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Autore: manga    03/12/2014    17 recensioni
Questa è una storia ambientata nel mondo di Naruto, ma completamente diversa da quella che conosciamo anche se i personaggi sono gli stessi. Alcuni di loro, per ovvi motivi, avranno una personalità un po' diversa ... dico solo un po', perché cercherò di non allontanarmi troppo dai loro personaggi originali .... che dire ancora, se volete sapere cosa ha ideato la mia mente contorta, seguitemi in questa nuova avventura ....
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ehi teme, sai che tuo padre è andato a Palazzo molto presto questa mattina per sostituire la nonna?”

“E con ciò?”

“La nonna è andata a prendere Sakura-chan e mi chiedevo se…”

“Scordatelo!”

“Ma se non sai nemmeno cosa volevo dire?!”

“E invece sì… volevi andare ad aspettarla ai cancelli!”

“Ehhhh! Ma come hai fatto? Non dirmi che sai leggere nel pensiero?!... Lasciamo perdere è meglio, ma perché non vuoi? Io non vedo l’ora di vederla per chiederle scusa, è tutta l’estate che ci sto male!”

“Un giorno in più non cambia niente, domani ricomincerà l’accademia e poi non pensi che abbia voglia di stare con suo padre e i suoi amici omega?”


“Non ci avevo pensato!”

“Tze… il solito dobe! Muoviti, andiamo ad allenarci con gli altri!”
 

*****
 

Era quasi un’ora che saltavano in ramo in ramo a gran velocità, presto avrebbe scorto il monte degli Hokage, simbolo di Konoha.
Sakura fremeva dall’impazienza di poter riabbracciare il suo adorato padre, di stringerlo forte a sé e dirgli quanto gli era mancato e quanto gli volesse bene.

Mancava poco, veramente poco.

Improvvisamente, Tsunade saltò giù da un ramo atterrando compostamente sul manto erboso iniziando a camminare.

“Hokage, c’è qualcosa che non va?” chiese la rosa sorpresa dopo essersi affiancata a lei.

“No, perché questa domanda?” osservandola con la coda dell’occhio, continuando a camminare come nulla fosse.

“Ecco… mi chiedevo perché proseguiamo a piedi! Così facendo ci impiegheremo come minimo mezz’ora prima di raggiungere il villaggio, mentre fra i rami…”

“In meno di dieci minuti! Lo so bene, ma avevo voglia di camminare in mezzo alla natura. La trovo così bella, tu no?” guardandola con affetto.

“S-si, certo, è molto bella ma…”

“Ma non vedi l’ora di poter riabbracciare tuo padre, ho indovinato?” continuando a sorriderle.

“S-si!” rispose timidamente stringendo fortemente le bretelle dello zaino issato sulle spalle.

“E’ comprensibile, sono tre mesi che non lo vedi, ma non preoccuparti, potrai stare con lui per tutta la giornata! Gli ho concesso un giorno di ferie straordinario, proprio per permettervi di stare insieme. Domani ricomincerai l’accademia e dovrai concentrarti sui tuoi nuovi allenamenti, poi quando non sarai impegnata con il team e alle future missioni a cui dovrai partecipare in quanto Genin, dovrai recarti in ospedale per continuare il tuo percorso di studio in medicina… insomma, sarai molto impegnata e avrai poco tempo per stare con lui!” le spiegò con naturalezza.

“Grazie!” disse quasi titubante, abbassando il capo e mordendosi il labbro inferiore.

“Conosco quell’espressione, cosa c’è che non va? E’ per via di tutti gli impegni futuri? Capisco siano tanti per una ragazzina di tredici anni, se vuoi possiamo sospendere il tuo tirocinio in ospedale e…”

“NO! Adoro la medicina e voglio o meglio, vorrei continuare a studiarla e magari un giorno diventare un bravo medico!” asserì con fermezza, alzando lo sguardo.

Tsunade la osservò attentamente compiacendosi della passione che traspariva dagli occhi verde smeraldo della ragazza. Sapeva quanto ci tenesse, quanta passione e quanto ardore impiegava nello studio della medicina. Sicuramente sarebbe diventata un bravissimo medico e forse, un giorno, avrebbe scelto proprio lei come sua sostituta nella direzione dell’ospedale, affidandole il ruolo di responsabile e primario generale.

“Se non è per il tirocinio in medicina, immagino che riguardi l’accademia e più precisamente il tuo team, vero?” domandò, ridestandosi dai suoi pensieri.

“C-come? N-no… cioè si, non so!” rispose strofinando nervosamente le bretelle, riabbassando nuovamente il capo.

“Sapevi che prima o poi sarebbe arrivato il giorno in cui avresti rivisto i tuoi compagni, hai pensato a come comportarti con loro? Dopotutto siete nello stesso team ed è buona cosa saper…”

“Collaborare tutti insieme per garantire positivamente all’esito di un combattimento o di una missione… lo so bene, è la regola base di Kakashi, solo che… “

“Solo che non riesci ancora a perdonarli! E’ difficile guadagnarsi la fiducia ma è altrettanto facile perderla. Essendo una cadetta devi però sottostare al volere del tuo maestro e pertanto devi cercare di perdonare i tuoi compagni e dimostrare il tuo valore e la tua forza, non dimenticare che ora riesci a gestire il tuo chakra e hai perfezionato un colpo davvero potente, lo shannaro!” ridendo sonoramente al ricordo della devastazione nel bosco e alla disperazione di Chiyo, indaffarata a tagliare cataste intere di legna.

Anche Sakura sorrise lievemente, soddisfatta dei progressi fatti negli ultimi mesi.

“Non ho intenzione di disubbidire a Kakashi, gli devo molto e non gli mancherei mai di rispetto disubbidendo ad una sua regola, ma appena penso ai miei compagni mi si forma un blocco proprio qui!” indicandosi il petto.

Tsunade la guardò seriamente.

“Allora cos’hai intenzione di fare?” incalzando sulla domanda, il vero motivo per cui aveva deciso di proseguire il viaggio a piedi. Sapeva dell’ostilità della ragazza nei confronti dei suoi compagni e voleva aiutarla ad affrontare al meglio quella situazione, spronandola ed incoraggiandola a guardare oltre. Era un discorso complesso, da affrontare serenamente, camminando con tranquillità in mezzo alla natura e non balzando in ramo e in ramo.

“Pensavo di comportarmi come una vera compagna durante gli allenamenti, collaborativa ed amica, proprio come vuole il nostro maestro… ma solo in quelle occasioni! Ho sofferto e soffro ancora per quello che mi hanno fatto, non riesco proprio a perdonarli. Purtroppo però, so che questo mio pensiero non sarà ben accetto da Kakashi… non so che fare!” sospirando amaramente.

“Mi stai dicendo che non hai nessuna intenzione di perdonarli, ho capito bene?” domandò con una punta di ammonimento.

“Sì, almeno fino a quando non avrò raggiunto il mio obiettivo!” rispose timidamente.

“E quale sarebbe?” chiese curiosamente.

“Veramente…” arrestando il passo, rossa dall’imbarazzo.

“Se non te la senti di confidarmelo non insisto…” sorridendole con affetto: “… ma se mi prometti che una volta raggiunto l’obiettivo darai un’altra possibilità a quei due scellerati dei miei nipoti, intercederò personalmente con Kakashi affinché ti lasci libera di comportarti come meglio credi, ok?”

“Dice sul serio? M-ma non so quanto tempo possa volerci… insomma, non è semplice da raggiungere lo scopo che mi sono prefissata, potrebbe volerci veramente molto tempo e cosa peggiore, non sono nemmeno sicura di farcela!” cercò di spiegarle ancora imbarazzata.

“Questo lo so bene, gli obiettivi non sono mai facili da raggiungere, ma sono convinta che se ti impegnerai con costanza e con perseveranza, riuscirai a farcela. Non devi mai sottovalutare le tue capacità, pensa a tutti i progressi che hai fatto in quest’ultimo anno!” battendole una mano sulla spalla per rassicurarla.

“D’accordo, vedrò di non deluderla e grazie ancora per la fiducia!” sfoggiando un sorriso sincero pieno di gratitudine.

“Bene, forza andiamo ormai siamo già vicini al villaggio, si intravede già il Monte!” indicandolo con l’indice.

Il viso della rosa si illuminò di gioia, ormai mancava veramente poco.

Involontariamente aumentò il passo e Tsunade la seguì senza dire più nulla, proseguendo in assoluto silenzio. Sakura era finalmente felice, parlare con l’Hokage ed essere appoggiata sulla sua decisione le aveva tolto un gran peso dal cuore, ciò nonostante non era riuscita a confidarle il suo obiettivo per paura di essere giudicata ancora una bambina, un’immatura.
Desiderava ardentemente essere considerata una compagna da Sasuke e non perché gli era stato imposto da Kakashi, ma perché se lo meritava grazie alle sue capacità. Sul piano combattivo era nettamente inferiore, lei era una mezzosangue e il suo chakra doveva ancora crescere di potenza e di intensità, ma voleva dimostrargli di essere abbastanza forte per proteggere se stessa e il team, voleva dimostrargli di potersi fidare di lei, voleva essere guardata con ammirazione, voleva essere considerata alla pari di Naruto e di tutti gli altri ragazzi… voleva il suo rispetto.
Sapeva che se fosse riuscita a raggiungere quest’obiettivo, automaticamente avrebbe ottenuto il rispetto anche dagli altri Genin che in un certo senso, giudicavano Sasuke il loro leader. Si ricordava perfettamente il primo mese di frequenza in accademia, ogni qualvolta esponevano una propria opinione o proponevano qualcosa da fare dopo le lezioni, cercavano sempre la sua approvazione, ascoltando con molto interesse tutto ciò che diceva.
Sasuke era scorbutico, antipatico, arrogante, ma non dava l’impressione di vantarsi di questo forte ascendente che aveva sugli altri e forse, neanche sapeva di averlo. Era pertanto un vero leader, un vero trascinatore, a differenza di Alan che aveva imposto la sua supremazia con la forza, proclamandosi il capo assoluto della comitiva e guai a chi avesse osato contraddirlo, pena il pestaggio.

Già… Alan e la promessa strappata con la forza. Una promessa a cui non poteva sottrarsi per il bene del padre, ma che poteva raggirare senza infrangerla.

Le era vietato diventare amica e frequentare i ninja fuori dall’accademia, ma nessuno poteva vederla durante gli allenamenti nei quali, con il tempo e grazie all’aiuto di Kakashi, si era lasciata andare iniziando ad instaurare una sorta di amicizia con i suoi due compagni. Purtroppo però, proprio nel momento più importante, era stata scartata, allontanata per la sua inferiorità. Si era sentita inutile o come l’aveva definita Sasuke il giorno in cui Gai annunciò la formazione dei team, un impiastro.
Credeva di essere stata accettata nel team senza dimostrare il suo vero valore ed era intenzionata a non commettere più lo stesso errore. Doveva impegnarsi con tutte le sue forze e provare a raggiungere un obiettivo molto arduo. Se ci fosse riuscita, allora sarebbe stata allo loro altezza, riuscendo a perdonarli.

“Ecco i cancelli!”

La voce dell’Hokage le arrivò dritta alle orecchie, destandola dai suoi pensieri. Alzò che lo sguardo che inconsapevolmente aveva abbassato nel momento esatto in cui si era immersa nelle sue riflessioni.
Le alte mura giallognole che circondavano il villaggio, come fonte di protezione in caso di eventuali attacchi, erano proprio davanti a lei e nel mezzo spiccavano i cancelli, enormi portoni rossi, aperti e sorvegliati da alcune guardie ninja. Dietro di loro, all’interno del villaggio, c’era una persona che camminava avanti e indietro con le mani intrecciate dietro la schiena. Avrebbe riconosciuto ovunque quel portamento…

“PAPA’!” urlò, iniziando a correre con le lacrime agli occhi.

Tsunade la osservò con un leggero sorriso, decidendo di continuare a camminare. Dopotutto era giusto lasciarle quel momento solo per lei.

Il Signor Yukan si fermò di scatto voltando lo sguardo verso l’esterno dei cancelli, iniziando a piangere di gioia vedendo Sakura correre nella sua direzione.

“Bambina mia!” urlò a sua volta andandole incontro, ma le guardie gli vietarono il passaggio mettendosi davanti ai cancelli.

“Ferma ragazzina! Identificati e spiega il motivo della tua visita a Konoha!” le intimarono appena fu giunta davanti a loro.

“C-come, ma io sono…”

“E’ mia figlia, è Sakura Yukan ed è tornata dopo un periodo di esilio, è una cittadina di Konoha!” cercò di spiegare il padre della ragazza, bloccato dietro dalle guardie.

“Non sappiamo niente, quindi… “

“Quindi adesso vi togliete di mezzo e la fate passare!” ordinò Tsunade che si era affrettata a raggiungere la rosa dopo aver visto il comportamento giustificato delle guardie. Non era stato reso pubblico a nessun abitante che il villaggio era in stato di allerta a causa della nuova organizzazione criminale e le guardie poste ai cancelli avevano il compito di far entrare solo le persone autorizzate e lei, con tutti i suoi impegni, si era dimenticata di comunicare il ritorno di Sakura.

 “Hokage è lei?” disse una delle guardie.

“Si sono io! La colpa è mia e chiedo scusa a tutti voi per questo disguido! La ragazza è Sakura Yukan, cittadina di Konoha figlia dell’uomo dietro di voi. E’ rientrata al villaggio dopo un periodo di esilio, scortata personalmente da me, l’Hokage della Foglia! Avete bisogno di sapere altro?” domandò seriamente alle guardie che bloccavano ancora il passaggio.

“No Hokage!” dissero all’unisono le guardie.

“Allora spostatevi e fatele riabbracciare il padre!” tuonò perentoria.

Le guardie si spostarono all’istante e Sakura si gettò di slancio contro il petto dell’anziano genitore, abbracciandolo e piangendo di gioia.

“Figlia mia adorata!” disse commosso, contraccambiando l’abbraccio.

Era una scena commovente e Tsunade non poté che guardarli con un leggero sorriso mentre le guardie ritornarono alle proprie postazioni.

“Molto bene, godetevi questa giornata mentre io ritorno a Palazzo!” disse alcuni minuti dopo.

I due Yukan si staccarono asciugandosi le lacrime.

“Grazie Hokage, grazie di tutto!” disse Micha ancora provato dalla commozione di poter riabbracciare la sua bambina.

“Dovere!” dirigendosi verso la sua meta al centro del villaggio.

“Noi invece andiamo a casa papà!” prendendolo per mano, incamminandosi verso il settore Omega.

“Si, andiamo!” osservandola con affetto.

“Sei cresciuta parecchio bambina mia!” constatò subito dopo il padre.

“Dici?” domandò sorpresa.

“Almeno di qualche centimetro, di questo ne sono sicuro!” sorridendole amorevolmente.

Sakura contraccambiò il sorriso prendendolo a braccetto e poggiando la testa sulla spalla del padre, iniziando a guardare le vie a lei tanto famigliari e che incredibilmente le sembravano così belle grazie alle numerosi abitazioni circostanti. Vivere in una radura per tutto quel tempo, circondata solo dalla vegetazione, le aveva fatto quasi dimenticare lo splendore della civiltà. Non solo le piaceva guardare, ma anche ascoltare tutti i suoni e rumori, tipico di un centro abitato, ma quello che le piaceva di più in assoluto era il sottofondo di voci, causato dal continuo chiacchiericcio delle persone.
Si guardò attorno estasiata ma la sua euforia fu subito spenta appena incrociò gli sguardi di rimprovero e di astio rivolti a lei. Era nel settore Omega e i civili sembravano detestarla ancora di più. Istintivamente si strinse maggiormente al braccio del padre, abbassando il capo tristemente.

“Ignorali bambina mia! Ignora tutto ciò che è ignoranza! Cammina a testa alta perché non hai fatto niente di male, dimostra quanto vali e vedrai che saranno loro stessi ad abbassare lo sguardo davanti a te!” la rassicurò il padre, stringendole la mano attorno al suo braccio.

Sakura, con qualche riluttanza, ubbidì al genitore alzando il capo e guardando dritto davanti a sé.

“Che sfacciata!” “Dovrebbe solo vergognarsi per ciò che ha fatto!” “Avrebbero dovuto esiliarla a vita!”

Erano alcuni commenti che riuscì ad udire dai civili durante il suo passaggio. Erano dolorosi, pungenti, ma la stretta della mano del padre si fece più forte come a volerla rassicurare.
Camminare al suo fianco la faceva sentire al sicuro e protetta da tutte le malignità. Il suo allontanamento era stato solo una copertura per permetterle di continuare i suoi allenamenti e di imparare le arti mediche, riuscendo alla perfezione in entrambe le cose. Non doveva più temere nessun civile e men che meno poteva dimostrare la sua debolezza, era una kunoichi, una Genin e come tale, dovevano portarle rispetto per il suo grado.

Rispetto… lo stesso che voleva da Sasuke!

Mancava l’ultimo svincolo e si sarebbe ritrovata di fronte alla sua adorata casa, quando, proprio nell’angolo, dall’altra parte della strada, percepì alcune presenze a lei fin troppo famigliari: Alan e company.
Sentì addosso lo sguardo tagliante dei ragazzi e senza nemmeno spiegarsi il motivo, si voltò di scatto verso di loro guardandoli allo stesso modo. Le ragazze abbassarono all’istante il capo e i ragazzi, ad uno ad uno, distolsero lo sguardo guardando altrove, tutti eccetto Alan che continuava a guardarla con astio.

 Era guerra aperta!

Sapeva che non l’avrebbe passata liscia per quell’affronto, ma forse, anzi più convinta che mai, poteva raggirare a proprio vantaggio il supplizio a cui era condannata da diversi anni. Un attimo prima di distogliere lo sguardo da lui, gli lanciò un sorriso malefico, poi continuò a camminare a testa alta a fianco del padre.

“Eccoci arrivati piccola mia! Forza entriamo e solo quando saremo lontani da orecchie indiscrete mi racconterai tutto quello che hai fatto in questi tre mesi, giorno per giorno, intesi?” disse Micha, apprestandosi ad aprire il cancello, sfoggiando un sorriso radioso.

“Giorno per giorno? Allora preparati perché non credo che andremo a dormire prima di mezzanotte!” gli rispose radiosa.

“Nessun problema, ho preparato tantissimi dango e comprato un’infinità di thè. Come vedi mi sono preparato!” incoraggiandola ad entrare nel vialetto della loro casa.

“Dango? E’ da tantissimo tempo che non li mangiamo più, da quando…”

“Lo so da quando e purtroppo ricordo anche il motivo, ma per un’occasione così importante come il tuo ritorno, un piccolo strappo alla regola ci voleva e sono stato ben felice di farlo!” chiudendosi la porta di casa alle spalle.
 

******
 

Tsunade entrò nel suo ufficio trovando seduto alla sua scrivania Fugaku con il volto contorto dalla rabbia davanti ad un documento che teneva fra le mani tremanti.

“Che succede?” chiese preoccupata.

“Tsunade? Sei già tornata, tutto bene il viaggio?” ignorando la domanda.

“Sì, Sakura è rientrata ed è già tornata a casa insieme al padre, ora mi vuoi dire che succede?” avvicinandosi all’amico.

“Quel verme viscido di Orochimaru ne ha combinata un’altra delle sue! Ha presentato una mozione al Consiglio e quei vecchiacci l’hanno assecondato!” sbattendo con rabbia il documento sulla scrivania.

Tsunade prese il documento iniziando a leggere.

“Perché? Perché l’ha fatto, che gli importa a lui di Sakura?” sbraitò subito dopo.

“Ti sbagli, non è per lei, ma per noi! Quel verme ci ha colpito usando come pretesto la ragazza! Sai che gode della protezione di alcuni anziani del Consiglio e approfittando di questo è riuscito nel suo intento, nonostante tutte le raccomandazioni che avevamo fatto in favore di Sakura!” sospirando sconsolato.

“E adesso come glielo dico! Era così felice di poter iniziare il tirocinio in ospedale!” rileggendo rammaricata il documento ancora fra le sue mani: “Aspetta un attimo… fammi sedere, ho bisogno di preparare un documento e intanto che ci sei, chiedi a Shizune di convocare subito Kakashi, devo parlargli!” asserì soddisfatta per l’idea avuta.

Fugaku la guardò senza chiederle spiegazioni, tanto sarebbe stata lei stessa a parlargliene. Conosceva molto bene quell’espressione seria e soddisfatta, Tsunade aveva trovato una soluzione!

Dopo meno di dieci minuti, Kakashi venne annunciato da una infastidita Shizune, lo smacco ricevuto mesi prima non era stato ancora digerito.

“Entra, devo parlarti di alcune cose!” disse Tsunade continuando a tenere il capo chino sul documento che stava scrivendo.

“Ecco fatto, finito!” vidimando il foglio con il sigillo dell’Hokage: “Tieni, quando uscirai consegnalo direttamente alle autorità competenti e domani informa Sakura che purtroppo, a causa di una mozione giunta all’ultimo minuto, non potrà più frequentare il tirocinio in ospedale, almeno fino a quando non avrà raggiunto il grado Chunin, ciò nonostante non le è stato vietato di praticare ciò che ha imparato finora, ovvero curare le ferite e rigenerare il chakra!” sorridendo vittoriosa.

“Cosa? Ma chi ha presentato la mozione? Credevo fossero bastate le vostre raccomandazioni insieme a quelle degli altri capo Clan presenti all’esame Genin per autorizzare Sakura a studiare medicina!” constatò incredulo il Jonin.

“Infatti, lo credevamo anche noi, ma Orochimaru ha pensato bene di colpirci alle spalle usando la ragazza! Sai quanto non sopporti essere escluso da noi e sai anche quanto sia grande la sua sete di potere, ma sinceramente, mai avrei immaginato che arrivasse ad abbassarsi in questo modo per farcela pagare… usare una ragazzina è un fatto increscioso ed ignobile!” spiegò ancora arrabbiato l’Uchiha.

“Quel verme, ne pensa sempre una più del diavolo! Se penso a Sakura mi si stringe il cuore, ha sofferto già abbastanza, perché continuare a torturarla?” disse Kakashi, stringendo i pugni dalla rabbia.

“Calmati, non tutto il male vien per nuocere! Orochimaru ha omesso una parte molto importante nella sua mozione e io ne ho approfittato subito, vidimando quell’autorizzazione che ti ho dato da consegnare! Quello sciocco presuntuoso si è opposto all’insegnamento della medicina ad una ragazzina troppo giovane, giudicandola inaffidabile, ma ha dimenticato di farle vietare l’utilizzo delle arti mediche imparate fino ad oggi. Ne ho approfittato subito, autorizzandola io stessa a praticare ciò che ha imparato fino ad oggi aggiungendo anche l’autorizzazione alla raccolta e alla preparazione di antidoti con le erbe mediche!” sfoggiando un sorriso compiaciuto.

“Così anche volendo, Orochimaru non potrà presentare nessun’altra mozione, dico bene?” chiese divertito Fugaku.

“Esatto! Dovrà accontentarsi solo del divieto del tirocinio di Sakura fino a quando non sarà diventata una Chunin, ma per tutto il resto credo proprio che si contorcerà dalla rabbia!” ridendo sonoramente, contagiando anche l’amico.

“Mh! Grazie Hokage, ma credo che la ragazza ci rimarrà male ugualmente!” disse Kakashi, facendo smettere di ridere gli altri due.

“Sicuramente è come dici tu, ma sai bene che nemmeno io, in quanto Hokage, posso contraddire una decisione presa dal Consiglio. Mi sono attenuta alle loro direttive, ma allo stesso tempo ho potuto usare la mia autorità permettendole di mettere in pratica ciò che finora ha imparato, assumendomi io stessa tutte le responsabilità. Mi fido ciecamente di lei, ha avuto un’ottima insegnante e so che non mi deluderà!” cercando di rassicurarlo.

“Non dirle però chi ha presentato la mozione!” disse Fugaku, guardandolo seriamente negli occhi.

“No maestro, stia tranquillo! Non lo avrei mai fatto per non rievocarle il ricordo spiacevole del loro incontro!” lo rassicurò il Jonin.

“Molto bene, un problema diciamo che lo abbiamo risolto, ora parliamo di un’altra cosa altrettanto importante!” disse Tsunade, appoggiando il mento sulle mani incrociate.

“Sarebbe?” chiese stupito il Jonin.

“Come sai, Sakura è profondamente dispiaciuta ed arrabbiata con i suoi due compagni di team e nonostante il tempo passato, non riesce ancora a perdonarli…”
lanciando uno sguardo all’Uchiha molto attento a quel discorso: “… ma sa anche quanto per te sia importante la collaborazione in un team e non ha nessuna intenzione di mancare di rispetto ai tuoi insegnamenti. Come sapete, la fiducia va guadagnata e non imposta, così abbiamo trovato un accordo e spero che lo accetterai senza problemi!” guardando seriamente Kakashi.

“Ovvero?” chiese sospettoso, alzando un sopracciglio.

“Ovvero, Sakura si impegna ad essere collaborativa con i suoi compagni solo durante gli allenamenti e le future missioni assegnate al team!” spiegò impassibile.

“Per sempre?” chiese quasi preoccupato Fugaku.

“Sakura si è prefissata di raggiungere un obiettivo e solo quando l’avrà raggiunto allora riuscirà a perdonare i suoi compagni. Se non avessi imparato a conoscerla bene in questi tre mesi, non mi sarei mai permessa di fare questo discorso, ma credetemi, Sakura sa perfettamente ciò che vuole, quindi vi chiedo di assecondare il suo volere!” asserì infine, chiudendo gli occhi in attesa di sentire le risposte dei presenti.

“Mi fido di te!” disse semplicemente Fugaku, anche se il tono della voce lasciava trasparire un pizzico di rammarico. Dopotutto i compagni chiamati in causa, erano suo figlio e suo nipote.

“In poche parole, dovrei ignorare il comportamento ostile che dimostrerà fuori dagli allenamenti e dalle missioni! Mhh… non vorrei però che a lungo andare questo atteggiamento possa causare una spaccatura tale da impedire la loro collaborazione! Non voglio mettere in discussione le sue parole Hokage, ma non mi sento molto tranquillo… se la mia intuizione dovesse trovare fondamento, i ragazzi potrebbero essere messi in serio pericolo, non dico tanto durante gli allenamenti, ma durante le missioni!... No, non posso accordare questo permesso, mi dispiace, sono io il responsabile del team e la loro incolumità dipende da me!” opponendosi convinto della propria decisione.

“E se la mettessi alla prova?” intervenne seriamente Fugaku.

“In che senso maestro?” chiese confuso il Jonin.

“Potresti parlare ai ragazzi… a Sasuke e a Naruto, dicendogli che dovranno riconquistare la fiducia persa nei confronti della loro compagna e a Sakura che vuoi fidarti di lei, intervenendo qualora dovessi accorgerti che la collaborazione nel team venga meno, che ne dici?” spiegando dettagliatamente la sua idea.

“Mmh! Potrebbe anche funzionare!” strofinandosi il mento pensieroso, ancora poco convinto.

“Mi piace la tua idea Fugaku… Kakashi, non temere, fidati di Sakura! Inoltre, conoscendo i miei nipoti, sono sicura che si impegneranno al massimo per riconquistare la fiducia della ragazza… ora scusaci, ma io e Fugaku abbiamo molto lavoro da sbrigare!” disse Tsunade, liquidando gentilmente il Jonin.

“Va bene… ah scusate, ma avrei un paio di domande da farvi… Sakura riesce a gestire il chakra? Inoltre, avete qualche notizia riguardante quella ricerca?” chiese interessato.

“Sakura ha fatto tantissimi progressi nonostante il sigillo di cui ancora ignora l’esistenza, ma posso garantirti che non ha più nessun problema riguardante la stanchezza e che adesso riesce a controllare e a gestire il suo potere come un qualsiasi ninja… per quanto riguarda l’altra domanda, non sappiamo ancora niente. Ho paura che ci voglia molto tempo, abbiamo pochi indizi a nostra disposizione e il mondo non è piccolo!” rispose, usando per l’ultima frase, le stesse parole di Chiyo.

“Ho capito! Grazie per le informazioni! Buona giornata!” disse infine uscendo direttamente dalla finestra.

“Credo che anche lui provi ancora dell’astio nei confronti di Shizune!” disse l’Hokage, scoppiando a ridere.

“Tsunade?”

“So già cosa stai per chiedermi, ma stai tranquillo, quello che ho detto prima è tutto vero… Sakura è molto saggia e non metterebbe mai in pericolo la sua vita, né quella dei suoi compagni! Vedrai che alla fine diventeranno un team affiatatissimo anche fuori dagli allenamenti e dalle missioni! Ora continuiamo con il nostro lavoro, vediamo cos’altro hanno scoperto le squadre anbu su questa maledetta organizzazione!” concentrandosi sui documenti posti in fila sulla scrivania.

“Purtroppo poco e niente!” rispose l’amico, immergendosi nel lavoro.

 


Angolo dell’autrice:

Lo so, dopo un ritardo mostruoso mi presento con un aggiornamento breve rispetto ai miei standard, ma c’è un motivo, una spiegazione. Non vuole essere una giustificazione ma mi sento in dovere a farlo…

Dunque, prima c’era l’attesissima canonizzazione e proprio non riuscivo a concentrarmi su altro, poi, una volta avuta, la felicità mi impediva di continuare gli aggiornamenti, permettendomi solo di scrivere una OS per l’occasione. Poi ho trovato un piccolo lavoro della durata limitata di giorni, ma che mi ha portato fuori casa dalla mattina presto fino a sera tardi e credetemi, voglia di scrivere pari a zero a causa della stanchezza. Quando finalmente ho finito, ecco il colpo di grazia, mi sono ammalata.

Ora vi faccio ridere, ma è la verità… ho preso la varicella! Sapevo che da grandi era pesante, ma mai avrei immaginato di soffrire così tanto… E’ da un paio di giorni che sto meglio e la febbre finalmente non invade più il mio organismo, fatta eccezione per le bolle e vesciche persistenti in tutto il mio corpo. Era da troppo tempo che non aggiornavo più questa long, e sapete quanto ci tenga, così, tra ieri e oggi sono riuscita a scrivere questo.

Parlando proprio del capitolo, Sakura è finalmente ritornata a Konoha e grazie ai suoi presupposti e all’appoggio morale del padre, si sente più sicura tanto da trovare un lato positivo al pestaggio di Alan e company, cosa sarà? Niente di speciale, nel prossimo capitolo lo saprete e sempre nel prossimo, il team si incontrerà. Ora sapete che intenzioni ha Sakura nei confronti dei suoi compagni, chissà cosa accadrà? Avete fatto caso alle riflessioni della rosa durante il tragitto a Konoha? Ok basta così…
Vorrei rispondere ad alcuni di voi che mi hanno chiesto quando ci sarà il famoso thè con Mikoto e la rosa. Abbiate fede, ci sarà e in un modo al quanto particolare, in seguito ad un episodio che forse, se pensate un po’ alla ragazzina e a un determinato discorso con Chiyo, potrete capire voi stesse. Vi ho fatto un grande spoiler, vero?

Mi sembra il minimo, il vostro appoggio è molto confortante, per non parlare delle bellissime recensioni che ho ricevuto fino a questo momento. Sapete, per me e per tutti coloro che scrivono, le vostre parole sono molto confortanti per l’impegno che mettiamo nella stesura dei capitoli. Con questo non vi sto chiedendo di recensire, ma mi sembrava giusto spiegare cosa rappresentano per noi autrici.

Grazie ancora di seguirmi e non preoccupatevi, sapete che questa long è molto importante per me e la finirò, dovessi impiegarci tanto, ma la finirò, per me stessa ma principalmente per voi che con costanza e affetto mi seguite.

Adesso vi lascio e mi corico a letto, inizia già a girarmi la testa.

Un bacione grande grande a tutti.

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