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Autore: BettyLovegood    02/12/2014    3 recensioni
Alice è una semidea.
Il suo migliore amico Lucas è un satiro.
Ha un fratellastro gemello che non ha mai conosciuto.
Suo padre è un dio.
La morte di sua madre non è stata casuale.
Dal capitolo 5:
Alice si era definitivamente stancata. –Mi sapete dire chi diamine è questo Percy?- urlò improvvisamente.
 Ma la ragazza non dovette aspettare una risposta. Qualcuno uscì dalla porta.
 Era un ragazzo alto con i capelli neri scompigliati e gli occhi verde mare. Era la copia esatta di Alice.
La ragazza lo studiò: il modo in cui curvava le spalle, il viso, i lineamenti , tutto era così simile a lei.
Era come vedere se stessa in versione maschile.
Dal capitolo 14:
-Alice, domani posso dire a tutti di essere andato a letto con te?- Mi ha chiesto improvvisamente.
 Ho alzato la testa per guardarlo e lui é scoppiato a ridere.
 -Sto scherzando!- ha detto.
 Ho riso insieme a lui. Se c'é una cosa che Leo sa fare é farmi ridere nei momenti più tristi e io lo adoro per questo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Mostri, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il viaggio sul cavallo di nubi si rivelò più divertente del previsto.
L’aria di settembre a Long Island era afosa e calda.
Tempesta correva tra le file di macchine in autostrada, mandando ondate di aria fresca sul volto di Alice.
Durante il viaggio Jason le raccontò che esistevano due Campi di semidei: uno romano (Campo Giove) e uno greco (Campo Mezzosangue). I due Campi non sapevano l’uno dell’esistenza dell’altro fino a circa un anno fa, quando Era (moglie di Zeus ) aveva fatto uno scambio di semidei ; così Jason era arrivato al Campo Mezzosangue e Percy (un semideo greco) era stato mandato al Campo Giove.
Era aveva ideato questo scambio per riappacificare i semidei romani e greci ( divisi da secoli di odio) e farli combattere insieme contro Gea, la Madre Terra, la quale aveva  riunito i suoi figli, i Giganti , per distruggere l’Olimpo.
Ma qualcosa nel piano i Era andò storto e Jason insieme ad altri sette semidei si era trovato a viaggiare su una nave volante verso le antiche terre, ovvero la Grecia.
Le raccontò che erano stati anche a Roma, dove avevano combattuto contro due giganti gemelli.
In Grecia erano riusciti a fermare l’attacco di Gea, distruggendo tutti i mostri che lei aveva cacciato fuori dagli Inferi ma erano solo riusciti a rinviare il risveglio della Madre Terra. Così erano tornati in America, dove il Campo si stava preparando per la battaglia contro i romani. Fortunatamente i romani non avevano ancora trovato il Campo Mezzosangue, ben nascosto da poteri magici.
Intanto il Campo Giove era riuscito a reclutare un esercito di gorgoni per rintracciare qualsiasi semideo greco.
Quando Jason finì di parlare Alice non era sicura di aver afferrato tutto ma ringraziò comunque il ragazzo per la spiegazione.

Si erano lasciati alle spalle già da un po’ le strade trafficate e stavano correndo su una stradina di montagna.
-Siamo quasi arrivati – le disse Jason.
Alice si soffermò sul paesaggio: si trovavano in mezzo ad una foresta. In lontananza intravide un alto pino su una collina circondato da una specie di alone giallo. Affianco al pino c’era un’enorme masso.
Il cavallo si fermò a pochi metri dal pino e Jason scivolò giù con facilità. Tese una mano alla ragazza e l’aiuto a scendere.
Mentre Jason salutava il suo cavallo Alice notò un movimento in lontananza, nei pressi del pino. Si avvicinò un po’ e vide che quella cosa che aveva scambiato per un grosso  masso si stava muovendo.
Cacciò uno strillo e Jason corse da lei allarmata, con la spada già pronta.
-Cosa c’è?-
Alice non riusciva a parlare, fissava semplicemente la figura scura davanti a lei. Era qualcosa di grosso, molto grosso. La ragazza indietreggiò, andando a sbattere contro Jason che era fermo alle sue spalle.
Alice si voltò verso il ragazzo non capendo cosa ci facesse ancora lì fermo immobile e sorridente.
Sorridente? Perché diamine sta sorridendo? Qualcosa di gigantesco sta per venirci incontro e lui sorride? E’ per caso pazzo questo ragazzo?
-Jason cosa diamine hai da sorridere?- sbottò all’improvviso la ragazza.
-Trovo molto divertente la scena-  rispose il biondo non riuscendo a trattenere una risata.
Ok, è pazzo. E’ completamente, totalmente pazzo. E io dovrei fidarmi di lui? Al diamine Kate, Lucas, i romani i greci e tutto il mondo divino.
Sorpassò Jason con una spinta e s’incamminò verso  il bosco, ma il ragazzo l’afferrò per un braccio.
-Dove pensi di andare?- le chiese ancora con quel sorriso stampato in faccia.
-Me ne vado, non resto certo qui con te. Sei pazzo! Vuoi per caso farti ammazzare da quella cosa?  – disse la ragazza indicando la figura nera che non si muoveva più.
Jason rise nuovamente facendo irritare ancora di più Alice.
-Vieni con me – le disse tirandola per il braccio.
Alice tentò di liberarsi ma la presa del biondo era troppo forte. Così lo seguì sbuffando verso la figura nera.
Mentre si avvicinava Alice capì davanti a cosa si trovava: un drago.
-Lui è Peleo – le spiegò Jason lasciandole il braccio. –Fa da guardia al Campo e al Vello d’oro.- aggiunse indicando un drappo dorato che scintillava tra i rami del pino.
Alice gettò uno veloce sguardo al Vello d’oro e poi si fissò sul drago: non aveva mai visto niente di più bello.
Il drago Peleo aveva il corpo ricoperto di squame verdi che scintillavano sotto la luce del Vello d’Oro, due grosse ali erano posate sulla sua schiena. Ma la cosa che stupiva di più Alice era il muso, ricoperto anch’esso di squame verdi tranne che ai due lati che erano gialle e brillavano ancora di più delle altre.
-E innocuo?- chiese avvicinandosi ancora un po’ per ammirarlo da vicino.
Il drago spalancò gli occhi gialli come le squame del muso.
-Fa del male solo a chi non è desiderato all’interno del Campo.- le disse il ragazzo.
-Posso accarezzarlo allora?- chiese avvicinandosi ancora di più all’animale.
-Cosa?- strillò Jason e il drago emise uno sbuffo infastidito. –Pensavo avessi paura.- aggiunse.
-Mi sono sempre piaciuti i draghi, li trovo splendidi. Come si fa ad aver paura di fronte a tanta bellezza?- chiese Alice
Jason borbottò una cosa tipo –E’ un drago, è normale avere paura!- ma Alice non lo stava ascoltando, si avvicinò ancora di più all’animale che la fissava incuriosito.
-Ciao Peleo- sussurrò Alice accarezzandogli il muso. Il drago si lasciò accarezzare avvicinando la testa alla mano della ragazza.
Alice sorrideva, aveva sempre amato i draghi. Quando era piccola sua madre le raccontava tantissime storie, ma lei voleva ascoltare solo quelle dove c’erano i draghi.
-Alice credo che dobbiamo andare- disse Jason improvvisamente. Il ragazzo era stato in silenzio per un po’ ad osservare la scena. Mai nessuno si era avvicinato così tanto a Peleo, ne avevano tutti paura.
La ragazza annuì mente grattava l’orecchio dell’animale come si fa con i gatti.
-Posso venirlo a trovare di nuovo?- chiese senza distogliere lo sguardo dal drago.
-Beh, è fuori dai confini del Campo, ma in teoria è lui il nostro protettore. Quindi penso che non ci siano problemi, anche se credo che dovremo parlarne con Chirone. – le rispose il ragazzo.
Alice sospirò e salutò l’animale con un bacio il quale emise uno sbuffo di fumo contrariato.
Jason si incamminò oltre il pino e la ragazza lo seguì. Percorsero qualche passo e poi il ragazzo la bloccò.
-Benvenuta al Campo Mezzosangue- le disse con un largo sorriso.
Alice scrutò il paesaggio davanti a lei. In lontananza, sulla destra si distinguevano degli edifici dell’antica Grecia: un padiglione, un anfiteatro e persino un’arena. A sinistra si c’era il bosco e il mare.
Al centro si distingueva una casa a tre piani ricoperta di edera.
Alice rimase per un po’ di tempo così, a fissare quel paesaggio magnifico fino a che non fu interrotta dall’urlo di qualcuno.
-Jason!- era una ragazza che correva verso di loro.
Quando si avvicinò Alice non potè non notare la sua bellezza: aveva i capelli color cioccolato raccolti in una treccia , i suoi occhi scintillavano di mille colori. Indossava anche lei la stessa maglia di Jason e un paio di jeans scoloriti.
La ragazza si gettò tra le braccia del biondo e lo abbracciò.
-Diamine siete in ritardo, pensavamo fosse successo qualcosa.- disse poi scostandosi da lui.
Jason diede un bacio sulla guancia alla ragazza, che arrossì, e sorrise guardando Alice.
-Scusa Pieper, ma la ragazza qui si è fermata a fare amicizia con Peleo.- disse.
La ragazza di nome Piper si portò una mano alla testa –Oh, che maleducata non mi sono neanche presentata. Io sono Piper.- disse voltandosi verso Alice. –Oh cavoli- aggiunse guardando la ragazza.
Ecco ci risiamo, cosa cavolo aveva di sbagliato Alice?
La ragazza sbuffò. – Io sono Alice, piacere.- disse.
Ma Piper non la stava ascoltando, era intenta a scrutare la ragazza dall’alto in basso.
-Jason, come è possibile una cosa del genere? Sembrano fratello e sorella. Ma lui non ha sorelle gusto?- Piper guardò il ragazzo biondo.
-No Pip, lui non ha sorelle. Infondo suo padre non poteva avere figli, per quel fatto del patto tra i Tre Pezzi Grossi.- rispose Jason.
Alice sbuffò nuovamente, stavolta più forte. Era stanca di avere gli occhi di quei due puntati addosso, la facevano sembrare un fenomeno da baraccone.
-Si beh, a parte scrutarmi dall’alto in basso, non possiamo fare altro? Sto praticamente morendo di fame- chiese
Piper sorrise. – Si, hai ragione. Scusaci ma sei così tremendamente identica a Percy. – le disse –Vieni è quasi ora di pranzo- aggiunse.
La ragazza s’incamminò verso la grande casa al centro del paesaggio ma Alice non la seguì.
Aveva sentito di nuovo quel nome: Percy. Si ricordò quello che aveva detto Lucas: una volta al Campo devi conoscere Percy, è importante.
Si ricordò anche del suo sogno, dove c’era quel ragazzo di nome Percy e anche Jason lo aveva nominato qualche volta nel suo racconto.
-Chi è questo Percy?- chiese.
Jason sorrise prendendo la mano di Piper. – Forse è meglio se scopri da sola chi è, magari ti renderai conto di quello che stiamo dicendo.-
Alice sbuffò nuovamente e seguì i due ragazzi verso la grande casa.

Durante il tragitto la ragazza riconobbe i satiri, metà capre metà uomini che giocavano a pallavolo o che uscivano dai boschi.
Vide un sacco di ragazzi e ragazze che la scrutavano da lontano indicandola e mormorando qualcosa tipo –E’ indentica a Percy.- -Si, è uguale.-
Alice si sentiva sempre peggio, era stufa di tutta quella gente che la indicava e che mormorava. Aveva voglia di urlare e di correre via, ma Jason l’afferrò per un braccio come se aveva capito le sue intenzioni.
-Non preoccuparti, smetteranno presto. Non dargli retta.-  le disse sorridendole debolmente.
Alice annuì abbassando lo sguardo e facendo finta di non vedere nessuno.
Piper sbuffò mormorando qualcosa tipo –Ma che maleducati, non si tratta così una persona.-
Quando varcarono il cancello della grande casa Alice si sentì subito meglio, nascosta tra le mura.
-Jason va a chiamare gli altri, io devo parlare un attimo con Alice.- disse Piper improvvisamente.
Il ragazzo annuì e sparì all’interno della casa.
Piper si accomodò su una panchina e Alice la imitò, stanca per quel piccolo tragitto che le era sembrato infinito.
-Alice scusa, mi dispiace per come ci siamo salutate prima. Sono stata una maleducata.- iniziò la ragazza –E mi dispiace che tu abbia dovuto sopportare tutto questo.- disse indicando la strada che avevano percorso.
-Ma è così strana questa situazione, so di essere ripetitiva ma sei così simile a…-
-Percy.- sbuffò Alice finendo la frase al posto della ragazza.
Piper sorrise – Si, lo so che è terribile sentirlo dire da tutti, ma quando lo conoscerai capirai quel che voglio dirti. – disse.
Alice annuì distratta dal vento che muoveva le foglie di un albero.
-Ma comunque, Percy a parte. Parlami di te.- disse improvvisamente Piper. – Non sei stata ancora riconosciuta giusto?-
Alice spostò lo sguardo dall’albero e guardò la ragazza. –No.- disse.
Piper sospirò. – E’ tuo padre o tua madre?- chiese.
E Alice ci mise un po’ a capire quel che le stava chiedendo. – Mio padre, ma io non mi ricordo niente di lui.- disse abbassando lo sguardo.
-Beh, nessuno di noi inizialmente si ricorda quasi mai il suo genitore divino. – disse la ragazza – Ma quando lo incontrerai sono sicura che ti ricorderai di lui e spero per te di non arrivare ad odiarlo, come ho fatto io.-
-Chi è il tuo genitore divino?- chiese Alice curiosa.
Piper sospirò pensierosa. – Sono figlia di Afrodite, la dea della bellezza, dell’amore e cose del genere.- disse.
Alice scrutò la ragazza. –E come mai odi tua madre?- chiese
Piper rise – Beh, diciamo che io non sono proprio la figlia adatta a quel tipo di dea. Non sono interessata ai trucchi, ai capelli e ai vestiti come i miei fratelli, sono più per la semplicità.- disse sempre sorridendo.
-E mia madre è l’esatto opposto di quel che penso io, quindi non è che andiamo molto d’accordo.- aggiunse facendo l’occhiolino.
Alice sorrise, quella ragazza sembrava tutto tranne una figlia della dea della bellezza. Aveva i capelli tagliati male che fuoriuscivano dalla treccia, i suoi jeans e le sue scarpe non erano all’ultima moda.
-Comunque sei fortunata, non dovrai subire mai una benedizione come la mia.- disse
-Benedizione?- chiese Alice.
-Si beh, quando vieni riconosciuto dal tuo genitore divino di solito di appare in testa un suo simbolo, ma per i figli di Afrodite è diverso. Subiscono una sorta di benedizione: ti appare addosso un abito da sera e i tuoi capelli sono sempre ben fatti. Ma la cosa peggiore è che hai attorno a te un’aura rosa. Tutto questo dura circa due giorni.- Piper aveva un tono disgustato.
Alice si immaginò con un lungo vestito e i capelli ben pettinati –Sono contenta di non essere figlia di Afrodite.- si lasciò sfuggire. –Senza offesa.- aggiunse guardando Piper.
La ragazza scoppiò a ridere. –Allora ti piace il Campo?- chiese improvvisamente.
-E’ fantastico, anche se non sono riuscita a vedere molto durante il tragitto mentre tutti mi indicavano e mi ripetevano ‘’è così simile a …-
-Percy.-  non era stata Alice a concludere la frase ma una ragazza bionda apparsa dalla porta affiancata da Jason.
‘Ecco, ci risiamo’ pensò la ragazza sbuffando.
-Tu sei… cioè lei è… Percy- la bionda fissava Alice con la bocca spalancata.
Alice si era definitivamente stancata. –Mi sapete dire chi diamine è questo Percy?- urlò improvvisamente.
Ma la ragazza non dovette aspettare una risposta. Qualcuno uscì dalla porta.
Era un ragazzo alto con i capelli neri scompigliati e gli occhi verde mare. Era la copia esatta di Alice.
La ragazza lo studiò: il modo in cui curvava le spalle, il viso, i lineamenti , tutto era così simile a lei.
Era come vedere se stessa in versione maschile.
-Ecco Alice, lui è Percy.- disse Jason che era comparso al fianco di Piper.
Alice annuì ancora stupita da quello che aveva di fronte. – Beh, ora capisco tutto.- disse con un mezzo sorriso. –Io sono Alice.- porse la mano al ragazzo dai capelli neri che la stava guardando come stordito.
Percy non rispose, ne prese la mano che la ragazza gli tendeva.
-Ehi Testa d’Alghe la ragazza ti sta salutando.- la ragazza bionda aveva smesso di fissare Alice e diede un colpo al braccio del ragazzo.
-Ehm, si scusa. – disse lui scuotendo la testa. – Io sono Percy Jackson.- strinse la mano della ragazza.
I due si studiarono ancora per un po’ in silenzio fino a quando sentirono il suono di una campana in lontananza.
-Oh, è ora di pranzo, sto morendo di fame.- annunciò Jason passandosi una mano sulla pancia.
-E credo sia arrivato il momento di presentare la nostra nuova amica a tutti.- disse la ragazza bionda con un sorriso. -Oh, io sono Annabeth Chase, molto piacere.- aggiunse.
Alice strinse la mano della ragazza annuendo.
-Vedrai sarà molto divertente.- disse Piper sorridendole.
Alice sbuffò. – Divertente come ricevere la benedizione di Afrodite.- disse seguendo i ragazzi  che si stavano incamminando oltre il cancello.
Piper scoppiò a ridere e Percy la guardò con un mezzo sorriso.
-Scusa per la reazione di prima, ma sai non è da tutti i giorni trovarsi davanti qualcuno che ti somiglia così tanto. Sembriamo gemelli- le disse.
Alice annuì sorridendo – Ti capisco. Però guarda il lato positivo,potremmo diventare una coppia di gemelli alla Fred e George Weasley-
-Fred e George chi?- chiese lui.
-Percy a volte mi chiedo quando inizierai a leggere un po’. Non conosci nemmeno i gemelli Weasley!- sbuffò Annabeth prendendolo per un braccio.
-Sai non sono proprio il tipo da libri io. E poi la tua immensa conoscenza basta per entrambi.- disse sorridendo alla ragazza
-Oh quindi tu non leggi?- chiese Alice.
Percy fece una smorfia –Per niente-
Alice sorrise –Allora non siamo poi così simili. Io amo leggere.- disse
Annabeth la guardò lasciando improvvisamente il braccio di Percy e affiancandola. –Io e te dobbiamo parlare- le disse con aria seria.
-Oh no, un’altra Sapientona no ti prego.- disse alzando gli occhi al cielo.
-Sta un po’ zitto Testa d’Alghe.- lo sgridò Annabeth che aveva iniziato a parlare con Alice dei gemelli Weasley.
-Zeus vuoi punirmi vero?- mormorò lui tra sé e sé.


L'ANGOLO DELLA SCRITTRICE :3
Eccomi quì finalmente xD
Scusate il ritardo ma ho un miliardo di impegni D:
Allora per prima cosa ringrazio Ali_TheDemigod (Che ha lo stesso nome della protagonista *-*), Katniss_jackson (<3), Lovely_book e Angy ( <3) per aver recensito. Siete la mia gioia *-*
Poi ringrazio chiunque segue la storia :3
Spero vi stia piacendo, nel prossimo capitolo incontreremo altri semidei che già conosciamo ;3
Prometto di aggiornare al più presto (Sempre se la mia prof di botanica mi lascia un pò di tempo libero ._.) ;D
Tanti baci divini a tutti ;*
With Love BettyLovegood <3

 
   
 
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