Serie TV > Hélène e i suoi amici
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Autore: Magica Emy    04/12/2014    1 recensioni
Ricordate le vicende dei ragazzi di Hèléne e i suoi amici, simpatico telefilm andato in onda nell'ormai lontano 1995 per essere poi brutalmente interrotto solo poco tempo dopo? Bene, perchè in Francia invece non ha subìto alcuna interruzione bensì numerosi cambiamenti che lo hanno portato ad assomigliare a una specie di soap opera, con tanto di nuovi personaggi che mescolandosi agli storici si impegnano a vivere le proprie vite affrontando argomenti ben più seri di quelli a cui ci avevano abituati, poichè la storia continua 20 anni dopo. Attualmente in Francia sta andando in onda la settima stagione, ma gli attori son già pronti per l'ottava. Molte cose sono cambiate negli anni e questa fan fiction comincia proprio da qui... solo con qualcosa in più.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avrebbe voluto prolungare quell’abbraccio all’infinito, ma poi erano arrivati gli altri che tra parole e sorrisi l’avevano trascinata via con loro e quel magico momento in cui tutto sembrava aver finalmente acquistato un senso era stato brutalmente interrotto. Era sempre stato così tra loro, un’esplosione di emozioni contrastanti e difficili da contenere in quel semplice, piccolo scambio di affetto reciproco che nascondeva ben più di ciò che entrambi avrebbero voluto far credere. Sì, ormai lo sapeva bene e proprio per questo sarebbe rimasta al suo posto, perché non poteva permettere a se stessa di lasciarsi andare. Non ora che le cose erano cambiate.

- Sono così felice che tu sia qui, Johanna!

Hèléne continuò a stringerle le mani e a sorriderle per un tempo che le sembrò interminabile mentre anche lei ricambiava la sua stretta, sforzandosi il più possibile di concentrarsi sul viso dell’amica che tanto le era mancata pur di non incrociare lo sguardo di Christian, che a pochi passi da lei si preparava con gli altri a dipingere la parete di un tenue azzurro cielo e ogni tanto si voltava a guardarla, magari sicuro di non essere notato. Ma lei sapeva sempre cosa gli passasse per la testa, ormai era inevitabile. Comunque stessero le cose non ebbe però il tempo di rifletterci a lungo, poiché Hèléne passò gran parte della mattinata a trascinarla su e giù in un caotico e divertente tour della nuova casa fino ad approdare nella sua camera, ancora un po’ spoglia e priva di tende alle finestre ma ugualmente bella e accogliente. Johanna si sedette sul letto dell’amica, complimentandosi più volte con lei per l’arredo e tutto il resto, restando poi completamente senza parole quando la vide tirare fuori dall’armadio il suo sontuoso e scintillante abito da sposa.

- Oh Dio, è meraviglioso!

Disse, scrutandolo più da vicino e facendo ben attenzione a non toccarlo per evitare di rovinarlo. La immaginava già percorrere la navata centrale della chiesa con indosso quel favoloso vestito bianco. Era sempre stato il suo più grande desiderio quello di sposarsi in chiesa, ne avevano parlato tante volte da ragazzine e ora, grazie all’annullamento del precedente matrimonio che Peter aveva ottenuto quel sogno poteva finalmente trasformarsi in realtà. Ed era vero, Hèléne non stava più nella pelle, anche se una piccola parte di lei non poteva fare a meno di provare un po’ di paura al pensiero che la sua vita sarebbe cambiata di lì a poco. Chissà come sarebbe stato diventare la moglie di Peter, dirigere l’azienda insieme a lui e magari a tempo debito donargli anche un figlio. Bè, forse era troppo presto per pensare a questo. E poi mancava ancora un mese al matrimonio, un sacco di tempo per decidere e sistemare per il meglio ogni cosa. Tranne una, perché quella doveva essere fatta immediatamente. Non poteva più aspettare, era anche per questo motivo che aveva chiesto a Johanna di raggiungerla un po’ prima del fatidico giorno.

- Sono felice che ti piaccia. Sai, Peter non ha voluto che indossassi quello dell’altra volta. In certi momenti diventa scaramantico, così ha deciso di regalarmene un altro.

- E direi che ha fatto proprio bene. Quello che è successo l’ultima volta non è stato affatto piacevole.

La giovane americana ricordava ancora bene quanto l’arrivo di Audrey, piombata improvvisamente tra loro per interrompere la cerimonia avesse stravolto l’umore di tutti nel giro di pochi minuti, in quel lontano giorno di ormai due anni fa. Ma stavolta sarebbe stato diverso, quella brutta storia ormai apparteneva al passato e niente e nessuno si sarebbe più messo tra di loro. I suoi amici avrebbero coronato il loro sogno d’amore, e lei non poteva che essere tanto felice per loro. Osservò a lungo le mani di Hèléne tamburellare nervosamente sulla scrivania prima di decidersi a continuare a parlare, senza tuttavia riuscire a indovinare cosa avesse il potere di agitarla tanto. Già, non immaginava nemmeno lontanamente quanto l’amica l’avrebbe sorpresa di lì a poco. Hèléne prese coraggio, tossicchiando nervosamente e riponendo via il vestito prima di sederle accanto mentre l’altra la scrutava con attenzione.

- In realtà sei la prima a cui ho mostrato il mio abito da sposa, e c’è un motivo per questo. Tu sei l’unica persona in grado di comprendermi e supportarmi davvero e ci riesci meglio di chiunque altro, noi due abbiamo sempre avuto un legame speciale ed è proprio in considerazione di tutto questo che vorrei…che mi facessi da testimone alle nozze.

Ecco, l’aveva detto finalmente. Non era stato poi così difficile, e ora che ci pensava bene sicuramente meno complicato che contenere l’immensa gioia di Johanna che raggiante si era messa a saltare da una parte all’altra della stanza, segno evidente che nonostante gli anni trascorsi non era affatto cambiata, prima di stringerla in un forte abbraccio che la colse di sorpresa, facendola ridere.

- Oh Hèléne, sarebbe un onore per me, io…non so proprio cosa dire…

- Di’ solo di sì.

- Ma sì, certo che sì!

La sentì esclamare mentre la guardava asciugarsi una piccola lacrima di commozione. Era così felice che la sua migliore amica avesse pensato a lei per ricoprire un ruolo così importante, e avrebbe fatto di tutto per esserne all’altezza. Ottima osservazione, ma come avrebbe potuto senza il vestito giusto? Non poteva indossare quello che si era portata dietro, non lo riteneva adatto. Ma poco male, aveva ancora tutto il tempo per decidere con calma il da farsi. Più tardi evitò accuratamente di percorrere l’immenso salone dove sapeva che i ragazzi stavano lavorando, non aveva nessuna voglia di incontrare Christian. Era già difficile sopportare di trovarsi sotto lo stesso tetto, e se avesse saputo prima che lui avrebbe passato lì tutto quel tempo avrebbe sicuramente preso una camera in albergo. A quel punto però sarebbe stato difficile spiegare a tutti il perché di quella decisione, dopotutto la casa era abastanza grande per ospitare almeno cinquanta persone tutte insieme e…bè, era comunque contenta di non averlo fatto. Passeggiò quindi per la spaziosa cucina, chiacchierando a lungo con Laly che impegnata a preparare una golosa torta al cioccolato per festeggiare il suo ritorno le raccontò dell’incontro avuto con Antonio, il padre di suo figlio, che presto aveva messo in crisi il suo rapporto con John spingendolo quindi a lasciarla. Era andata così, tra loro era finita e se da un lato Johanna fu molto dispiaciuta di apprendere questa triste notizia dall’altro si sentì sollevata, perché fu proprio in quel momento che comprese davvero che l’amica, aprendole il suo cuore per confidarle ogni cosa si era definitivamente lasciata alle spalle la tremenda discussione che le aveva viste protagoniste solo qualche tempo prima, e che aveva rischiato di rovinare per sempre la splendida amicizia che le legava. Si trattenne con lei ancora per un po’ prima di decidere di ritirarsi in camera sua per riprendersi dalla stanchezza del lungo viaggio affrontato, ma appena uscita dalla cucina si ritrovò davanti John e non ebbe nemmeno il tempo di esserne sorpresa che lui la strinse subito in un lungo e caloroso abbraccio che per un attimo riuscì a metterla in imbarazzo, poiché ricordava ancora bene il bacio che si erano scambiati in quel piovoso pomeriggio ormai lontano. Ma era stato un errore, un terribile errore di cui in seguito si era tanto pentita e che aveva commesso in un momento di pura confusione e…dolore. Non lo avrebbe mai ammesso, neppure a se stessa, ma la consapevolezza di aver perso per sempre Christian l’aveva convinta a sforzarsi di andare avanti, per provare a dimenticarlo. E non solo lo aveva fatto nel modo sbagliato, ma non c’era nemmeno riuscita. Che stupida.

- Johanna, che incantevole sorpresa! Sei qui per il matrimonio, vero? A quanto pare sarà l’evento del secolo!

Era affascinante John, non poteva certo negarlo, e quando si offrì di portarle di sopra la valigia non seppe dirgli di no.

- Questa casa è così grande che ci vorrebbe un ascensore!

Esclamò allegra cercando di smorzare la tensione provocata da quegli occhi ardenti, che non smisero mai di seguire ogni suo movimento per tutto il tragitto fino alla sua stanza. Strada facendo incrociò Olga e Benedicte per le scale e fece loro un breve cenno di saluto. Accidenti, quella casa era un porto di mare e c’era sempre gente dappertutto, chissà se si sarebbe mai abituata a tutto quel continuo trambusto. Lo trovava difficile, a Houston viveva da sola ormai da troppo tempo. La compagnia comunque le piaceva, anche se in quel momento avrebbe davvero fatto di tutto per sfuggire alle attenzioni del suo accompagnatore, che ora si facevano via via più insistenti.

- Grazie per avermi aiutata con la valigia, puoi metterla giù adesso.

Gli disse evitando di incrociare il suo sguardo mentre indicava un punto del pavimento poco distante, una volta raggiunta la camera indicatale da Hèléne. Era spaziosa, ben arredata e con un piccolo vaso di fiori variopinti che appoggiato sul comodino, vicino al letto faceva bella mostra di sé. L’amica aveva proprio pensato a tutto, e in un attimo si sentì subito a casa.

- Che dire? Bentornata a Parigi, un’altra volta sola a quanto vedo.

Disse John, assolutamente incapace di toglierle gli occhi di dosso. Era stata proprio una piacevole sorpresa ritrovarsela di fronte così all’improvviso, e adesso era così preso da lei da dimenticarsi completamente del vero motivo per il quale si trovava lì. Ma i ragazzi avrebbero anche potuto fare a meno di lui, ridipingere una parete non era poi così complicato. Le sorrise avvicinandosi lentamente, d’un tratto ansioso di ridurre il più possibile la distanza che li separava.

- Già, bè…mi è dispiaciuto sapere che hai rotto con Laly.

La sentì mormorare con voce incerta, forse desiderosa di cambiare in fretta argomento. Probabilmente doveva averla messa in imbarazzo con l’affermazione di poco prima, ma non era sicuro che gli importasse più di tanto dopotutto. La sua sola presenza bastava già a mandarlo in tilt, e poi…perché adesso si era messa a parlare di Laly? La sua ex era sicuramente l’ultimo dei suoi pensieri, e glielo avrebbe dimostrato molto presto.

- È curioso sai, perché a me invece non dispiace per niente. E tu sei ancora più bella di quanto ricordassi.

Disse infatti, facendosi sempre più vicino e costringendola così a indietreggiare di qualche passo fino a bloccarla contro la parete. Il suo corpo ora la sovrastava e lei ebbe appena il tempo di accorgersene che sentì le sue mani prendere ad accarezzarle il viso con studiata lentezza, prima di percorrere i suoi fianchi ben modellati per attirarla a sé con decisione e sfiorarle le labbra con un bacio. Un bacio che fu svelta a interrompere, voltando la testa dall’altra parte e scostandolo da sé dolcemente ma con fermezza per costringerlo ad allontanarsi. Che cosa di era messo in testa? Non era proprio il caso, né adesso né mai.

- John, io…sono molto stanca ora e vorrei riposare un po’, se non ti dispiace.

Disse cercando di imprimere convinzione alla sua voce e lasciandolo spiazzato, invitandolo quindi a lasciare la sua camera nel più breve tempo possibile per non essere costretta ad aggiungere qualcosa di spiacevole che magari avrebbe finito col ferirlo. Ma lei non voleva fargli del male, non voleva far del male a nessuno e l’unica cosa che desiderava era essere lasciata in pace. Non aveva affrontato quel lungo viaggio per tornare a incasinarsi la vita o, peggio ancora, per rovinare quella di qualcun altro. Aveva imparato la lezione, andava bene così.

- Oh…certo, come vuoi. Allora a più tardi.

Lo sentì rispondere inarcando le sopracciglia con aria perplessa prima di infilare la porta, stringendole appena il braccio in segno di saluto. Non era del tutto sicura che avesse recepito il messaggio, ma non le importava. Improvvisamente aveva un gran mal di testa ed era più che convinta che il fuso orario c’entrasse ben poco. Attese che John si allontanasse e si richiuse la porta alle spalle, o almeno è quello che provò a fare perché, non appena lo vide, tutti i suoi buoni propositi crollarono miseramente. Christian era in piedi di fronte a lei, e il lampo di rabbia e delusione che lesse nei suoi occhi inquieti la ferì più di quanto potesse immaginare, gelandole il sangue nelle vene.

   
 
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