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Autore: Rohan    04/12/2014    4 recensioni
| Mini-Long | Gohan/Videl | Interamente dedicata a Niky Son |
[Dal testo del primo capitolo:
Ma perché rischiare la vita per qualcuno che non si fa scrupoli a rendere un inferno quella di qualche suo simile.
Perché combattere per degli ingrati che causano dolore?
Perché gli uomini erano così... stupidi?
]
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Videl | Coppie: Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lui annuì a testa bassa. «È che non sapevo dove andare... quindi... boh, mi inventerò qualcosa» disse a voce bassa, per poi alzare il viso per guardarla negli occhi. «Posso lasciare la mia roba qui? Senza che tu la usi per accendere il forno, s'intende» chiese implorante.
Lei annuì, si girò ed entrò in casa.
Aveva intenzione di lasciare tutto fuori, okay.
***

Sospirò.
Era tutto il pomeriggio che cercava un albergo con una camera libera dove potesse passare la notte, ma niente, tutto al completo.
Non che Satan City straripasse di alberghi, ma era certo di aver commesso qualcosa di veramente grave visto che l'universo gliela stava facendo pagare in quel modo.
Insomma: quante probabilità c'erano che tutte le camere degli alberghi della sua città fossero pieni?

Uscì dall'ultimo albergo con il morale a terra.
Aveva perfino litigato con il proprietario per cercare di convincerlo a liberare una stanza per lui, ma adesso si sentiva solo un idiota per la sua insensata richiesta.
Si schiacciò una mano in fronte, capendo che la sua sfortuna quel giorno non era ancora finita.
"Ci mancava solo questa" pensò vedendo Fuko.
La giovane donna, dall'altra parte della strada, notò la sua presenza e non ci pensò nemmeno un attimo ad attraversare e ad andargli di fronte.
«Allora? Le hai parlato?» chiese senza nemmeno salutarlo.
La donna era seriamente preoccupata per la relazione di Gohan.
Capiva che parte della colpa era anche sua, ma non aveva la minimaidea di come rimediare.

Lui sospirò. «Sì» rispose vago,
La giovane si incuriosì. «E...?» lo incitò.
«E niente. Mi ha detto di andarmene e cercare di capire che cosa mi sta succedendo in questo periodo» disse senza guardarla negli occhi.
Fuko si limitò ad inclinare la testa di lato, con un'espressione talmente innocente da far ridere l'uomo preso da un attacco di tenerezza verso quella giovane.
«Posso essere del tutto sincero con te, vero?» chiese facendosi serio ad un tratto. La vide annuire e decise di continuare. Tanto ormai peggio di così non poteva andare. «Io... avrai capito che... insomma... tra noi...» arrossì di colpo, facendo imbarazzare anche lei. «Ecco... io... beh, non so ancora cosa c'è, ma... non sei una semplice amica» concluse tutto ad un fiato.
Fuko deglutì guardandolo negli occhi, senza sapere cosa fare in quel momento.
Gohan si morse il labbro inferiore ed abbassò lo sguardo. «Okay, non so come continuare» ammise facendola ridere.
Almeno con quella frase aveva spezzato quel silenzio imbarazzante-
«Vuoi parlare?» gli chiese lei.
Lui si limitò a guardarsi le scarpe, non sapendo cosa fare.
«Oh andiamo! Ormai il danno è fatto, tanto vale parlarne e basta» sorrise incitandolo.
Gohan annuì e seguì Fuko verso casa sua.
***

Era ormai sera e i due avevano totalmente cambiato argomento.
Non avevano neanche accennato alle parole dell'uomo, anzi sembravano essersene completamente dimenticati.
Avevano passato un pomeriggio tranquilli, chiacchierando e scherzando.
Avevano cenato e adesso si trovavano sul divano, l'uno accanto all'altro, con le mani che si toccavano fra loro.
Avevano cercato di afferrare il telecomando nello stesso momento e adesso si guardavano negli occhi, senza riuscire a muoversi.
Quel contatto era così dolce e protettivo che nessuno dei due aveva voglia di interromperlo, finché Gohan, ricordandosi che si era cacciato nei guai, si scostò guardando altrove.

«Anche Videl ha un cappotto di quel colore» disse senza pensarci due volte, indicando un cappottino nero con l'indice.
La giovane puntò lo sguardo sul lato opposto della stanza, dove in quel momento Gohan stava indicando, e rise. «Gohan, è nero... credo che il 99% della popolazione possieda un giubbotto nero» rise divertita.
Lui si grattò la nuca imbarazzato. «Videl dice sempre che quando devo spezzare la tensione dico le cose più stupide del mondo» disse a voce bassa, senza guardarla negli occhi.
Fuko rise di più. «Credo proprio che tua moglie abbia ragione» rispose facendolo imbronciare.
«Sei antipatica proprio come lei!» disse con tono da bambino, facendogli la linguaccia.
***

«Anche Videl ne ha uno simile»
«Ne ho comprato uno a Videl uguale, per il suo compleanno»
«Videl dice la stessa cosa»
«È lo stesso colore preferito di Videl»
***

Qualcosa non andava.
Era tutta la sera che ogni cosa gli ricordava Videl.
Okay, era sua moglie e l'amava, ma adesso che era lì con Fuko non faceva altro che pensare a lei.
Non per quello che era successo, ma perché lo faceva senza volerlo.
Il suo cervello, il suo corpo, il suo cuore... apparteneva tutto a quella donna e solo in quel momento si stava rendendo conto che quello che provava per Fuko non era niente che semplice amicizia.
Ma perché non l'aveva capito subito?
Semplice: si trovava in un momento particolare della sua vita e Videl non era riuscita a stargli vicino come pensava.
Questo aveva portato Gohan a pensare che forse sua moglie non era la donna della sua vita, ma non era così.
Videl era l'unica per cui lui stravedeva, per cui continuava a lottare e per cui avrebbe sacrificato tutto.

Si alzò di scatto dal divano, guardando la giovane. «Devo andare» disse serio, guardandola negli occhi.
«Dove?» chiese lei confusa. «Sta pure iniziando a piovere, rimani qui questa notte, ti sistemo il divano» continuò alzandosi anche lei.
«No, no» rispose scuotendo la testa. «Ti ringrazio con tutto il cuore, ma devo andare da mia moglie. Devo chiarire con lei» farfugliò mentre dentro di lui una marea di emozioni gli scombussolavano lo stomaco.
Sentiva ansia, felicità, tristezza, rabbia, euforia e non riusciva più a contenersi.
«Ma...» replicò flebilmente Fuko, abbassando gli occhi.
L'uomo si voltò verso di lei. «Cosa?» chiese curioso.
Lei si strinse nelle spalle. «Non dovevamo... parlare?» chiese a voce bassa.
Gohan sbatté le palpebre un paio di volte e poi si mise davanti a lei. «Grazie di tutto, Fuko, ma l'unica donna che amo è Videl e mi dispiace infinitamente di averti coinvolto in tutta questa storia» disse serio, alzandole il viso prendendole il mento con le dita. «Ti giuro che non ti ho mentito neanche una volta, che tutto quello che ti ho detto non era per prenderti in giro, ma lo sentivo davvero» proseguì. «Ti voglio bene, ma non ti amo e la donna che ho sposato sta soffrendo a causa mia» concluse baciandole la fronte e stringendola piano a sé.
Fuko sorrise a quelle parole. «Vai da lei, chiarite e fatti perdonare» gli sussurrò staccandolo da lei e guardandolo negli occhi con uno sguardo sincero.
Lui annuì e respirò profondamente. «Grazie di tutto» disse uscendo dalla finestra, spiccando il volo sotto la pioggia.
***

Volava veloce, mentre l'acqua gli cadeva addosso.
Doveva chiarire con sua moglie.
Doveva dirle che l'amava.
Doveva dirle che lei era l'unica donna della sua vita.
Ad un tratto si concentrò sulle sue azioni.
Aveva criticato la gente in quel periodo, pensava che parlasse senza pensare e senza sapere.
Pensava che la gente facesse sofrire chi gli stava intorno?
Le persone erano stupide?
E lui?
Son Gohan era nato sulla terra ed era un terrestre a tutti gli effetti.
Okay, aveva sangue Saiyan nelle vene, e allora?
Perfino suo padre, originario del pianeta Vegeta a tutti gli effetti, si considerava un terrestre.
Era solamente un ipocrita, uno stupido che non aveva capito niente della vita.

Atterrò di colpo sotto la finestra della loro camera da letto, urlando con tutta la sua voce il nome di sua moglie, facendola affacciare alla finestra.
«Che ci fai sotto la pioggia? Sei impazzito?!» gli chiese.
«Ti amo! Videl, io ti amo!» urlò con tutto il fiato, mentre le lacrime si mischiavano sul suo viso con la pioggia.
«Pazzo!» rise sentendo la sua voce tremante, capendo che stava piangendo. «Entra, ti apro, non rimanere lì» disse mentre qualche lacrima le rigava il viso.
Lui scosse la testa, fluttuò fino alla finestra e le saltò addosso, stringendola forte.
Lei indietreggiò di qualche passo, perdendo l'equilibrio, reggendosi sulle sue spalle.
«Ti amo, ti amo, scusa, ti amo, scusami, ti amo» ripeteva Gohan come un disco rotto, tenendola stretta al suo petto, appoggiando la fronte sulle sua spalla.
Lei tirò su col naso, sorridendo appena, mentre gli accarezzava i capelli bagnati. «Su asciugati, adesso parliamo» sussurrò staccandolo piano e portandolo in bagno.

***

«Gohan! Videl! Andiamo! Mi sembrate due mocciosi di dieci anni, smettetela! Mi farete fare brutta figura!» li rimproverò Goten, arrabbiato.
I due si fermarono, guardando il giovane.
Videl era appesa alla schiena di Gohan, tenendosi sulle sue spalle, mentre lui teneva le braccia all'indietro per non farla cadere.
«Non siamo bambini!» dissero all'unisono, iniziando a ridere di nuovo.
Goten si schiacciò una mano in fronte. «La mia nuova fidanzata sta per arrivare, la smettete?!» ringhiò.
Videl gli fece la linguaccia. «Se tu non facessi tanto il misterioso, noi ci comporteremmo meglio, ma visto che non vuoi dirci neanche il suo nome, ti arrangi!» disse solleticando il collo del marito con le dita.
«Questa è la prima volta che ci facciamo vedere insieme in pubblico ed ho proposto di venire qui pensando che voi foste responsabili e non l'avreste messa in imbarazzo!» li rimproverò, mentre si accingeva ad aprire la porta dove avevano appena bussato.
I due lo ignorarono bellamente, ritornando a camminare per tutta la casa in quelle posizioni, finché non videro la nuova fidanzata di Goten davanti alla porta.
Gohan lasciò cadere le braccia, senza reggere Videl, mentre lei strinse le braccia attorno al collo del Saiyan per non cadere, facendolo quasi strozzare.
Fuko, fasciata in un abitino verde, era davanti alla loro porta.
***

Gohan si sedette accanto a Fuko. «Goten non sa quello che è successo a noi, vero?» chiese.
Fuko gli sorrise. «Beh, in fondo è stato tutto solo un malinteso... non c'è stato niente tra di noi quindi potrei raccontarglielo come potrei non farlo» rispose pacatamente.
«Beh... malinteso o no, mi hai cambiato la vita» disse passando un braccio attorno alle spalle della donna, stringendola piano a sé.




















~Fine







Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! So di essere in estremo ritardo, ma volevo finire la storia con un unico capitolo... ci lavoro da due ore xD
Spero che il finale non vi abbia deluso e che non arriverete sotto casa mia con i pomodori marci (?)
Ricordo ancora che l'intera mini-long è dedicata a Niky Son e che il banner è stato fatto da Nede :)
Ringrazio tutti coloro che hanno inserito questa storia tra le preferite/ricordate/seguite, chi l'ha letta in silenzio e chi ha recensito ♥
Grazie dell'attenzione e per essere arrivati fin qui ♥



-Rohan♫ *e dal Gohan dentro l'armadio*
  
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