Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: ___Darkrose___    02/12/2014    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Inuyasha e i suoi compagni un giorno si fossero ritrovati nel presente? Cosa sarebbe successo se al posto di Kagome avessero incontrato un'altra ragazza?
Ci saranno nuove sconvolgenti sorprese, una nuova avventura piena di colpi di scena e di nuovi personaggi che si uniranno al gruppo dei nostri amati eroi!
La mia prima FF, sono emozionata! *.*
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Nuovo personaggio, Sango, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

~~Tutto sembrava immobile, tutto era fermo e le parole di Chris continuavano a risuonarmi nella mente.
Lo conoscevo da due anni, lui non poteva essere quel mostro, doveva mentire per forza. Lo avrei scoperto, vivevamo insieme da anni, era impossibile che lui fosse un demone, o forse soltanto non volevo credere ad una cosa del genere.
Mi sembrava di non riuscire a respirare, continuavo a tenere la bocca semi aperta, ma non entrava aria.
- Naraku dannato! – gridò Inuyasha, mettendosi in posizione d’attacco.
Mia madre si mise davanti a me, proteggendomi con un braccio. – Stai lontano da mia figlia – sibilò.
Io mi aggrappai al suo braccio e la trascinai dietro di me, dovevo proteggere mia madre. – Sango ti prego porta via mia madre -.
- Nessuno andrà da nessuna parte – disse Naraku, avanzando verso di noi. – Adesso voi rimarrete tutti qui e da bravi mi consegnerete i frammenti della Sfera, lo farai Sam non è vero? Per l’uomo che ami -.
Sentii lo stomaco rivoltarsi a quelle parole. Per due anni avevo tenuto in casa mia quell’affare, avevo baciato quelle labbra e abbracciato quel corpo.
Mi sembrò improvvisamente che gli ultimi due anni della mia vita fossero spariti.
- Devi lasciarla stare! – gridò Inuyasha, lanciandosi contro di lui, ma fu respinto da uno dei tentacoli.
Volò contro l’albero di mele e rimase steso a terra.
- Inuyasha! – gridai, cercando di corrergli incontro.
Fui afferata per la caviglia da quel mostro e trascinata verso di lui.
Le armi dei miei amici erano chiuse nel ripostiglio e non potevamo difenderci e io non sapevo come sconfiggerlo. Non sapevo come difendere me stessa, non sapevo come difendere mia madre e i miei amici, eravamo impotenti.
Inuyasha non riusciva a rialzarsi, il colpo doveva essere stato davvero forte.
- Allora, Sam, che ne dici di dirmi dove sono i frammenti? – sussurrò, avvicinandomi a lui e accarezzandomi il viso. – Avanti piccola -.
Trattenni il conato di vomito che stava salendo e gli tirai un pugno, ma lui non sembrò neanche sentirlo.
Cominciò a stringere il tentacolo attorno alla mia gola.
- Fai la brava bambina, non ti conviene sfidarmi – sibilò, stringendo sempre di più la presa.
Miroku e Sango si stavano lanciando all’attacco, ma furono colpiti anche loro e intrappolati.
I tentacoli vennero tagliati, Inuyasha si era svegliato.
- Dannato, credevi di avermi sistemato così facilmente? – rise il mezzodemone, prendendomi e nascondendomi dietro di lui insieme a mia madre.
- Inuyasha, alla fine anche tu e i tuoi amici siete riusciti a raggiungere questo luogo, sono piacevolmente sorpreso – disse Naraku.
Ero furiosa, ma non riuscivo a sprigionare l’energia dell’ultima volta, ma mi parai davanti ad Inuyasha, puntando il mio sguardo di fuoco negli occhi del demone. – Come sei arrivato qui? Perché proprio da me? Perché? – gridai, mentre sentivo un groppo formarsi nella gola.
Naraku sorrise, non riconoscevo più i lineamenti di Chris, sembrava essere diventato un’altra persona, non era il ragazzo che conoscevo. – Oh Sam, non sei tu ad essere speciale, ma il luogo in cui vivi. Tu eri solo una pedina insignificante, anche se mi hai stupito quando hai rivelato i tuoi poteri spirituali; non me lo sarei mai aspettato -.
Ascoltavo le sue parole e nel frattempo Inuyasha mi teneva saldamente per un braccio per impedirmi di commettere qualche imprudenza.
- Sono arrivato qui proprio come voi, cercavo i frammenti della Sfera. A quanto pare essa si è dispersa non solo nello spazio, ma anche nel tempo, formando questo varco. Sono rimasto qui in attesa che il varco si riaprisse, e il modo per stare più vicino al pozzo era tenermi accanto la propietaria di questo posto, per questo sono venuto a vivere qui, per questo sono rimasto il più possibile. Poi è successo quello che è succeso e tu mi hai cacciato e sono passate queste nullità. A quanto pare il tempo scorre in modo diverso, nella mia epoca è passato solo qualche giorno, dato che loro non sono cambiati. Ma ora non è più un problema, mi sono accorto che il varco funziona solo in una direzione, ma con solo un altro frammento potrò crearne uno per tornare indietro e non avrò più bisogno di te, piccola sciocca -.
Ogni parola di quel mostro era una stilettata al cuore, sentivo morire sempre più una parte di me. Era stata veramente una sciocca a non essermi accorta di nulla, avevo commesso uno sbaglio enorme e adesso ne stavo pagando le conseguenze.
- Cos’hai Samantha? Hai paura? – ghignò Naraku.
Inuyasha si lanciò all’attacco. – Pagherai per avere ingannato un’altra persona, maledetto! -.
Continuava a tagliare tentacoli, ma questi crescevano sempre di più accerchiandolo.
Improvvisamente mia madre mi prese per un braccio. – Prendi il frammento – mi intimò.
- Co-cosa? – mormorai.
Lei mi guardò sempre più seria e mi mostrò il piccolo pezzo di vetro che teneva nella sua mano. – Prendilo Sam, devi farlo adesso, è tuo -.
Io non riuscivo a muovermi e gli altri nel frattempo combattevano e venivano feriti da quel mostro. Provavo paura e rabbia e il mio cervello non riusciva ad elaborare velocemente quello che stava accadendo.
- Guardami maledizione! – gridò mia madre, costringendomi a guardala negli occhi.
Io mi voltai verso di lei, con lo sguardo appannato per le lacrime. – Mamma..ma tu come sai? -.
Lei mi accarezzò ancora il viso e sorrise, lo stesso sorriso che faceva per rassicurarmi quando ero piccola e avevo paura dei mostri. – Non c’è tempo per le spiegazioni piccola mia, prendi il frammento, adesso -.
Rimasi immobile, fino a quando non sentii l’urlo di Inuyasha. Era stato ferito gravemente ed era steso a terra ricoperto di sangue, come lo erano Sango e Miroku.
Presi il frammento e la forza che avevo sentito già una volta invadermi tornò nel mio corpo e mi sentii forte come un leone.
Non mi voltai indietro e camminai verso il demone.
- Samantha, scappa – mormorava Inuyasha, cercando di alzarsi.
Io non lo ascoltai, continuavo a dirigermi verso il demone che mi guardava e ghignava, non si rendeva conto che lo avrei distrutto.
- Cosa pensi di fare ragazzina? -.
Sentivo il mio corpo bruciare, ma non mi rendevo conto che ero davvero incandescente e quando il tentacolo si lanciò verso di me, non provai alcuna paura.
Il corpo del demone andò in fiamme in pochi secondi, riempiendo il cielo delle sue urla di dolore.
Io ero immobile e lo guardavo bruciare, non provavo pietà per quel mostro che mi aveva ingannato.
L’uso di troppa energia, mi stava facendo perdere i sensi e l’ultima cosa che sentii fu il grido disperato di Naraku.

- Samantha, Samantha svegliati! – gridava Inuyasha, scrollandomi.
Io aprii gli occhi, sentivo un forte odore di bruciato e mi resi conto che adesso ci trovavamo nel bosco.
Sango mi stendeva una pezza bagnata sulla fronte e anche lei era ferita. Le presi la mano e la fermai.
- Dov’è mia madre? – chiesi, ricordandomi cosa era successo.
Lo sguardo della ragazza volò alla sua sinistra e voltai il viso a fatica. Mia madre era a terra e mi guardava sorridendo, ma il suo corpo sembrava lentamente svanire, diventava sempre più trasparente.
Ignorai i segnali di dolore che il mio corpo mi mandava e mi diressi verso di lei.
Provai a prenderle la mano, ma era come cercare di afferrare l’aria.
Le lacrime scesero lungo le mie guance inesorabili. – Mamma, ma cosa succede? Ti prego non andare – singhiozzai.
Lei sorrise ancora, il suo ultimo sorriso. – Sarò sempre con te, sarò sempre parte di te. Ora tocca a loro proteggerti, ti voglio bene Samantha. Non avere paura, sii forte -.
Svanì nel nulla. La sua figura sparì e venne portata via dal vento. Io rimasi immobile, con la mano tesa verso il punto dove prima c’era il suo viso. Mi lasciai cadere a terra e strinsi la terra tra le mani e gridai con tutto il fiatto che avevo in gola, picchiando con i pugni sul terreno.
Inuyasha cercava di tenermi per impedire di ferirmi, ma io non volevo nessuno vicino e cominciai a dimenarmi e a piangere.
Mia madre era andata via per sempre. Era morta.
- Samantha-chan, calmati ti prego – mi scongiurò Sango, cercando di avvicinarsi a me.
- No, no! -, gridavo con tutto il fiato che avevo in gola. – Fate qualcosa! Fate qualcosa vi prego, riportatela da me! -.
Alla fine mi calmai, cullata dalla stretta di Inuyasha, anche se le lacrime non volevano sapere di fermarsi.
Davanti ai miei occhi c’era il suo sorriso dolce, il momento in cui avevo visto che tra le mani aveva un frammento e mille domande mi fluttuarono nella mente.
Gli altri si addormentarono, ma io rimasi sveglia tutta la notte.
Riuscii a liberarmi dalle braccia di Inuyasha e mi diressi velocemente verso casa mia, ma quello che trovai fu la sagoma bruciata di quella che era. Tutto era andato distrutto nell’incendio che io stessa avevo provocato.
Mi lasciai cadere sulle ginocchia e guardai quello che era stato andare in fumo.
Troppe cose stavano accadendo e credevo che non sarei riuscita a sostenerle.
Chris in realtà era quel mostro di Naraku e mia madre aveva un frammento, lei sapeva più di me. Forse me ne sarei dovuta accorgere fin dall’inizio, quando Inuyasha si era lanciato all’attacco e lei non aveva battuto ciglio.
Mi strinsi le braccia al petto e restai al limitare della staccionata.
Non avevo più lacrime da piangere.
Il mio primo istinto era quello di fuggire e andare il più lontano possibile, ma non potevo. Avevo bisogno di risposte e solo andando avanti sarei riuscita a trovarle.
Cercavo di farmi forza, ma in quel momento mi sembrava tutto privo di senso e logica. Avrei voluto che la verità si presentasse davanti ai miei occhi, ma sapevo che nulla sarebbe stato semplice, nulla lo è mai.
Un rumore mi fece sobbalzare e indietreggiai contro la staccionata, terrorizzata al pensiero che potesse essere ancora Naraku.
Dalla boscaglia uscì Inuyasha, era visibilmente preoccupato e affanato e quando mi trovò tirò un sospiro di sollievo. – Ma dove diavolo volevi andare? Della casa non è rimasto nulla. Abbiamo salvato in tempo i nostri vestiti e le armi e…anche questo -.
Dalla felpa tirò fuori l’album di foto che tenevo sul comodino. Me lo porse gentilmente e io lo strinsi al petto commossa.
- Ho visto che in questi giorni lo sfogliavi spesso, così ho pensato che fosse speciale per te – commentò, sedendosi accanto a me.
Strinsi forte l’album di foto e sentii le lacrime scendermi lungo il viso.
Lui si voltò verso di me quasi terrorizzato. – Oh no, ti prego non piangere -.
Ricacciai indietro le lacrime, ma ancora non riuscii a parlare.
Il mezzodemone sembrava parecchio a disagio e continuava a scrollare le orecchie, probabilmente non sapeva cosa dirmi, ma averlo lì mi bastava.
Mi era venuto a cercare e si era preoccupato per me tanto da accorgersi che quello per me era importante.
Presi un lungo respiro e buttai fuori l’unica parola che mi uscii in un sussurro. – Grazie -.
- Figurati – rispose. – Mi dispiace per…per tua madre -.
Mi si strinse ancora una volta un groppo in gola e cercai di mandarlo giù per parlare. – Inuyasha…io non so cosa stia succedendo -, la mia voce era un flebile suono rotto dalle lacrime. – Non so se sono veramente una sacerdotessa o come mai mia madre avesse un pezzo di quella dannata Sfera, non sono più sicura di nulla. Ma ora devo andare avanti e cercare di salvare il salvabile, devo andare da mio padre prima che lo trovi Naraku, forse anche lui ha un pezzo della Sfera ed è in pericolo -.
Mentre parlavo lo guardavo fisso negli occhi e non mi importava di farmi vedere mentre piangevo, volevo che capisse che non avevo intenzione di arrendermi e che sarei stata forte, non mi sarei fatta abbattere.
Volevo che il sacrificio di mia madre non fosse vano, volevo vivere per lei.
Il mezzodemone mi asciugò le lacrime e mi sorrise. – Andiamo da tuo padre -.

Dopo aver spiegato la situazione a tutti ci eravamo subito messi in viaggio. Avevamo deciso di partire per il Sudafrica.
Andai a prendere dei vestiti nuovi per tutti quanti e presi Shippo da Callie.
Ero entrata da lei senza darle spiegazioni del perché fossimo così malconci e di come mai avessi quello sguardo triste. Lei sembrò capire e non fece domande, mi lasciò andare.
Gli altri parlavano tra loro di studiare un piano per sconfiggere Naraku, ma io non riuscivo a partecipare. Nessuno mi fece domande e nessuno provò a coinvolgermi nell’argomento, tutti capivano il modo in cui mi sentivo.
Dopo due giorni eravamo sull’aereo; avevo chiamato mio padre e l’avevo avvertito del nostro arrivo senza dargli troppe spiegazioni. Dal suo tono si capiva che era preoccupato, ma gli dissi che gli avrei spiegato tutto non appena fossi arrivata a Johannesbourg.
Saliti in aereo dopo molti giorni riuscii a dire una frase che non comprendeva solo poche sillabe.
- Allora, siete pronti per il vostro primo volo? – chiesi, abbozzando un sorriso.
Gli altri mi guardarono stupiti, non avevo parlato per così tanto tempo che sentire la mia voce li aveva lasciati di sasso.
Miroku sorrise. – Non vediamo l’ora di volare su questi famosi uccelli di metallo Samantha-chan -.
Anche gli altri annuirono, erano a disagio a dover parlare con me dopo quello che era successo e quell’aria tesa mi sconvolgeva ancora di più.
Ci spedirono ai nostri posti e mi resi conto che non ci avevano messi tutti vicini. Sango e Miroku erano finiti qualche fila dietro me Inuyasha e Shippo. Sembravamo due genitori in viaggio con il figlio.
Shippo era parecchio spaventato e guardava fuori dal finestrino, scrollando la coda nervosamente.
Lo costrinsi a sedersi e gli allacciai le cinture, non potevamo rischiare di farci notare ancora, già in aeroporto ci avevano guardato in maniera strana a causa di quella coda batuffolosa.
- Tzè, fifone – disse Inuyasha.
Shippo lo guardò e gli fece la linguaccia. – Zitto botolo ringhioso! -.
- Ma come ti permetti! –
- Alt! – esclamai, io ero in mezzo a loro due e non volevo sentirmi urlare nelle orecchie per tutto il viaggio. – Shippo adesso stai seduto e fai il bravo e anche tu Inuyasha, non posso mandarti a terra in aereo, quindi non costringermi a prenderti a schiaffi -.
- Ma… - provò a balbettare.
Lo fulminai con lo sguardo. – Niente ma, ti prego godiamoci il viaggio in santa pace -.
I motori dell’aereo cominciarono a muoversi emettendo un forte rumore e il veicolo cominciò a muoversi sulla pista prendendo sempre più velocità.
Tenevo la mano al piccolo Shippo, che era sempre più terrorizzato, mentre Inuyasha continuava a muoversi sul sedile nervoso, forse anche lui non si sentiva a suo agio a viaggiare in quel modo.
Mi si tapparono le orecchie non appena l’aereo prese quota e anche Inuyasha doveva avere qualche problema, dato che il cappello sulla sua testa non faceva che muoversi.
Il viaggio cominciò e spiegai al cucciolo come usare il televisore piazzato nel bracciolo del suo sedile e gli diedi le cuffie per sentire.
Poco dopo si era già addormentato mentre guardava un cartone animato.
La hostess pasò a darci i cuscini e le coperte e a chiederci cosa volessimo da mangiare. Inuyasha prese un pezzo di pizza, mentre io solo un bicchiere di latte, ancora non riuscivo a mandare giù qualcosa.
Il volo aveva avuto qualche turbolenza e il mezzodemone era parecchio preoccupato, non lo voleva ammettere ma anche lui aveva un po’ di paura.
Senza dire nulla gli presi la mano, mentre mi stringevo nella mia coperta.
Si voltò verso di me, rosso per la vergogna, ma non ritirò la mano, anzi la strinse più forte.
Dopo neanche mezz’ora anche lui si era addormentato e gli sistemai la coperta perché non prendesse freddo.
Quando dormiva sembra un angelo, aveva la bocca semi aperta e un ciuffo di capelli gli cadeva sugli occhi e avrei tanto voluto tenerlo stretto a me, ma avevo paura che si svegliasse.
Mi alzai per andare a vedere come stavano Sango e Miroku, ma anche loro dormivano.
Erano teneramente abbracciati sotto la stessa coperta e lei teneva la testa appoggiata sulla spalla del monaco.
Sorrisi e tornai al mio posto e trovai Inuyasha di nuovo sveglio che si guardava intorno e il suo sguardo si rilassò solo quando mi vide.
- Dov’eri andata? – chiese, mentre mi sistemavo di nuovo al mio posto.
Presi la coperta e me la piazzai addosso, spegnendo l’aria condizionata sopra di noi. – A vedere come stavano Sango e Miroku, avevo paura che anche loro fossero spaventati all’idea di volare -.
Lui mi guardò storto. – Io non sono affatto spaventato -.
Gli sorrisi divertita. – No, tu non sei mai spaventato – risposi ironicamente. – Posso appoggiarmi? – gli chiesi indicando la sua spalla.
Lui tenne lo sguardo basso, ma alla fine annuì.
Mentre mi stavo addormentando mi sembrò anche di sentirlo sussurrare qualcosa al mio orecchio.
- Io ho paura solo per te -.

Quando arrivammo in aeroporto mio padre ci attendeva all’uscita vicino alla sua macchina.
Mi accolse con i suoi occhiali tondi e il sorriso allegro che mi fece salire le lacrime. Gli corsi incontro e mi buttai tra le sue braccia stringendolo forte.
Mio padre ricambiò il mio abbraccio e le mie lacrime non smisero di scendere.
Gli altri si tennero in disparte e aspettarono che mi calmassi per poi presentarsi a mio padre.
Per tutte le ore di viaggio avevo cercato il modo giusto di dire a mio padre cosa fosse successo, che mia madre non c’era più e chi fossero loro, ma quando provai a parlare lui mi disse di rimanere in silenzio e mi strinse ancora.
Non capivo perché volesse impormi quel silenzio, ma il suo sguardo mi fece capire che lui in realtà sapesse già qualcosa, proprio come mia madre.
Disse un’unica frase prima di farci salire in macchina: - Tutto a tempo debito -.
Mio padre era sempre stato lapidale nelle sue frasi e quando diceva qualcosa, non lo si poteva contraddire.
Feci salire gli altri in macchina e ci dirigemmo a tutta velocità verso la casa in affitto dove viveva mio padre quando doveva andare in quel posto.
Era piccola, ma molto accogliente. Ci ero stata parecchie volte e mi sembrò che nulla fosse cambiato.
Vedere la piccola piscina fuori mi fece velare gli occhi di lacrime, era in quella piscina che mia madre mi aveva insegnato a nuotare quando ero molto piccola. Diceva sempre che avevo imparato prima a nuotare e poi a camminare.
Ci fece mettere i bagagli in quella che era la mia stanza nei periodi in cui lo raggiungevo con mia madre.
Ci ritrovammo seduti al tavolo della cucina con il capo chino sul tavolo, nessuno di noi parlava o emetteva alcun fiato.
Mio padre si era messo a preparare qualcosa da mangiare e a parte il rumore delle pentole, non si sentiva volare una mosca.
Non resistevo più avevo bisogno di sapere e improvvisamente sbottai. – Accidenti papà! – esclamai. – Mi vuoi dire come diavolo fai? Come diavolo fai ad essere così tranquillo? Sono piombata qui con della gente che nemmone conosci e a malapena gli hai chiesto come si chiamano! Non mi hai chiesto dov’è mamma, non mi hai praticamente parlato! Accidenti papà dimmi qualcosa! -.
- Io non sono tuo padre! – gridò.
Silenzio, fu solo silenzio quello che riuscii a sentire subito dopo e un vento gelido nel cuore.





Rieccomi!
Ci ho messo più del solito ad aggionrare ma tra scuola ed esame della patente non ho avuto neanche un attimo di respiro XD
Quante rivelazioni per la nostra Sam vero? Non vorrei sinceramente essere nei suoi panni!
Spero che questa storia vi piaccia e se è così per favore fatemelo sapere *fa gli occhi dolci*  *.*
Continuate a seguirmi perchè ancora non avete visto il meglio.
A presto :*

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: ___Darkrose___