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Autore: NerdGirl_Marta    03/12/2014    1 recensioni
Quando fai di tutto per realizzare il tuo sogno può capitare che la vita ti sorprenda...accetta ciò che il destino ti regala e vivi l'occasione come un dono! Non puoi mai sapere cosa ti riserva il futuro...
Questa è una storia diversa, non vedrete mai un ''Tom'' che si innamora della protagonista...anche perchè la protagonista sono io!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terza Parte - FEAST ON YOUR LIFE!




Capitolo 1 : Il prezzo del successo


Dalle tende tirate del secondo piano della casetta sul lago, un impertinente raggio di sole mattutino mi investì in pieno viso. Decisi quindi di voltarmi per dare le spalle alla luce che ormai si stava diffondendo in tutta la camera da letto. Quasi involontariamente, essendo ancora in dormiveglia, afferrai il corpo di Amanda che giaceva al mio fianco e affondai il viso sul suo petto, proprio come fa un bambino con il proprio pupazzo di pezza. Lei non si mosse rimanendo così stretta tra le mia braccia tenera e rilassata, stava ancora dormendo profondamente quando il mio cellulare vibrò sul comodino. Ormai ero sveglio e il rumore del telefono che stava ancora vibrando mi convinse ad issarmi a sedere per scoprire chi era la persona tanto insistente che mi stava chiamando in continuazione. Sul display lessi il nome del mio pubblicist, Luke e immediatamente pensai che erano passati un paio di giorni dall'ultima volta che ci eravamo sentiti quindi era assolutamente normale ricevere quel genere di chiamata. Mi alzai dal letto allontanandomi da Amy per evitare di svegliarla, mi diressi quindi verso la porta del bagno in fondo al corridoio e decisi di rispondere. “Pronto Luke, cos'è successo? Cosa devi dirmi di tanto importante per svegliarmi a quest'ora? Lo sai che qui in Italia sono le sette? Io sarei in vacanza...” dissi innervosito e assonnato. Dall'altro capo del telefono Luke era decisamente più sveglio di me, chissà dove si trovava in quel momento magari dall'altra parte del mondo dove la gente stava cenando invece che fare colazione “Buongiorno Tom, scusa se ti ho svegliato ma abbiamo un piccolo problema! So che ieri sei stato all'ospedale con Marta...una ragazza ti ha fotografato nella sala d'aspetto e ha postato la foto su Instagram scrivendo che Tom Hiddleston era seduto fuori dalla sala parto visibilmente preoccupato. Volevo solo avvisarti che tutti ormai sanno che sei a Mantova, la notizia si è diffusa velocemente ma Marta come sta? Voi state bene? Che è successo?” chiese infine ansioso. Raccontai quindi a Luke tutto quello che era successo nelle ultime 48 ore, senza tralasciare nessun tipo di dettaglio perché la situazione era stata talmente tanto assurda da sembrare surreale, addirittura a me che l'avevo vissuta. “...poi nulla quando abbiamo visto che iniziavano ad arrivare parenti e amici abbiamo pensato di andare via per evitare che ci facessero domande o che qualcuno ci riconoscesse. Io ed Amy non capivamo nulla di quello che dicevano le persone la all'ospedale e i medici, siamo rimasti per quasi un ora seduti fuori dalla sala parto, quando è arrivato anche Riccardo lo abbiamo salutato e siamo andati via. Non so se poi ha partorito, se è andato tutto bene...Amy mi ha chiesto se andiamo oggi a trovarla, vogliamo sapere se stanno bene!” dissi a Luke che si limitava ad ascoltare senza controbattere. Dopo una lunga pausa l'uomo dall'altro capo del telefono rispose “...mmm Tom non penso sia una buona idea! Davvero te la senti di rendere pubblica la cosa? Nel peggiore dei casi qualche giornalista ha visto la foto che ti hanno scattato ieri e magari oggi sono tutti appostati la fuori dall'ospedale ad aspettarvi...rischieresti la copertura per andare a trovare Marta? Se vuoi telefono io all'ospedale o cerco di contattare qualcuno dei suoi amici sui social network per sapere come sta ma io se fossi in te non andrei a trovarla. Se ti fotografano e ti sbattono sui giornali italiani cosa raccontiamo? Come tuo pubblicist posso consigliarti di non farlo...non mi sembra una grande idea!”. Pensai per qualche momento alle parole di Luke, aveva assolutamente ragione ma ero veramente preoccupato per Marta, dopo tutto quello che aveva fatto per me ed Amy volevo davvero sapere se era andato tutto bene e farle capire che noi le eravamo vicini in quel momento così speciale. Decisi quindi che saremmo andati comunque a trovarla, non mi importava di quello che la gente avrebbe pensato e poi anche io avevo diritto ad avere degli amici e a decidere di fargli visita se erano ricoverati all'ospedale “Luke non me ne frega niente! Se ci saranno i giornalisti fa lo stesso, mi farò fotografare e se mi faranno delle domande risponderò con la verità. Non mi sembra nulla di eclatante, dirò che sono andato a trovare un amica che ha appena avuto un bambino e che Amy mi ha accompagnato perché anche lei è un amica, non ci trovo nulla di strano! Poi nessuno sa dove stiamo a dormire, la casa in cui siamo ora è proprietà privata e se stiamo attenti a non essere seguiti quando torniamo nessuno saprà mai dove ci troviamo quindi problema risolto. Vorrà dire che per il resto della settimana staremo chiusi in casa ma io voglio comunque andare a trovare Marta e Riccardo all'ospedale...ok?” dissi convinto facendo intendere che non accettavo di essere contradetto. Quando riattaccai il telefono Luke mi aveva risposto che se avesse dovuto comportarsi in modo professionale mi avrebbe caldamente consigliato di non uscire di casa ma come amico condivideva il mio pensiero quindi si limitò a dirmi di portare i suoi saluti ai novelli genitori, sempre se Marta aveva partorito ora della fine. Tornai in punta di piedi in camera da letto, era ancora troppo presto per alzarsi e poi ero in vacanza nonostante tutto e volevo godermi ogni singolo momento con Amy. La trovai stesa nella stessa posizione in cui l'avevo lasciata poco prima, bocca semi aperta, sguardo rilassato e braccia protese verso il lato del letto vuoto dove ero steso io. Mi avvicinai lentamente, evitando di fare rumore e quando fui completamente steso al suo fianco mi misi ad osservarla dormire dopo averle appoggiato un leggero bacio sulla fronte. Era bellissima anche quando dormiva, il trucco leggermente sbavato i capelli arruffati e sparsi a raggiera sul cuscino la rendevano più imperfetta del solito ma ai miei occhi ancora più bella. Ci svegliammo entrambi, quasi simultaneamente, quando il sole era ormai già alto nel cielo limpido. Dopo esserci fatti un po' di coccole sotto le coperte calde e accoglienti decidemmo di scendere al piano inferiore per mangiare qualcosa e per iniziare a pensare a come avremmo fatto per arrivare all'ospedale visto che il giorno prima ci eravamo arrivati a bordo dell'ambulanza senza far caso alla strada. Dopo pranzo ci vestimmo e io decisi di mettere un paio di pantaloni blu notte, una camicia azzurro chiaro, scarpe da ginnastica bianche e i miei immancabili occhiali da sole con le lenti scure. Se ci fossero stati dei paparazzi all'ospedale dovevo comunque apparire al meglio, era quella l'unica clausola che avevo accettato dopo la conversazione con Luke. Anche Amy era vestita in modo elegante ma per niente appariscente, capelli legati con una treccia che le ricadeva su una spalla, camicia verde scuro pantaloni lunghi e neri e le solite ballerine ai piedi. Avevamo deciso di rifare la stessa strada del giorno precedente per arrivare al centro città dove sicuramente avremmo trovato un taxi che ci avrebbe condotto all'ospedale. Dopo meno di mezzora il taxi accostò di fronte al parcheggio delle ambulanze, non molto distante dall'ingresso principale. Le previsioni di Luke si erano rivelate corrette, vicino alla porta c'erano un paio di donne ben vestite una delle quali aveva un imponente macchina fotografica professionale e poco distante un uomo calvo stava trafficando con una videocamera. Ormai non potevamo più tornare indietro, guardai Amy per tentare di rassicurarla e con un cenno del capo la incitai a seguirmi. Appena i giornalisti ci videro in lontananza iniziarono a filmare e a fare foto, potevo benissimo sentire il rumore della fotocamera che scattava ininterrottamente. La donna più alta e slanciata mi venne incontro trotterellando “Signor Hiddleston cosa ci fa qui in Italia in una piccola città come Mantova? Chi sta andando a trovare?” chiese con un pessimo inglese allungando verso di me un piccolo registratore. Sfoggiai quindi uno dei miei più smaglianti sorrisi e fece lo stesso anche Amy mentre passammo vicino a loro mi limitai a rispondere “...un amica! Grazie mille per essere venuti...arrivederci!” e sparimmo oltre all'enorme porta trasparente. Il peggio era passato, vidi distintamente Amy tirare un sospiro di sollievo però dovevamo ancora capire come fare per raggiungere la stanza di Marta. In Italia gli ospedali erano un vero labirinto e per noi due che non sapevamo neanche leggere il nome dei reparti era veramente difficile trovare la stanza in cui la nostra amica era ricoverata. Impiegammo un po' più tempo del dovuto ma alla fine, dopo vari tentativi arrivammo nel reparto giusto e trovammo Riccardo in corridoio mentre parlava con una coppia di mezz'età. La donna con cui stava parlando Riccardo era veramente molto simile a Marta, non tanto per l'aspetto fisico ma nel modo di parlare e gesticolare. Quando Riccardo incontrò il mio sguardo parve completamente sorpreso e con una faccia a dir poco allucinata ci salutò presentandoci la madre di Marta e il compagno. Cercai di essere più educato possibile ma la situazione era veramente imbarazzante anche perchè la signora non sapeva nemmeno una parola in inglese e continuava a ridere agitata senza sapere cosa fare o come comportarsi e io ed Amy continuavamo a sorridere come due ebeti. Iniziavo a pensare che non era stata una grande idea decidere di andare a trovare Marta, non volevo certo far impanicare tutti quelli con cui parlavo. “Oddio ragazzi grazie per essere venuti! Non dovevate davvero...ecco perché fuori stamattina c'erano i giornalisti! Cavolo che situazione assurda...comunque Marta sta bene! Sarà felice di vedervi...è qui dentro! Possiamo entrare anche subito...con lei c'è anche la bambina!” disse Riccardo indicando la porta alle sue spalle. Amy uggiolò estasiata quando apprese il sesso della piccola e ripose eccitata “Ah wow...allora è una bambina che bello! Non vedo l'ora di vederla...sarà piccolissima!” e si infilò immediatamente nella stanza. La camera era poco illuminata, c'era un forte odore di disinfettante ma il colore delle pareti e dell'arredamento rendevano clima allegro e famigliare a differenza degli altri reparti in cui eravamo incappati prima per sbaglio. Marta era seduta sul letto, in pigiama con le coperte tirate fin sopra lo stomaco, non aveva un gran bell'aspetto ma avevo subito pensato fosse una cosa normale visto che nemmeno 12 ore prima aveva partorito una bambina. Appena ci vide spalancò gli occhi come terrorizzata e si issò le coperte fin sotto il mento “Oh cavolo cosa ci fate qui? Che imbarazzo...non so che dire!” disse rivolta a noi e poi si girò di scatto verso il marito stizzita “...e tu perché diavolo non mi hai avvisato! Sono un mostro che vergogna!” piagnucolò. Sia io che Amy scoppiammo a ridere divertiti dalla relazione della neo mamma, mi avvicinai per appoggiarle delicatamente una mano sul braccio “Eh eh eh...non ti devi preoccupare! Guarda che meraviglia che hai fatto e poi mica devi andare ad una sfilata di moda no?!” le dissi cercando di tranquillizzarla mentre i miei occhi si erano posati su quella minuscola creaturina che dormiva placida nella culla vicino al letto. Aveva folti capelli neri, indossava una tutina tutta colorata decisamente troppo grande per lei che era veramente minuscola. Riccardo si avvicinò a noi che eravamo completamente imbambolati di fronte a quel bellissimo spettacolo, quando arrivò in prossimità della culla accarezzò dolcemente la testa della bambina che iniziò a mugugnare subito dopo il tocco del padre. “Ti prego Riccardo dimmi che non l'hai svegliata! Giuro che ti ammazzo se inizia a piangere...si è addormentata solo un ora fa!” disse Marta esasperata anticipando purtroppo quello che di li a poco sarebbe successo. Infatti dopo nemmeno un minuto la bambina iniziò a piangere, a strillare a squarciagola obbligando il padre a prenderla in braccio per cullarla e coccolarla. Erano veramente teneri assieme, Riccardo era spaventatissimo, si vedeva che non era molto abituato a maneggiare neonati ma nonostante tutto ci metteva impegno e buona volontà. Restammo così per parecchio tempo a guardare Riccardo che esasperato tentava di riaddormentare la piccola mentre sua moglie rideva assieme a me ed Amy del suo insuccesso. Parlammo un po' con loro di quello che era successo nelle ultime ore, anche perché non avevamo molta fretta e spiegai inoltre a Marta dei giornalisti e delle foto che mi avevano scattato “...purtroppo sanno tutto! Nel senso che ci hanno scoperto, ma non c'è nulla di male...ci ha fatto piacere venire qui! Poi lo sanno tutti che i divi di hollywood con i bambini fanno tendenza!” provai a scherzare tentando di tirarle su il morare perché continuava ad insistere che fosse tutta colpa sua. “Mi dispiace un sacco Tom, non doveva andare così ma Aurora ha voluto fare il suo ingresso trionfale anticipando di molto i tempi!” rispose desolata. Amy giocherellava con le piccole manine della bambina che continuava a strillare in braccio al padre mentre io mi sedetti sulla poltrona vicino al letto di Marta e scherzando le dissi con fare complice “Certo che avete scelto proprio il nome perfetto! Se posso permettermi non assomiglia per niente alla bella addormentata!”.

   
 
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