in più senza nemmeno fare troppa fatica.

"Ziva, ti sanguina il naso" disse Tony andandole incontro con il suo fazzoletto.
"Fa male, amore?" le chiese preoccupato.
"Non me ne ero nemmeno accorta" rispose.
"Prima o poi mi farai morire di paura, perché non hai aspettato?" le chiese.
"Volevo fermarlo" disse convinta.
"Lo hai fatto" commentò lui guardando Silas per terra e alcuni soprammobili rotti.

McGee mise le manette a Silas mentre Gibbs chiamava un ambulanza per farlo controllare. Non che stesse male ma non si sapeva che danni potesse aver fatto Ziva.

"Dobbiamo andare da Anja, l'ho lasciata dalla vicina" disse Ziva preoccupata.
"Magari prima di ripulisci o la spaventerai se ti vede piena di sangue" commentò lui.
"Andiamo in bagno, vieni" aggiunse.

Lasciò che si lavasse la faccia e le mani, poi le diede la spazzola per sistemarsi i capelli.

"Stai bene?" le chiese ancora.
"Si, perché me lo chiedi ancora?" rispose lei.
"Perché ormai l'adrenalina avrà lasciato il tuo corpo e non voglio che crolli davanti ad Anja" disse Tony.
"Hey, sto bene. Mi sanguina solo il naso. Guarda, finalmente lo abbiamo preso non potrei esserne più felice" lo rassicurò lei.

Poi gli diede un bacio e Tony ne approfittò per ricambiare.

"Mi spavento sempre quando so che sei in pericolo, Zee" disse mentre le accarezzava i capelli.
"Anche io quando sei tu ad essere in pericolo. Sarà perché ti amo" rispose.
"Ti amo anche io" disse Tony.

Poi prese un pezzo di carta igienica e le pulì il naso.

"Sanguini ancora, hai preso una bella botta" le disse sorridendo.
"Mi ha dato una gomitata, mi ha colto impreparata" rispose.
"Io penso che faccia male" commentò lui toccandole il naso. Ziva sussultò.
"Un pochino" ammise.
"Dovresti fare una lastra, potrebbe essere rotto" le disse.
"Non è rotto, non fa così male" lo rassicurò.
"Va bene, allora andiamo a prendere Anja" rispose Tony dandole un dolce bacio sul naso.

Prima di scendere dalla vicina Gibbs li aggiornò. Disse che l'ambulanza avrebbe portato Silas in ospedale per un controllo e poi lo avrebbero interrogato e arrestato.
Subito dopo presero l'ascensore e andarono dalla vicina di casa di Ziva.

Quando entrarono Anja giocava tranquilla con il figlio grande della donna. Aveva diciassette anni ma apparentemente sapeva intrattenere bene la bambina. Tuttavia non appena si accorse della presenza di Tony e Ziva gli corse incontro.

"Tony! Sei tornato presto oggi!" esclamò la bambina felice.
"Perché avevo troppa voglia di vedere il mio pancake" rispose lui prendendola in braccio.
"Mamma, che hai fatto il naso?" chiese lei guardandola.
"Ho solo sbattuto, sono stata distratta" mentì Ziva.
"Ti sei fatta tanto male? Ti do un bacio come fai tu e ti passa" disse Anja dando un bacio sul naso a Ziva come aveva fatto anche Tony.
"Sto già molto meglio" rispose Ziva.

"Torniamo in casa ora?" chiese Anja.

Lei non sapeva nulla e loro non volevano dirle cosa era successo.
Ma allo stesso tempo non potevano tornare in casa.

"Non si può ora" disse Tony.
"Perché? E dove andiamo?" domandò confusa.
"Non si può perché siete invitati a cena qui" si intromise la vicina di casa che aveva capito che qualcosa non andava.

Non era a conoscenza dei fatti ma, sapendo che erano due agenti federali, immaginò che fosse qualcosa che c'entrava con il lavoro.
Ziva la guardò e le sorrise grata, le avrebbe spiegato tutto dopo.

Non appena Anja sentì quelle parole gridò felice.
Le piaceva il figlio della vicina di casa e si stava divertendo con lui, così scese da in braccio a Tony e corse di nuovo verso il ragazzo.

"Damon, voglio giocare ancora con te" disse.
"Anja, tesoro. Lascialo stare, magari ha da fare" si intromise Tony preoccupato che la bambina lo disturbasse.
"No, non importa. Ho già fatto tutti i compiti e qui abbiamo degli origami di carta che non si finiscono da soli, vero?" rispose il ragazzo aiutando Anja a sedersi per terra davanti al tavolino del salotto.
"Damon mi insegna a fare le stelline con la carta. Poi le mettiamo tutte insieme in un filo e io le posso appendere in camera" spiegò Anja.
"È un'ottima idea" rispose Tony sorridendole.
"Grazie davvero" aggiunse rivolto al ragazzo.

Raggiunse Ziva che stava spiegando alla vicina cosa era successo, continuando a guardare Damon e Anja.

"Penso che dovremmo assumerlo come baby sitter" disse interrompendo il discorso delle due donne.
"Damon è sempre stato bravo con i bambini, ha fatto pratica con i cuginetti" disse la madre.

"Mi dispiace per quello che è successo ad Anja e sua madre, Ziva me lo ha appena detto" aggiunse.
"È terribile, ma ora sta meglio" rispose Tony.
"È tanto dolce. Prima doveva andare in bagno e si è assicurata di dirmi che non importava che la portassi io ma che era capace di fare pipì da sola. Voleva solo che le mostrassi dove era il bagno" raccontò.

Ziva la guardò mentre rideva con Damon.

"Papà guarda cosa abbiamo fatto!" esclamò Anja mostrando tutte le stelline.
"È stupenda amore! Appena torniamo in casa le attacchiamo" rispose lui.

Mangiarono tutti insieme e passarono la serata in compagnia.
Tornarono in casa sul tardi dopo essersi assicurati che tutto fosse stato rimesso in ordine da Gibbs e gli altri in modo che Anja non capisse cosa era successo.
Quella sera quando si misero a dormire avevano entrambi un peso in men o sullo stomaco. Ora potevano stare tranquilli perché Silas non era più là fuori con l'intenzione di rapire Anja.







Note dell'autrice:

Stasera pubblico tardi, ho avuto una giornata piena XD
Comunque si lo prendono, o meglio Ziva lo prende ahahahah

Per fortuna non fa nulla ad Anja, ve lo avevo detto che sarebbe andato tutto bene...
Ma non è finita... Eh eh vedremo nel prossimo capitolo XD

Buon inizio settimana a tutti!
Baci, Meggie.

  
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