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Autore: Sad Angel    03/11/2008    2 recensioni
La mano che si appoggiò sul mio collo era calda. Un secondo. Poi sentii i denti nella carne e la presa della creatura che aumentava, mentre beveva. Mantenendo il contatto, scivolammo a terra. Voglio il tuo amore…tu, invece, vuoi solo il mio sangue… …Vampir…?
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Vampir

 

La rabbia si trasformava in tristezza. La tristezza, di nuovo in rabbia.

 

Erano già passati 3 giorni, da quando mio fratello mi aveva detto di Markus, da quando Fabian era sparito improvvisamente, senza lasciare alcuna traccia.

Le chiamate sul suo cellulare si erano rivelate inutili. Sempre spento.

Ogni mattina mi aspettava una nuova delusione. Nonostante cercassi di non illudermi, il mio cuore non riusciva a smettere di sperare che lo avrei trovato fuori dalla mia porta, ad attendermi, come aveva fatto per due settimane.

 

Seduta al banco, mentre la professoressa spiegava, sbuffai, incapace di fingere l’interesse che non avevo. Il cellulare vibrò, sul mio volto apparve un sorriso leggero. Se non fosse stato per mio fratello, che mi mandava messaggi o mi faceva gli squilli a cadenza regolare, mi sarei addormentata di sicuro.

Dopo aver letto l’sms, iniziai a riflettere, domandandomi se non fosse patetico chiedergli ciò che mi rigirava in testa da un po’. Sospirai, poi pigiai sui tasti.

 

“Tu per caso sai dove abita Fabian di preciso?”

 

Dopo averlo inviato, rimasi due minuti a fissare quelle parole, ancora sullo schermo, incapace di spostare lo sguardo, mentre aspettavo la sua risposta.

Il cellulare vibrò. Alla sua risposta, sospirai.

 

Una volta uscita dall’università, nonostante piovesse a dirotto ed io, senza ombrello, fossi completamente fradicia, camminai con passo deciso verso l’indirizzo indicatomi da mio fratello.

Cercai il numero poi, non appena ebbi trovato la casa, mi fermai a qualche metro ad osservarla.

Era una bella casa. Una di quelle case di antica costruzione che, grazie alla continua manutenzione, sembrano quasi più belle dopo molti anni, rispetto a quando sono state costruite. Su due piani, i mattoni a vista erano di color beige.

Presi un bel respiro poi, con la coda dell’occhio, notai un movimento alla mia destra. La tenda di una finestra del primo piano si era appena richiusa. Conscia che qualcuno era al corrente della mia imminente visita, presi un altro respiro, senza che il pensiero, che il luogo dove stavo per entrare fosse una casa di Vampiri, mi sfiorasse minimamente.

 

Driiiin.

Appoggiai un secondo il dito sul campanello, ritraendolo subito. Dall’interno non proveniva alcun rumore, eppure sapevo che qualcuno c’era. Iniziando a pensare che forse avrebbero fatto finta di nulla, iniziai a fissare la porta di legno chiaro, sospirando.

Come confermavo in ogni occasione, la pazienza non era certo una dote che mi contraddistingueva, anzi, più reputavo una cosa importante, più divenivo impaziente. Sospirai ancora.

Un secondo poi un rumore lievissimo dietro la porta.

“Chi sei?” domandò una voce maschile.

Deglutii, mordicchiandomi le labbra poi dissi il mio nome. Stavo per aggiungere che ero un’amica di Fabian, quando la porta silenziosamente si aprì.

Di fronte a me, un ragazzo di circa 17 anni, i capelli castani, mi fissava. Lo sguardo che appoggiava su di me era quasi bruciante. Non riuscendo a reggere la sua occhiata, abbassai lo sguardo.

Un attimo. Si tirò indietro, attenuando un po’ lo sguardo.

“Entra” disse, la voce ferma.

Senza pensare, varcai la porta. Lui la richiuse immediatamente. Quello che avvenne dopo fu talmente veloce che, più che vederlo, lo percepii.

Il giovane vampiro, non appena richiusa la porta, mi era balzato addosso, alle spalle, facendomi cadere sul tappeto. Io, gli occhi chiusi, il braccio dolorante, mi ritrovai a pancia a terra. Un secondo dopo invece ero a pancia in su, sotto di lui. I miei occhi erano fissi sul suo viso, sulle sue pupille, completamente nere.

Lui avvicinò il suo viso al mio, annusando l’aria. Il sorriso che apparve poi sul suo volto, mise in mostra i lunghi canini.

Incapace di muovermi, completamente terrorizzata, lo fissavo.

“…Banshee…” disse lui, sorridendo, prima di leccarsi le labbra, probabilmente pregustando il mio sangue.

Cercai di alzare le braccia, in un estremo tentativo di difesa. Lui, come se fossi la creatura più debole dell’universo, mi afferrò con una mano entrambi i polsi, bloccandoli sopra la mia testa.

Fissai il giovane vampiro, continuando a deglutire, realizzando che la mia ora sarebbe giusta a breve, se Fabian non fosse apparso. Strinsi gli occhi, per non guardare, incapace persino di urlare, mentre nella mente chiamavo il nome di Fabian, disperatamente.

 

Stefan!”

Una voce femminile chiamò alle mie spalle.

Riaprii gli occhi. Il giovane vampiro guardava in su, in cima alle scale. Nella posizione in cui ero, mi era impossibile vedere.

Stefan, caro, ti prego, non vorrai mica sporcarmi il tappeto…”

Sgranai gli occhi, allibita, poi mi divincolai. Stefan, spiazzato a sua volta, mi lasciò subito andare. Non riuscendo subito ad alzarmi, le gambe che tremavano, strisciai il più lontano possibile dal ragazzo. Un secondo. Alzai lo sguardo per vedere chi fosse quella donna credule che se ne stava ferma in cima alle scale.

Una affascinante signora, i capelli scuri raccolti, sostenne il mio sguardo carico di disappunto. Un secondo, poi scoppiò a ridere.

Stefan!” esclamò con voce allegra, iniziando a scendere lentamente le scale “Caro, stavi per mangiare l’amichetta di tuo fratello…” concluse, scoppiando nuovamente a ridere, come se la mia morte potesse essere così divertente.

Continuai a fissarla, irritata. Lei mi si avvicinò, tendendomi una mano. Rimasi a terra, fissando quell’esile mano bianca, indecisa se prenderla o meno.

“Su, cara” disse, incoraggiante.

Realizzando che non avevo molte alternative, misi la mia mano nella sua. Un secondo. La donna mi tirò su di peso. Sconvolta da quella dimostrazione di forza inaspettata, la fissai incredula. Lei, ovviamente, rise di nuovo.

“Vieni con me, cara. Sei qui per parlare di Fabian, no?” disse, facendo strada verso una stanza sulla destra che si rivelò essere un salottino.

Feci un paio di passi poi, realizzando che Stefan mi stava seguendo, mi fermai ad osservarlo, preoccupata.

Nell’istante in cui realizzai che mi seguiva a testa bassa, con un atteggiamento di sincero dispiacere, la donna intimò con voce ferma “Stefan! Vai di sopra, caro, non pensi di aver fatto abbastanza danni per oggi?!?

Sentii il cuore stringersi mentre lo vedevo annuire ed iniziare a salire i gradini. Sembrava sinceramente dispiaciuto per avermi aggredito e, siccome in fondo non mi aveva fatto nulla, mi sembrava ingiusto e crudele, il trattamento che gli aveva riservato sua madre.

Sospirai, tornando a fissare davanti a me.

La vampira intanto si era seduta su una poltrona, accavallando le gambe.

“Siediti, cara…”

Io, come prima, ubbidii, in perfetto silenzio nonostante l’irritazione crescente. Se non fosse che avevo bisogno di risposte, le avrei urlato di piantarla di chiamarmi cara, dato il modo in cui aveva esordito. Cercando di calmarmi, presi un bel respiro.

“Immagino che tu sia qui per sapere di Fabian, giusto?” domandò, fregandosi le mani, lentamente.

Io annuii, lei rise. La fissai esterrefatta, domandandomi tra me e me che accidenti avesse da continuare a ridere in quella maniera.

Quando si interruppe, mi rivolse un sorriso. Un sorriso, che avrebbe gelato chiunque. Sentii un brivido attraversarmi la colonna vertebrale, irradiandosi poi per tutto il corpo.

A tre metri di distanza lei era mille volte più terrificante di suo figlio. Lei, perché era fredda e il suo comportamento era volontario, palesemente studiato.

“Scusami se ho riso, cara…” ricominciò con la sua voce amichevole, mentre continuava a sorridermi come se desiderasse schiacciarmi come si fa con uno scarafaggio “…ma la tua domanda è così sciocca che non sono riuscita a trattenermi…”

La fissai, di nuovo esterrefatta, la rabbia che iniziava a colorirmi il volto “Come, scusi?” risposi acida, senza nemmeno pensare.

Lei ricominciò a fregarsi le mani, poi mi sorrise di nuovo, in quel modo insopportabile “Mi sembra abbastanza ovvio…Fabian non vuole vederti”

Sgranai di nuovo gli occhi, spalancando anche la bocca. Mille domande mi invasero in cervello, ma non fui in grado di formularne nemmeno una.

Cioè, credevo che fosse ovvio…Dopo che hai intuito ciò che lui ha fatto a Markus per colpa tua, mi sembra più che normale, no? Povero ragazzo! Si sente così in colpa! Ha ucciso il suo amico…”

Io la fissai, sbattendo le palpebre, poi mormorai a voce quasi inudibileFabian non avrebbe mai potuto fare del male a Markus.

La vampira mi guardò un secondo, poi tornò a ridere “Puoi cercare di non sentirti coinvolta finché vuoi, ma non puoi sfuggire alla realtà. Fabian ha ucciso il suo amico perché aveva tentato di aggredire te…”

Un secondo. Rise ancora, prima di terminare il discorso più crudele che le mie orecchie avessero mai sentito “E per cosa, poi? Una Banshee! Ho capito che Markus ti ha aggredito, ma non c’era bisogno di arrivare a tanto…dubito che ti avrebbe uccisa e sinceramente, per l’interesse che ha Fabian nei tuoi confronti, poteva tranquillamente stare a guardare…ma è sempre il solito impulsivo…Una volta che si mette in testa di avere qualcosa, diventa tremendamente possessivo…Cosa sarebbe cambiato se ti avesse presa mentre eri debole? Nulla, no?”

Si interruppe, lanciandomi un’occhiata divertita, il sorriso crudele sul volto.

Io la fissai, completamente immobile, perfetta copia di una statua di granito.

“Ah! Forse il mio discorso era troppo difficile per te…Te lo riassumo brevemente: qualsiasi cosa ti abbia detto mio figlio, era solo una bugia. L’unica cosa che gli interessa di te, è il tuo sangue e, come vedi, non è l’unico della famiglia…” aggiunse allungando un braccio, indicando l’ingresso.

“Fossi in te, me ne andrei e se Fabian dovesse tornare, eviterei di vederlo…Sempre che tu ci tenga alla tua vita, cara…”

Mi sorrise ancora.

Io presi un altro respiro poi, il volto rigido, mi alzai, avviandomi verso la porta. La vampira non si mosse mentre mi avvicinavo alla porta della stanza. Non appena l’ebbi varcata, notai Stefan, rannicchiato al suolo, che origliava cercando di non farsi scoprire. Fingendo di non averlo visto, per non esporlo all’ira di sua madre, raggiunsi la porta d’ingresso, abbassai la maniglia ed uscii.

Solo quando fui di nuovo fuori, sotto la pioggia battente, mi lasciai andare, iniziando ad imprecare mentalmente, dedicando ogni epiteto che mi veniva in mente al quella crudele vampira.

 

Continua…

 

 

Halloooo!!! Buona lettura a tutti! Scusate, ma sono un po’ di fretta! Però volevo ringraziare tanto tanto Sefiri! Viel, viel Dank!!!

  
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