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Autore: ChibiRoby    05/12/2014    3 recensioni
Mentre balla sul palco Francesca perde la parrucca rivelando agli studenti il mistero di Fausta e Roxy. Leon riuscirà a perdonare Violetta e a recuperare il loro rapporto? Francesca e Diego porteranno il loro amore alla luce del sole?
Leggero spoiler per chi non segue gli episodi in diretta con l'Argentina
Leonetta - Diecesca accenni Naxi – BromillaxSeba - Fedemilla.
Genere: Comico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Diego, Francesca, Leon, Ludmilla, Violetta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La verità rende liberi
 

Capitolo due - A cuore aperto
 
 
Fermò la sua corsa solo dopo essersi allontanato abbastanza dallo studio, si ritrovò davanti a casa di Violetta. Senza pensarci due volte si avvicinò verso l’ingresso principale, non poteva perdonarla per averlo preso in giro fingendosi un’altra persona ma le doveva delle scuse, nel ultimo periodo aveva sfogato su di lei tutta la sua frustrazione e non lo meritava.  
Fece per bussare ma prima che potesse farlo la porta si aprì di colpò –Leon, che bello rivederti! – esclamò Olga sorridendo –Violetta è di sopra, oggi non si sente molto bene ma sono certa che vedendoti starà meglio! Ora vai, io devo andare a fare la spesa. – aggiunse invitandolo a entrare prima di correre via.
Entrò chiudendosi la porta alle spalle, visibilmente confuso per l’accoglienza ricevuta era evidente che non sapesse nulla di tutto quello che era accaduto tra loro altrimenti non lo avrebbe mai accolto così calorosamente.
Salì le scale mentre gli tornavano in mente tutte le volte che Violetta lo aveva trascinato su di esse per rinchiudersi nella sua stanza e coccolarsi. Perché improvvisamente gli tornavano in mente tutti quei ricordi? Che provasse ancora qualcosa per lei? No, era impossibile, ormai Violetta era un capitolo chiuso. Ma allora perché sentiva che quei momenti gli mancavano come l’aria?
Bussò alla porta della camera della Castillo ma non ebbe risposta, forse era in un’altra stanza? Poco importava, sarebbe entrato lo stesso e l’avrebbe aspettata li.
Aprì la porta, Violetta stava dormendo nel suo letto, entrò stando attento a non fare rumore e le si avvicinò notando che il suo volto era bagnato. Si era addormentata piangendo, quella scoperta gli causò una fitta al cuore. Dopotutto Violetta non gli era così indifferente come voleva far credere.
Tornò a guardarla, dormiva raggomitolata in posizione fetale e accanto a lei si trovava il suo diario aperto, la pagina era bagnata, doveva essersi addormentata mentre scriveva e piangeva.
Prese il diario con l’intento di chiuderlo e posarlo sul comodino ma gli scivolò dalle mani. Cadè a terra con un leggero tonfò, che fortunatamente non svegliò la proprietaria, aprendosi. Leon si chinò per raccoglierlo e l’occhio gli cade sulla pagina, la data risaliva al anno precedente quando lui e Violetta riuscivano a stento a parlare senza farsi scenate di gelosia a vicenda. Sorrise tornando con la mente a quei momenti, com’era possibile che col senno del poi tutti i loro sbagli apparissero come dei piacevoli ricordi?
 
 
 
“Posso cantare, ballare ma a fine giornata il mio cuore batte solo al ritmo del suo nome: Leon.”
 
 
 
Si sedette sul bordo del letto con il diario in mano e preso da un impulso incontrollabile iniziò a sfogliarlo. Per la prima volta entrò completamente nel mondo di Violetta rendendosi conto che nonostante riuscisse a comprenderla alla perfezione, c’erano alcune cose che non aveva mai saputo.
Notò con stupore e un pizzico di compiacimento che in ogni singola pagina c’era il suo nome. Violetta lo amava davvero e nel periodo precedente alla loro rottura viveva nel costante terrore di perderlo e lui non se ne era mai accorto. Diego aveva ragione, aveva sempre pensato di essere l'unico a capirla e invece non si era accorto del suo disagio, troppo preso a tenere il broncio per il rifiuto di You mix prima e dopo troppo preso a pensare al suo futuro con la band e aveva completamente dimenticato il loro futuro come coppia. Quello stesso futuro che aveva immaginato mille volte, di cui spesso avevano parlato e che adesso non si sarebbe mai realizzato.
Lo amava ancora, era evidente, ma lo avrebbe perdonato? Sarebbe riuscita a dimenticare tutto l’odio che le aveva crudelmente sputato addosso? Proprio lui che avrebbe dovuto proteggerla l’aveva ferita e allontanata.
Era inutile fingere, stavolta non c’era uno spagnolo a cui dare la colpa, era stato lui ad allontanarla con la sua rabbia, l’orgoglio e quella stupida ossessione per la band. Aveva ragione quando gli aveva detto che non c’era mai per lei, avrebbe dovuto starle vicino dopo la morte di Antonio e invece se n’era completamente fregato, non solo non aveva dato il giusto valore allo scomparsa del uomo che più d tutti lo aveva aiutato a diventare quello che era, ma non era neanche rimasto accanto alla sua ragazza e ai loro amici. Non era andato allo Studio a dargli il suo sostegno e aveva continuato a parlare della band finendo per cantare con Gery una canzone che odiava quasi quanto la persona che l’aveva scritta.   
-Leon…
Sbianco e si voltò mentre poggiava il quaderno sul letto, l’ultima cosa che voleva era che lo beccasse mentre leggeva il suo diario.
-Mi sta sognando. – pensò vedendo che stava ancora dormendo, allungò la mano per accarezzarla ma prima che potesse sfiorarla la sua espressione cambiò da rilassata a terrorizzata.
-Leon ti prego perdonami, non mi lasciare! – urlò agitandosi.
-Amore mio, sono qui tranquilla non me ne vado. – sussurrò d’istinto accarezzandole il volto.
Violetta aprì gli occhi e penso di stare ancora sognando, Leon era lì e la guardava con dolcezza. Da quanto non vedeva quegli occhi verdi che tanto amava riempirsi d’amore solo per lei? Per Violetta, non per Roxy, tanto, troppo tempo.
-Sto sognando? – domandò sedendosi – Deve essere così, Leon mi odia e non verrebbe mai qui, per lui adesso esiste solo Roxy e mi odierà ancora di più quando scoprirà che lei non esiste. – si rispose da sola stringendo le gambe al petto. Gli occhi le si riempirono nuovamente di lacrime, non era mai stata una piagnucolona, aveva sempre affrontato tutto con il sorriso ma da quando si era accorta di aver perso il suo Leon, aveva perso la capacità di essere felice, persino quando cantava non si sentiva più completa come un tempo. La verità era che senza Leon lei non era niente, non avrebbe neanche sconfitto la sua paura del palcoscenico se non fosse stato per lui!  
Appoggiò la fronte contro le ginocchia, desiderando di non aver mai tagliato i capelli, se fossero stati ancora lunghi come due anni prima le avrebbero fornito maggior protezione. Anche se era solo un sogno non voleva che la vedesse in quello stato.
Leon si sentì morire - Perdonami. - sussurrò abbracciandola di getto, la strinse forte facendole appoggiare il capo sul suo petto, sentì il battito del suo cuore e capì che non era un sogno, si trovava davvero stretta tra le braccia del suo unico amore. Gli circondo la schiena con le braccia e affondò il capo nel suo petto, drogandosi del profumo di muschio e cioccolato che da sempre lo accompagnava, non sapeva perché fosse lì, ne perché dopo giorni in cui non aveva fatto altro che disprezzarla ora la stesse stringendo forte come se ne valesse della sua stessa vita. Non le importava, voleva solo godersi il momento, ne aveva un disperato bisogno, non riuscì più a trattenersi, scoppiò in un pianto liberatorio.
Sentendola tremare rafforzò la stretta –Ti prego non piangere, odio vederti soffrire, soprattutto se sono io la causa delle tue lacrime. – le sussurrò in un orecchio.
-Non è colpa tua. – sussurrò staccandosi di scatto –È colpa mia, sono una pessima fidanzata e una codarda che senza di te non vale nulla. – singhiozzò -E come se non bastasse sono una bugiarda! Io sono R…
-Shh, so tutto. – la zittì posandole un dito sulle labbra –Quello che hai fatto non è bello, mi sono sentito tradito ma è anche colpa mia. Se invece di pensare solo alla band ti avessi dedicato le giuste attenzioni e ti fossi rimasto accanto dopo la morte di Antonio, non ti saresti sentita sola e non avremmo litigato.
Scosse il capo - Avrei dovuto appoggiarti subito quando hai deciso di lasciare lo Studio per dedicarti alla band e invece sono stata egoista. Senza di te mi sento persa. Non avrei mai dovuto creare Roxy ma quando ho saputo che avevi invitato Gery alle prove non ci ho visto più, il solo pensiero che potesse portarti via da me mi ha fatto impazzire di gelosia. – confessò abbassando lo sguardo.
-Conosco la sensazione. – ammise Leon con un mezzo sorriso. Ogni volta che vedeva un ragazzo avvicinarsi a lei perdeva il controllo. Aveva provato quella sensazione con Thomas e Diego, era stata davvero forte ma c’erano stati anche falsi allarmi come: Brodway, Federico e Alex. Ironia della sorte era diventato un grande amico di quasi tutti i suoi ex corteggiatori, solo Andres e Maxi non rientravano in quella categoria, erano gli unici la cui vicinanza con la Castillo non gli aveva mai causato il minimo accenno di gelosia
Nessuno meglio di lui sapeva quanto fosse difficile ragionare quando il mostro dagli occhi verdi si impossessava del tuo corpo.
-Sai credo di essermi innamorato di Roxy perché non ho mai smesso di amarti. – confessò non senza un leggero imbarazzo, si sentiva un idiota a non averla riconosciuta. –In lei vedevo te e era più semplice ricominciare dall’inizio con lei anziché ingoiare il mio orgoglio e ammettere che nonostante tutto non riesco a dimenticarti. – ammise accarezzandole il braccio con dolcezza.
Sentendo quelle parole sorrise ma non ebbe il coraggio di guardarlo, sapeva che quella stupida messa inscena lo aveva ferito più di quanto fosse disposto ad ammettere.
-Per come la vedo io abbiamo un solo modo per risolvere questa situazione una volta per tutte. – continuò dopo qualche minuto di silenzio.
-Ora dirà che dobbiamo mettere un punto alla nostra storia e andare avanti. Me lo merito, non avrei mai dovuto fingermi un’altra, non merito il suo amore. – pensò una pugnalata dritta al cuore le avrebbe fatto meno male, ma se quella era la fine della sua felicità voleva affrontarla a testa alta, alzò la testa e la prima cosa che vide fu il sorriso del suo Leon –Perdoniamoci a vicenda e torniamo a lottare per realizzare i nostri sogni insieme.
Sorrise e senza dire una parola gli buttò le braccia al collo, con tanta foga che finirono sdraiati sul letto, una sopra l’altro. Leon gli posò una mano sul capo e sollevò la testa per baciarla con passione. Dischiuse le labbra permettendo alle loro lingue di rincontrarsi dopo tanto tempo. Quanto gli erano mancati quei momenti e dire che se ne rendeva conto solo ora che la teneva di nuovo tra le braccia.
-Ti amo Leon. – sussurrò guardandolo negli occhi, stava di nuovo piangendo ma questa volta erano lacrime di gioia.
-Anch’io ti amo Vilù. – sorrise baciandole le lacrime.
-Siamo di nuovo noi. – sussurrò con un luccichio negli occhi – Dobbiamo festeggiare! – aggiunse alzandosi con un balzò quasi felino e dirigendosi verso la porta. Leon si mise seduto osservandola confuso finché non la vide chiudere la porta a chiave.
-Non l’abbiamo mai fatto in camera tua. – osservò malizioso. Avevano fatto l’amore in quasi tutte le capitali Europee e a casa sua, ma mai a Villa Castillo.
- C’è sempre una prima volta. -  commentò togliendosi la maglia e lasciandola cadere a terra. Vargas deglutì osservandola incantato mentre si sedeva a cavalcioni sulle sue gambe e gli circondava il collo con le braccia.
-Allora Leon, sono ancora la padrona del tuo cuore? – domandò sulle sue labbra.
-Lo sei sempre stata amore mio, sempre. – rispose annullando definitivamente le distanze. Avevano parlato anche troppo.
 


Angolo autrice:
 
Eccomi con la seconda parte interamente dedicata alla riappacificazione Leonetta, spero di essere riuscita a rendere bene le emozioni dei due protagonisti. Ringraziò chi ha recensito, messo tra i seguiti – preferiti – ricordate la storia, attendo con ansia i vostri pareri.
Alla prossima con l’ultima parte della storia, un bacio.
   
 
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