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Autore: ___Page    02/12/2014    3 recensioni
Al numero 19 di corso Acacia, nel quartiere di Dressrosa, a Raftel, c'è un piccolo negozio di giocattoli dove gli adulti possono tornare bambini e i bambini sentirsi adulti.
Koala e la sua cuginetta Sugar si preparano al Natale, accogliendo i clienti più singolari e unici, tra zii, fratelli maggiori e colpi di fulmine.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Koala, Roronoa Zoro, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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-Allora cosa ne dici?! Questo o questo?!- domando a Sugar, seduta sul bancone azzurro.
Davanti a me e accanto a lei ho aperto il catalogo del fornitore, da cui devo scegliere gli articoli da ordinare in vista dell’ondata natalizia e chi meglio della mia esperta cuginetta per aiutarmi?!
Piegata in avanti, con entrambi i gomiti appoggiati al piano, il mento nei palmi delle mani, mi limito a girare le pagine, lasciando che Sugar indichi cosa ordinare e segni i prodotti con una piccola X fatta con il pastello verde.
-Questo qui!- dice, posando prima il ditino sull’immagine e poi allungando la mano che tiene la matita.
Stacco una mano dal viso per voltare la pagina ma il rumore del campanello ci distrae, facendoci sollevare il viso.
Il mio negozio ha due porte, una di dimensione normale e una identica in miniatura per i bambini, entrambe dotate di campanello.
Aggrotto le sopracciglia nel notare solo una bimba bionda nel negozio, che ride felice, voltata verso la porticina da cui ha appena fatto il suo ingresso.
Avrà tre anni! Non può mica essere qui da sola!
Mi sollevo, pronta a fare il giro e avvicinarmi quando la piccola esclama una cosa, facendomi bloccare.
-Dai zio!!!- incita qualcuno e un attimo dopo, sotto il mio sguardo incredulo, una zazzera di fuoco fa capolino dalla porticina, seguita dall’imponente mole dell’adulto di questa bambina, che sta veramente entrando gattonando nel mio negozio.
Sugar ride a crepapelle insieme alla nostra nuova piccola cliente e anche io mi concedo di sbuffare una risata, contenendomi e rendendomi conto di avere fatto bene appena vedo l’espressione truce del ragazzo rosso, che si rimette in piedi, spolverandosi con le mani i pantaloni gialli e neri, simili al mantello di una giraffa.
La bimba batte le mani, felicissima e poi prende a correre attraverso il negozio.
Ormai al di là del bancone, mi accovaccio mentre mi si ferma davanti.
-Ciao!- mi saluta e guarda in su verso Sugar, sorridendole radiosa.
-Ciao piccola!- le dico, posandole una carezza sulla guancia.
-Io sono Lamy! E lui è lo zio Kidd!- dice, indicando orgogliosa il ragazzo che si è avvicinato.
A occhio e croce credo abbia la mia età o qualcosina di più.
Io sollevo gli occhi a incrociare i suoi e lo saluto con un cenno del capo, che lui ricambia, ficcando le mani in tasca.
-Ciao Lamy! Io sono Koala e lei è Sugar!- ci presento, mentre la mia cuginetta salta agilmente giù dal bancone, atterrandole accanto.
-Vuoi venire a giocare?!- le chiede e subito la piccola annuisce, mentre Sugar la prende per mano e la trascina di là.
Io mi risollevo mentre lo zio Kidd si avvicina.
-‘Giorno- grugnisce scocciato.
-Ciao- ricambio io, sempre cortese e radiosa.
Non sono infastidita da questo suo atteggiamento, ha qualcosa di strano, glielo leggo negli occhi.
È come se fosse deluso da qualcosa.
-Date solo un’occhiata o posso aiutare?!- domando.
-In realtà volevo prenderle qualcosa- borbotta, senza la minima ombra di verve.
Okay, la cosa è abbastanza preoccupante.
Un po’ a disagio nel vedermi costretta a fargli il terzo grado per portare avanti la vendita, attendo qualche secondo, sollevando le sopracciglia e rassegnandomi a procedere con un’altra domanda, non notando alcun segno di collaborazione da parte sua.
-Avevi già in mente qualcosa o…- domando cauta e finalmente si sblocca, interrompendomi.
-Beh sì! Volevo prenderle una bambola ma a quanto pare non le interessano!- ringhia quasi, incrociando le braccia sotto al seno e io sollevo un sopracciglio perplessa.
Non se la starà mica prendendo con sua nipote di tre anni perché non vuole il regalo che lui aveva pensato di prenderle, vero?!
Subito ripenso al suo buffo ingresso e mi rendo conto  che anche se c’è l’ha chiaramente con qualcuno, quel qualcuno non può essere la bambina.
-A quanto pare vuole un gioco che abbia a che fare con quello che vuol fare da grande perché, a quanto pare, era così che giocava quell’imbecille di suo padre quando era piccolo!- si spiega infine, furibondo.
-Ooooookay!- commento io sempre più perplessa -Quindi… ehm… cosa credi che potrebbe piacerle?-
-Oh beh, di certo qualcosa di noioso e poco adatto a una bambina di tre anni! Uno di quei giochi scientifici o non so… il kit per la vivisezione!-
Mi acciglio a quelle parole.
Kit per la vivisezione?!
È solo la seconda volta che lo sento in vita mia.
Mi domando se sia una coincidenza.
-Lo sapevo che quell’idiota di un chirurgo l’avrebbe traviata!- mormora più a se stesso che a me.
Può sembrare fuori luogo tutto questo, forse lo è ma a me fa solo sorridere.
Sarò strana ma per me è chiaro come il sole che ci tiene da morire a Lamy e vuole solo essere certo che abbia un’infanzia normale.
Mi ricorda tanto Cora.
L’ho visto solo una volta eppure non l’ho mai dimenticato.
Ammetto però di essere un po’ in difficoltà ora.
Di giochi da mostrargli ne avrei ma non mi sembra molto incline all’ascolto in questo momento.
Apro la bocca per rispondere mentre le bambine ritornano verso di noi, superandoci e dirigendosi verso i cerchi dell’hula hop, ignorandoci e chiacchierando tra loro.
-E tu?!- domanda Sugar a Lamy, ignara dei nostri sguardi che le seguono, il mio attento, quello di Kidd dardeggiante.
-Io da grande voglio fare la meccanica!!!- esclama sollevando le braccia al cielo.
-Bello!!!- esclama Sugar entusiasta e io scuoto la testa divertita, consapevole che avrebbe reagito così anche se avesse risposto “il netturbino” o “l’impresario di pompe funebri”.
Quando torno su Kidd, però, corrugo appena le sopracciglia mentre contemporaneamente sorrido.
Sembra pietrificato, gli occhi sgranati fissi davanti a sé e, lo vedo chiaramente nonostante abbia il viso voltato verso destra, illuminati di felicità.
Mi sa tanto che fa il meccanico.
Scuote la testa per ricomporsi prima di girarsi nuovamente verso di me, senza riuscire a sopprimere un nuovo ghigno che gli illumina il volto.
Ci guardiamo qualche istante negli occhi, una muta comunicazione che passa tra di noi.
-Ho la cintura con gli attrezzi da lavoro!- gli dico dopo un attimo -Si può regolare senza problemi! Per il Geomag è davvero troppo piccola!- spiego e lui subito annuisce.
-Va benissimo!- risponde, prontamente e io mi allontano con un sorriso ancora più radioso, per recuperare il giocattolo.
Torno e poso la scatola sul bancone, cercando il codice a barre per scannerizzarlo.
-Vuoi un pacchetto regalo o…-
-No no!- mi interrompe, avvicinandosi ed estraendo il portafoglio -Glielo do subito!-
Trattengo a stento una risata nel vederlo così euforico da sembrare lui il bambino.
Mi osserva recuperare un sacchetto di carta e aprirlo per agevolargli il trasporto.
-Law mi ammazzerà- mormora ad alta voce, ghignando soddisfatto e senza ritegno e io trattengo il fiato.
Ho sentito bene?!
Mi blocco con il manico del sacchetto in una mano e la scatola del gioco nell’altra, sollevando lo sguardo a incrociare le sue iridi dorate.
Devo avere un’espressione indecifrabile perché solleva un sopracciglio interrogativo.
So che potrebbe essere un altro ma avevo già notato qualcosa di famigliare in Lamy e quel riferimento al kit per la vivisezione non lascia dubbi.
È la bambina di Law!
Kami, non ci credo!
È pazzesco!
-Io non credo- mormoro, emozionata -Non credo che Law ti ammazzerà per questo-
Non può avere capito cosa mi prende, è chiaro, ma già che non mi guarda come se fossi una pazza da rinchiudere è una cosa positiva.
Anzi, allarga il ghigno e annuisce, prima di allungarmi i soldi e prendere il sacchetto che gli porgo da sopra il bancone.
Li osservo allontanarsi, felice come raramente sono stata.
Law ha una bambina!
So che è ridicolo, non gli ho mai parlato, ma mi è sempre rimasto impresso quel ragazzino e sapere che ora è padre di una bimba così bella e dolce, con un amico così leale da definirsi zio della piccola e, spero, felicemente sposato, mi scalda il cuore.
-Koala?!-
La voce di Sugar mi riscuote e mi fa focalizzare su di lei.
Mi osserva accigliata, il capino piegato di lato.
-Tutto bene?!-
Le sorrido, mentre le faccio segno di avvicinarsi, la afferro sott’ascella e la rimetto a sedere sul bancone.
-Tutto bene piccola! Dobbiamo finire l’ordine!- le ricordo.
Si illumina mentre annuisce convinta e io mi ripiego in avanti nella posizione di poco fa. 
  
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