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Autore: berryboo    05/12/2014    6 recensioni
« Quello chi è? » chiese, indicando il ragazzo dagli occhi azzurri.
Vide tutti e cinque i componenti del gruppo irrigidirsi lentamente, guardando torvo in quella direzione.
« Quello è Luke Hemmings » rispose Jared, quasi ringhiando il nome del ragazzo.
Charlie si chiese come potesse essere tanto odiato quel ragazzo, considerando il modo in cui tutti lo guardavano.
Abigail sembrò leggerle nella mente, perchè « È uno stronzo di prima categoria », la informò.
« Quanto stronzo? » insistette la ragazza, sempre più interessata all'argomento.
« Quel che basta per dovergli stare lontana » concluse Mary, sorseggiando l'acqua dal suo bicchiere.
Charlie concesse un'ultima occhiata verso Luke, sorprendendolo a pomiciare allegramente con la rossa seduta sulle sue braccia.
Sospirò affranta, maledicendosi per la gelosia provata nei confronti di un ragazzo conosciuto solo da qualche ora.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Ci vediamo dopo. »
Luke salutò la rossa con un veloce cenno del capo, mentre si staccava dalle sulle sue labbra con un gesto fulmineo.
Osservò Hanna allontanarsi, i fianchi che ancheggiavano e l’atteggiamento sicuro di se. Sbuffò seccato: non ne poteva più.
Tutte ormai esperte, sicure di sé, quasi dominanti; si era stufato di essere sempre controllato, di non avere mai la situazione sotto controllo.
Perché lui era così: voleva comandare, doveva essere lui a decidere, in tutto, o quasi.
Sbattè l’anta del suo armadietto con un colpo secco, sistemandosi la spallina nera dello zaino sulla spalla.
Un’ora di letteratura lo aspettava, per sua sfortuna. Non gli era mai piaciuta quella materia ( non che  lui avesse mai fatto qualcosa per migliorare ), la considerava noiosa e priva di alcun attrazione.
« Hei, Luke! »
Girò il capo in direzione del suo amico Calum, che lo stava raggiungendo con il suo solito sorriso in volto.
« Cal » lo salutò il biondo, dandogli una leggera pacca sulla spalla. Si incamminarono insieme vero le classi secondo piano, uno diretto all’aula di storia, l’altro a quella di letteratura.
« Oggi proviamo da Michael » annunciò il moro, masticando rumorosamente una gomma alla mentina.
Luke annuì, « Ci sarò. »
« Sei fortunato » aggiunse Calum, una volta giunti davanti l’aula del professor Crowell.
Il biondo lo guardò confuso, al che l’amico assunse un’aria ovvia: « Sei con quella nuova », gli  ricordò.
Luke sorrise sornione, ricordandosi solo ora di quegli occhi chiari e quelle ciocche color cioccolato.
Charlotte Raynold era quel tipo di ragazza che ci voleva: ingenua, pura.
« Chiamala botta di culo » aveva borbottato Calum, sbuffando.
« C’è chi è fortunato e chi no » ribattè tranquillamente Luke, entrando nella classe e salutando il moro.
« Ci vediamo a pranzo! »
Il biondo si guardò attorno, e non appena scorse quei lunghi e mossi capelli castani un ghigno di vittoria gli si formò.
 
 
« Il tuo è un dono, Charlie! » esclamò Abbie, lo sguardo fisso sul quaderno dell’amica, la quale ridacchiò.
« Dico sul serio, è un capolavoro! »
Charlie arrossì lievemente davanti quegli elogi, ringraziando subito dopo l’amica.
È solo una parafrasi, pensava, eppure l’amica continuava a riempirla di complimenti.
Adorava scrivere, per lei era un modo per sfogarsi, esprimere le proprie sensazioni attraverso delle parole. Per questo teneva un diario, un piccolo taccuino nero di cui nessuno sapeva l’esistenza.
Aveva cominciato a scrivere in seconda media, quando i problemi erano appena cominciati, la sua vita totalmente stravolta.
All’inizio era raro trovarla a scrivere sul suo letto, gli occhi azzurri puntati sulle parole scritte nella sua calligrafia un po’ arrotondata ma comunque graziose; poi era diventata davvero un’abitudine trascrivere i suoi pensieri, le sue emozioni. Così, ogni sera si sistemava sul suo letto, il diario aperto sul cuscino e il tappo della penna sul comodino. Scriveva, scriveva e scriveva.
D’un tratto, lo sguardo di tutte le ragazze di quella classe si posò sulla figura sistemata sullo stipite della porta: in quel momento Luke Hemmings entrò in classe, bello come sempre.
La t-shirt con sopra la stampa dei Nirvana, gli skinny jeans neri e le vans scure.
Era dannatamente bello, pensò la ragazza, sospirando.
Dopo quasi due settimane dal suo arrivo alla Beecher ormai l’aveva ammesso: quel ragazzo l’attraeva, e non poco.
Perse un battito quando il biondo le dedicò un occhiolino, accompagnato da un sorriso malizioso sul volto.
« Charlie » la richiamò Abigail, ammonendola con i suoi occhi color caramello.
Lo aveva detto solo a lei della sua attrazione per Luke; inizialmente la mora non l’aveva presa bene, ricordandole quanto lui fosse stronzo e insensibile,  ma poi si era arresa davanti allo sguardo imbarazzato e timido di Charlie, concludendo la sua ramanzina con il classico « Io te l’ho detto. »
La giovane borbottò una serie di scuse, che cessarono quando il professore entrò in classe.
« Buongiorno, ragazzi! » salutò pimpante, poggiando la cartellina di cuoio sulla sedia.
« Spero abbiate svolto i compiti, perché alla fine dell’ora ritirerò i quaderni di ognuno » avvertì, serio.
Ci fu qualche sbuffo seccato e qualche “cazzo” mormorato, ma nessuna protesta.
« Bene, adesso aprite a pagina 400. »
Charlie sorrise quando lesse l’autore del sonetto, nascondendo il volto dalla mano delicata per nascondere il senso di felcità.
Crowell sembrò accorgersi della reazione della ragazza, poiché la invitò a leggere il testo.
E Charlie, un po’ imbarazzata, cominciò:
« Chi non è mai stato ferito ride delle cicatrici altrui. [..] Oh, ma quale luce irrompe dalla finestra lassù? Essa è l’oriente, e Giulietta è il sole. 
« Sorgi, bel sole, e uccidi l’invidiosa luna già malata e livida di rabbia, perché tu sei tanto più luminosa di lei. Non servirla se essa ti invidia; la sua veste è d’un colore verde scialbo che piace solo agli sciocchi. Gettala via! 
« Ma è la mia dama, oh, è il mio amore! Se solo sapesse di esserlo! Parla eppure non dice nulla. Come accade? È... »
Il professore la interruppe « Fermati pure, grazie. »
La giovane annuì, poggiando la testa sulla mano e iniziando ad ascoltare la spiegazione di Crowell, senza accorgersi dello sguardo pungente di Luke Hemmings insistente sulla sua esile figura.
 
 
Solo una parola serviva a descrivere Luke: sorpreso.
Sorpreso perché per la prima volta aveva trovato la letteratura una materia interessante. Aveva ascoltato ogni singola parola pronunciata dalle labbra rosee di Charlie, quasi ammaliato dal suono della sua voce.
Quella voce dolce e matura, capace di ammaliare chiunque l’ascoltasse; ed infatti, il biondo si accorse di non essere l’unico ad aver prestato ascolto alla ragazza.
Quasi si infastidì nel vedere lo sguardo di Jake McCarter fisso sulla figura di Charlie. Uno sguardo che di innocente non aveva niente, poi.
Quella ragazza era arrivata alla Beecher da nemmeno due settimane, e già aveva scombussolato i piani del ragazzo.
Una cosa era certa: Charlotte Raynold era appena diventata la nuova sfida persona di Luke Hemmings.
 
 
 
 
 
« Ciao. »
Charlie alzò lo sguardo dal suo libro, posandolo curiosamente sulla figura maschile davanti a lei.
« Ciao » salutò dolcemente, riportando l’interesse sul suo libro nuovo.
Il ragazzo sembrò sorpreso dall’atteggiamento della giovane, ma non si diede per vinto.
« Sono Jake » continuò, sedendosi accanto a lei sulla panchina del piccolo cortile della scuola.
« Charlotte » rispose lei, senza nemmeno preoccuparsi di aggiungere il suo soprannome.
« Lo so, ti conoscono tutti ormai. »
« Bene » borbottò Charlie, sentendosi a disagio.
Quel ragazzo non le piaceva: l’aveva visto giorni prima molestare un ragazzino del primo anno, solo per far ridere i suoi amici e quelle Barbie che si portava appresso.
Era dieci volte più stronzo di Luke Hemmings, di questo ne era sicura.
« Beh, Jake, devo andare » mentì, desiderosa solo di trovarsi fuori da quella situazione e di continuare a leggere il suo libro.
Il ragazzo sospirò, avvicinandosi nuovamente a lei « Se vuoi ti puoi sedere al mio tavolo, oggi. »
No, grazie. Sto bene con i miei amici, voleva rispondere ma come sempre il coraggio le mancò.
Perciò si limitò ad annuire, e a sussurrare un « Vedremo » che sembrò bastare al ragazzo, dato che sorrise soddisfatto.
« Ci vediamo, dolcezza » la salutò, prima di lasciarle un bacio umido sulla guancia, sorprendendola.
Ma tutta questa confidenza? 
Charlie si allontanò in fretta dal cortile, dirigendosi al suo armadietto per posare lo zaino e avviarsi a mensa.
I suoi piani di leggere erano ormai andati in fumo, perciò lasciò anche il suo amato libro nell’armadietto.
Non fece nemmeno in tempo a chiudere l’anta che una mano calda si posò sopra la sua, facendo sbattere l’armadietto con un colpo forte che la fece sobbalzare.
Non appena si girò, per poco non svenne: Luke Hemmings era davanti a lei, la mano destra poggiata sulla sua e un’espressione seria in volto.
« Non ci devi parlare, con quello » le disse, avvertendola.
Charlie deglutì, sentendo le mani tremare « P-perché? »
Luke ghignò divertito dalla reazione della giovane, aumentando la presa sulla sua mano, bloccandola ancora di più all’armadietto di metallo.
« Perché è un coglione. »
Nemmeno tu sembri da meno, avrebbe voluto dirgli, ma si limitò a guardarlo confusa.
Cosa gliene fregava a Luke Hemmings di lei?
« Non fare quella faccia, » le disse il biondo, sbuffando « voglio solo metterti in guardia da teste di cazzo come quello. »
« O-okay » balbettò la giovane, non trovando niente di più sensato da dire.
Solo ora si accorse del lieve dolore alla mano, chiusa tra quella del ragazzo e l’armadietto.
« Scusa » borbottò Luke, togliendo lentamente la sua mano « Non volevo farti male. »
Charlie sorrise lievemente, lusingata dal senso di colpa del biondo nei suoi confronti « Tranquillo, non è niente. »
Gli angoli della bocca del ragazzo si piegarono in un sorrisetto. Era così ingenua.
« Ti accompagno in mensa » le disse, e nonostante le proteste, Charlie si sentì costretta ad accettare.
Lui le fece segno di seguirla, iniziando a camminare con la giovane al suo fianco.
La ragazza non potè fare a meno di notare come Luke stava maledettamente torturando l’anellino di metallo posto sul labbro, mandando i suoi ormoni al manicomio.
Era davvero bello, e lei si sentì così insignificante vicino a lui.
Stettero in silenzio per tutta la durata del tragitto, scambiandosi ogni tanto qualche occhiata.
Non appena giunsero nella mensa, Charlie sentì un braccio circondarle le spalle, gesto che per qualcun’altra sarebbe stato normalissimo, ma che per lei era una cosa talmente sorprendente che mancava poco che svenisse.
Arrossì di getto, sentendo Luke ridacchiare al suo fianco e percependo gli sguardi altrettanto sorpresi degli altri studenti.
Non osò nemmeno gettare un’occhiata al tavolo dei suoi amici, immaginando già gli sguardi sconvolti di tutti e cinque.
Quando arrivarono a destinazione, il biondo tolse il braccio tonico dalle spalle di Charlie, ancora intenerito e divertito dalla sua reazione.
« Ci vediamo, Raynold » la salutò, prima di scoccarle un leggero bacio sulla guancia, mandandola letteralmente in iperventilazione.
Charlie osservò Luke allontanarsi, sentendo il sangue fluirle fino al viso, arrossendo le sue gote.
Luke Hemmings si era accorto di lei.




My Space!
ehiehiehiei!
ciao a tutte/i! come state?
ho voluto inserire subito il primo capitolo, pensando che il progologo non fosse sufficiente.
Ringrazio vivamente le due ragazze che hanno recensito e quelle che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate!
lasciate un commento se volete, aggiorno a DUE recensioni!
baci :3
 
  
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