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Autore: Papaya    03/11/2008    1 recensioni
Ho sempre scritto o letto la maggior parte delle storie sotto il punto di vista di una ragazza. Con questa nuova fic ho deciso di dare sfogo anche ai pensieri di un ragazzo, e non è stato del tutto semplice. La storia tratta prevalentemente dell'amore rincorso tra Gippal e Rikku ed è descritta in prima persona da Gippal. Attenzione agli spoiler. Premesso questo non posso che augurarvi buona lettura!
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gippal, Rikku
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Le vie sono trafficate. C’è un via vai di gente continuo in questa città. Da dove dovrei cominciare la ricerca? Mi guardo intorno. C’è gente entusiasta, forse per l’inizio della stagione del blitzball. Non credo che Rikku si trovi in mezzo a questa bolgia. Conoscendola, se ne sarà andata alla ricerca di qualche missione da svolgere per stare il più lontano possibile da me. Ma si, qualche sfera da cercare, qualche nemico da sconfiggere, qualche guaio da cui liberarsi, insomma.

A proposito di sfere…Aguzzo la vista e scorgo una figura familiare in lontananza. Sembra che stia imprecando. Mi viene da ridere quando la riconosco, l’ orgogliosa per eccellenza, eccetto alla presenza del vecchio caro Nooj. Lei, con i suoi scagnozzi sempre al seguito. Le Blanc. Mi faccio strada tra la folla e mi avvicino alle tre comiche figure velocemente, senza perderle di vista.

“Grrr, che rabbia, che rabbia!! E’ solo una mocciosa, come si permette a trattarmi così??”

“Signora, si calmi!”

“Taci, Ormi! Siete degli imbecilli! Ve la siete fatti scappare come niente, l’avevo in pugno!”

“Scusi!” dicono all’unisono i due scagnozzi chinando il capo.

“Uh, aria di tempesta, eh?” i tre alzano lo sguardo e mi vedono a braccia conserte e con un sorrisetto irritante.

“TU!” esclama lei. “Tu! Dovresti imparare a tenere a bada i tuoi animali domestici!”

“Di che parli?”

“Lo so che la conosci! È una di quei guastafeste dei Gabbiani! Tu sei amico loro! Perché non le consigli di smetterla di importunare gli altri??” I Gabbiani, i Gabbiani...

Il mio cervello si ferma un istante per ricordare dove ha sentito questo nome.

Poi mi sovviene in mente. Avevo sentito parlare di questo gruppo di cacciasfere…

Bingo. Cacciasfere.

“Chi era?” chiedo, apparendo il più indifferente possibile.

“Era la bionda, quella che un attimo vedi e un attimo dopo...sparisce! Mi ha rubato ben due sfere che avevo conquistato con tanta fatica! E per colpa di questi due imbecilli!”

“Scusi!” ripetono Ormi e Logos all’unisono.

“Scusi un corno! Per fortuna ho tanti altri dipendenti oltre voi due fannulloni!”

“Che intendono fare questi tuoi ‘dipendenti’?” chiedo cominciando a preoccuparmi. Sul volto di Le Blanc appare ora un sorriso maligno.

“Ovviamente combatteranno contro di lei e, dopo averla sconfitta, la cattureranno per me e mi farò restituire le sfere in ginocchio! Ahahah! E già che ci sono mi farò dare in prestito qualche sua collezione, giusto il tempo di battere una volta per tutte i Gabbiani! Ahahah! Sono troppo astuta!” No, tu sei pazza.

“Ah ah, davvero molto, molto astuta…” le dico in tono ironico.

“Prendi in giro, ragazzo?”

“Senti Lebby, tu stessa hai detto che quella ragazza è troppo veloce per voi...Non sapete nemmeno dov’è adesso!” Forza, dimmi dov’è...

“Ti sbagli! Poco fa uno dei miei mi ha contattato dalla mia meravigliosa reggia a Guadosalam e mi ha avvertito che quella mocciosa è passata di la a bordo di un automa. Ohohoh! Se la sarà davvero vista brutta! S’è infilata da sola nella tana dell’avversario, che sciocca!” Merda, ma in che guai si va a cacciare? È sciocca davvero!

“Oh, scusami, cara, ma ètardi ed io devo proprio andare…Ci vediamo!” Dico. “Ah, e salutami Nooj!”

“Oh, l’amore mio…Ma certo! Bye bye!” E già, quando sente il nome del suo amato sembra che entri in un altro mondo completamente.

Okay, adesso comincia la gara. Devo assolutamente raggiungere quella stupida di Rikku prima che gli scagnozzi di Le Blanc la mettano davvero in ginocchio.

Comincio a correre in direzione dell’aeronave che se ne sta ancora posteggiata nel grande spiazzale poco distante dal teatro di Luka. La grande portiera si apre dinanzi a me e mi ritrovo di nuovo nella sala pilotaggio. Cid sgrana gli occhi.

“Dimenticato qualcosa?”

“Portami a Guadosalam” dico in fretta.

“Uh, vedo che hai trovato qualche indizio…e in ben 13 minuti! Sei davvero in gamba!” Si, si ok. Portami a Guadosalam, cacchio!

Compagno si volta verso di me.“Ma Yuna e Paine sono anche loro scese poco fa qui a Luka. Non credi che dovremmo…”

“Aspettarle?” Lo guardo torvo. “Scusa, Compagno, ma non ho davvero tempo da perdere. Devo andare a Guadosalam. Ora.”

L’aeronave decolla con un forte rombo. Mi sembra una ricerca infinita. Quella ragazza è imprevedibile, a volte non so come comportarmi. Come posso mai proteggere una cosa che si volatilizza dalle mie mani? Proteggere, si…perché Rikku a volte è troppo ingenua per affrontare da sola certe situazioni. E io la amo troppo per poter permettere che affronti da sola certe situazioni. Mi sembra tutto una favola: la principessa persa da sola nel bosco incantato e il principe azzurro che la trae in salvo. Solo che in questo caso ci sono differenze sostanziali con la favola: la principessa scappa dal suo principe azzurro e sembra che il principe azzurro non sia destinato ad un lieto fine. Peggio per lui. È lui stesso che scrive la favola...

“Preparati, Gippal. Stiamo per atterrare”

Compagno mi riporta alla realtà. L’impazienza si fa sentire sempre di più. Non capisco solo perché Yuna e Paine sono scese a Luka. Sperano forse di trovare delle sfere in una città così trafficata? O si sono forse messe anche loro alla ricerca di Rikku? A giudicare da quanto detto da Paine, non credo. A meno che la bontà di Yuna non l’abbia persuasa e convinta ad aiutare lei nelle ricerche. In quel caso io devo essere abbastanza celere da trovare Rikku non solo prima degli scagnozzi di Le Blanc, ma anche prima delle sue stesse amiche.

Un gioco da ragazzi.

L’aeronave è appena atterrata sulla via di fronte l’entrata della città di Guadosalam. Il portellone si apre ed io mi avvio fuori dall’aeronave. Quando sono a terra, mi sfiora il vento provocato dal decollare della macchina che si allontana rumorosamente. Io, invece, mi addentro cautamente nella città.

  
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