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Autore: Panda01    03/12/2014    4 recensioni
La guerra è ormai finita, Sasuke è tornato a Konoha e ha ripreso la sua quotidianità. Finchè un giorno, di ritorno da una missione, un avvenimento bizzarro e misterioso lo costringerà a fare i conti con il passato e con i suoi sentimenti.
Dal primo capitolo:
Il giovane vide accanto a sè la borsa degli strumenti che ogni ninja, degno di quel nome, portava appresso, si affrettò a prenderla e a cercare l'oggetto che avrebbe dato risposta a tutti gli atroci dubbi che gli stavano bombardando la mente: uno specchio.
Con timore porto l'oggetto all'altezza del viso, alzò lo sguardo lentamente, sembrava quasi aver paura di ciò che avrebbe visto. Prese coraggio e finalmente guardò lo specchio e ne vide l' immagine riflessa: chi diavolo era quel marmocchio?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Da più di un’ora continuava a girarsi e rigirarsi su quel grande letto, senza avere la forza di alzarsi, prendere in mano la situazione e trovare una qualche soluzione a quella che sembrava essere diventata un incubo, ma che invece era la sua vita.

Sì, perché la sua vita si era trasformata in un incubo, una strana accozzaglia di avvenimenti senza un nesso logico, un marasma di fatti a cui non riusciva a dare una spiegazione sensata.

Perché all’improvviso quello stupido, sì perché uno che prima ti rifiuta in tutti i modi e poi si avvicina a te senza una ragione valida può essere solo uno stupido, l’aveva baciata?

Cosa significava il suo gesto?

Probabilmente non era niente per lui.. Forse nemmeno se lo ricordava più.. Chissà..

E lei ancora più stupida che, nonostante se lo autovietasse, ci pensava e ripensava continuamente, ritrovandosi sempre ad arrossire ogni qualvolta che quell’immagine le appariva in mente.

“Posso essere più patetica?” si ridiceva ogni volta.

Dopo che si era ripropessa di non aspettarlo più invano e di non voler più soffrire per lui, eccola che ci ricascava a piè pari, eccola di nuovo ad illudersi.

Alla fine, dopo tutto quello che era successo quel giorno, non era nemmeno riuscita a parlare con l’Hokage e chiederle qualche informazione su Haruki, che ancora non si era fatto vedere in giro, come il maestro Kakashi del resto.

E quando la figura del maestro compariva nella sua mente, era sempre accompagnata da quella dell’Uchiha, tanto per cambiare.

Li aveva visti, quello stesso giorno, a confabulare su chissà cosa, l’unica cosa di cui era certa era che il nome di Haru era stato menzionato.. e che in quello stesso momento il maestro doveva essere con il piccolo Haruki e non con Sasuke, o almeno così le aveva riferito Ino.

Già, Ino... quando pensava a Sasuke arrossiva sempre, e di conseguenza si sentiva in colpa per la sua amica.

Quella stessa notte, al suo rientro in casa non l’aveva aspettata in piedi e dopo aver controllato in camera sua l’aveva trovata già a dormire.

Il giorno dopo, quando aveva cercato di parlarle, con tutto il coraggio che poteva avere, di dirle cosa fosse successo, di essere sincera, di elemosinare il suo perdono se ne avesse avuto il bisogno.

Ma appena riuscì a battere il timore, aprendo bocca – So già tutto – sentenziò la bionda – Non c’è bisogno che tu me lo dica – la lasciò a bocca aperta.

- Ino, mi dispiace.. io.. io.. – le parole che appena un attimo prima si era preparata in mente le erano morte in gola.

- Non ti preoccupare, lo so che tu non mi faresti mai qualcosa del genere di tua volontà.. – le sorrise dolcemente.

- Sul serio, non ti preoccupare.. – continuò Ino – sto bene.. ho solo bisogno di tornare a casa per un po’.. sai la mamma ha bisogno del mio aiuto.. al negozio. Mi raccomando tieni la casa pulita mentre non ci sono -.

“Perché Ino? Perché mi dici queste parole quando sulla tua guancia è scesa una lacrima? Perché fingi di non soffrire? Perché non te la prendi con me e non urli? Perchè non mi odi?

E così anche Ino se ne era andata, e lei era rimasta sola in quel piccolo appartamento, piccolo forse per tre persone, ma che per lei sola sembrava essere un deserto desolato.

All’ospedale non riusciva a concentrarsi e così aveva preso un paio di giorni di malattia, anche se si era rivelata una pessima idea, visto che tutto quel tempo libero la faceva solamente rivangare nei suoi pensieri e nei suoi sensi di colpa.

Si alzò dal letto, solamente per andare in cucina e prepararsi qualcosa da mangiare, un misero tramezzino con le ultime due cose che le erano rimaste in frigo.. Ecco, avrebbe anche dovuto andare al supermercato, che era dall’altra parte del villaggio, proprio vicino alla tenuta Uchiha. E ti pareva, di nuovo quel maledetto Sasuke che si rifaceva spazio tra i suoi pensieri. Possibile che non riuscisse proprio a pensare ad altro? E nuovamente le sue gote si coloravano di rosso. Che stupida.

Si vestì con i primi abiti che le capitarono sotto’occhio ed uscì di casa diretta al famigerato supermercato, collocato in quella posizione per niente strategica, non poteva certo morire di fame solo per evitare quella casa. Inoltre aveva sentito in giro che l’unico abitante della tenuta era partito in missione, di nuovo, e perlomeno non rischiava di incontrarlo e scoppiare dall’imbarazzo alla sua vista. Cosa che peraltro non aveva senso, dal momento che era stato lui a.. bè sì quella cosa. E per di più la mattina di quello stesso maledetto, o benedetto.. Anzi no, senza dubbio maledetto giorno se lo era ritrovato persino in camera sua! O magari quello era stato solo un sogno? Chissà..

Arrivò in un battibaleno davanti a casa Uchiha e continuò per la sua strada a testa bassa senza fermarsi a guardare quell’edificio maestoso, in cui da piccola aveva sempre sognato di poter entrare.

Era uno dei pochi che si era salvato durante la guerra e non aveva riportato danni ingenti, a differenza di casa sua, che era stata praticamente rasa al suolo. Fortunatamente i suoi genitori se ne erano andati con il resto dei civili e sua madre era anche riuscita a salvare un paio di oggetti importanti, come qualche oggetto prezioso e le foto di famiglia. Aveva anche portato con sè la foto che le aveva regalato il maestro Kakashi, quella del team sette, che lei teneva sul comodino accanto al suo letto. Le era stata veramente grata per questo.

Una volta dentro al supermercato cominciò a prendere ciò di cui aveva bisogno, dimenticandosi spesso che doveva ridurre le porzioni dal momento che era sola in casa, e ritrovandosi così costretta a rimettere sugli scaffali i prodotti di troppo.

Nel tragitto di ritorno, passando dalla temuta casa che voleva tanto evitare, non riuscì a trattenersi dallo sbirciare solo un pochino, con la scusa di non ricordarsi di che colore fosse, scusa ridicola, lo sapeva, ma non riusciva ad evitarlo.

Bianca, ovviamente.. come la maggior parte delle case a Konoha.

E il portone? Di che colore era il portone?

Continuò a camminare fino ad intravedere l’entrata della tenuta, e.. qualcuno davanti all’ingresso. Una figura piccola, sicuramente non un adulto.. Forse, un bambino.

Si avvicinò a passo costante finchè riuscì a riconoscerlo – Haru? – lo chiamò cominciando a corrergli incontro, portandosi dietro i sacchi della spesa, che sembravano essere diventati leggeri come delle piume tutto ad un tratto.

-Haru, quando sei tornato? Perché non sei venuto a salutarmi? – gli gridò avendolo quasi raggiunto.

Il piccolo era di spalle, e quando finalmente la rosa gli si avvicinò abbastanza, il bambino si girò.

- E tu chi sei? –.

- Oddio, scusa.. – si portò una mano sul volto, in preda all’imbarazzo – Ti ho confuso per un bambino che conosco, mi spiace.. – il bambino la guardò storto, come se fosse stata pazza e se ne corse via.

“Ma che mi capita oggi.. Che stupida” rise tra sè e sè la rosa.

Nera. La porta era nera.

La giovane kunoichi, ancora persa tra i suoi pensieri proseguì il suo cammino verso casa.

 

- Per poco no ti scopriva – fece una voce assonnata apparsa dal nulla.

- Bè, non è successo -.

- Solo perché sei riuscito ad usare il jutsu della trasformazione del corpo, piccolo Haru – soghignò l’adulto.

- Non mi chiamare così – gli disse con aria minacciosa, o almeno ci provava.

- Va bene, va bene.. come vuoi – rise di gusto lo shinobi dai capelli argentei.

- Probabilmente solo Sakura può chiamarti così giusto? – rincarò la dose.

- Giuro che prima o poi ti uccido -.

- Hahahaha, dai scherzavo – più o meno.

- Cominciamo l’allenamento, invece di perdere tempo con queste stupide chiacchiere – consigliò il bambino cercano di nascondere al proprio maestro il suo viso ancora rosso.







************************************************

Salve a tutti!

Questo è un capitolo di passaggio.. un po' noioso a dire il vero, ma che ci posso fare.. non tutti i capitoli possono essere interessanti purtroppo..

Vi do appuntamento al prossimo capitolo e grazie per aver letto!

Bye!

Panda01





  
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