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Autore: Foglia 21    04/12/2014    1 recensioni
Può un sentimento superare l'ostacolo dell'odio e del passato? Può un'unione erigersi sulle fondamenta del sospetto e della diffidenza? Può l'orgoglio di due Re inchinarsi per favorire l'amore? Solo il tempo potrà dirlo.
"Fu in quella prigione buia che raggiunse la consapevolezza. Mentre litigavano, aveva visto, nell'attimo in cui gli aveva mostrato il suo vero volto, anche uno squarcio della sua anima. Quell'anima ora la sentiva vicina, lo aveva stregato."
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Legolas, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il male stava crescendo e Thranduil sentiva chiaramente che la foresta soffriva. Gli alberi fremevano e gli animali tacevano, rintanandosi negli antri più bui. L’oscurità si addensava e una tempesta stava per scoppiare: una tempesta di fuoco.
Diede l’ordine di produrre altre armi e ben presto l’antico palazzo elfico risuonò di quella nuova e frenetica attività.
“Padre, cosa intendi fare? Perché hai impartito questo nuovo ordine?” Legolas era seduto assieme a lui nella sala da pranzo e osservava il padre mentre quest’ultimo giochicchiava con il cibo nel suo piatto, senza tuttavia mangiarlo. Era un comportamento poco regale, ma egli lo faceva spesso quando qualche pensiero lo tormentava.
“Sotto la Montagna c’è qualcosa che mi appartiene e intendo lottare per riaverla.”
“Pensi che i Nani riusciranno ad eliminare il drago?”
Thranduil posò lo sguardo sulle colonne di tronchi intrecciati e rimase in silenzio per qualche minuto. “No, non saranno loro a farlo!”. Detto questo si alzò e camminò fino alla terrazza, che guardava sul bosco. Da lì non poteva intravedere il lago, ma immaginava comunque i riflessi del tramonto sull’acqua.
“Si può sapere perché ultimamente sei diventato così criptico?” Legolas detestava non avere le idee chiare.
“Trovo inopportuno rivelarti certe informazioni prima del dovuto.”
“Ma cosa diamine ti ha fatto quel nano?”
Thranduil lanciò al figlio uno sguardo gelido. “Non osare mancarmi di rispetto, Legolas! Ricorda sempre chi sono!”
“Anche tu! Sono tuo figlio, con me puoi parlare!”
L’altro sospirò. “Quando i Nani sveglieranno il drago, egli cercherà la sua vendetta. Attaccherà la città degli uomini e noi saremo in allerta, aspettando il momento di agire.”
“Correremo in loro aiuto?”
“Non intendo immischiarmi in uno scontro diretto con un drago, sarebbe un massacro. Tuttavia interverremo per offrire viveri e riparo e garantirci l’appoggio del Governatore.”
“Cos’è che ti interessa tanto nel tesoro di Erebor?”
“Tempo fa Thròr mi ha sottratto qualcosa di molto prezioso, legato al mio passato.”
Legolas lo fissò incuriosito, aveva capito di cosa si trattava. “E intendi recuperare quel qualcosa anche se significherebbe mettersi contro Thorin?”
“Sono già contro Thorin.”
“Non ne sono certo.”
Thranduil sogghignò: il figlio stava diventando più perspicace, anche se la cosa non era sempre positiva. Alzò una mano e gli scostò le lunghe ciocche bionde dal viso, facendolo sorridere. “Fidati di me!”
“Non c’è bisogno che tu lo dica.”
 
Thorin era rimasto abbagliato dall’enorme tesoro contenuto nelle sale di Erebor, sotto le grinfie del potente Smaug. Non era più lui il nano che aveva puntato la propria lama alla gola dello scassinatore, nel tentativo di sapere se avesse trovato l’Archengemma. L’unica cosa che gli interessava ora era di entrarne in possesso e confermare così il proprio dominio sulla Montagna.
Una rabbia inumana lo animava mentre correva, assieme agli altri nani, cercando di evitare la furia del drago che distruggeva qualsiasi cosa gli sbarrasse il cammino, tentando di seppellirli sotto le macerie. Capì in un attimo di doverlo attirare in una trappola, e cercare di sommergerlo sotto a una cascata di metallo fuso. Sarebbe stata una scena spettacolare.
Gli urlò contro tutta la sua rabbia, così forte da rimanere senza aria nei polmoni e con la gola bruciante. Poi agì e il drago venne sommerso da una cascata dorata, prodotta dagli ingegnosi macchinari nanici. Il pensiero di aver vinto la battaglia lo sfiorò solo per un secondo, prima di essere infranto.
L’enorme essere emerse ruggendo, completamente ricoperto d’oro, e fuggì urlando vendetta.
Sotto gli occhi allibiti del gruppo si diresse verso Pontelagolungo. Thorin invece ritornò alla stanza del tesoro.
 
Ederil osservò il figlio con affetto. Il giovane era venuto a trovarla nelle sue stanze e aveva espresso le sue preoccupazioni verso il padre, ritenendo un pericolo la sua infatuazione e il suo morboso attaccamento al passato.
“Non credere che tuo padre sia uno sprovveduto, Legolas. Non agirà solo per il passato, ma anche per il futuro. Gli Elfi di Bosco Atro non possono tacere di fronte a una così grave situazione. Dobbiamo occupare una posizione salda di fronte ai cambiamenti che stanno per avvenire…”
“D’accordo, ma che mi dici del Nano? Sai quanto è pericoloso per un elfo infatuarsi di un essere mortale…”
Ederil fece per rispondere ma fu interrotta da una guardia che irruppe nella stanza.
“Principe Legolas! La città degli uomini è stata attaccata! Il Re ha ordinato di predisporre la partenza dell’esercito per le prime luci dell’alba!”
Legolas annuì e lanciò un ultimo sguardo alla madre prima di uscire.
“E così comincia…” Borbottò l’Elfa, oramai sola.
 
 
  
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