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Autore: _ Arya _    06/12/2014    4 recensioni
CaptainSwan spelling:
Scrivere flashfic o oneshot partendo dai seguenti prompt, la pubblicazione può avvenire in qualsiasi momento, l’unica regola consiste nel rispettare la sequenza senza saltare lettere.
C Prompt Chocolate&Comfort
A Prompt Alcool&Angry
P Prompt Pants&Passion
T Prompt Trick&Trust
A Prompt Accord&Apologize
I Prompt Internet&Interest
N Prompt Night&Need
S Prompt Storm&Sadness
W Prompt Wood&Warmth
A Prompt Arms&Ache
N Prompt Neck&Neck
Iniziativa creata da: Alexies, CSLover, Alexandra_Potter, Lely_1324, Clohy e Pandina.
-Può contenere spoiler per chi non segue la diretta originale-
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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CaptainSwan [Storm&Sadness]


Fuori pioveva, era in atto una tempesta abbastanza forte da rispecchiare il mio umore. Disperazione, tristezza, senso di impotenza, un dolore forte quanto il fulmine che squarciò il cielo, e il tuono che lo seguì.
-Emma...- strinsi forte la mano della mia ragazza, stesa su quel maledetto letto d'ospedale. Inerte. Due tubicini nel naso che le permettevano ancora di avere aria nei polmoni. Un battito così flebile, che avrebbe potuto spezzarsi prima della fine della giornata.
“Era incinta... di un mese e mezzo” aveva detto il dottor Whale. Era rimasta incinta la prima volta che avevamo fatto l'amore. Ma quella creaturina era morta, e ora anche lei mi stava lasciando.
Regina non aveva potuto fare niente... controindicazioni del vero amore. Non poteva fare nulla al suo cuore. Neanche una piccola magia che lo facesse tornare a battere. Era intoccabile. E neanche baciarla era servito a qualcosa, per quanto amore ci potessi mettere. Suo figlio, i suoi genitori, tutti avevamo provato con l'amore, ma niente. Whale aveva provato con un intervento, ma contro la magia non aveva aiutato.
Ed era stata tutta colpa mia. Solo mia, se quel maledetto coccodrillo le aveva fatto questo.

20 giorni prima.
-Hook! Oh mio dio, Killian!- gridò Emma, in preda al panico.
-Sto bene amore, tranquilla...- cercai di rassicurarla, ma la mia mano era rossa di bruciature, causate involontariamente dalla sua magia.
Aveva avuto un incubo, e io le avevo preso la mano ignaro che fosse colma di magia. Avevo gridato, preso alla sprovvista, e lei si era svegliata.
-No! Guarda che ti ho fatto...- scoppiò a piangere, afferrando la mia mano.
-Non è niente tesoro...torna a dormire, va tutto bene...- la abbracciai forte, nel tentativo di riuscire a calmarla.

19 giorni prima.
Nel momento in cui risi per il suo fallito tentativo di risucchiare Emma in quel maledetto cappello, Tremotino mi strappò via il cuore dal petto.
-Cosa aspetti. Fallo e basta allora!- gridai.
-Prima mi servi. Ma poi, credimi, ti ucciderò. Alla fine morirai.

15 giorni prima
-Come non ha il cuore. Regina... cosa dici?!
Guardai Regina e Emma con disperazione, perché non potevo dire la verità, non potevo farci nulla. Non potevo dire chi era stato, e neanche il perché. Era terribilmente frustrante.
-Gold! È stato mio marito!- Belle entrò correndo, con un libro in mano e il fiato corto -Qui. Lui vuole liberarsi della maledizione del pugnale. Alla fine deve uccidere Hook, dovrà distruggere il suo cuore.
Le fui grato come non mai, aveva detto la verità che io non potevo pronunciare.
Emma si portò le mani alla bocca, per poi venirmi a stringere, con le lacrime agli occhi.
-Tesoro, io ti amo lo stesso... non ho bisogno di un cuore per amarti- sussurrai, non sapendo che altro dire, limitandomi a stringerla a mia volta.
-Ci riprenderemo il tuo cuore Killian. Non ti perderò.- promise, con la voce rotta dal pianto e dalla disperazione.


8 ore prima.
Eravamo sulla spiaggia, Emma era riuscita a seguirmi mentre ero costretto a portare a Rumple l'ultimo stupido oggetto magico da inserire nel cappello di cui aveva bisogno, prima di uccidermi.
-Signorina Swan, temo che lei non sia invisibile- disse il coccodrillo, e con uno schiocco di dita fece sparire l'albero dietro al quale si era nascosta.
-Corri Emma! Lascia perdere e scappa!- le urlai, ma lei invece di obbedire corse verso di me, paradomisi davanti.
-Pirata, falla entrare nel cappello.- lo disse tenendo in mano il mio cuore.
Le mie mani si mossero da sole. La spinsero da parte e presero il cappello che mi porse l'uomo. Calde lacrime mi solcarono il volto, mentre Emma mi guardava con gli occhi sbarrati. Sembrava avesse paura di me, e io non potevo fermarmi, non potevo rassicurarla, sarei stato la sua rovina.
-Forza Hook... fallo- comandò.
Emma mi guardava, incapace di muoversi. Mi guardava, con quei suoi occhi verdi, anch'essi colmi di lacrime.
-Killian...- sussurrò -lo so che non sei tu a volerlo fare, lo so. Ti amo Killian Jones.
Le mie mani stavano aprendo la scatola che conteneva quel maledetto affare, e lo feci.
“Ti amo Killian Jones” risuonò nella mia testa. E fu un attimo. Mi gettai addosso a lei, portandola fuori dalla traiettoria del vortice che si era appena scaturito.
-Trafiggila. Col tuo uncino. E poi lasciala andare. Voglio vederti soffrire prima di morire.- ordinò ancora quel mostro.
Guardai Emma negli occhi, e in quel momento mi accorsi che le sue parole non avevano più alcun effetto su di me. Anzi, la strinsi tra me e la sabbia ancora più forte, a proteggere il suo corpo.
Per un solo attimo i nostri sguardi si sorrisero, prima di sentirmi scaraventare contro le rocce. Sentii dolore in tutto il corpo, mi mancò il fiato. Emma urlò. Urlò il mio nome e la vidi alzarsi, pronta a lanciare un incantesimo che il signore oscuro bloccò mostrandole il mio cuore.
Raccolsi tutte le forze per alzarmi in piedi e cercare di raggiungerla, ma fui scaraventato nuovamente contro la roccia, stavolta fu il mio braccio a parare il colpo.
-Mi butterò in quella cosa, ma tu lascialo stare!- gridò la mia Emma, disperata. Non potevo lasciarglielo fare. Semplicemente non potevo.
Nel momento esatto in cui si gettava verso il fumo nero, afferrai la sua mano.
-Lasciami! Hook, ti ucciderà...- più cercava di divincolarsi, più le stringevo forte la mano e affondavo l'uncino in profondità. Neanche il mio braccio rotto poteva fermarmi.
-Mi ucciderà lo stesso. E non ti lascerò mai andare Swan. Non importa cosa mi succederà. Ti amo, ti amo e finché avrò vita ti proteggerò. Fino alla fine.
-Ancora per poco, pirata- rise Rumple. Emma urlò ancora, e io mi aspettai il peggio.
Invece non successe nulla. Per quanto cercasse di stringere il mio cuore, questo rimase rosso e luminoso, come incantato da qualcosa.
Per un attimo sul volto di Emma apparve un sorriso di gioia, soffocato subito da uno sguardo sofferente. Le sue labbra divennero blu.
Non riusciva a respirare. La magia del portale non potendo avere lei, si stava prendendo la sua vita. Il suo respiro. Il suo battito.
Non mollai la presa neanche quando chiuse gli occhi, e la stretta della sua mano si allentò.
-NO EMMA!- urlai, e successe tutto velocemente. Gold fu scaraventato via, il mio cuore emanò una forte luce rossa, che sembrò risucchiare quella del portale, fino a che non lo richiuse.
Solo allora mi accasciai, stremato e dolorante. Senza però lasciare la sua mano fredda.

Il suo volto sembrava così sereno... se non fosse stata attaccata a tutti quei tubi uno avrebbe pensato che dormisse.
Guardai quello strano computer che segnava il battito del suo cuore, era appena percettibile. I suoi avevano deciso che meritavo di passare i suoi ultimi istanti insieme a lei. Nessuno aveva detto “ultimi”, ma era quella la realtà, a meno di un miracolo dell'ultimo secondo, nel quale in un modo o nell'altro continuavo a sperare.
Avevo esaurito anche le lacrime ormai, mi sentivo vuoto. Non avevo provato a rimettere a posto il mio cuore, avevo paura che il dolore già insopportabile peggiorasse.

Chiusi gli occhi, e rividi il nostro primo bacio, a Neverland. Era stato uno dei baci più spontanei e passionali che mi avesse mai dato, quasi violento. Dopo quell'episodio non avevo dimenticato più il sapore delle sue labbra.

Poi aveva lasciato che la magia la abbandonasse quando Zelena aveva cercato di uccidermi. Aveva rinunciato alla sua magia bianca che avrebbe potuto spezzare la maledizione per salvare me, nonostante sapesse di rischiare di rovinare tutto. Mi aveva chiesto di tornare da lei.

E ancora, la nostra avventura nella foresta incantata, nel passato. Avevamo ballato, l'avevo portata al suo primo ballo da principessa; ricordavo quanto fosse splendida, ce l'aveva nel sangue... e mi ero sentito il pirata più fortunato del mondo.

Il bacio tanto atteso nel momento in cui le avevo detto di avere scambiato la mia nave per lei. Finalmente un bacio reale, sentito, desiderato da entrambi. Dolce e forte allo stesso momento, un bacio durato molti istanti.
I suoi occhi lucidi quando aveva detto di non voler perdere anche me.
Il suo modo da dura ma impacciato di chiedermi di uscire.
Il nostro primo appuntamento... lei così bella, perfetta... mia.
La prima volta che avevamo fatto l'amore. E inconsapevolmente un'altra piccola vita aveva iniziato a crescere dentro di lei, la nostra piccola vita che per più di un mese aveva cercato di farsi spazio nel mondo.
La prima notte nella nostra nuova casa. Lei nella sua stanza, io in un'altra. L'avevo sentita piangere, l'avevo raggiunta. Si era sfogata con me, l'avevo consolata, e da allora avevamo sempre dormito insieme, stretti. Avevamo imparato a conoscerci davvero, a vivere con Henry come una vera famiglia... tutti e tre.

-Swan, non puoi lasciarmi! Ti prego Emma...- le lacrime ripresero a scivolare sul mio viso ancora una volta, ancora più amare; non potevo accettare che sarebbe tutto finito, non potevo accettare che l'avrei persa.
-Sei la salvatrice, ne hai affrontate di peggio... non arrenderti...- sussurrai, portando la sua mano alle mie labbra e baciandola.
Nulla.
Continuava ad avere gli occhi chiusi, e non reagire. In nessun modo.
Neanche un piccolo respiro autonomo, un sospiro.
Neanche muovere un dito, cercare di aprire gli occhi.
-Amore mio... io non posso vivere in un mondo dove non ci sei tu. Quindi per favore, torna da me...

Dalla macchina iniziò a provenire un rumore assordante, mi voltai a vedere cosa stesse succedendo... le linee sullo schermo si stavano appiattendo.
Un altro fulmine illuminò la stanza spenta dalla disperazione, e un tuono ancora più forte del precedente espresse al posto mio il dolore della mia anima.

















Note dell'autrice
Ciao a tutte... sono tornata, e sono riuscita a scrivere il nuovo capitolo... per favore, non odiatemi LOL so di essere stata un po' cattiva nel precedente e ora anche qui... ma mi girava così, non so perché (forse sono ancora scossa dall'ultima puntata... sapete com'è D: )... sorry ^^"


 

   
 
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