Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: SaraJLaw    04/12/2014    4 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIII


Era una splendida mattinata e il sole riscaldava con i suoi raggi la pelle di Christian mentre si dirigeva con passo svelto verso la libreria. Le sue labbra erano piegate in un sorriso che, dalla sera prima, non accennava ad andarsene; era impaziente di rivedere Elsa e il ricordo della sua bocca fredda e timida contro la propria non faceva altro che renderlo ancora più desideroso di stringerla tra le braccia. In poco tempo era diventata una presenza costante nella sua vita e non poteva non ritenersi fortunato nel constatare che anche lei provava qualcosa nei suoi confronti, che non l'avesse respinto quando si era avvicinato un po' di più e che volesse trascorrere altro tempo con lui.

Quando aprì la porta della piccola libreria, Christian venne accolto dal sorriso gentile della signora Wright, che stava scrivendo qualcosa su un registro dietro la cassa.

<< Ciao Christian, buongiorno! >> lo salutò con allegria.

<< Buongiorno a lei. Come sta? >>

<< Non c'è male ma sai, è sempre difficile riprendere a lavorare il lunedì! >>

Il ragazzo ascoltò la risposta della signora ma non riuscì a evitare di dondolare con impazienza prima su un piede poi sull'altro, e Leah se ne accorse subito perché gli fece l'occhiolino con aria complice e indicò gli scaffali dietro di sé, dall'altra parte del negozio.

<< Elsa è lì dietro. >>

Christian annuì con riconoscenza e subito si diresse in quella direzione, dove la ragazza stava incollando le targhette con i prezzi sui libri e gli dava le spalle, ignara della sua presenza. Si avvicinò lentamente, senza far rumore e allungò le braccia per coprirle gli occhi con le mani, facendo del suo meglio per non ridere.

Elsa sobbalzò, sorpresa.

<< Ma cosa... >> cominciò a dire.

Il ragazzo sentì subito dopo le sue dita fredde sfiorargli le mani con delicatezza, quasi avessi paura di fargli male; il suo cuore iniziò a battere come impazzito appena Elsa posò le mani sui suoi polsi, stringendoli un po' per scoprire gli occhi e voltarsi verso di lui, sorridendogli immediatamente. Christian rimase ancora una volta abbagliato dalla bellezza della ragazza che si trovava così vicino a lui, tanto che riusciva a sentire il suo respiro freddo sul volto. Ciò però non gli dava fastidio, anzi, gli faceva desiderare ancora di più di baciarla. E così fece.

Chinò la testa e poggiò le labbra su quelle morbide e fredde di Elsa, che dal canto suo strinse le mani di Christian e mosse le braccia facendo in modo che l'abbracciasse da dietro; il giovane mugolò sorpreso, visto che non si aspettava tanta confidenza da parte di Elsa. Schiuse le labbra per accarezzare le sue con la lingua, che incontrò quella della giovane appena lei aprì la bocca, presa in contropiede dalla passione che lentamente si stava impadronendo di entrambi. Christian la strinse ancora di più contro il suo petto e piegò maggiormente la testa per approfondire il bacio, mentre tracciava dei cerchi invisibili sul dorso delle sue mani.

La ragazza fu la prima a interrompere il contatto e si girò fino a trovarsi faccia a faccia con Christian per sfiorargli la linea della mascella con l'indice, provocando un brivido lungo la schiena del ragazzo, il quale le sorrise dolcemente.

<< Buongiorno. >> mormorò.

Lei arrossì di colpo, come se avesse appena realizzato quanto profondo e appassionato fosse stato il loro bacio, ed evitò il suo sguardo mentre sussurrava un timido “buongiorno” in risposta.

<< Hey. >> disse allora Christian, alzandole il volto con un dito sotto il mento fino a incontrare i suoi occhi blu ghiaccio. << Che ti prende? Credevo fossi contenta di vedermi. >> continuò, pizzicandole scherzosamente un fianco e riuscendo a farla ridere un po'.

<< Certo che sono contenta. È solo che... >> e si schiarì la gola, senza proseguire.

Christian rimase in attesa, continuando a fissarla, e inarcò un sopracciglio quando Elsa strinse i pugni e li nascose velocemente dietro la schiena; si chiese cosa potesse averla resa così nervosa e imbarazzata all'improvviso, e allo stesso tempo una parte del suo cervello realizzò quanto la temperatura dell'ambiente fosse scesa di colpo, come se il sistema di riscaldamento avesse smesso momentaneamente di funzionare. Tuttavia tutti quei pensieri scomparvero di colpo appena la sentì sussurrare qualcosa a voce talmente bassa che non riuscì a cogliere neanche una parola.

<< Come? >>

Elsa strinse gli occhi e irrigidì ancora di più spalle e braccia.

<< Non ero mai stata baciata così! >> esclamò, praticamente urlando.

Christian rimase interdetto per un attimo però non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere, ma si affrettò a portare entrambe le mani contro la bocca appena la ragazza gli lanciò un'occhiata di rimprovero, risultando però ancora più adorabile.

Quindi quello di ieri è stato il suo primo bacio? Oh oh.

Decise di metterla a suo agio raccontandole un episodio della sua adolescenza di cui non andava fiero. Per niente.

<< Sai che quando sono stato baciato per la prima volta con la lingua sono quasi svenuto? >>

Elsa inarcò un sopracciglio, chiaramente incuriosita, e rilassò un po' le spalle, pur continuando a tenere le braccia strette al petto. Il ragazzo giudicò quel piccolo cambiamento un buon segno e continuò.

<< Avevo quattordici anni ed ero una vera frana. C'era questa ragazza, Emily, che era la più bella del mio anno e avevo una cotta per lei dalle medie. Una sera ci siamo ritrovati a una festa organizzata a casa di un amico in comune , e mentre giocavamo a “obbligo o verità”, lei ha dovuto baciarmi. Per fortuna ero seduto, altrimenti mi sarei ritrovato a terra. >>

Christian sorrise soddisfatto quando Elsa si abbandonò a una risatina divertita e si avvicinò a lui, poggiando le mani sulle sue spalle; nonostante il maglione e il cappotto che indossava, poteva chiaramente avvertire quanto fossero fredde, più del solito.

Ma com'è possibile?

<< Quindi stai dicendo che ho reagito bene? >> gli domandò, mordendosi il labbro inferiore in una maniera che fece ribollire il sangue nelle vene del ragazzo.

<< P-più che bene, sì. >> rispose con qualche difficoltà, piacevolmente distratto dalle sue dita che erano salite per accarezzargli i capelli sulla nuca.

Potremmo inventarci una scusa e andare nel suo appartamento, così... Aspetta, che?! Calmati idiota!

<< Ti chiedo scusa. >> disse la giovane di punto in bianco, e poggiò poi la fronte contro il suo mento.

Christian la strinse immediatamente tra le braccia, preoccupato per quell'improvviso cambiamento.

<< Che hai? >>

<< Non avrei dovuto reagire così, insomma, non fraintendermi... Mi piace baciarti. >>

Lui rimase in silenzio perché sospettava che avesse altro da dire, e infatti aveva ragione.

<< Io... Ci sono così tante cose che non sai di me Christian. Mi rendo conto di comportarmi in modo strano ma non è facile... >>

Colpito dalle sue parole e dalla sua voce triste, piena di dolore, le prese il volto tra le mani e la guardò negli occhi.

<< Che stai dicendo? A tutti può capitare di avere degli sbalzi d'umore, non devi scusarti per questo. >>

Elsa strinse le spalle e si voltò, allontanandosi di qualche passo.

<< Magari fosse così semplice... Credimi. >> mormorò a voce così bassa che sembrava più rivolta a se stessa che a lui.

<< E allora com'è? >> domandò Christian raggiungendola e posandole una mano sul braccio. << Permettimi di aiutarti. >>

Elsa si voltò, le sopracciglia corrugate e le labbra strette in un'espressione di vero e proprio dolore.

Cos'è che non vuoi dirmi?

<< Non posso. >> disse con voce spezzata. Gli occhi le brillavano, ma non di felicità come il giorno prima. Quelle erano lacrime a stento trattenute.

Christian si sentiva impotente di fronte a quello sguardo. Non sapeva cosa le stesse passando per la testa e aveva la netta sensazione che lei avesse paura di spaventarlo, e che in qualche modo stesse anche cercando di fargli capire che avere a che fare con lei fosse tutt'altro che facile. Era come se una parte di lei volesse aprirsi ma l'altra puntualmente le ricordasse che non poteva. Quel conflitto Christian lo stava vedendo avvenire sul suo volto, con quelle labbra strette che combattevano contro la volontà di liberarsi di un peso, gli occhi lucidi che sembravano nascondere un dolore così profondo da rischiare di spezzarla in due.

Io ci sono per te.

Christian l'abbracciò e lei nascose il volto contro il suo collo. Le parlò con calma mentre le accarezzava dolcemente la schiena per tranquillizzarla.

<< Ascoltami bene, perché non te lo ripeterò un'altra volta. Qualunque cosa ti porti dentro l'affronteremo insieme, ok? Sei troppo importante per me e quando vorrai dirmi cosa ti tormenta io ti ascolterò, ma fino ad allora voglio solo passare più tempo possibile con te. Capito? >>

La sentì annuire contro il suo collo e il suo cuore si strinse nel vederla così fragile. Le baciò la tempia e portò poi le labbra contro il suo orecchio.

<< Non devi avere paura, ci sono io con te. >>

Elsa si scostò quel poco che bastava per guardarlo, e prima che potesse dirle qualcos'altro, Christian venne sorpreso dalla foga e l'urgenza delle sue labbra che si muovevano esigenti contro la propria bocca . Lui ricambiò, stringendola contro il suo petto, passando le dita tra i suoi capelli biondi, e ricevette in riposta un sospiro di apprezzamento mentre gli mordeva leggermente il labbro inferiore.

<< Elsa! Puoi venire qui, per favore? >> chiamò la signora Wright.

I ragazzi interruppero il bacio e si sorrisero, sentendosi dei bambini ripresi dai genitori.

<< Arrivo! >> urlò di rimando Elsa, che si sistemò velocemente i capelli prima di guardare Christian di nuovo.

<< Devo andare. >>

Lui annuì e le accarezzò una guancia prima di baciarle la punta del naso.

<< Vuoi venire a cena da me venerdì? >>

Elsa gli regalò un sorriso talmente luminoso che avrebbe potuto illuminare una città intera e si alzò in punta di piedi per baciarlo velocemente sulle labbra.

<< Non vedo l'ora. >> disse con voce bassa e sensuale.

Christian la baciò un'ultima volta e l'accompagnò dalla signora Wright, che squadrò con lo sguardo di chi la sa lunga prima le loro dita intrecciate poi le loro labbra leggermente gonfie.

<< Ci vediamo Leah. >> la salutò il ragazzo.

<< Buona giornata! >> gli rispose, passando delle ricevute a Elsa mentre due clienti entravano nella libreria.

La ragazza guardò Christian ancora una volta e ammiccò sorridendo prima di prestare attenzione a ciò che le veniva detto.

Il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle e si avviò verso il bar, sapendo che quella settimana sarebbe passata troppo lentamente. Venerdì avrebbe avuto un'ospite speciale e voleva che tutto fosse perfetto per lei.

Elsa. La mia ragazza.





Buon pomeriggio!!!

Qui sta diventando evidente che presto Christian ed Elsa dovranno fare i conti con la verità. Cominciamo a vedere i primi segnali .-. Anyway, che ve ne pare? Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando! ;)

Un bacione,

Sara

  
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