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Autore: AlexiaKH    05/12/2014    5 recensioni
Elaia Larxis ora è Alexia. E' stata rapita da Xemnas e Saïx nello stesso giorno dove Heartless e Nessuno cancellarono il villaggio dove ha sempre vissuto. Lei ha una particolarità: un cuore di pura oscurità, senza però esserne soprafatta come chiuque altro, che la rende la prescelta dell'Anti-Keyblade... ovvero la Darkblade. Che ne sarà di lei ora che ha scoperto che non potrà più vivere nella luce?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Organizzazione XIII, Riku, Un po' tutti, Zexyon
Note: Otherverse | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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Ero sul punto di mandare all’aria la copertura ma all’improvviso si scatenò un forte terremoto che, a modo suo, mi fece recuperare il senno.
Ma che diavolo…
Vidi il nonno evocare una Keyblade, confermando la mia precedente teoria, e puntarla in alto.
“Reflexra!” Pronunciò senza un minimo di esitazione, e poco dopo si formò intorno a tutti e tre una barriera protettiva. Conoscevo quell’incantesimo, era stato proprio lui ad insegnarmelo. “Chiedo scusa, ma dopo l’incidente c’è almeno un terremoto al giorno… Spero che non vi sia caduto niente sulle vostre teste.” Disse con fare giustificativo.
Osservai la Keyblade, la sua presenza mi metteva a disagio: era uguale a quella di Sora ma… aveva l’aria più antica con tutte quelle increspature.
“Ora capisco come sei riuscito a salvare ciò che rimane di questo mondo…” intervenne Zexion, “… avete in qualche modo tratto in salvo il cuore del mondo attraverso quella chiave.”
“Conosci la Keyblade, ragazzo?” Chiese mio nonno.
“Come le ho già detto, nel mio mondo si stava studiando l’origine degli Heartless, la luce e oscurità… ovviamente sono arrivate anche leggende di una spada a forma di chiave, capace di aprire o chiudere qualunque serratura.”
“Esatto… conosci anche il nome dell’arma opposta alla Keyblade?”
Zexion rimase per qualche istante in silenzio per studiare mio nonno, probabilmente se avesse avuto il suo taccuino sarebbe già ad annotarlo.
“C’è una leggenda che narra l’esistenza di una lama detta Darkblade ma, se esistesse veramente, non potrebbe essere impugnata da nessun essere vivente… quella lama farebbe soccombere lo sventurato nell’oscurità.”
“Era quello che pensavamo tutti, ragazzo…”
In quel momento il terremoto cessò, e con essa anche l’incantesimo.
“Quindi sua nipote in qualche modo ha ottenuto la Darkblade, ha aperto la serratura e, nell’utilizzare l’arma, è morta.” Intervenni per tagliare corto, ormai avevo capito perché tutti pensavano che io fossi morta… lui non sa della mia natura di pura oscurità… probabilmente non se ne è mai accorto per il sigillo che Xemnas mi fece sciogliere più o meno un mese fa.
Che siano stati i miei genitori a mettermi quel sigillo?
“Ancora una volta la tua intelligenza mi sorprende, ragazza; è un vero peccato che il tutto viene rovinato da così tanta arroganza e mancanza di tatto.”
“Lo prenderò come un complimento.” Il bello di questa copertura? Dopo quindici anni posso essere me stessa senza essere bastonata da quel vecchio, per lui era un’ottima forma di educazione.
Il vecchio mi guardò irritato ma non disse nulla, questa volta ho davvero passato il segno.
“Credo che dopo tutto quello che vi sarà successo avrete fame e avrete bisogno di riposo… vi mostro la vostra stanza, dal momento che siete imparentati non vedo alcun pericolo.”
Non so se questo era un colpo basso ma… io rimasi parecchio senza parole e Zexion pure, è passato a dire t’indico la camera dove devi stare così non mi tocca sentirti ancora ragazzina ad un almeno sono sicuro che non farete niente che và al di là delle virtù morali.
Ci accompagnò alla camera degli ospiti e ci raccomandò di stare lì mentre lui sarebbe uscito a vedere se ci sono stati feriti nell’ultimo terremoto.
Io sprofondai nel divano lanciando un profondo sospiro.
“Tu e Aster siete veramente dei soggetti unici nel vostro genere.” Iniziò a commentare Zexion. “Tuo nonno manifesta una certa bipolarità, tu invece hai in un certo senso uno sdoppiamento della personalità.”
“Come prego?”
“Del tuo caso l’Organizzazione è già al corrente, non appena la tua mente abbandona la ragione tu ti fai soggiogare dall’oscurità, cambiando completamente la tua personalità… non te ne rendi conto perché fino ad ora perdevi sempre i sensi e la memoria.”
“Se mi stai dicendo che ancora non so controllare i miei poteri…” Comincia a contestare offesa, ma Zexion mi interruppe.
“Non i tuoi poteri, non riesci controllare te stessa: sei una bomba ad orologeria.”
“Da quando mi fai il cazziatone?”
“Mi pare di averti già detto che sono contrario all’irrazionalità che corta ad uno spreco delle energie.”
“Come potrei dimenticarmene, quel giorno mi hai cazziata davanti Xaldin, ma almeno in questi momenti sembri quasi umano.” Gli dissi beffarda, dopotutto non mi dispiacevano questi rimproveri… in un certo senso li vedo come dei modi per dire che per lui ora sono più una collega che solo una banca dati… poi sono abbastanza idealista nel cercare di analizzare i movimenti dei nessuno, nella speranza di trovare atteggiamenti umani.
“Comunque, cosa facciamo? Sappiamo che Aster ha portato in salvo il cuore da qualche parte, ma comunque sospetta di noi.”
Bel modo per cambiare discorso.
“Più che altro sospetta di me, mi ha linciata per tutto il tempo e mi ha anche messo alla prova… sono sicura che non gli sia sfuggito il mio desiderio di morte quando ha finito di raccontare la storia… a modo suo.”
“Tu sei sicura che, prima di allora, non avevi mai manifestato nessuna aura oscura?” Sapevo dove voleva arrivare Zexion: dal momento che sia il mio aspetto (per l’incantesimo di Zexion) che il mio comportamento (per il fatto che non sono più succube di quel vecchio) sono completamente diversi, solo la mia aura poteva essere riconosciuta dal suo punto di vista.
“Il quarantesimo giorno Xemnas mi aiutò a rimuovere definitivamente il sigillo sulla mia stessa oscurità, la mia aura ha cominciato a manifestarsi allora… quindi è impossibile che mio nonno abbia potuto percepirla”
“E da come parlava, non sembra che sia stato lui a mettertelo. Proprio non ti ricordi chi è stato?”
“Come fai a sapere che non me lo ricordo?”
“Quando hai sciolto il sigillo sei rimasta in coma per 4 giorni, ma in alcuni momenti sembravi cosciente e ne approfittavo per studiarti.”
Quindi quello non era stato un sogno…
“Ho capito… comunque non ne ho memoria.” Rimasi in silenzio per un momento, volevo cambiare argomento perché era inutile teorizzare su una cosa dove non possediamo indizi.
“… Credo che, per quanto mi sforzi a cambiare, ci sarà sempre quel dejavù per gli abitanti di questo mondo quando mi vedono, anche Zeno mi linciava…”
“Allora che cosa proponi di fare?”
“Avrei voluto vedere il Tempio ma… niente ci garantisce che sia ancora qui, la montagna in apparenza sembra integra ma non abbiamo fatto un sopraluogo dettagliato…” Che cosa dobbiamo fare? I terremoti giornalieri sono un chiaro segno che questo mondo è molto instabile… ma perché? Perché questo mondo ha un tale livello d’instabilità?
“Zexion…” Dovevo chiedere ASSOLUTAMENTE conferma di una cosa.
“Hai qualcosa da chiedermi?”
“E’ possibile che un cuore di un mondo possa essere contenuta in una persona?”
“Il corpo è pur sempre un contenitore, quindi è ovvio che può ma… dubito che possa sopravvivere a lungo, il cuore di una persona non è minimamente paragonabile a quello di un mondo.”
“Ma è possibile che ne possa contenere due?”
“Due cuori umani è possibile, a patto che ci siano tutti i requisiti necessari… un cuore umano e un cuore di un mondo… è possibile per alcuni soggetti ma solo per un breve periodo.”
“Che cosa succede se quel periodo scade?”
“Come stavo dicendo prima, la persona viene uccisa dall’eccesso di luce in corpo. I corpi umani sono contenitori fragili, non appena c’è un eccesso di luce o di oscurità la persona muore… i casi di decessi di luce non sono ancora esistiti, l’umanità è nata per vivere nella luce, ma per eccesso di oscurità… inutile dire che ne esistono parecchie.”
“A parte la sottoscritta e quelle ragazze dal cuore di pura luce…” Contestai.
“Quello è perché i vostri corpi sono stati predisposti per contenere quei cuori unici nel loro genere.”
Quindi è possibile che una persona, predisposta a sopportare più luce del solito, possa tenere dentro di sé un altro cuore… Perché non ci sono arrivata prima!
“Mio nonno ha il cuore!” Esclamai alzandomi dalla poltrona.
“Questo già lo sappiamo, è l’unico…” Lo interruppi. “NO! E’ il nonno a fare contenitore per il frammento di cuore di questo mondo!”
“E’ impossibile…” Disse subito Zexion scettico.
“Perché mai? Quel cuore lentamente veniva divorato dall’oscurità, mio nonno non appena è arrivato ha aperto la serratura del suo cuore per inserire quello che ne rimane di quello del mondo! Non ci vedo niente d’impossibile.”
Zexion rimase a fissarmi per qualche momento per ragionare. Alla fine annuì con la testa. “E’ un’ottima teoria, ma non credi che possa essere nel cuore di qualcun altro o da un’altra parte? Non possiamo permetterci nessun margine di errore.”
“Non vedo perché gradualmente questo mondo debba deteriorare, a meno che non sia per il deterioramento del corpo di chi ospita il cuore. Per quanto riguarda chi… da quel che mi ricordo al tempio avevamo solo io, Xemnas, Saix e successivamente il nonno, dubito che abbia avuto il tempo di trovare un contenitore che non sia lui.”
“Allora cosa proponi di fare?” Chiese ancora. Ok che il comando è mio, ma me lo sta chiedendo troppe volte, come se stesse valutando i miei ragionamenti logici.
“Togli l’illusione, prima lo elimino e prima sarà meglio per tutti. Ormai non serve più a niente continuare ad agire sotto mentite spoglie, abbiamo finito le nostre indagini… per quanto siano durate così poco.”
Senza proferir nessuna risposta Zexion Schioccò le dita ed entrambi recuperammo il nostro aspetto originario. Mi guardai allo specchio appeso al muro per vedere se era tutto a posto, in quel momento vidi che il mio riflesso era ritratto con un sorriso. In effetti l’idea di portare fine alla vita di quell’uomo mi faceva veramente stare bene.
“Vorrei che tu mi facessi il favore che nessuno interferisca con lo scontro, è una questione di famiglia.”
“Come preferisci, questo mi fa ricordare un romanzo che lessi tempo fa.”
“Davvero? E di che parlava?”
“Di un Faust* che fece un patto con un essere oscuro per far esaudire un suo desiderio, la storia finisce con quest’uomo che viene trascinato nell’oscurità dalla stessa creatura, si dica che da allora tutti i discendenti siano… maledetti in un certo senso.”
“Ora so il perché di tutto questo tuo interesse nei miei confronti quando ci siamo conosciuti! Mio nonno ha ottenuto il potere della Keyblade e con quella ha potuto proteggere il mondo, però ora ha perso tutto e presto io lo sistemerò… Le coincidenze esistono… Vuoi vedere che la storia è vera?” Dissi ridendo, non mi aspettavo che esistesse una storia del genere… come se fosse già stato scritto tutto.
Uscimmo dalla casa e ci separammo, io ero alla ricerca di mio nonno mentre Zexion andava verso una sorta di accampamento improvvisato. Cercai per una buona mezz’ora fin quando non decisi di provare a ritornare nella collina: era lì, ai suoi piedi, a fissarmi come se avesse appena visto un fantasma.
Non potei fare a meno di sorridere e con la mano destra generai una sfera oscura, che gli lanciai dopo pochi attimi. Un mio caloroso modo per dire “Ciao nonno”.






* Riferimento preso in ispirazione al VERO romanzo di Goethe "Faust" (chi ha fatto il liceo, in particolare quello linguistico, di certo saprà a cosa mi riferisco.)


Angolo dell'autrice:


Lo so, lo so! Sono in ritardo e il capitolo non è proprio il massimo dei miei capilavori. Ma era necessario un capitolo di "analizziamo tutti gli elemnti che abbiamo raccolto" per poter poi passare a quello che sarà la parte cloù di questa serie di capitoli ambientata nel Antico Tempio.
E poi per farmi perdonare finalmente pubblico quell desegno tanto richiesto da una certa persona, spero che non vi dispiaccia se abbia usato come modello Luka Megurime dei Vocaloid.
A settimana prossima con il prossimo capitolo: Antico Tempio. Parte terza: "Ciao nonno."

P.S. Si lo so, ho firmato il disegno (per evitare possibili pubblicazioni senza permesso, spacciandoli per propri)


























  
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