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Autore: Pletto_    03/12/2014    2 recensioni
01 - Holding hands
02 - Cuddling somewhere
03 - Gaming/watching a movie
04 - On a date
05 - Kissing
06 - Wearing eachothers’ clothes
07 - Cosplaying
08 - Shopping
09 - Hanging out with friends
10 - With animal ears
11 - Wearing kigurumis
12 - Making out
13 - Eating icecream
14 - Genderswapped
15 - In a different clothing style
16 - During their morning ritual(s)
17 - Spooning
18 - Doing something together
19 - In formal wear
20 - Dancing
21 - Cooking/baking
22 - In battle, side-by-side
23 - Arguing
24 - Making up afterwards
25 - Gazing into eachothers’ eyes
26 - Getting married
27 - On one of their birthdays
28 - Doing something ridiculous
29 - Doing something sweet
30 - Doing something hot
Tutte le shots saranno rigorosamente AU!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Fandom: Supernatural.
Rating: Verde limone (?)
Words: 1245
Note: Okay, ritardo ritardissimo. Ma sono tornata! Chissà se ho fatto un ritorno in grande stile? Non credo, però almeno è un capitolo moooolto più lungo del solito, quasi il doppio dei miei altri *festeggia* allora volevo ringraziare tutti, perché se sono arrivata fino al numero 20 (!!!!) sarà merito di qualcuno, mio non di certo, fosse stato per me avrei mollato al quinto capitolo xD, ringrazio chi recensisce, chi preferisce e segue perché siete tanti e non me lo aspettavo, questo capitolo forse un po' diverso dai miei soliti lo dedico a voi, gente che mi ha spinto, involontariamente, a continuare. GRAZIE! :**

 

-Ti prego Balthazar, non trascinarmi in uno dei tuoi soliti impicci, ti ho detto che non voglio venire a nessun corso, di qualsiasi cosa si tratta, non sono interessato.- si alzò dalla sedia su cui era seduto, cercando di sembrare il più duro possibile, Balthazar sapeva benissimo quali armi usare su di lui, anche al telefono.
-Cassie, mio caro, è solo una sera, due miserrime ore della tua intera esistenza, sprecate per un giustissimo fine.- iniziò l'amico dall'altro capo del telefono.
-E quale sarebbe questo “giustissimo” fine?- disse mimando le virgolette, pur sapendo che l'altro non avrebbe potuto vederlo.
-Non parlare con quel tono, e non sottovalutare il mio fine, cercare la dodicesima ragazza per il mio menage à douze non è cosa da poco conto.- l'altro sbuffò rumorosamente, poggiado la testa contro il muro, combattendo l'istinto di sbatterla ripetutamente contro quella superficie.
-E dove la vorresti trovare questa donna disposta a fare una cosa del genere con te?-
-Semplice, al corso di tango che si tiene sotto il mio ufficio il lunedì ed il giovedì alle otto di sera.-
Castiel ebbe un sussulto, tango voleva dire ballo, lui non era mai stato in grado di ballare, al massimo aveva ballato la coreografia di Thriller insieme alla sua amica Hannah nella sua stanza quando aveva 13 anni, ma non si era mai esposto al pubblico ludibrio e di certo non voleva iniziare ora, all'età di trentacinque anni, per colpa di Balthazar e della sua lista di cose da fare prima di morire.
-Balth...-
-Prima che tu dica qualcosa.- lo interruppe, -so quanto per te sia assurda questa situazione, ma ti prego Cassie, fallo per me, in onore della nostra duratura amicizia, di tutte le volte che abbiamo riso, di tutte quelle in cui ti ho consolato perché lo stronzo di turno ti aveva spezz...-
-Basta! D'accordo. Okay. Dimmi quando dobbiamo andare?-
-Sta sera.- fu la risposta secca di Balthazar, che non aspettò nemmeno la conferma di Castiel, poiché immaginava la rabbia che avrebbero scatenato quelle due piccole parole.

-Cassie, grazie al cielo sei venuto!- Balthazar lo salutò con uno dei suoi soliti abbracci.
-Avrei preferito non esserci, traditore.-
-Non lo dire neanche, Cassie, non ti tradirei mai e sai benissimo che se Gabriel non fosse in Lapponia a fare non so cosa tu non saresti qui.- disse scompigliandogli i capelli, per poi portare le mani sulle spalle ed allisciargli il trench. -Dai ora entriamo!-
La sala era calda ed accogliente, un grande specchio ricopriva interamente tutta la parete di fondo, un tavolino con sopra uno stereo era posizionato all'angolo opposto dell'entrata, una ragazza stava armeggiando con dei dischi, sicuramente l'istruttrice, alcune persone, perlopiù coppie di fidanzati, si stavano già scaldando in mezzo alla sala, Balthazar lo lasciò solo a contemplare la stanza, mentre lui andava ad approcciarsi con l'istruttrice.
Castiel si sedette sulla panca, le mani sulle ginocchia, in una posa che da bambino gli aveva fatto guadagnare il, terribile, soprannome di “Forest”.
-Bene signori, formate delle coppie, forza.- disse l'istruttrice dopo essersi schiarita la voce, e aver allontanato Balthazar con la mano, aveva una leggera sfumatura bordeaux sulle gote, mentre il biondo mostrava un sorrisetto soddisfatto sul suo volto, Castiel sorrise leggermente, rimanendo seduto, mentre vedeva le coppie formarsi.
-Ehi sei scoppiato?- chiese una voce alla sua sinistra.
-Come scusa?- disse Castiel girandosi verso la fonte della voce.
L'uomo sorrise e tese la mano verso di lui. -Scusami, non mi sono nemmeno presentato, sono Dean, e ti ho chiesto se per caso eri senza compagna.-
Castiel si guardò intorno, come per capire se il fatto che fosse seduto su una panca di legno da solo non marcasse con evidenza il fatto che fosse solo. -Sì, non ho la compagna, e penso tra l'altro che questa sarà la mia ultima lezione, visto che non so ballare.-
-Pensi di potermi fare un favore...?- chiese -Scusa ma non ricordo il tuo nome.-
-Castiel. Castiel Novak, non l'avevo detto. Penso di poterti aiutare, nei limiti del possibile.-
-Ho iniziato questo corso di tango con la mia ragazza, Jo, ma lei al momento sta male, ti dispiace se ti chiedo di concedermi i prossimi balli?- sorrise, allungando la mano verso di lui, accompagnando il gesto con un piccolo inchino.
La proposta lo prese alla sprovvista, non era venuto lì con l'intenzione di ballare, di certo non con un semidio fidanzato, ma quel ragazzo aveva un sorriso talmente ammaliante, che avrebbe convinto Castiel persino a rapinare una banca. Castiel si alzò, posando il trench e sistemandosi le pieghe, inesistenti, sul suo completo, era del tutto impreparato ad una lezione di ballo.
-Lo devo prendere come un sì?- di nuovo quel sorriso, che lo colpì in pieno stomaco, provocandogli una fitta, Castiel annuì ed avanzò leggermente di qualche passo, l'altro ragazzo, Dean, gli si mise di fronte.
-Non aver paura, guido io.- gli fece l'occhiolino, posando delicatamente la mano destra sul suo fianco ed afferrando la sua, facendo sussultare lievemente il moro.
-Scusa, non sono molto pratico.- abbassò lo sguardo sui suoi piedi.
Dean gli mise l'indice sotto il mento. -Non guardare in basso, guarda ovunque, ma non i piedi.- riportò la mano nella sua, ed avvicinò i loro corpi, facendoli aderire.
-Il tango è un ballo che esprime passionalità, e lo trovo dannatamente eccitante, quando due persone lo ballano la tensione sessuale che c'è tra loro sale alle stelle.- disse, gli occhi fissi in quelli di Castiel, cominciando ad accennare un paio di movimenti lenti, in modo da far abituare il compagno.
L'istruttrice diede il via alla musica, e Dean cominciò a seguire il ritmo, portando Castiel con sé.
-Alla base del tango c'è la totale sottomissione della donna.- disse nel suo orecchio, trasmettendo a Castiel una serie di scosse che gli arrivavano fino al bassoventre. -Un po' maschilista, forse.- continuò a parlare nell'orecchio.
Aveva ragione, la tensione saliva alle stelle, e Castiel sentiva sempre di più il bisogno della presa ferrea e rassicurante di Dean sui suoi fianchi, avrebbe potuto spogliarlo e farlo suo su quel parquet davanti a tutta quella gente. Fu un attimo, e si sentì soffocare, la frase che aveva detto ad inizio serata gli si materializzò nella testa.
La mia ragazza.
Chiuse gli occhi, e deglutì, smettendo di ballare, si allontanò da Dean, mormorando uno “scusa” affrettato ed uscì dalla sala di corsa.

-Cassie?- una voce più che familiare lo sorprese, mentre stava appoggiato alla sua macchina, inspirando ed espirando. -Che è successo? Ti ho visto molto affiatato con quel ragazzo, come mai sei scappato?- porse il trench coat a Castiel, tirando fuori una sigaretta dalla tasca.
-Avevi smesso.- constatò, infilandosi l'impermeabile.
-La carne è debole, Cassie, siamo uomini, esseri imperfetti.- lasciò uscire il fumo, seguendolo con lo sguardo.
Ci fu un momento di contemplazione, prima che Castiel riprendesse la parola. -Stavo entrando in un territorio fin troppo familiare, e non voglio farlo.-
-Che intendi?-
-Ho sentito la scossa.-
L'altro lo guardò interdetto. -È un male?-
-È fidanzato. E ho sentito la scossa.-
-Cassie, non pensarci.- disse portando un braccio attorno alle sue spalle. Castiel posò la testa sulla sua spalla.
-Hai trovato quello che eri venuto a cercare?- chiese.
-Ho la dodicesima persona.- disse soddisfatto. -Vedi Cas, anche se qualcosa sembra impossibile, può avverarsi. Magari quel tipo domani si lascia, e viene a cercarti a casa.-
-Come fai a dirlo?-
-È probabile che qualcuno possa avergli lasciato un biglietto con su scritto indirizzo.- ghignò, aspirando l'ultimo tiro e lanciando la cicca ai suoi piedi.

  
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