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Autore: Lady Stark    04/12/2014    1 recensioni
"Il mondo è un luogo così crudele"
Nel profondo ventre della terra, il ruggito di un drago risveglia la notte diffondendo in essa oscuri presagi.
Il sangue della vestale macchia gli affilati artigli della bestia, le catene che trattenevano la sua furia si sono ormai spezzate.
La sacerdotessa inneggia la sua preghiera alla ricerca di una giovane donna che rimpiazzi quello sfortunato destino fatto di violenza e dolore.
La musica di un sorriso che non ha mai conosciuto, condurrà Len in un lungo viaggio alla ricerca della sorella scomparsa tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un miracolo gelido come ghiaccio. ~ Chapter XII

 

-Dove diamine è questo nascondiglio, mago? Sicuro che tu non abbia visto male?- ansimò concitatamente Gakupo sollevando appena l'orlo sporco della sua vesta da consigliere.

Len rantolava alle loro spalle, reggendo con fatica il corpo febbricitante della guerriera; Alain era di fronte a loro con la pietra runica ben chiusa nella tasca della tunica.

-La mia magia non sbaglia.- ribatté stizzito mentre i suoi piedi si muovevano sempre più fiaccamente lungo il percorso di sassi ed infide radici sporgenti.

-Lo spero.-

Improvvisamente, proprio mentre quelle parole scivolavano fuori dalle labbra protese del consigliere, il suono scrosciante dell'acqua riempì l'aria assieme al frizzante odore di terra bagnata. Len socchiuse gli occhi quando un ventaglio di particelle liquide gli sferzò il viso accaldato dalla corsa.

I suoi occhi si dilatarono, stregati dallo spettacolo manifestatosi magicamente di fronte a loro.

Una bellissima cascata scrosciava su un muro di rocce verdastre di muschio, i riflessi cristallini dell'acqua erano intensificati dalla carezza del sole nascente.

Un ampio laghetto contornava il tutto, lambendo in piccole onde l'accozzaglia di rocce smussate.

Per quanto il paesaggio fosse ameno, la radura di bassa vegetazione e cespugli frondosi non sembrava celare nessun potenziale nascondiglio per quattro persone adulte.

-Mago!- tuonò il consigliere afferrandolo per il bavero della sudicia camicia; l'uomo lo allontanò prima ancora che le parole potessero schiaffeggiarlo.

-Silenzio, consigliere.- ringhiò digrignando i denti.

In passi lenti si accostò al lago, seguendo il filo evanescente dei ricordi lasciati dal suo piccolo amico d'aria.

Il mago scandagliò velocemente la zona senza però trovare quel che la sua magia gli aveva indicato; che si fosse davvero sbagliato?

I suoi incantesimi non aveva mai fallito e non voleva credere che in un momento tanto delicato la sua sapiente abilità l'avesse abbandonato.

Improvvisamente, un lampo di comprensione gli attraversò le tempie, facendo così sgorgare sulle sue labbra un trionfate sorriso.

-Venite qui, veloci.- ordinò ai suoi compagni prima di inginocchiarsi e toccare con le dita la superficie dell'acqua.

-Che diamine stai facendo?-

-Presta rispetto, uomo malfidato. Adesso vi porterò nel nostro nascondiglio.-

Il consigliere spostò il suo sguardo sulla distesa d'acqua gelida corrugando confuso le sopracciglia sottili.

-Non dirmi che..-

-Esatto, mio caro amico.- sibilò il mago prima di alzarsi facendo cenno a Len d'avvicinarsi.

Il ragazzo biondo fece come gli veniva ordinato, incapace ormai anche solo di articolare un pensiero coerente.

La stanchezza aveva ridotto le sue ossa in polvere, la sua pelle in una distesa dolorosa di ecchimosi e lacerazioni.

Il mago prese Meiko tra le braccia prima di deporla con attenzione sul terreno soffice presso la riva; le dita affusolate circondarono il suo viso in una carezza simile a quella di un amante.

Kaito chiuse gli occhi abbassando appena il capo, piccole rughe si arrampicarono sulla liscia pelle della sua fronte mentre una pulsante luce blu sfavillava tra i suoi polpastrelli.

Il consigliere trattenne il fiato quando una bolla d'aria scivolò a ricoprire l'epidermide della guerriera ferita.

-Ecco fatto. Così non dovremmo avere problemi nel trasportarla.- ansimò, asciugandosi con il dorso della mano un paio di fastidiose gocce di sudore. Alain si avvicinò curiosamente, le sue piccole dita cozzarono contro alla liquida superficie magica senza però riuscire a trapassarla.

-Sai nuotare?- chiese bruciapelo il mago, cercando gli occhi del curioso garzone.

Il bambino si irrigidì, continuando però a giocherellare indifferentemente con la scorza che baciava il viso di Meiko.

-Ce..certo!-

Kaito afferrò per un braccio il ragazzino voltandolo in sua direzione senza troppa gentilezza. Gli occhi chiari del bimbo si dilatarono per il timore quando il mago afferrò con la mano libera le sue guance.

Il consigliere fece un passo avanti, ringhiando come un padre protettivo.

Un paio di ruvide parole schioccarono sulla lingua protesa dello stregone; la magia rispose al suo misterioso richiamo, arricciandosi attorno alle sue dita serrate. Un'altra bolla d'aria inglobò dunque anche il visino di Alain che si ritrasse di scatto, toccando incredulo il piccolo palloncino che gli galleggiava attorno al capo.

-Ora possiamo andare.-

-Sei davvero una delle persone più strane che io abbia mai conosciuto.- borbottò il consigliere prima di sfilarsi dalla testa l'ingombrante veste talare. Len osservò stupito la tunica che sotto costituiva l'ennesima parte del ricco abbigliamento da mentore.

-Non guardarmi così. So benissimo che è ridicolo portare addosso tutti questi abiti.- commentò lui in uno sbuffo prima di sistemarsi l'indumento attorno alla vita.

Kaito si sistemò la sciarpa attorno alle spalle prima di immergersi con veloce sicurezza nello specchio limpido; le sue labbra furono scosse da un tremito.

Una breve risata eruppe dal suo petto, stemperando la vibrante tensione che gravava su di loro.

-E' gelida.-

-Zitto ed immergerti. Puzzi da fare schifo.- Scherzò Len prima di aiutare l'uomo a calare lentamente la guerriera nell'acqua. Kaito storse le labbra quando avvertì il peso dell'armatura gravargli addosso; ma oltre a quella piccola smorfia, non osò proferir parola.

Alain, Len e Gakupo si immersero subito dopo, cercando di non pensare all'abbraccio ghiacciato che mordeva la loro carne.

Le labbra del ragazzino si tinsero subito di una preoccupante sfumatura bluastra mentre Meiko gemeva, tremando per il violento sbalzo termico.

-Seguitemi.- sussurrò il mago prima di prendere un intenso respiro e sprofondare come un piccolo sasso blu verso il ventre del lago.

Alain strinse spasmodicamente la mano di Len prima di rincorrere nelle profondità oscure il compagno dai capelli color zaffiro.

Il giovane prese un bel respiro prima di farsi coraggio ed abbandonare la superficie.

Il buio lo inghiottì non appena il suo corpo scivolò verso il basso, lì dove i pesci sciamavano spaventati dalla presenza umana.

Per un attimo, Len credette seriamente di morire.

I suoi sensi vennero ferocemente annullati da quella prigione di acqua ghiacciata; le tenebre erano tutto quello che riusciva a percepire, il freddo stava lentamente creando una patina ghiacciata sulla sua pelle nuda.

Il fiato sfuggì dai suoi polmoni, materializzandosi in tante piccole bollicine sopra il suo capo; con due rapidi colpi di gamba cercò di tornare in superficie per riprendere fiato. Prima che potesse però allontanarsi troppo dal fondale melmoso, una mano artigliò il suo polso strattonandolo nuovamente verso il basso.

Len si dibatté terrorizzato; i polmoni gli dolevano per la mancanza d'aria, tutto il suo corpo fremeva per tornare verso la sicurezza dell'ossigeno.

Un altro violento strattone lo trascinò in fondo ed in quel momento, un paio di preoccupate e severe iridi violette si ancorarono al suo viso.

Solo in quel momento i muscoli del giovane sembrarono calmarsi.

Gakupo lo trascinò attraverso il breve tragitto che divideva il nascondiglio dal centro del lago. Len emerse in un concitato coro di colpi di tosse, brividi incontrollabili e palpitazioni accelerate; i suoi occhi dolenti si fissarono sul viso preoccupato dell'uomo che ancora lo sorreggeva.

Il luogo segreto che la magia di Kaito aveva miracolosamente trovato, era una larga piattaforma di pietra incassata nella parete esterna del lago.

Il mago, Alain e Meiko erano già al sicuro su di essa, tremanti nelle loro vesti fradicie ma finalmente al riparo.

-Tutto bene?-

-Sì, più o meno.- tossicchiò Len aggrappandosi alla struttura di pietra con entrambe le mani prima di tirarsi su con titanica fatica.

-Muovi i muscoli il più possibile. Devi riattivare la circolazione; sei stato troppo tempo in acqua.- sussurrò Kaito scrollando il capo fradicio per poi togliersi i vestiti di dosso e strizzarli nel lago. Len cercò di dar retta al consiglio del suo compagno, malgrado sentisse il dolore colpire con tanti spilli gelidi le sue fibre muscolari.

-Ho bisogno del vostro aiuto. Ora.- disse severamente il consigliere, cogliendo l'attenzione di tutti i presenti.

Meiko piangeva silenziosamente, chiusa nella sua prigione di strazio; tante piccole lacrime di sangue scendevano ad imbrattare il tessuto lacero e nero della sua casacca.

-Devo operare.-

-Qui?-

-Volete che muoia?- abbaiò frustrato prima di slacciare dalla cintola un'anonima sacca di pelle che sino a quel momento era rimasta nascosta sotto ai drappeggi della tunica talare.

Con un rapido movimento delle mani raccolse i capelli fradici tra gli spilli d'argento, per poi adagiare la sacca al suo fianco.

-Aiutatemi a slacciare la placca pettorale.- ordinò ancora bloccando all'altezza delle spalle le maniche della sua veste. Len sollevò con più delicatezza possibile il busto della donna mentre Kaito armeggiava con la fibbia.

Dopo qualche imprecazione, finalmente l'oggetto abbandonò il petto della donna.

Gakupo prese in prestito la lama del giovane dai capelli biondi, tagliando il tessuto sporco attorno alla spalla ferita.

Quando l'uomo scostò il lembo zuppo di sangue raggrumato, una smorfia di angoscia gli distorse le labbra.

-Il pugnale di quel pezzente era arrugginito.- sputò prima di controllare a che profondità fosse arrivata l'infezione.

Filamenti di denso materiale purulento scivolavano lungo la pelle lattea della donna, mescolati al liquido scarlatto.

-Alain, non guardare.- ordinò Len nell'accorgersi che il bambino si stava progressivamente avvicinando ai tre adulti concentrati.

-Non mi fanno impressione le ferite.- dichiarò piccato, appoggiando le manine contro ai fianchi.

Kaito sollevò il capo di scatto e con una sola, fulminante occhiata lo mise a tacere.

-Hai tutto l'occorrente qui?-

-Non ho le mie erbe..-

-Ti prego, non dirmi che non possiamo salvarla..- la voce del mago si incrinò sotto il peso lacerante del senso di colpa; le sue iridi ghiacciate si trasformarono in un vero e proprio turbine di emozioni contrastanti.

-Non posso garantirti che riuscirò a aiutarla, ma tenterò il possibile.- sussurrò prima di fare cenno ai due uomini di bloccarle le braccia per evitare che si muovesse durante l'operazione.

Il processo di purificazione della ferita fu lento e doloroso; Meiko gridò straziata ogni qual volta gli oggetti incidevano la pelle, eliminando parti putrescenti della ferita slabbrata.

Gakupo operava sapientemente i punti giusti, impedendo l'eccessiva fuoriuscita di sangue. Osservando quei lenti movimenti, Len comprese quanta conoscenza, abilità medica e passione si celasse dietro al viso austero dell'uomo.

Il mentore adagiò a terra i suoi strumenti incrostati di sangue, poi estrasse dal fondo della sacchetta una polverina verdognola.

-Avevi detto di non aver portato le tue erbe.-

-Questa è solo una formula cicatrizzante. Aiuterà la ferita a rimarginarsi più velocemente per impedire l'ingresso di altri agenti esterni.- la sua voce, solitamente così salda e sicura, venne scossa da un paio di stanchi sussulti.

Anche la pietra che componeva la pelle del consigliere si stava sgretolando sotto al peso della stanchezza.

-Non posso fare altro per lei.-

-Sì, invece. Domani andrò a cercare le erbe che ti servono.- disse d'un fiato Kaito prima di abbassare lo sguardo ed accarezzare con una mano la guancia pallida della donna.

-Lei mi ha salvato la vita. Ora tocca a me ricambiare il favore.-

Gakupo lo osservò in silenzio prima di togliersi anche la tunica fradicia. Qualche goccia d'acqua scivolò a lambire i pettorali dell'uomo che, rabbrividendo, si sedette a gambe incrociate sul terreno.

-Dobbiamo far si che i nostri vestiti si asciughino.-

-Accendere un fuoco qui sarebbe un suicidio.-

-La mia era una semplice affermazione. Come avrai perspicacemente notato, manca la materia prima per accenderlo, genio.- commentò acido l'uomo dai capelli viola prima di starnutire sommessamente.

-Qualcuno qui si è preso il raffreddore.- cantilenò lo stregone dondolandosi avanti ed indietro come un bambino. Len si svestì a sua volta, malgrado la sola idea di rimanere a petto nudo in quel buco umido lo agghiacciasse.

Kaito si sfregò le mani contro le spalle nella speranza di riscaldare almeno un po' la pelle intirizzita dal freddo.

-La via più semplice per riscaldarci..-

-Non osare neanche nominare quelle parole, consigliere. Altrimenti giuro che darò di stomaco.- borbottò rivolgendogli un'occhiata disgustata.

L'altro alzò istantaneamente gli occhi al cielo, stufo di sentir le risposte acide del fastidioso compagno dell'Est.

-Sono semplici tecniche di sopravvivenza.-

-Preferisco morire assiderato piuttosto che..-

Len si alzò in piedi di scatto, bloccando così l'ennesima, velenosa frecciatina del mago.

-Ragazzi, mi fareste la cortesia di smetterla? Siamo in una situazione difficile e comportarci da poppanti non ci aiuterà.- il giovane prese un bel respiro chinandosi in ginocchio di fronte allo stregone, che capricciosamente, voltò il capo dall'altra parte.

-Kaito, per favore.-

-Se credi che un paio di occhioni chiari possano muovermi dalle mie convinzioni, ti sbagli di grosso.- dichiarò schifato prima di abbracciarsi le ginocchia e sottolineare così il suo ostinato rifiuto.

Len si massaggiò le tempie, sinceramente esasperato da quel comportamento infantile; alla fine però decise di lasciar perdere, andandosi a sedere al fianco dell'altro uomo.

Alain li raggiunse di corsa accucciandosi tra loro come un piccolo pulcino tremante; Gakupo gli arruffò i capelli bagnati mentre respirava sulle mani chiuse.

-Lei si prenderà un raffreddore così.- constatò innocentemente Alain prima di tirare rumorosamente su con il naso. Len arrossì appena senza rispondere, il consigliere si schiarì la voce, ignorando la constatazione del ragazzino.

-Meiko ha problemi più gravi di un raffreddore da affrontare, piccolo.-

Il bambino si chinò in avanti, analizzando da vicino il volto coperto di sudore freddo.
Un'angoscia profonda congestionò il suo visino.

-Sopravviverà?-

Il silenzio piombò sui tre uomini pesante come un macigno.

Nessuno osò rispondere.

In quel momento, Meiko stava giocando una partita difficile con la morte ed i risultati sicuramente non vertevano a suo favore.

Alla fine, la voce di Gakupo risuonò cupa nel piccolo antro umido.

-Non lo so piccolo. Non lo so.-

 

   
 
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