Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: AidenGKHolmes    03/12/2014    4 recensioni
Un giovane ragazzo, tredicesimo tra i figli di un proprietario di un'impresa commerciale ricchissima, un'azienda sull'orlo del fallimento e due famiglie di diversa estrazione sociale...
C'è posto, nel cuore di Hans, per qualcuno o qualcosa di diverso dagli affari, dal denaro, dai commerci e dal raggiungimento del potere e del controllo di una delle più importanti società di esportazioni della Danimarca?
Genere: Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I WESTERGÅRD - ASCESA E CADUTA DI UNA FAMIGLIA



Capitolo II - Il leone del nord


 
"Uno sguardo non amorevole sopra taluni produce maggior effetto che non farebbe uno schiaffo"
 
- Don Bosco




Il cielo norvegese era debolmente illuminato dai fiochi raggi solari. Era una mattinata grigia e cupa quella in cui Hans giunse ad Arendelle, a bordo di una delle enormi navi da trasporto possedute dalla Selskab Westergård. Il debole vento nordico scompigliò immediatamente i capelli ramati del giovane nell'esatto momento in cui uscì dal sottocoperta dell'imbarcazione, dove si era rifugiato durante tutto il viaggio con la scusa di controllare personalmente la lista di beni che sarebbero stati venduti al loro arrivo. E nessuno dei marinai poteva disobbedire ad una tale richiesta, se avanzata da un Westergård.

Così Hans venne lasciato solo, in mezzo a quella moltitudine di casse e sacchi di tela ingiallita, immerso nell'odore dei legni, del ferro di armi ed armature e dei balsami provenienti da qualche raffinata fabbrica danese. Nelle sue orecchie non giungeva altro suono che quello dello scricchiolio incessante e sinistro della chiglia,  eppure era come se i suoi pensieri fossero una specie di interlocutore che, come lui, non aveva altro desiderio che trovare un passatempo per ingannare il tempo.

E quale modo migliore se non torturare la mente di Hans con continui dubbi e domande ancora senza risposta?

Nella sua testa, il ragazzo continuava a domandarsi perchè il padre avesse scelto proprio Rasmus, il fratello più silenzioso e distaccato, fatta eccezione per Hans. Tra tutti e tredici, era l'unico ad interessarsi ai commerci e al profitto in maniera così fredda e razionale, senza mai puntare ad ottenere il massimo da ogni transazione e da ogni acquirente... Era l'esatta antitesi di quello che erano Hans e gli altri undici fratelli.

Ma allora... perchè lui? E perchè lo aveva spedito ad Arendelle? Stava architettando qualcosa della quale voleva tenerlo all'oscuro? Con Hans lontano da Aarhus chissà quali altri cambiamenti avrebbe introdotto all'interno della società, ma in fondo restare in città sarebbe stato comunque inutile, dal momento che Hans non aveva il benchè minimo potere sul dirigente dell'azienda.

Se voleva scalare la tortuosa piramide sociale della società doveva trovare strade alternative. Ed un'acquisizione era l'ideale per cominciare.

La pelle di Hans venne pizzicata con violenza dalla brezza marittima del porto, non appena Hans mise piede, per la prima volta, su uno dei grandi moli di pietra di Arendelle. Nel suo elegante abito bianco, il ragazzo scrutava ogni singolo edificio della città, in cerca degli obiettivi futuri da annettere alla società. Empori, tipografie, piccole attività bancarie... trovare un obiettivo successivo non sarebbe stato affatto difficile.
Era come una partita di scacchi: bisognava pensare tre mosse in avanti rispetto all'avversario che, nel suo caso, si trattava del tempo.

Doveva sbrigarsi a mettersi in luce, per evitare che le imprese dei suoi fratelli vanificassero tutti i suoi sforzi.
Sistemandosi il bavero della giacca, Hans si incamminò lungo le grandi vie del paese, scortato da una delle guardie private ingaggiate dalla compagnia. Uomini così potenti potevano essere facilmente vittima di aggressioni, non solo da parte di comuni ladri, ma anche da uomini e donne ridotti in miseria dalla loro avidità e sete di denaro.

Le strade erano incredibilmente pulite ed ordinate, le aiuole della grande piazza dove Hans era diretto erano ben tenute, quasi al pari di quelle di Villa Westergård. Ovunque regnava una gran tranquillità, nonostante la discreta quantità di persone nelle strade. I negozi erano ancora chiusi, ma non era comunque raro incontrare qualche commerciante intento a sistemare i propri prodotti su una bancarella.
Tra tutti i negozi, botteghe e caffè letterari della piazza in cui Hans si era recato, su indicazione di Rasmus, gli occhi del giovane caddero su un edificio di due piani dai muri color rosso acceso, interrotto solamente dal biancore contrastante di un paio di piccoli balconi e del contorno marmoreo delle finestre, dalle quali fuoriusciva una fioca luce giallastra, probabilmente di una lampada ad olio.

Corrispondeva perfettamente alla descrizione che suo fratello gli aveva riportato. Era indubbiamente la sua destinazione.

Nel silenzio più assoluto Hans fece per avvicinarsi alla grande porta d'ingresso, riccamente intagliata, ma improvvisamente la sua andatura, dapprima piuttosto rapida, rallentò notevolmente, dopo che ebbe notato una sentinella in uniforme ed armata di fucile appostata vicino all'uscio. Hans non si capacitava del motivo per cui necessitassero di una qualche forma di sorveglianza armata per la loro residenza. Anche alla Villa vi erano alcune guardie disposte lungo il perimetro, ma il loro era un terreno ben più grande di un appartamento cittadino che, per quanto elegante e raffinato, non avrebbe costituito una grande attrattiva per eventuali malviventi.

Nel vedere i due uomini avvicinarsi, la sentinella si posizionò di fronte alla porta, mantenendo comunque un atteggiamento amichevole, sebbene non avesse ancora aperto bocca. Senza esitazione Hans estrasse una piccola lettera ripiegata dalle tasche interne della sua giacca, per poi porgerla alla guardia, fissandola dritta nei suoi occhi neri come la pece.

<< Attendete qui, prego >> Disse pacatamente la sentinella, entrando nell'appartamento e chiudendosi la porta alle spalle. Passarono solo un paio di minuti, prima che dall'interno riemerse un uomo dai capelli biondo scuro e con un paio di baffi ordinati e ben tenuti, che porse immediatamente la mano ad Hans, lasciandosi sfuggire un emozionato << E' un piacere incontrarvi! >>, pronunciato in maniera convinta e sincera. Hans rispose a quella stretta di mano con convinzione, rassicurato dal fatto che l'essere così impazienti di vedere colui che avrebbe rilevato il cento per cento della sua attività lasciava presagire un acquisizione facile e veloce. Quell'Agdar aveva un aspetto molto bonario, sarebbe stato un gioco da ragazzi.
 
Il giovane venne subito invitato ad accomodarsi, seguito a ruota dalla sua guardia del corpo, che tuttavia rimase, su ordine di Hans, di fianco all'entrata.

<< Gradite una tazza di caffè, liquore o... >> Si premurò di chiedere ad Hans, il quale tuttavia rispose con un educato cenno del capo, lasciando intendere che non era giunto fino a là per fare colazione. I suoi obiettivi erano ben altri.

Il salotto dell'abitazione era stato arredato con gusto e stile: le pareti, ricoperte da carta da parati dai motivi ricercati, rendevano l'ambiente stranamente confortevole, quasi più di Villa Westergård. All'interno del caminetto scoppiettava un fuoco che, per quanto piccolo, era sufficiente a riscaldare la stanza in maniera soddisfacente. Il giovane venne invitato a sedersi su una delle tre poltrone dalle linee settecentesche, mentre Agdar, adagiato su un elegante divanetto dai cuscini cremisi, lasciava cadere un paio di zollette di zucchero nella tazzina di ceramica smaltata, per poi iniziare a mescolare il tutto con delicatezza, quasi come se un cuoco di alto livello stesse preparando una ricetta dagli ingredienti rari e prelibati.

<< E' una fortuna che sia potuto recarmi ad Arendelle in questo periodo, solitamente siamo sempre sommersi di lavoro >> Mentì Hans, fissando Agdar nell'atto di portarsi alle labbra quella bevanda dall'odore allo stesso tempo pungente e gradevole. Nonostante tutti gli impegni dell'azienda vi sarebbe stato sempre tempo per i soldi e i facili guadagni. Ma mentire era uno dei tanti modi per giungere all'obiettivo.
<< Immagino, signor Westergård. Possedete una delle società commerciali più importanti d'Europa, il fatto che abbiate trovato il tempo mi rende molto felice, così come sono felice del fatto che abbiate accettato la nostra proposta... come avrete visto non siamo in condizioni economiche esattamente stabili... >> Rispose Agdar, posando la tazzina sul vassoio in argento del tavolino da caffè.
<< Non vi seguo >> Confessò Hans << Avete una dimora di tutto rispetto, vi potete permettere addirittura il caffè... >>
<< Come avrete notato, siamo stati costretti a dotarci di una guardia all'ingresso... i creditori, nell'ultimo periodo, sono arrivati a minacciare di morte me, mia moglie e le mie figlie... abbiamo speso gli ultimi risparmi per ingaggiare una sentinella, ma ormai siamo arrivati al limite delle nostre possibilità economiche... >> Rivelò l'uomo, passandosi nervosamente una mano sulla manica della vestaglia. Il suo sguardo era stranamente cupo e rattristato, ma il ragazzo non sembrava provare la benchè minima empatia verso di lui.
<< Per fortuna pare che tutte queste vostre ansie stiano per terminare... ho qui con me il contratto, se aveste la bontà di darci un'occhiata >> Ribattè Hans, estraendo una pergamena arrotolata da una seconda tasca interna e allungandolo ad Agdar. Tuttavia non fece in tempo a prenderlo in mano, che subito confessò un dettaglio che rischiava di compromettere i piani di Hans.
<< Ecco... da quando ho inviato la lettera alla vostra compagnia sono cambiate alcune cose... >> Ammise Agdar, mentre il suo sguardo vagava distrattamente sul documento.
<< Come sarebbe? >> Chiese Hans, senza capire.
<< La vostra azienda non è più l'unica ad essere interessata all'acquisizione... è subentrato un nuovo acquirente, un certo Bjorgman, proveniente da un paesino poco fuori città. Tuttavia non ha ancora avanzato nessuna offerta, ragion per cui dovrete attendere il nostro colloquio, fissato per domattina >>

In quel preciso istante, tutti i piani di Hans, così accuratamente studiati e ponderati, si dissolsero come fumo tra le sue dita. La semplicità nell'acquisizione e la rapidità con la quale avrebbe espanso, per la prima volta, la Selskab Westergård al di fuori dei confini danesi... erano a rischio.
Per un attimo, il pensiero di abbandonare quell'affare e cercare qualche altra azienda da conquistare balenò nella testa di Hans, veloce come un lampo che squarcia le nubi, ma venne subito seguito da un nuovo sogno di gloria: sarebbe tornato ad Aarhus da vincitore, dopo una lunga trattativa avrebbe fatto crollare le ambizioni di quel Bjorgman come un castello di carte. Spesso, durante le trattative, tutti i possibili acquirenti sparivano come scarafaggi alla vista della luce, nel momento in cui la Selskab Westergård entrava in gioco: nessuno aveva le capacità economiche della sua azienda, nè tantomeno uomini d'affari abbastanza capaci per concludere qualsiasi negoziato e con chiunque.

Quel tale, Bjorgman, si sarebbe pentito di essersi mostrato interessato alla società di Agdar, pur sapendo che i primi ad aver manifestato attrattiva erano stati proprio i suoi fratelli.

<< Sta bene, dunque. Dovrò rimandare alcuni incontri che avevo fissato in Danimarca, ma non penso che ci saranno problemi >> Finse nuovamente Hans.
<< Chiedo umilmente scusa se vi sto facendo perdere tempo... in qualche modo cercherò di ricambiare il vostro interesse... >> Ringraziò sommessamente Agdar, mentre il suo volto si illuminava dalla felicità. Il suo unico interesse era ottenere il denaro utile a pagare i creditori e mettere, in questo modo, la sua famiglia fuori pericolo. Non vi era cattiveria, nè avidità, nei fini per i quali avrebbe usato quel piccolo patrimonio... solo una profonda preoccupazione verso i suoi cari.

<< Non sarà necessario, veramente... >> Tentò di dire Hans, ma venne interrotto subito dopo dal suo interlocutore.
<< Il minimo che possiamo fare è ospitarvi presso la nostra residenza, almeno finchè il contratto non sarà firmato >> Propose Agdar, visibilmente entusiasta all'idea che, presto, tutti i loro guai sarebbero svaniti nel nulla.

L'idea lasciò Hans interdetto; da un lato la proposta lo allettava notevolmente: da quel breve soggiorno avrebbe potuto scorgere eventuali punti deboli dell'animo di Agdar sui quali far leva. Ma, d'altro canto, persino lui poteva essere spiato e gabbato senza che se ne rendesse nemmeno conto. Tuttavia non aveva altra scelta, dal momento che un personaggio illustre come un Westergård non poteva certo abbassarsi a soggiornare in qualche squallida locanda. Fu proprio il pensiero del poco dispetto che avrebbe avuto verso il suo stato sociale a spingerlo ad accettare la proposta.

Tra quelle mura, Hans avrebbe studiato la sua preda, come un leone si apposta nella savana, in attesa di aggredire un'indifesa gazzella.
Era il leone del nord, e nessuno riusciva a separarlo dalle occasioni di guadagno.

Ma era sempre così?

***

 
Non appena la proposta di Agdar venne accettata dal riluttante Hans, la sua guardia del corpo venne inviata al porto con l'ordine di trasferire i pochi averi che il ragazzo si era portato per il viaggio nell'abitazione dove avrebbe soggiornato. Fortunatamente l'equipaggio della nave era sotto il comando diretto di Hans, ragion per cui non se ne sarebbero andati senza uno specifico ordine del giovane.

L'unico baule che Hans si era portato da Aarhus venne trasportato immediatamente nell'appartamento di Agdar; fu allora che ad Hans venne un'altra idea geniale: il mostrarsi volenteroso ed attivo, seppur parte di un rango elevato della borghesia, avrebbe certamente giovato all'impressione, già di per sè molto positiva, che Agdar aveva di lui.
Proprio per questo motivo Hans aiutò la sua guardia del corpo a trasportare il bagaglio al secondo piano. Lungo le scale, tuttavia, fece un incontro con la creatura più affascinante che Hans avesse mai visto.

Una ragazza dai capelli biondi raccolti in una lunga treccia era seduta su una poltrona, i suoi occhi azzurri, fino ad allora rimasti fissi su un libro dalla rilegatura in pelle si spostarono sui due uomini, intenti a trasportare la pesante cassapanca nella stanza degli ospiti, non appena questi entrarono nel suo campo visivo. Lo sguardo di Elsa, la figlia maggiore di Agdar, si incrociò per qualche secondo con gli occhi color smeraldo di Hans. Nello sguardo della ragazza vi era qualcosa che fece sentire il giovane a disagio, come se fosse un ospite non gradito... o come se quella giovane dalla pelle pallida come la neve fosse pienamente a conoscenza della sua sete di denaro.

Una volta che i suoi effetti personali vennero sistemati nella stanza, Hans venne lasciato solo dalla sua guardia del corpo, che aveva ricevuto l'ordine di tornare alla nave e aiutare l'equipaggio a sorvegliare le merci rimaste nella stiva.
Il giovane Hans si sedette allo scrittoio e, alla luce della lampada ad olio, tentò di scrivere una missiva a Rasmus, nella quale avrebbe comunicato il suo tardivo rientro ad Aarhus. Tuttavia la sua mano sembrava rifiutarsi di scrivere. Nella sua testa vi erano solo gli occhi glaciali di quella ragazza, che lo fissava impassibile, con uno sguardo quasi sprezzante.
Non sbagliava mai ad interpretare le occhiate che gli venivano lanciate: Hans era certo che la ragazza sentiva la presenza di Hans come una specie di invasione del suo spazio personale.

Ma che c'era, di così terribile, da nascondere?

Hans continuava a ripetersi che stava diventando troppo paranoico... era impossibile che quella giovane fosse a conoscenza delle sue reali intenzioni. In fondo non lo conosceva nemmeno, non poteva odiarlo senza uno specifico motivo.
Fu allora che la mente di Hans venne illuminata improvvisamente: se fosse diventato amico di una delle figlie... probabilmente sarebbe stato più semplice entrare nelle grazie di Agdar ed ottenere la società ad un prezzo ancora più vantaggioso.

Il fallimento non era nemmeno contemplato dal giovane.


 
***



Note dell'autore: ok, ci ho messo un sacco di tempo a scrivere questo capitolo, principalmente perchè sono entrato nella fase "Apatia portami via", tipica del mese di dicembre.
Comunque sia ci ho lavorato su a giorni alterni, per cui ho avuto modo di rivedere il lavoro più volte.
Da questo capitolo inizia la narrazione vera e propria: non sono successi colpi di scena particolari, ma non è più una specie di enorme introduzione come il capitolo precedente.

Fatemi sapere cosa ne pensate, evitando di caricare i cannoni e puntarli contro casa mia XD

A presto :)

Kesserling



 
   
 
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