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Autore: LeMuseInquietanti    03/11/2008    1 recensioni
Nessuno voleva i Mezzosangue sulla terra. Per la gente non magica, erano creature misteriose totalmente strambe, da alienare, perché il contatto portava sempre e solo guai.
Per i Maghi Purosangue, era lapalissiano ripeterlo.
Erano feccia da smaltire, punto.
Per questo, da quando Lucius Malfoy e suo figlio Draco erano tornati alla ribalta, capeggiando il più temibile esercito che esistesse al mondo, i Mezzosangue erano diventati vere e proprie cavie da stordire con la maledizione Cruciatus e da torturare con calma, facendole cuocere in un brodo di terrore e di sangue.
La pioggia di sangue, cadente da una strana bambola maledetta appesa al soffitto, fu il primo ricordo che Scorpius Malfoy trattenne dell’infanzia.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Lucius Malfoy, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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da tempo aspetto di scrivere questa ff. Non so con che frequenza aggiornerò, spero però che la leggerete, perchè è davvero da quasi un anno che ci penso.
Presto saranno messi in ballo anche Rose e Scorpius e gli altri ragazzi della NG questi primi capitoli sono il casus belli.
Nel caso vi vada, ci leggiamo presto. Maria.
The Funeral of Hearts


prologo




La stanza del Maniero dei Malfoy che più lo intimidiva era lo studio.
Zeppo di tomi rilegati, impregnato dall’odore asfissiante della poltrona di pelle secolare, mantenuta superbamente grazie a svariati incantesimi di preservazione. E poi il mappamondo troppo grande su cui erano state incise minuscole x con la bacchetta, x che avevano occupato innumerevoli angoli nei vari continenti per sommo onore dei Purosangue. Una targhetta spiegava cosa quei segni significassero.
Il sangue puro regna.
Lui rabbrividiva trovandosi nell’epicentro della resistenza dei Purosangue. Nel maniero che aveva ospitato le vittime di ben due guerre, focolaio di complotti, nel ricettacolo di uomini ambigui e donne senza onore. Rabbrividiva ma non avrebbe potuto fuggire da lì.
In fondo, era pur sempre casa sua.
Si guardò i piedi, studiando con cura ogni particolare delle calzature. Non aveva mai trovato così interessante quel paio di scarpe, mai come allora.
Un tonfo lo fece destare dai suoi pensieri. Dalle ansie.
Passi conosciuti, eleganti, duri nella misura corretta si rincorrevano con garbo sul pavimento, disegnando uno spartito che era pericoloso eseguire. Si rischiava di rimetterci le braccia e l’orecchio.
Ma lui doveva rischiare, dopotutto era casa sua.
<< Chi non muore si rivede >> sospirò una voce fredda, apparentemente irascibile.
Il suo interlocutore era imponente, duro, un macigno che nemmeno gli anni avevano saputo scheggiare. Era un diamante nero, ma pur sempre un diamante. E come tale usciva sempre incolume dai peggiori pasticci. Un figlio del diavolo non viene schiacciato tanto in fretta.
Lui al contrario cos’era?
Un semplice ragazzino, poco meno che ventenne, che la vita aveva già messo sotto i piedi in innumerevoli occasioni. Era stato talmente maltrattato da non ricordare più l’ultima volta in cui era stato felice senza aver bisogno di nessun appoggio, umano o materiale. Non si ricordava se fosse mai stato fiero di se stesso.
Forse era stato un fiasco totale, e l’assenza della memoria coincideva con la mancanza spettacolare del suo carattere.
Sospirò, non era il momento di pensarci.
Non seduto su quella sedia che lo riportava al passato.
Quando era stato l’orgoglio e la speranza del Mondo Magico dissidente.
Non mentre i suoi occhi freddi gli penetravano nel petto
Occhi identici ai suoi, occhi in cui il fuoco moriva divorato dall’ira
Era necessario mantenersi calmi.
Davanti a lui che gli aveva condizionato la vita.
<< padre >> sussurrò Draco Malfoy, senza avere il coraggio di sorridere all’uomo che gli sedeva di fronte.
Avrebbe potuto più facilmente prenderlo a pugni, che non mostrargli un’emozione come la felicità.
Comunque non la possedeva più, da troppo tempo ormai.
<< Vedo che hai ancora la faccia tosta di presentarti dalle nostre parti. Non sai che qui non sei più benaccetto? >>
Lucius Malfoy si ostinava nel mantenersi gelido, ma in fondo era ben felice di rivedere suo figlio.
Non si parlavano da secoli, dai tempi della battaglia in cui Lord Voldemort era caduto, trascinando nella sua discesa ogni briciola di splendore e gloria bramata dai Purosangue.
La sua caduta era coincisa con la fine di ogni rapporto tra Draco e i suoi genitori.
Draco era fuggito, lasciandosi alle spalle i dolori del passato, le certezze, gli appoggi. Ripudiando suo padre, abbandonando al dolore sua madre, ancora una volta egoisticamente, ancora una volta necessariamente.
Doveva cambiare vita per scegliere da che parte stare.
Doveva annichilirsi, annientarsi, per comprendere se valesse poi la pena essere ancora.
Aveva meditato tante volte di farla finita.
Ma era un patetico codardo, e nemmeno la bacchetta ci credeva più alle sue minacce.
Non aveva avuto neanche il coraggio di uccidere un altro uomo, figurarsi se avrebbe mai potuto torcersi un capello.
Però aveva deciso di lasciarsi alle spalle la ricchezza, la fama, la memoria, ed aveva imboccato un nuovo viaggio, alla ricerca della verità. Di se stesso.
<< so di non essere molto gradito da queste parti. Ma ho ricevuto l’epistola che mi avete indirizzato. Diceva che ci saremmo dovuti incontrare a Diagon Alley tra una settimana, ma io non ero disponibile in quella data. Siccome non voglio recare disturbo né offesa ai miei onorati genitori, chiedo subito di venir messo gentilmente a conoscenza dei dettagli della discussione di cui sono, come recita la lettera, tema principale. >>
<< e cosa dovresti fare la settimana prossima, da non poter subordinare la questione alla nostra richiesta di incontro? >> domandò borioso il signor Malfoy. Draco osservò i capelli bianchi, ancora lunghi e perfettamente lisci, che cadevano anche allora sulle spalle dell’uomo creando un effetto quasi ipnotico e irreale.
<< non è una questione che vi riguardi. Pertanto non ho motivo di accennarvela, padre >> asserì, acidamente.
Lucius battè una mano sul piano della scrivania, preso dalla rabbia << come osi rivolgerti così a tuo padre? Se ti avessimo trattato con durezza, con pugno di ferro, non avresti permesso che la storia venisse scritta così com’è. Non saremmo noi a strisciare come serpi nell’ombra, avremmo conquistato il mondo. E tu saresti stato l’erede delle mie fortune, e forse il successore di Lord Voldemort. Tua madre non si sarebbe ridotta ad un fantasma con ancora addosso una manciata di pelle… >>
<< non potevo uccidere Silente. Non potevo seguire i vostri ordini. Erano sbagliati. Erano sbagliati i presupposti. Non potevo uccidere un innocente. >>
Lucius scoppiò a ridere. Amaramente, crudele come non mai << quella Mezzosangue ti ha dato alla testa. Cos’ha che le nostre donne non hanno? È più succoso il frutto nato per strada che ha vissuto nel fango e nella polvere di quello cresciuto su cuscini di seta illuminato costantemente dal sole? >>
Draco si irrigidì immediatamente.
La stanza sembrò diventare una gigantesca prigione.
Lucius Malfoy sapeva. Sapeva tutto.
Sapeva quanto lui mai e poi mai gli avrebbe rivelato.
Sapeva di lei.
Decise di mostrarsi sfacciato, di negare l’evidenza.
<< che sia poco prelibato il frutto apparentemente nobile dovreste dirmelo voi, padre. Non è forse vostra moglie ad aver perso ogni facoltà psichica? Devono essere stati i tradimenti e le scelte a cui l’avete sottoposta, suppongo >>
Draco parlava della malattia di sua madre con distacco.
Non poteva permettersi di provare dolore per una donna che, pur amando pazzamente suo figlio, aveva deciso di chiudere i ponti con lui, per sottostare alla volontà di suo marito.
<< tua madre è una vera donna. Non ha vacillato, quando le è stato chiesto che strada scegliere >>
<< ma ha scelto quella sbagliata. E ha perso tutto >> sentenziò Draco, tristemente.
Avrebbe tanto voluto vederla.
Nonostante tutto, le mancava pazzamente, da quasi cinque anni ormai.
Dicevano in paese che Narcissa Malfoy avesse perso definitivamente la sanità mentale, che vivesse in una nube di ricordi che non sapeva dissipare se non nei momento in cui la fantasia si fondeva con l’immaginazione e la donna si trovava a scalciare nell’aria, invocando nomi di persone ormai defunte, sua sorella, suo padre, o la madre, o di quelli che l’avevano fatta soffrire.
Il suo nome e quello di Lucius venivano sempre menzionati, purtroppo.
<< anche tu hai perso tutto, ma dici di aver preso la retta via, non è una contraddizione interna, Draco? >>
Lucius non aveva pietà per sua moglie. Come poteva averne per una sconfitta? La fine del sogno de Purosangue era coincisa con la fine della sua umanità, se mai ne aveva posseduta una.
<< non ho perso tutto. Ho solo scoperto cosa valeva la pena portare con me >>
Lucius gli gettò una nuova occhiata penetrante.
<< se ti riferisci a lei, beh, sappi che le cose belle svaniscono in fretta. Potrebbe accadere >> e un sorriso tagliente si impresse sul volto dell’uomo << potrebbe capitare che la tua innamorata accidentalmente perda la vita. O peggio. >>
<< e perché mai dovrebbe accadere una cosa simile? >> lo sfidò Draco, battendo sulla scrivania con rabbia. Non dovevano toccargliela, lei era ciò che era rimasto dopo la selezione delle priorità su cui era fondata la sua stessa vita.
<< Perché ti rivoglio indietro. E se passare su una schifosa ibrida è l’unico mezzo, sono disposto a farlo >>
Draco si alzò, rabbioso. << sei un mentecatto! Non hai ancora imparato nulla? Dal sangue si genera solo altro sangue >>
Malfoy rise malignamente << ma io voglio proprio questo. Altro sangue. Tanto altro sangue impuro da versare per le strade del mondo. Voglio che la razza dei Mezzosangue sia sterminata.
In questi anni ho capito in cosa Voldemort ha fallito.
Lui voleva Potter, e non gli interessava di altro.
Voleva l’immortalità, la fama.
Io voglio solo che sulla terra gli equilibri originari vengano rispettati.
E voglio te, al mio fianco, Draco >>
Il figlio scoppiò a ridere << non mi avrai mai accanto. Io sono dalla parte dei tuoi nemici. Sai che c’è? La settimana prossima le chiederò di sposarmi. E non temo le tue minacce. Proteggerò Hermione anche a costo della vita >>
E detto ciò si smaterializzò, lasciando suo padre perso nella contemplazione del fuoco, che ardeva nel camino.
<< ti ricrederai, figlio mio, ti farò cambiare idea >>

continua.


  
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