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Autore: SwanFangirl    28/11/2014    2 recensioni
Cosa accadrebbe se Henry decidesse di dare un lieto fine alle sue mamme mettendo in piedi una nuova operazione, più complicata e difficile delle precedenti?
Dal primo capitolo:
“Scusa, Emma.” disse Regina.
Emma proprio non se l’aspettava. In effetti erano le due parole più inaspettate che Regina potesse pronunciare.
Perché Regina non chiedeva mai scusa.
Perché Regina non la chiamava mai per nome.
Perché Regina non le dava mai del ‘tu’.
Perché Regina non le avrebbe mai chiesto scusa dandole del ‘tu’ e chiamandola ‘Emma’!
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lo strano caso della famiglia Swan Mills.'
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“Regina… Secondo te come sto?” chiese, incerta, Emma.

La bionda in questione indossava un abito molto grazioso color panna, che le scendeva lungo il corpo sinuoso e fasciava perfettamente le sue curve poco accentuate, che Regina aveva imparato ad amare e venerare in quel poco tempo che avevano passato insieme come coppia.

“Sei bellissima come sempre, piccola.” disse Regina, con un tono dolce che solo Daniel, Henry ed Emma avevano avuto il privilegio di conoscere davvero.

Emma sorrise in modo raggiante. Ciò ricordò a Regina di quella volta in cui quello stesso sorriso era stato causato da un suo semplice ‘io non voglio ucciderti’. E allora fece un gesto rapido con la mano, che fece ritrovare Emma in un completo molto più pratico, ma comunque elegante e che le stava sempre divinamente.

“…Credo, però, che così vada meglio.” concluse la mora.

“Ma… perché?” domandò lo sceriffo, con tono perplesso.

“Perché in quell’abito non sei a tuo agio. Perché l’Emma Swan che adoro odia indossare i vestiti. Ed io non voglio che tu sforzi di essere qualcuno che non sei, che ti sforzi di essere la principessa che altri vogliono che tu sia. Per me, Emma, tu sei una principessa anche la mattina presto, con i capelli in disordine ed il pigiama con i cigni.” disse il Sindaco, accarezzando la sua guancia. “L’unica volta in cui potrei obbligarti ad indossare un vestito bianco sarà… beh, più in là.” concluse, arrossendo.

A quella frase, Emma le rivolse uno sguardo sorpreso, chiedendosi se avesse capito bene e se Regina davvero stesse parlando di ciò che pensava.

“Tu vuoi… Tu vuoi sposarmi?” le domandò, incredula.

“Magari, un giorno… Cioè, non dirmi che non ci hai pensato, perché mi sentirei la donna più stupida del pianeta.”

Quando Emma non rispose, l’ex Evil Queen si voltò, sospirando, e tornò a guardarsi allo specchio con fare indifferente. Ma Emma sapeva benissimo di averla ferita e delusa con il suo silenzio, con la sua perplessità nel pensare a loro due come una coppia definita.

“Regina, ti giuro che lo vorrei, davvero! Ma ho paura.” le confidò.

“Di cosa hai paura, Emma?” chiese con enfasi la compagna, apprensiva.

Non ci fu il tempo di rispondere, perché un tonfo le fece sussultare. Rivolsero lo sguardo verso la fonte del rumore: il grosso libro di favole che sembrava stare sul pavimento della camera da letto da sempre.

“Era sopra il comodino…” mormorò Regina, ricordando benissimo di averlo accuratamente poggiato lì l’ultima volta che l’aveva svogliatamente sfogliato per scoprire se vi fosse un Lieto Fine per lei.

Ovviamente la risposta era stata negativa. Il libro continuava a raccontare le avventure di Emma e Regina, di come avessero scoperto i loro ancora indefiniti sentimenti. Ma non parlava di Vero Amore, né di un futuro per loro. L’autore –chiunque egli fosse- si era fermato ad una frase quando l’aveva letto: ‘E mentre Regina scopriva di amare quella che avrebbe dovuto essere la sua avversaria, Emma avrebbe capito che qualcosa non andava. Qualcosa a cui sarebbe stato difficile riparare.’ . Beh, non sembravano proprio le premesse per un Happy Ending…

“E’ caduto, Regina… E’ semplicemente caduto.” disse la bionda, più che altro cercando di convincere se stessa che l’altra donna. “Su, andiamo.”
 



“Benvenuti!” li accolse Snow, con una mano sulla pancia accentuata dalla gravidanza, non appena vide la famiglia entrare nel locale.

Henry sorrise e Mary Margaret gli fece l’occhiolino, prima di salutare con un bacio sulla guancia sia la figlia che la matrigna. Henry le lasciò presto sole, andando a salutare dei compagni di scuola, e Regina si chiese se fosse ancora il caso di fare un annuncio ufficiale dopo il gelo che era caduto tra lei ed Emma per quello che era capitato pochi minuti prima.

“Allora, come va la convivenza?” chiese la donna ad entrambe, mentre altra gente le salutava distrattamente, anche se tutti si fermavano sempre a guardarle con un sorriso.

“Bene, noi… ci stiamo adattando.” rispose Emma, vedendo che la mora non aveva alcuna intenzione di parlare.

“Hey, Regina!” intervenne il Principe, poggiando una mano sulla spalla della donna con fare amichevole. “Ti posso parlare di una cosa? Sai, è che sto… cercando un lavoro, sì! E pensavo che tu potresti aiutarmi.”

Regina era veramente sicura che David le stesse mentendo, ma non ci fece caso pur di allontanarsi da Mary Margaret che la fissava con quel sorriso fin troppo inquietante. Così i due andarono fuori, e Charming le offrì una bottiglia di birra, che accettò volentieri. In fondo aveva proprio bisogno di bere qualcosa.

“Regina… Io sono stato lontano da mia figlia per molto tempo. La conosco appena, si può dire.” cominciò egli, scuotendo la testa con fare malinconico. “E tutto questo è colpa tua.”

Regina, con sguardo sorpreso ed affranto, fissò i propri occhi su quelli del padre di Emma.

Non credeva che ancora ce l’avessero con lei, ma avrebbe dovuto aspettarselo, in fondo aveva fatto qualcosa di imperdonabile e molto egoista, perfino per una come lei.

“…Ma è stata anche colpa nostra, che abbiamo deciso di abbandonarla, seppur per un buon fine: salvarla.” aggiunse poi egli, bevendo un sorso della propria birra.

“Mi dispiace, David… Io-“

“Non devi più scusarti, Regina. Non è questo quello che voglio.” disse, fermo, David. “Voglio solo che tu capisca una cosa: se Emma ti fa soffrire, desidero che tu me lo dica. Se ti fa del male, voglio che tu ti senta al sicuro nel parlarne con me.”

A quel punto l’ex sovrana fu ancora più confusa di quanto non lo fosse prima, gli occhi sbarrati per la perplessità.

“David, quante ne hai bevute di quelle?” chiese cautamente.

Charming, inaspettatamente, rise gioiosamente, dicendo: “Questa è solo la seconda…”

“Allora perché dici queste cose insensate?” domandò ancora Regina.

“Perché so che sei innamorata di mia figlia.”

Calò il silenzio più totale, rotto appena dal vago suono della musica dentro il locale di nonna Granny. I due si guardarono profondamente negli occhi, colmi di parole non dette e che non avevano bisogno di essere dette, perché entrambi capirono cosa l’altro stava provando a dire con lo sguardo.

“Quindi non credi che Emma ricambi.” concluse erroneamente il Sindaco.

“Io non capisco i sentimenti di Emma, appunto perché non la conosco bene come un padre dovrebbe. Ma capisco il modo in cui ti guarda e, credimi, in questi anni in cui l’ho conosciuta un po’, non l’ho mai vista tanto felice com’è adesso con te. Solo che ho paura che tu resti ferita nuovamente, perché sarebbe troppo per te, lo so.” spiegò Charming.

Quindi David si stava preoccupando per lei, pensò mentre finiva di bere e sorrideva flebilmente, donando un bacio sulla guancia dell’uomo, che non nascose la propria sorpresa per via di quel gesto.

“Grazie, David.” disse Regina, stimando sinceramente per una volta quell’uomo che, insieme a Snow, aveva dato vita ad Emma, e che non aveva mai compreso del tutto come in quel momento.

Prese le due bottiglie di vetro e le portò dentro, individuando subito le persone più importanti della sua vita: Henry, che stava chiacchierando allegramente con gli amici, ed Emma, che le sorrise mentre le andava incontro.

“Di che avete parlato tu e mio padre?” chiese quest’ultima quando le fu davanti.

“Lavoro.” rispose immediatamente Regina, senza pensarci. “Ho deciso che sarà il nuovo vice-sceriffo, e questo da domani stesso.”

“Regina, sarò molto felice di lavorare fianco a fianco con mio padre… Ma sai che capisco sempre quando menti.” le ricordò la bionda.

A quella frase Regina decise che dovevano assolutamente parlare di loro due, del loro rapporto. E non le importava che ci fossero altre cinquanta persone nel locale insieme a loro.

“Sì, è vero. Tu capisci sempre quando mento… Tu sai sempre quando e come parlarmi per farmi capire qualcosa. Tu riesci sempre a tirarmi su di morale quando soffro. Tu sei e sarai sempre la maggior esperta quando si tratta di me.” disse con calma la donna, accarezzandole dolcemente la guancia. “E’ tutto questo che ti spaventa?”

“Ciò che mi spaventa è che potrei rovinare tutto.” confessò Emma.

Forse Charming si sbagliava perché, secondo il parere di Regina, lui sembrava conoscere molto bene la figlia. Abbastanza da sapere che sarebbe entrata in crisi per la paura di ferirla, per lo meno.

“Non lo farai. Ne sono certa.”

Emma, senza capire come fosse successo, si ritrovò a baciare Regina. Si ritrovò le labbra più soffici che avesse mai toccato sulle proprie e decise istantaneamente di non chiedersi nulla, di continuare a baciare la propria donna non curandosi del resto del mondo; proprio come Regina, che aveva finalmente definito i propri sentimenti, come aveva predetto il misterioso autore del libro: Regina amava Emma.

Un grande applauso si levò nell’aria, incoraggiato particolarmente dalle persone che avevano fatto di tutto purché arrivassero a quel punto: Henry, TinkerBell, Mary Margaret, Ruby e Charming; ovvero i partecipanti all’Operazione Famiglia.

Quando le due separarono lentamente le loro labbra, non videro i sorrisi degli abitanti di Storybrooke. Videro l’una il sorriso dell’altra e, subito dopo, quello del loro Henry, che le stava acclamando con più enfasi degli altri.

“Finalmente!” esclamò, abbracciando di slancio le madri. “Ce ne avete messo di tempo!”

“Che vuoi dire, Henry?” chiese Regina, un po’ perplessa sul significato di quella frase.

“Henry lo sapeva. Anzi, credo che il ragazzino l’abbia capito anche prima di noi.” rispose per lui Emma, con un sorriso consapevole. “Scusa, avremmo dovuto prima dirlo a te.”

Regina annuì, sentendosi un po’ in colpa per non averne parlato prima con il figlio, che per loro veniva prima di chiunque altro al mondo. Forse perché quel bacio in pubblico non era previsto… Sì, doveva essere quello il motivo.

“Nah, non preoccupatevi. L’importante è che l’Operazione Famiglia abbia funzionato!” si lasciò sfuggire.

Operazione Famiglia ?!” fecero le donne in coro.

Tanti sguardi colpevoli si dipinsero sui volti dei concittadini, in particolare di alcuni che erano vicini al Sindaco ed allo sceriffo, e che avevano dato una mano ai loro amici e familiari nel loro scopo. Ma Regina ed Emma sorrisero, certe del fatto che non avrebbero potuto desiderare una famiglia migliore. Fu in quel momento di pura felicità che un urlo squarciò quel dolce silenzio.

“Aiuto! Mi insegue!” urlava una vocina nel bel mezzo della strada.

Tutti uscirono fuori, allarmati, in particolare i regnanti e le forze dell’ordine sia della Foresta Incantata che di Storybrooke. Erano pronti ad intervenire qualsiasi nemico si fosse presentato loro di fronte, ma non erano preparati ad un libro volante ed un bambino che urlava in preda al panico.

Regina ed Emma subito si strinsero la mano, per poi fermare insieme il libro con le mani libere. Sentirono la loro magia contrastarsi ed amalgamarsi per un attimo, anche se per un incantesimo abbastanza facile. Sembrava che il libro maledetto non avesse opposto resistenza.

Il bambino in questione, che ora si era fermato tra le braccia dei genitori con le lacrime agli occhi, era proprio Roland, il figlio di Robin Hood e Lady Marian. Ed il libro in questione, che riposava indisturbato sull’asfalto, era proprio Once Upon A Time, il libro che aveva dato inizio a tutto.

“Sapevo che c’era qualcosa che non andava in questo libro.” ammise Regina.

“Anche io.” affermò Emma.

Avevano semplicemente deciso di ignorare quello strano avvenimento avvenuto quella sera stessa in casa loro, pensando che quella sensazione di pericolo sarebbe presto svanita. E invece…

“Credo che dovremmo andare a casa e cercare di scoprire chi o cosa manovra questo libro, così finalmente ne scopriremo anche l’autore.” rifletté la mora, appoggiata dalla compagna.

“Bene, andiamo.” disse infatti. “Henry, tu resta con David e Mary Margaret, per precauzione.”

Il ragazzino annuì, nonostante avesse voglia di aiutare. Sapeva bene che non era un momento adatto per fare i capricci; in fondo le sue mamme cercavano solo di proteggerlo. Ma una domanda continuava a ronzargli per la testa, e non era l’unico a pensare a questo:

Chi avrebbe protetto Emma e Regina?






Hi guys :D
Ve lo aspettavate? E che cosa vi aspettate dai prossimi capitoli? Io credo che avremmo un po' più di... magia! In particolare nel prossimo le nostre eroine avranno una conversazione con l'autore del libro, che le porterà a fare qualcosa di inaspettato: catapultarsi in una nuova avventura!
Ringrazio tutti voi che continuate a seguire questa storia con assiduità e spero che continuiate, che mi facciate sapere cosa pensate di questo capitolo.
Alla prossima!

 
  
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