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Autore: scemina    04/12/2014    0 recensioni
Non era finita.. Voldemort era morto, Piton e Silente anche, la battaglia si era conclusa ma l'avventura di Harry, Ron ed Hermione sarebbe continuata, avevano qualcos'altro da scoprire, qualcosa che avrebbe fatto luce su di lui, su quell'uomo che dietro la sua maschera da cattivo era in realtà il più buono degli uomini, Piton. Il nostro trio infatti scopre che non è tutto finito perché il loro ex professore non aveva raccontato tutto, aveva tralasciato dalla sua storia qualcosa che Harry doveva sapere. Non glielo aveva fatto sapere alla sua morte perché sarebbe restato troppo scosso e lui, per affrontare il Signore Oscuro, doveva essere al massimo delle forze ma non avrebbe fatto morire quel segreto con se, Harry doveva sapere la verità, quella verità che gli era stata nascosta per troppo tempo. Inizia così una nuova avventura per i nostri amici che vedrà anche la nascita di un nuovo amore perché Hermione che, per troppo tempo, era stata innamorata di Ron riesce ad andare avanti perché capisce che tra loro ci sarà sempre solo amicizia... chissà chi farà breccia nel cuore della nostra bella maga!
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, Lily/Severus
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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ciao a tutti ragazzi,scemina è rientrata nel suo account e ha pubblicato un nuovo capitolo giusto per rompere le pluffe a tutti voi.. scusatemi ma spero che davvero questo capitolo vi piaccia perchè è uno dei miei preferiti.è incentrato soprattutto su Hermione e sulla sua crisi interiore, ha affrontato tanto, troppo, e ora anche lei non ce la fa più. Questo capitolo è incentrato soprattutto su Ron, forse un po' strano in una Dracmione ma mi sembrava di dovere. impossibile a mio parere che dopo tanto tempo a soffrire per Ron, arriva Draco e lei dimentica tutto e tutti i problemi, Ron è stato comunque una parte fondamentale per lei, e tuttavia lo è ancora quindi mi sembrava giusto cercare di far capire tutti i conflitti interiori della nostra protagonista preferita. ma non allarmatevi, nei prossimi capitoli ci sarà molto su Hermione-Draco,spero continuerete a seguirmi. oggi mi sono dilungata già più del dovuto quindi vi lascio alla lettura, fatemi sapere  cosa ne oensate, colgo anche l'occasione per ringraziare tutti coloro che stanno leggendo la mia storia .



La testa gli sembrava pesante, era stato bravo, non era mai riuscito a fare un incantesimo del genere per bene. Doveva capire cosa fare. Come poteva ingannarli? Non poteva continuare a fingere senza dire qualcosa con sicurezza.
Tutti intorno a lui ridevano, abbassò lo sguardo e cercò di pensare il più presto possibile.
 Doveva portare Hermione ad Hogwarts al più presto.
Era questa la sua priorità. Ma doveva mandare i Mangiamorte nella scuola? A combattere contro tutti i suoi cari? E se qualcuno si fosse ferito? E se qualcuno potesse raggiungere il gemello scomparso?
Non si sarebbe mai perdonato di aver gettato tutte le persone che amava nelle mani dei Mangiamorte.
O si trattava di gettare i Mangiamorte nelle mani delle persone che amava?
Infondo erano tutti pronti. Aspettavano solo che quei bastardi arrivassero. Era tutto pronto. Infondo era lì che stavano andando se non lo avessero trovato.
Da questo punto di vista tutto era diverso. Ma se fosse stato sbagliato? Se avesse dovuto guardare la situazione nell'altro modo?
La testa gli scoppiava. Erano passati pochi secondi e tutti questi dubbi lo tormentavano.
Doveva decidere sul da farsi, e in fretta.
Ora toccava a lui, Ron Weasley, decidere cosa fare; non poteva seguire sempre i piani di Hermione, non poteva affidarsi all'istinto di Harry.
Era solo e doveva decidere. Aveva la sua occasione, l'occasione di fare la cosa giusta, DA SOLO, solo lui, solo Ron Weasley.
Poteva dimostrare a tutti che non era solo il bambino che temeva i ragni o, come molti lo credevano, l'amico stupido di Potter, perché lui lo sapeva che non era solo quello, lui sapeva che in lui c'era dell'altro, e sapeva che pochi lo conoscevano per davvero.
Cosa avrebbe fatto lei? Avrebbe cercato di aiutare i suoi amici. Avrebbe cercato di captare informazioni utili. Avrebbe agito velocemente prevedendo le loro mosse.
 
-chi sei?- chiese il MAngiamorte interrompendo i pensieri troppo affollati del rosso
-Ron Weasley- rispose con voce più sicura e piatta possibile
-ohoh guarda chi c'è qui ragazzi, l'amico stupido di Potter!- escalmò ridendo un altro degli uomini,le viscere di Ron si contorsero, era davvero così che lo consideravano gli altri?
-sai dov'è Potter?-
-si-
-è nella scuola?-
Quel fatidico momento era arrivato, un attimo di incertezza, con il cuore in gola, pronunciò quella parola. Non gli era mai sembrata così importante, pesante e pericolosa che in quel momento.
-Si-
-andiamo! Potter deve morire! Ricordate Mangiamorte! Potter deve morire al momento opportuno! Voglio che combattiate al meglio!- esortò allora quello
-e di lui che ne facciamo?- chiese uno di loro
- ci potrebbe ancora servire! Seguici!- ordinò in fine -andiamo!- e Ron colse quel momento di distrazione per roteare su se stesso e sparì.
 
Doveva ammetterlo a se stesso. La sua era stata un'idea brillante. La più brillante che avesse mai avuto. Usare uno scudo senza formulare le parole era stato perfetto, aveva ingannato i Mangiamorte ed era  fuggito!
 
****
 
Occhi spenti, viso cadaverico, corpo tremante, cuore distrutto, cervello sconnesso.
Era questo che restava di lei,Hermione Granger, la so-tutto-io odiata da tutta Hogwarts e l'eroina ammirata da tutto il mondo magico. Si era risvegliata da circa un’ora e Harry le aveva detto che Ron era partito circa una mezz’ora prima. Un’ora e mezza e non era ancora tornato. E se gli fosse successo qualcosa? Aveva recuperato le energie, grazie all’aiuto di Cornelius e ora se ne stava seduta su un tronco con i gomiti poggiati sulle gambe a sorreggerle la testa intenta a fissare il nulla.
Non avrebbe mai immaginato di stare così male, non avrebbe mai pensato di volersi arrendere eppure era proprio quello che voleva, mollare tutto, la guerra, i problemi e fuggire dove nessuno l'avrebbe mai cercata, dove nessuno l'avrebbe mai conosciuta e invecchiare.
Odiava se stessa per non essere capace di difendersi.
Odiava i Mangiamorte che le stavano rovinando la vita.
Odiava Ron che la faceva soffrire.
 
'NO! tu non lo odi e lo sai!' disse una voce nella mente della nostra bella eroina 'Ma perché non riesco mai a farcela davvero? Perché devo sempre essere così debole da farmi fare del male da lui?' si chiese ancora. Non aveva risposta. Erano poche, più uniche che rare, le volte in cui Hermione Granger non aveva una risposta e quella era una di quelle volte.
 
Ron la faceva soffrire ma lei non sarebbe mai riuscita ad odiarlo, lo sapeva bene. Ci teneva troppo per rinunciare, gli voleva troppo bene per stare senza di lui, lei non ci sarebbe riuscita, come non ci era riuscita tutte le altre volte.
 
Lo avrebbe perdonato, avrebbe cercato di passare sopra tutto e avrebbe ingoiato il rospo. Era così che funzionava con lui. Sapeva che sarebbe andata così eppure non voleva perdonarlo, non dopo quello che era successo. Quella volta era diverso dalle altre, non si trattava di compiti o altro, si trattava di averla umiliata davanti a tutti, e questo l'orgoglio di Hermione non lo tollerava, inoltre non aveva avuto fiducia in lei e questo la faceva imbestialire ancora di più. Lui l'aveva uccisa con una forza che la maledizione mortale non avrebbe avuto, guardandola con quegli occhi azzurri come il cielo pieni di odio e rancore, sputando quelle parole come fosse la persona più cattiva del mondo. Lui l'aveva uccisa, uccisa dentro, e quello è peggio di ogni altra cosa. Ma nonostante quello lei sapeva cosa avrebbe fatto e per questo si odiava. Odiava la sua maledetta debolezza di amare e di non riuscire ad allontanare ciò che le faceva male.
Ma Ron era così per lei, era sempre stato così, era veleno e insieme antidoto.
Eppure qualcosa era diverso da tutte quelle volte in cui aveva provato a odiarlo, qualcosa era cambiato, o meglio c'era qualcuno.
 
Draco.
 
Mai avrebbe immaginato di innamorarsi di lui eppure lei credeva che fosse davvero così, che davvero fosse amore, più forte di quello che aveva provato per Ron, più intenso e potente, amore da mancare il respiro, amore senza parole, amore che non si poteva spiegare o capire.
Lo pensava. Pensava a come stava. A cosa stava facendo. Se stava bene. Se magari era preoccupato per lei.
Lo aveva sentito e non aveva capito più niente. Tutta colpa sua se ora erano in quella brutta situazione. Tutta colpa sua se era in quelle condizioni, se non ce la faceva a stare in piedi troppo a lungo o se le faceva male tutto, come sentisse il suo corpo estraneo a se stessa. Aveva paura, paura che fosse davvero molto grave, paura che Madame Chips non riuscisse a curarla.
 
Non riusciva più a contenere tutte quelle emozioni, non capiva più nemmeno cosa voleva, non capiva cosa fare. Non capiva più nulla.
 
Era arrabbiata con Ron. Quando il nome di quella testa calda si insinuava nella sua mente provava cose senza senso, arrabbiata non era nulla, era delusa, frustata, non lo sapeva nemmeno lei.
Troppe erano le cose che provava quando pensava a quell' ammasso di capelli rossi, era distrutta, l'unica cosa che poteva racchiuderle tutte era quella ma gli voleva bene, troppo, e per questo soffriva ancora di più. Era preoccupata, tantissimo. Era partito da troppo tempo. Che fine aveva fatto? Se gli era successo qualcosa? Lui era partito subiti per aiutarla e lei? Cosa aveva fatto? Gli aveva dato dell'idiota, non che non lo fosse eh ma ... Non sapeva che fare. Stava andando nel panico. Sarebbe tornato. 'Dai Hermione si sarà perso'.
 
Era sconvolta per tutto ciò che stava capitando. Lei e Draco, forse l'unica cosa bella. I Mangiamorte. Piton e il suo segreto. Troppe strade senza uscita. Se stessa. E se poi si aggiungevano Anche i pensieri alla guerra,Voldemort, gli Horcrux, genitori,Silente, George, Remus, Tonks e tutti gli altri non riusciva a tenere gli occhi aperti. Li chiuse e le lacrime che ormai le facevano compagnia molto in quei giorni tornarono.
 
Troppi problemi senza soluzione.
 
 
Ma cavolo, lei era Hermione Jean Granger, come poteva non riuscire a rialzarsi? Lei ce l'aveva fatta tante volte da sola, aveva superato tanti problemi, insulti, prigionia, torture, battaglie,anche un'amore impossibile era riuscita a superare. Da sola.
Ora invece non ce la faceva. Non riusciva a riconporre il puzzle che era lei, e questa volta non ne sarebbe uscita. Lo sentiva.
 
Dietro di lei Harry in silenzio la osservava, era da un pò lì a guardarla. Tremava a vista d'occhio. Stava piangendo ne era sicuro. Era a pezzi era ovvio. Voleva mollare, Harry lo sapeva.
Non sapeva però cosa fare. Se ne era andata su quel tronco e gli aveva detto che voleva stare da sola ma lui sapeva quanto la solitudine le facesse ancor più male.
Pian piano le si avvicinò, senza far rumore, si mise accantò a lei.
-non permettere a te stessa di distruggerti- disse quasi in un sussurro, una sola frase, l'unica cosa che potesse dire. Lui sapeva la battaglia interiore che nascondeva. La conosceva troppo bene. Era come leggere nero su bianco.
Lei si girò un pò verso di lui e lo guardò torva
-io non ne ho la forza-
-la tua forza sono le persone che hai intorno e che ti amano-
-la mia forza- ripeté lei come per renderlo reale
-la tua forza- ripetè Harry ancora una volta abbracciandola, e lei si accoccolò tra le sue braccia asciugandosi le lacrime
-ho l'inferno dentro- disse con un filo di voce
-l'unica cosa che può sconfiggere l'inferno è il paradiso- rispose Harry e lei lo abbracciò più forte
-non ce la faccio a contenere tutto-
-potresti buttarlo fuori- rispose semplicemente lui e lei rimase in silenzio. Poi urlò. Un urlo forte e sconnesso. Un urlo pieno di terrore e odio. Un urlo che durò l'eternità. Un urlo pieno di lei.
 
Poi il silenzio.
 
****
 
-Stupeficium!-
-Crucio!-
-Protego!-
-reducto!-
-expelliarmus!-
- avada kedavra!-
-incarcerarmus!-
 
Incantesimi volavano a destra e a manca nelle segrete.
Mangiamorte contro l'Ordine della Fenice.
Buio contro luce.
Male contro bene.
 
Non si capiva nulla. Tutti combattevano al massimo delle loro forze. Si guardavano le spalle a  vicenda. Erano una squadra e ce la potevano fare. Ce la dovevano fare.
 
****
 
Era lì. Davanti a lei. Ron in carne e ossa. ERA VIVO! STAVA BENE! NON GLI ERA SUCCESSO NIENTE!
Lo guardò senza sapere cosa fare. Senza sapere come comportarsi.
 
-Ron stai bene! Ci hai fatto preoccupare!- esclamò subito Harry
-vuole una mano?- chiese Cornelius
-sto bene. No grazie.- rispose lui fissandola, lei continuò a fissarlo.
Non disse nulla. Non sapeva cosa dire.
All'improvviso Harry e Cornelius si dileguarono e rimasero solo loro due, intenti a fissarsi.
-come stai?- chiese Ron facendo il primo passo
-non lo so-
-oh ... Hermione io davvero non volevo dirti quelle cose ma sai ... Tu innamorata ... Di Malfoy ... Non ho risposto di me stesso ... Lui ti ha fatto sempre stare male ... Beh ... Insomma ... Io ero preoccupato ... Scusa ... - disse il ragazzo abbassando lo sguardo
-lo so- rispose semplicemente lei
-oh ... Questo vuol dire che non sei più arrabbiata con me?- azzardò il rosso
-vuol dire che lo so ma che non me lo posso dimenticare. Tu ...-
-io ho sbagliato-
-tu mi dai per scontata. È sempre stato così. È per questo che reagisci così male quando c'è qualcuno. Lo hai fatto con Victor, con McLagen e ora con Draco. Dovresti capire che io non lo sono. Ed è proprio quando c'è qualcuno che forse inizi a capire. Io non ci posso fare niente se tu mi consideri così.- le parole le uscirono lentamente eppure tutte d'un fiato, non avrebbe mai voluto dirgli ciò che aveva detto ma era la verità e lui, per prima cosa, doveva capire cosa voleva da lei.
-io ...-
-tu nulla Ron. Ti voglio bene. È l'unica cosa che posso dirti per ora. Io non posso perdonarti ... Non del tutto.. Non ancora ... Non ora ...-
-d'accordo. Sappi che farei qualsiasi cosa per te ..- rispose lui
-mi basterebbe che ti capissi- rispose lei entrando nella tenda.
 
 
 
Erano pronti, misero la mano sulla piccola coppa argento, il solito strappo all'ombellico e gli alberi furono sostituiti da mura di pietra. L'ufficio della preside.
-andiamo su! Staranno giá combattendo!- disse Ron correndo giù dalle scale, seguito subito da Harry Hermione e Cornelius. 
-Herm vai in infermeria!- urlò Harry
-ora!- oggiunse Ron
-no!- ma si trovò bloccata da Cornelius, mentre i due correvano e li guardavano facendo l'occhiolino.
-mi scusi, miss Granger ma deve andare subito in infermeria. La accompagno io- ed Hermione non potè che arrendersi, o forse era quello che sembrava. 
 
****
Hogwarts quel giorno era più scura e tenebrosa, la magia oscura si percepiva anche nell'aria. Non c'era dubbio. I Mangiamorte erano lì e proprio in quel momento stavano conbattendo contro l'Ordine della Fenice e qualche ultimo aggiunto.
'Un attacco ben poco astuto e furbo, quasi volessero essere scoperti, quasi volessero conbattere ma ciò era impossibile,  volevano uccidere Harry Potter o no?!?' Era questo che pensava Draco mentre scagliava incantesimi a destra e a manga. Stava combattendo proprio con lui, con quello che suo padre riteneva ' Uno dei più fedeli', quello che aveva rapito lui e Hermione, Carnivus. Era cattivo, malvagio e il suo scopo non era molto nascosto, lo voleva uccidere.
- Avada Kedavra!- urlò quello
-Protego!- si protesse il biondo, non ce la faceva più, stavano continuando così da molto, il suo corpo era ancora in buone condizioni, lo avevano colpito solo qualche Schiantesimo e un Cruciatus e poteva ritenersi fortunato per tutte le Maledizioni Fatali che aveva evitato. Il suo cervello però era completamente fuori uso ,non riusciva più a formulare un pensiero connesso, non era lucido, per niente lucido. Sua madre se la stava vedendo contro un altro Mangiamorte ma  essendo una brillante strega lo aveva quasi messo k.o. ma il vero pensiero era lei, cavolo non erano ancora tornati, cosa poteva essere successo ma soprattutto stava bene? Tra questi mille domande lanciò qualche Schiantesimo che però non arrivò a destinazione e evitò qualche altra maledizione finché le parole di Carnivus non attirarono la sua attenzione.
-mi dispiace finire prima te, di solito si da la precedenza alle donne e, si sa, io sono un gentiluomo-
- cosa vuoi dire lurido bastardo?- scattò in avanti Draco con la bacchetta alzata contro l'altro
- cosa c'è Draco? Ora ti affezioni anche alle Mezzosangue?-
-non osare- ringhiò il biondo tra i denti
-e pensare che era così bella mentre urlava di dolore- ridacchiò ancora il Mangiamorte,  Draco sentì le parole squarciargli il petto. Dolore? Cosa voleva dire? Li avevano catturati? Ma almeno deve essere viva! Non poteva più trattenersi,  doveva scoprire la verità, quel bastardo doveva pagare, come aveva osato farle del male?!
Rimase un istante stupito poi di scatto schiantò l'uomo con un incantesimo non verbale, quello finì contro il muro e cadde a terra.  Draco si avvicinò minacciosamente, la bacchetta puntata contro Carnivus -Dimmi cosa è successo! Ora!-
- non oserai toccarmi!- ribattè quello
-Crucio-
-non ti dirò nulla!-
- tu dici?- si bloccò un attimo poi -Imperio!-
- Li abbiamo trovati a Diagon Alley, sono fuggiti-
- la ragazza? come stava? cosa le é successo?-
- la stavo cruciando e mi ha schiantato. È caduta a terra priva di sensi.-
-Lurido Bastardo!- urlò Draco -Incarcerarmus!- e gli tolse la bacchetta con un piede lanciandola lontano. Si guardò intorno, la Weasley era in difficoltà, accerchiata da tre Mangiamorte, si precipitò verso di lei
-Stupeficium! - urlò colpendo un Mangiamorte poi messosi schiena contro schiena della rossa annientarono gli altri due, si scambiarono un'occhiata complice e si allontanò verso la madre. Narcissa stava combattendo con un Mangiamorte a suon di magia oscura, incantesimi volavano ovunque, la McGranitt stava combattendo con quattro di loro insieme a Kingsley, il nuovo Ministro della Magia. Si guardò intorno e all'improvviso un tonfo al cuore. Vide qualcuno e la paura divenne quasi una certezza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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