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Autore: SwanFangirl    01/12/2014    3 recensioni
Cosa accadrebbe se Henry decidesse di dare un lieto fine alle sue mamme mettendo in piedi una nuova operazione, più complicata e difficile delle precedenti?
Dal primo capitolo:
“Scusa, Emma.” disse Regina.
Emma proprio non se l’aspettava. In effetti erano le due parole più inaspettate che Regina potesse pronunciare.
Perché Regina non chiedeva mai scusa.
Perché Regina non la chiamava mai per nome.
Perché Regina non le dava mai del ‘tu’.
Perché Regina non le avrebbe mai chiesto scusa dandole del ‘tu’ e chiamandola ‘Emma’!
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lo strano caso della famiglia Swan Mills.'
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“L’ultima volta ero arrivata a leggere fino a qui, ma sembra che siano state scritte altre pagine nel frattempo.” disse Regina, seduta sul proprio letto con il libro sulle gambe.

Intanto Emma faceva avanti e indietro per la stanza, con fare preoccupato, già da qualche minuto, e ciò non faceva altro che innervosire Regina, che era già piuttosto nervosa per conto suo, dato che avevano appurato che un nuovo pericolo stava bussando alle porte della loro (solo per poco) felice vita.

“Emma!” esclamò, stufa di quell’andirivieni.

La bionda si fermò in mezzo alla stanza, con lo sguardo basso, e batté velocemente lo stivale sul pavimento. Regina sapeva che la ragazza stava già pensando al peggio, perché forse il suo pessimismo aveva contagiato anche Emma. E, per una volta, era lei a doverla tirare su di morale.

“Amore.” mormorò poi, con tono più dolce.

Emma sussultò nel sentirsi chiamare in quel modo. Se prima era molto agitata, dopo quell’appellativo poteva praticamente sentire il proprio cuore battere all’impazzata. Ma Regina non sembrò farci caso e continuò a parlare con quella voce così soave: “So che abbiamo avuto poco tempo per riprenderci e che è presto per fronteggiare un altro nemico… Ma stavolta è diverso: siamo insieme adesso, siamo una famiglia, e nulla potrà cambiare questo.”

Finalmente lo sceriffo sorrise, ritrovando l’ottimismo e la speranza che nella sua famiglia non mancavano mai. Prese i fianchi della propria donna tra le mani e, senza preavviso, le cominciò a baciare il collo lentamente, con fare sensuale.

“E-Emma…” balbettò Regina, colta alla sprovvista da quello scatto di passione, cercando di fermarla prima che anche lei perdesse il controllo; intanto la Salvatrice continuava il suo percorso fino alle sue spalle scoperte dal vestito, mordicchiandole e poi baciandole teneramente. “Emma, davvero… Non mi sembra il momento.”

La Swan allora smise di baciarla, sempre con un sorriso splendente, e le accarezzò la guancia, sussurrando al suo orecchio: “Sono stata stupida, cocciuta ed ostinata… ma adesso ho capito.”

Il Sindaco aggrottò le sopracciglia, lasciandosi comunque baciare dolcemente le labbra, macchiando leggermente quelle di Emma con il proprio rossetto.

“Cos’hai capito, amore?” chiese, inconsapevolmente usando di nuovo quel soprannome -ci stava veramente prendendo gusto.

“Ho capito che ti sposerò. Ti sposerei anche adesso, Regina.” continuò a sussurrare Emma. “E questo perché io ti amo.”

La mora rabbrividì, sentendosi per davvero colma di gioia, come solo un ‘ti voglio bene’ di suo figlio poteva renderla. Ma quello era del tutto inaspettato, e molto più scioccante. Almeno per quella volta, quello shock era più che benevolo, e si trasformò presto in felicità, una felicità che solo Emma ed Henry potevano darle.

“Sei l’unico amore della mia vita e solo ora me ne rendo conto; adesso sono più che sicura di essere innamorata di te, Regina Mills. Mi renderesti veramente la persona più felice del mondo se ti lasciassi amare da una Salvatrice più idiota che mai; da uno sceriffo con un’ossessione per le giacche di pelle e… per te; dalla madre di tuo figlio; da questa donna che ama ogni singola cosa di te e che non vuole altro che passare il resto della sua vita con te.” concluse Emma, stringendo le sue mani tremanti e guardandola con gli occhi lucidi di qualcuno che ama nel profondo, con uno sguardo che intendeva un amore senza confini, il Vero Amore.
La bionda si trovò una piccola ma forte donna tra le braccia, le gambe allacciate intorno alla sua vita e le braccia attorno al suo collo. Due risate felici si levarono insieme, mentre Regina non riusciva a fare altro che piangere e continuare a ripetere frasi come: “Anch’io ti amo, ti amo da morire.” e stringerla compulsivamente, nonostante la paura di perderla fosse del tutto sparita e quindi il conseguente bisogno di tenerla fin troppo stretta a sé fosse sparito.

No, Regina non aveva più paura, perché ormai era sicura che Emma le appartenesse allo stesso modo in cui lei apparteneva alla sua Emma.
 


 
 
[…] “Ti amo anch’io, Emma! Ti amo da morire.” disse Regina, tra le braccia dell’amata.

E qualcuno potrebbe pensare che questo sia il loro lieto fine. Ma per due persone come la Regina Cattiva e la Salvatrice non esiste un lieto fine... Solo lieti momenti attraversati spesso da terribili momenti, ma sempre con il Vero Amore dalla loro parte.

Ora, se volete fermare davvero alcuni terribili momenti che prevedo arriveranno presto, venite a cercarmi, Emma e Regina.

 
Regina ed Emma non parlarono per qualche minuto dopo che ebbero letto l’ultima pagina del libro.

“Come diavolo facciamo a trovarlo?” domando poi Emma, perplessa. “E soprattutto, come diavolo faccio a resistere all’impulso di prenderlo a pugni?!”

“I-io non lo so.” rispose con incertezza l’altra donna, senza neanche riflettere.

Regina sentiva che c’era qualcosa che sfuggiva loro, dei pezzi di un puzzle che non avevano ancora completato. Qualcuno aveva quei pezzi, e loro presto o tardi lo avrebbero trovato per ricomporre l’immagine veritiera, così da capire cosa mancava loro. Ma come? Beh, questo lo comprese presto Regina.

In fondo quello era un libro magico, giusto?

“Dammi una penna, Emma.”

“Cosa? Ti vuoi mettere a scrivere poesie adesso? Perché, in caso non te ne fossi accorta, siamo di nuovo in pericolo.” le fece notare la ragazza, ironica.

“Dammi una fottuta penna!” esclamò Regina, con enfasi, per poi scusarsi: “Mi dispiace, è che mi è venuta un’idea in mente.”

Emma sorvolò sul nervosismo della donna, facendo ciò che le aveva chiesto. Regina prese la penna nera e cominciò a scrivere sulla pagina successiva, una pagina completamente bianca.

 
Regina: Chi sei?
 

Passò qualche secondo in cui Emma si chiese cosa stesse cercando di fare la compagna, perché avesse scritto quelle parole e se davvero si aspettasse una risposta dal libro che stava di fronte ai loro occhi. Risposta che, inaspettatamente, arrivò sul serio, seguita da un’altra frase della mora e così via, fino a quando non instaurarono un vero dialogo.
 
A: Non è importante. Ciò che volete veramente sapere è come trovarmi, non è così?
Regina: Sì, è vero.
A: Beh, è molto semplice. Cercate nell’unico posto in cui la magia regna sovrana…
Regina: Non vorrai veramente che andiamo nella Foresta Incantata? Non abbiamo neanche un modo per andarci, come ti aspetti che noi ti troviamo?

 
Nel momento in cui Regina scrisse ciò, un cappello identico a quello di Jefferson comparve sopra il letto, suscitando lo sconcerto delle due donne, scioccate da ciò che quella persona potesse fare. Doveva essere ancora più potente di quanto pensassero…

 
Regina: Questo cappello era stato distrutto.
A: Più o meno… Ma la forza del Vero Amore può tutto; è così che dicono, vero? E la vostra magia è più forte di qualsiasi altra. Ecco perché è stato facile aggiustarlo quando quella magia era dentro di esso, grazie al vostro bellissimo gesto di attivarlo insieme. Grazie mille per questo!
Regina: …Dove sei?
A: Sono nel tuo castello… A proposito, devo dire che hai un buon gusto per l’arredamento. Ma questa non è una sorpresa.
Regina: Arriveremo presto. E giuro che ti prenderò a pugni.
A: Vedremo…
 

Credevano che la conversazione fosse terminata a quel punto, poiché si erano dette tutto. E invece l’autore scrisse ancora.
 

 
A: Mi troverete solo seguendo le seguenti direttive:
1. Non voglio vedere con voi nessun altro, se solo sento un ‘ti troverò sempre’ nel bel mezzo della foresta… non mi farò trovare. E ricordate che io vi conosco, ma voi non conoscete me; quindi, se volessi nascondermi, ci riuscirei alla grande.
2. Non portate il libro con voi, lasciatelo ad Henry ed io, da brava ragazza quale sono, gli lascerò sapere cosa vi accade tramite esso (e questo lo dico per voi).
3. Regina, per favore, porta la copertina a cui sei inspiegabilmente tanto affezionata… Poi capirai perché.
Detto questo, a presto, Salvatrici.
 

Regina ed Emma non riuscivano più a spiccicare una parola. Erano troppo confuse per poter parlare di tutte quelle assurdità che l’autore aveva detto loro. Anzi, l’autrice, sarebbe meglio dire.

Per fortuna arrivò Henry, accompagnato da Snow e Charming, che le fecero riscuotere. Non li avevano nemmeno sentiti entrare, tanto erano focalizzate su quello scambio con la donna che scriveva le loro storie, che decideva ciò che accadeva loro e che le controllava come burattini, senza che loro potessero far nulla per evitarlo.

“State bene? Avete trovato quello che cercavate?” chiese loro Mary Margaret, con preoccupazione evidente.

“Sì… Almeno credo.” rispose Emma. “Dobbiamo partire subito.”

Il Principe notò quel cappello che egli stesso aveva visto distrutto dalla magia di Regina ed Emma e dal viaggio inter-dimensionale della figlia e della moglie, così domandò: “Quello è il cappello…?”

“E’ una lunga storia, sappiate solo che lei ci ha detto dove si trova e useremo questo per raggiungerla nella Foresta Incantata.” sintetizzò Regina.

“Veniamo con voi.” espresse Henry ciò che tutti e tre pensavano.

“Purtroppo no. O per fortuna, non lo so. Vuole solo noi due. E’ come ossessionata da noi due, in effetti.” spiegò la bionda, ripensando a tutto ciò che l’autrice avesse scritto su di loro.

“Dobbiamo prepararci, Emma. Ho la sensazione che non sarà un viaggio facile e che lei farà di tutto per metterci i bastoni tra le ruote, tanto per divertimento. Che persona crudele.” commentò sarcasticamente il Sindaco.

“Ragazzino.” Emma poggiò una mano sulla spalla del figlio, che era ormai quasi alla sua altezza. “Mi dispiace di doverti lasciare qui. Ma dobbiamo fare il nostro dovere… Quindi spero che farai il bravo con i nonni e che terrai sempre il libro con te. Lei ha promesso che scriverà lì cosa ci succede, ma non fidarti troppo, okay? Scusami, Henry.”

“Non preoccuparti, lo so… Tu sei la Salvatrice.” disse Henry, senza scomporsi, dato che ormai era abituato a sostenere la madre mentre salvava il mondo.

“No, non è più così.” rifletté lo sceriffo.

Lei e Regina si fissarono negli occhi il tempo di un battito di ciglia, ma tutti lo notarono, e notarono anche l’intensità di quello sguardo che poteva voler dire qualsiasi cosa. Poi Emma terminò, dicendo la stessa parola che l’autrice aveva detto loro e che poteva quasi ritenere un riassunto di tutti i cambiamenti avvenuti in quegli anni, soprattutto nella donna di cui era innamorata: “Noi siamo le Salvatrici.”






Ciao a tutti!
Rieccomi con questo capitolo piuttosto... beh, diciamo che ci sono tante novità! Finalmente le due si sono dichiarate, ma purtroppo non c'è mai un momento di stallo per le due Salvatrici (adoro dire così :D), quindi presto vedremo il loro viaggio verso la Foresta Incantata e tutte le peripezie che affronteranno per trovare l'autrice del libro... Eh, sì, è una donna. Qualche idea di chi possa essere? Vi anticipo che non è un personaggio di OUAT, quindi sparate qualsiasi folle ipotesi vi venga in mente! 
Grazie perché seguite assiduamente questa storia e spero anche di ricevere altre vostre recensioni, mi interessa davvero sapere tutto ciò che volete dirmi.
Al prossimo capitolo, in cui vedremo il viaggio tra i mondi delle nostre due eroine!

 
  
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