16)Guarigione
Oggi è un giorno
speciale: finalmente somministreranno l’antidoto ad Ava.
Noi siamo tutti
in fervente attesa fuori dalla sua stanza, persino Hen è
riuscito a ritagliarsi
uno spazio per venire.
Il dottore e
l’infermiera sono dentro da un po’ e io sono
agitatissima, non riesco a tenere
ferme le mani e continuo a tamburellare le dita sul bordo della sedia,
fino a
che Tom non mi stringe la mano.
“Sei
preoccupata?”
“Sì, e molto! E se il vaccino non
funzionasse?”
“Funzionerà,
vedrai.”
Mi rassicura lui, io però continuo a essere in paranoia e
quindi mi alzo di
scatto e frugo nella borsa.
“Vado a fumarmi
una sigaretta, avvisatemi se il dottore esce.”
Mi allontano a passo di
marcia, le mie
mani stringono
convulsamente il
pacchetto e l’accendino, alla prima uscita di sicurezza esco
e mi ritrovo su un
grande terrazzo che dà sul giardino.
C’è un
posacenere, deduco che si possa fumare qui, ergo mi accendo la mia
sigaretta
cercando di calmarmi. Penso a tutti i momenti trascorsi con mia figlia:
quando
è nata, quando ha detto per la prima volta mamma, quando gli
abbiamo detto la
verità, il suo primo giorno di scuola e un sacco di giornate
qualunque che non
avrei mai detto avrei rimpianto.
Mi manca litigare
con lei e poi fare pace, mi manca il suo entusiasmo per Halloween e
Natale, il
suo amore per le band di Tom e per il pop-punk, mi manca persino il suo
esercitarsi ossessivo con la sua chitarra.
Frammenti di
melodie spezzate irrompono nella mia mente, accordi appena accennati e
subito
trascritti, esattamente come fa Tom.
E poi penso al
giorno fatale dell’avvelenamento e stringo i pugni, non amo
la violenza, ma
sono felice di aver fatto fuori quella bastarda.
Non avrebbe
dovuto toccare mia figlia.
MAI.
Lei non c’entrava
con tutto questo!
Cerco di
rilassarmi rilasciando i palmi e inalando un altro po’ di
tabacco, devo
calmarmi, non voglio farmi vedere agitata da lei.
Voglio che mi
veda felice e sorridente.
Un ultimo tiro,
un’ultima spirale di fumo che sale nel cielo e torno dentro.
Nessuno si è mosso
dalla sua posizione: Tom ha in braccio Jonas, Anne e Johnny sono seduti
accanto
a lui e Jo passa protettivo un braccio attorno alle spalle della
moglie, Hen
invece siete un po’ discosto.
Io mi siedo al
mio posto e Tom mi attira a sé, io sospiro e lo lascio fare,
nella speranza che
sentendo il suo cuore battere mi possa calmare.
Dopo un’ora il dottore
esce e sta sorridendo.
“È andata come
previsto, la paziente ha ricevuto l’antidoto e non
l’ha rigettato. Ora è
sveglia e potete visitarla a piccoli gruppi.”
“Grazie, dottore grazie!”
Gli dico con il
cuore in mano.
“Quando potrà
uscire?”
“La terremo sotto
osservazione per una settimana, poi potrà essere
dimessa.”
“Temete che rigetti il veleno?”
“Sì, la sua struttura non è come quella
di un qualsiasi abitante
di questo pianeta e non sappiamo di
preciso come potrebbe reagire. Finora è andato tutto bene,
ma è meglio essere
cauti. Se ci dovessero essere degli effetti si dovrebbero manifestare
entro una
settimana.”
Io annuisco, sperando che nulla di questo accada.
Con il batticuore
entro nella stanza di Ava e vedo che è sveglia,
incredibilmente pallida, ma
sveglia. Ha la testa appoggiata al cuscino e i suoi capelli azzurri
sparsi le sono come un’aureola, comunque sorride quando vede
arrivare me, Tom e Jonas.
“Mamma, papà,
JoJo!”
“Ciao, piccola!
Come stai?”
Le chiede
premuroso Tom.
“Bene, cioè mi
sento ancora un po’ stordita, ma tutto sommato sto bene.
Avrei potuto
essere morta ora, non riesco ancora a credere che sia stata mia zia ad
avvelenarmi.”
“Nemmeno io, ma è
stata punita.”
“Come?”
Io e Tom ci guardiamo negli occhi.
“È morta.”
“Oh, beh, mi dispiace, ma tant’è. Mi
abbracciate?”
La abbracciamo
uno alla volta delicatamente per evitare di farle male per via delle
varie
flebo.
Quando è il turno
di Jonas gli sorride.
“Grazie per il
tuo orso, ha tenuto lontano i miei incubi.”
“È un orso
magico!”
Risponde orgoglioso lui, sua sorella lo abbraccia ancora poi scoppia a
piangere.
“Mi siete mancati
tutti, pensavo che non vi avrei mai più rivisti e che non
avrei più rivisto i
miei amici. È stato orribile.”
Io le accarezzo
una mano.
“Posso
immaginare, ma ora è finita e tu sei sveglia.
Starai qui in
ospedale solo per una settimana e poi potrai tornare a casa.”
“Mi manca San Diego.”
“Anche a noi, ma ci torneremo.”
“Come mai la zia ha tentato di avvelenarmi?”
Le spiego tutto partendo dalla morte di Joel, spiegandole che lei era sua sorella e una
rivoluzionaria, lei
annuisce.
“Ha fatto una
cosa orribile, ma un po’la capisco, se qualcuno uccidesse
Jonas vorrei
vendicarmi di questa persona.”
“Ho pensato la stessa cosa, ma non potevo lasciare che
continuasse ad agire
così. Doveva affrontare me e sarebbe stato leale, colpendo
degli innocenti si è
comportata in modo indegno.”
Ava annuisce piano.
“Sei stanca,
tesoro?”
“Un po’.”
“Allora noi andiamo e ti mandiamo dentro gli zii, ci vediamo
stasera.”
Le do un lieve bacio sulla fronte e poi esco con in braccio Jonas e con
una
mano stretta in quella di Tom, sentendomi un po’ meglio.
La mia piccola è
sveglia, la mia piccola sta bene.
Ce l’abbiamo
fatta!
“È salva, Tom. È
salva! Non è meraviglioso?
Non è un miracolo
di Dio o di chiunque ci sia lassù?
Dio, sono così
felice!”
Esclamo
abbracciandolo, lui mi sorride felice di come si sia risolto tutto.
“Tra una
settimana sarà fuori di qui, spero di poter uscire presto
anche io.”
“Uscirai anche
tu”
Gli rispondo
sorridendo, oggi nulla può guastare il mio buonumore.
Una settimana dopo arriviamo al
castello, Hen ci lascia immediatamente perché deve correre a
svolgere le sue
incombenze di re.
Noi quattro
guardiamo Ava, ha un’aria ancora pallida e sembra spaesata.
“Cosa vuoi fare,
tesoro?”
Le chiedo.
“Uhm, non lo so.
Possiamo fare un giro nei giardini, vorrei stare un po’
all’aria aperta.”
“Va bene.”
Camminiamo un po’
per i viali, lei si ferma ad ammirare una delle fontane e poi si dirige
senza
saperlo verso il mio posto segreto.
Si innamora
all’istante del laghetto con le ninfee, il ponticello rosso e
le rive piene di
fiori e di alberi che producono un’ombra piacevole. Fa
abbastanza caldo, anche
se ormai siamo alla fine dell’estate.
“Anche qui cade
la neve?”
Mi chiede a un
certo punto.
“Sì, certo.”
“Com’è?”
“Rende tutto più
bello, persino i
quartieri inferiori.”
Lei rimane un attimo in silenzio.
“Non è giusto che
ci sia questa divisione, laggiù la vita non deve essere
facile.”
“Non lo è, ma
tanti dei suoi abitanti si impegnano al massimo per viverla senza
cadere
nell’autodistruzione. Ci sono tossici, alcolisti, ladri e
puttane anche qui.”
“Lo so, solo
penso che non sia giusto che ci sia questa divisione.”
“Credo faccia
parte della natura umana e aliena, aggiungerei, vivere come meglio si
può
fregandosene degli
altri. È molto bello
aiutare gli altri, ma a volte è solo una perdita di
tempo.”
“Non capisco.”
“Se la persona vuole fregarti non è molto
bello.”
Interviene Johnny
con la sua abituale rudezza.
“Voglio dire, è
pieno di gente che si finge bisognosa d’aiuto e povera solo
per spillarti più
denaro che può.”
Ava non dice
nulla.
“È molto bello
qui."
“È stato
creato per avere un angolo di pace, non
è facile essere parte della famiglia reale o re come tuo
zio. Lui si deve
confrontare giornalmente con questi problemi e altri come
l’economia, i buoni
rapporti con le lune e gli altri pianeti; se vuoi la mia opinione non
lo
invidio per niente.
Non mi è mai
piaciuto essere una reale.
Troppe noie.”
“È per questo che
viviamo sulla Terra.”
“Esattamente.”
Rispondo un po’ a disagio, ho come la sensazione che mia
figlia mi giudichi una
codarda e non è piacevole.
“Capisco, mamma.
Nel complesso è
una saggia decisione, in fondo tu non sei più la principessa
di questo posto,
appartieni alla Terra e anche noi.
Mi manca
terribilmente San Diego, anche se sono felice che i miei amici mi siano
venuti
a trovare. Non vedo l’ora di poter finalmente lasciare questo
pianeta.
Ho l’impressione
che la gente si aspetti qualcosa da una principessa come me, ma io non
posso
dare nulla. Non ho soluzioni per nessuno, sono solo una ragazzina e non
so
niente di niente.”
“Appena tuo padre
starà meglio ce ne andremo.”
Le dico abbracciandola, conosco perfettamente la sensazione che mi sta
descrivendo: è come avere un peso invisibile addosso, la
gente si aspetta che tu
faccia qualcosa essendo parte della famiglia reale.
“Ho salvato il
loro mondo due volte, penso che sia abbastanza per una vita.”
“Lo penso anche io.”
Mi risponde timida.
Poco dopo
rientriamo al castello per il pranzo, su di noi grava l’ombra
degli argomenti
pesanti trattati in mattinata, ma sono sicura che si
dissiperà.
Ava dormirà o
suonerà la chitarra, in ogni caso la conversazione a tavola
è leggera e
tranquilla, nulla che non possa affrontare tranquillamente.
Dopo pranzo –
come previsto – mia figlia si chiude in camera sua e si mette
a suonare la sua
adorata chitarra. Sono melodie un po’ tristi, malinconiche.
Mi ricordano la
spiaggia di San Diego e i momenti piacevoli che vi ho trascorso, tanto
che alla
fin qualche lacrima traditrice sfugge al mio controllo.
Il resto del
pomeriggio trascorre tranquillo, non succede nulla di particolare e la
cena
arriva in un baleno. Scendiamo a mangiare di buon umore e notiamo anche
che mio
fratello lo è.
“Stasera ci sono
i fuochi d’artificio sul lago, ci andrete?”
“A che ora
iniziano?”
“Dieci e mezza.”
“Ci andremo dopo che saremo andate a trovare Tom.”
“Va bene.”
Mangiamo in
silenzio e poi io e i ragazzi saliamo in camera a prepararci, non ci
siamo
affatto dimenticati di Tom.
Un quarto d’ora
dopo usciamo dal palazzo e ci dirigiamo verso l’ospedale,
questa strada inizia
a essere troppo conosciuta per i miei gusti.
Arrivati in
camera di Tom lo troviamo steso a letto che legge qualcosa: una storia
del mio
pianeta.
Quando vede Ava
si illumina e lei gli salta in braccio.
“La mia piccola!
Come stai, Ava?”
“Benissimo, papà!
E tu?”
“Bene anche io,
sei davvero sicura di stare bene?”
“Certo!”
Lui guarda me.
“Tranquillo, non
si sono verificati effetti collaterali. Oggi l’ho tenuta a
casa, ma da domani
penso che la lascerò uscire.
Tu come stai?
Cosa dicono i
medici?”
“Che la terapia procede bene, anche se non è
affatto piacevole che ogni giorno
qualcuno ti rivolti il cervello.”
Io sorrido involontariamente per l’ironia della frase.
“Immagino, ma è
per il tuo bene, lo sai.”
“Lo so. Non vedo l’ora di uscire.”
“Quando uscirai ti mostrerò un paio di posti al
mare. È interessante il libro
che stai leggendo?”
“Molto. Non
sapevo che la Terra fosse stata una colonia di questo pianeta nei tempi
antichi.”
Io ghigno.
“Beh, ora sai che
tutte le tue bizzarre teorie sugli alieni erano giuste.”
“È una bella
soddisfazione, ma ho iniziato a pensare di avere ragione il giorno che
ti ho
conosciuta.”
Io sorrido,
ricordandomi di quando gli ho salvato la vita tanti anni fa nello
squallido bar
dove lavoravo allora.
“Come sta, Hen?”
“Credo bene, da
quando è successa quella cosa non ho avuto occasione di
parlargli a
quattr’occhi perché è sempre impegnato
in qualcosa che riguarda questo pianeta.
Credo sia il suo
modo di rielaborare il lutto.”
“Non deve essere facile scoprire che non solo tua moglie non
ti ama e ti
tradiva, ma addirittura cospirava contro di te.”
“Sì, è stato un
brutto colpo. Non avrei immaginato che Naira fosse così,
sembrava così innocua
quando l’ho vista la prima volta.”
“Ha imparato
qualcosa da Joel.”
Entrambi
scoppiamo in una risata amara che i bambini non capiscono, loro non
sanno
ancora tutta la nostra storia; pensiamo di raccontargliela quando
saranno più
grandi e in grado di capire.
“Chi è Joel?”
“Il fratello di Naira.”
“E cosa c’entra
con tutto quello che è successo?”
“Ve lo racconteremo quando sarete più
grandi:”
Loro mettono entrambi il broncio, questa è una di quelle
cose che tutti i
bambini odiano sentirsi dire e che si segneranno sul loro libro nero
delle cose
da rinfacciare agli adulti durante l’adolescenza.
Parliamo ancora
un po’, fino a quando un’infermiera gentile ma
decisa, ci dice che è ora di
andare via.
Saluto Tom con un
bacio a stampo e lui stringe a sé i ragazzi, poi ce ne
andiamo.
Prendiamo un taxi
e ci facciamo portare al lago, che è già pieno di
gente che non aspetta altro
che i fuochi di artificio. Li fanno sempre in questo periodo
dell’anno e sono
noti per la loro bellezza, c’è persino gente che
viene da fuori città per
vederli.
Jonas sale sulle
mie spalle, Ava mi tiene stretta la mano.
All’improvviso
alza l’altra per salutare Rat e gli altri suoi amici, ma
rimane con me,
probabilmente non si sente a suo agio nella folla e non posso darle
torto:
nemmeno a me piace troppo stare in luoghi troppo affollati.
“Lui è Rat, vero?
è venuto a chiedere di te quando stavi male. ”
Chiedo indicando
un ragazzo dai lunghi capelli neri acconciati in tanti dread che alza
una mano in
segno di saluto.
“Sì, invece lui è
Nai.
È un ragazzino
dai corti capelli azzurri che sta guardando per aria.
“Lui, invece è
Sam.”
Un ragazzo dai
capelli di media lunghezza bianchi sta tenendo per mano una ragazzina
dai
capelli azzurri accanto a lui.
“Lei è Sayu.”
Finisce,
indicandomi quella che penso sia la fidanzatina di Sam.
“A te piace Rat,
vero?”
“No, cosa dici?”
Mi risponde arrossendo, il che significa che è vero. a ogni
modo non c’è più
tempo per continuare la discussione perché iniziano i fuochi.
Sono incantata
dalle esplosioni e dai disegni che proiettano in cielo: fiori, draghi,
stelle,
cuori che si riflettono sull’acqua.
Intorno a noi non
c’è che un coro di “Aaaah!” e
“Oooooh!”, sono tutti meravigliati dalla bellezza
dello spettacolo, penso che ogni anno si superino, avrò un
paio di anni per
verificarlo.
Una piccola ombra
scende sul mio cuore, due anni lontano da casa, dalla mia vera casa,
San Diego.
Certo, vivo nel
palazzo – il posto più bello del pianeta
– ma non esiste posto migliore della
nostra casa che ho arredato con amore, di cui ho scelto ogni pezzo e ho
discusso ogni progetto con l’architetto.
Beh, ormai non
posso farci niente, solo qui possono curare Tom e farlo tornare quello
che era,
ho agito per il meglio o almeno lo spero. Torno di nuovo a concentrarmi
sui
fuochi per distrarmi dai pensieri negativi.
Sono davvero
belli, non c’è che dire.
Alla fine applaudiamo
tutti entusiasti, Ava corre dai suoi amici e scambia due parole con
loro, poi
torna da noi.
“Ho detto loro
che domani ci sarò alle pozze, ci sarò,
vero?”
“Sì, veniamo
anche io e Jonas.”
“Perché?”
“Perché anche tuo fratello ha degli amici e
perché ho voglia anche io di farmi
un bagno.”
Lei alza un sopracciglio alla stessa maniera di Tom.
“Puoi davvero
biasimarmi se ho paura che ti succeda qualcosa?”
“No, basta che tu
non ti intrometta troppo, mamma.”
“Sarò invisibile, te lo prometto.”
Lei annuisce, ancora leggermente contrariata, somiglia molto a Tom. Ha
lo
stesso spirito ribelle e odia le costrizioni, sarà
un’adolescente difficile.
Ce ne torniamo a
palazzo tutti insieme, parlando della bellezza dei fuochi e di cose
futili, ho
notato che Johnny ho guardato gli amici di Ava e sembra averli
approvati.
“Ava si è scelta
proprio un bel gruppo di amici.”
Mi dice, io annuisco.
Arrivati alle
nostre stanza, lui se ne va nella sua con Anne, io invece entro nella
mia con i
bambini, corrono in bagno a lavarsi i denti e poi Jonas si mette nel
suo letto.
Gli racconto una fiaba e quando dorme vado da Ava e le do il solito
bacio sulla
fronte.
“Ti voglio bene,
Ava.”
“Anche io, mamma.”
si addormenta sorridendo, pienamente soddisfatta della serata e allora
mi
concedo di sorridere anche io.
La tempesta è
passata e la colpevole è stata punita, penso potremo
trascorrere
tranquillamente il resto del tempo qui in pace.
Non penso che
qualcuno tenterà ancora un colpo di stato o almeno lo spero,
spero anche che
Joel non abbia altre sorelle o fratelli, devo chiedere a Keisha.
Non saranno anni
facili, Tom avrà delle ricadute, Ava diventerà
insofferente e crescerà anche
Jonas, probabilmente un giorno mi chiederà di smettere di
leggergli delle
fiabe, ma io sono in grado di affrontare tutto.
Con questa intima
certezza mi metto a letto, pensando come sempre che mi manca qualcuno
dall’altra parte e che non vedo l’ora di riaverlo
qui per abbracciarlo e fare
l’amore come quando eravamo ragazzini.
Mi manca Tom, ma
so che posso resistere senza di lui fino a quando sarà
necessario e lui starà
bene.
Ci siamo promessi
di stare insieme nella buona e nella cattiva sorte e io non ho
intenzione di
rompere la promessa.
Lo aspetterò
tutto il tempo necessario.
Angolo di Layla
Ringrazio DomyDeLonge
per la recensione, mi ha fatto molto piacere, visto che ormai non ci
speravo più. Spero che questo capitolo ti piaccia. Siamo
arrivati agli ultimi capitoli purtroppo. Grazie per essere passata.