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Autore: simore    06/12/2014    1 recensioni
Quel giorno avrei voluto urlare, piangere a dirotto, strapparmi la pelle per far uscire quell’apatia che mi affliggeva; invece non feci nulla, rimasi immobile a fissare il vuoto, mentre la testa mi si riempiva delle urla disperate di mio padre. Il mondo aveva perso tutti i suoi colori e la vita appariva grigia ai miei occhi.
Eppure il tempo scorre, la vita va avanti e qualche volta nel buio si riaccende una piccola luce capace di tornare a colorare le splendide sfumature della vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ahahah… Gli hai mollato uno spintone che lo ha fatto ruzzolare a terra?! Non ci credo! Ahahah… Immaginare la scena è esilarante!”

“E’ vero! La scena di quell’idiota che cade rovinosamente a terra avrei proprio voluto vederla! Hai fatto davvero bene, Ivy, anch’io al tuo posto l’avrei… io… gli avrei spaccato la faccia!”

“Certo Ken… Tanto lo sappiamo benissimo, io ed Ivy, che non hai nemmeno la forza di uccidere una mosca!”

“Beh, Iris non ha tutti i torti, Ken! -sentì Ken mugugnare e risi a crepapelle immaginandomi il suo volto imbronciato- Comunque ero talmente nervosa che sì, gli avrei spaccato la faccia con grande piacere!”

“Dovresti iscriverti in palestra, Ivy… Il movimento aiuta a combattere il nervosismo!”

“Andiamo Ken… Lo sanno tutti che una buona dose di shopping scarica i nervi e aumenta il buon umore!”

“Ma no Iris… Davvero… Da quando papà ha cominciato a farmi allenare sto proprio meglio: più sereno, rilassato e sicuro di me!”

“Certo, come no!”

“Allenare???”

“Si, Ivy! Papà vuole mandare Ken all’accademia militare e per passare le selezioni deve anche mostrare un aspetto più… robusto! Insomma deve mettere su massa muscolare!”

“ E vedessi che fisico mi sta venendo!”

“Bah! Ora smettila di vantarti, Ken! Mio fratello sta diventando di un vanitoso…!”

“Vorrei proprio vederti Kentin! Il mio piccolo e gracilino Ken, che diventa un muscoloso militare… Che sorpresa! Comunque penso che ascolterò il tuo consiglio: scaricare i nervi in palestra non può che farmi bene!”

“Grande Ivy!!!”

“Vedi tu… Io preferirei fare shopping, attività nella quale abbini la creatività e il movimento! Vogliamo scherzare?! Vuoi mettere le corse che ti fai per prendere il “capo” esclusivo quando ci sono i saldi?! Senza contare la box! Tutte le “galline” a cui tiri gomitate perché non ti passino davanti! E le vecchiette che sfidi in velocità? Eheh… Vinco sempre io!”

“Iris!!!”

“Cosa c’è?! Come credi che sia riuscita a conquistare la collanina che ti ho regalato?!”

“Addirittura arrivare a far prendere infarti alle nonnine… Poveracce!”

“Iris, taglia corto che Ivy deve andare, invece di parlare dei tuoi attentati alle rugose!”

“Anziane… Si dice anziane, poverine! Comunque Ken ha ragione! Devo andare a fare l’iscrizione nella nuova scuola!”

“Ok, ok… Allora ci sentiamo… Un bacione Ivy!”

“Era ora che la smettessi di delirare Iris! A dopo Ivy!”

“Ciao ragazzi! Preparatevi al resoconto di stasera!” riattaccai.

La giornata che era stata rovinata da brutti incontri, tornò a sorridermi.

Immersa nei miei pensieri, percorsi la strada che portava alla scuola e poco dopo arrivai: l’edificio sembrava piuttosto grande e sembrava possedere il giusto equilibrio tra civiltà e natura, qualità che del resto possedeva l’intera città. Un ampio parcheggio precedeva la struttura, nella quale si entrava percorrendo un piccolo vialetto contornato da un verde praticello. All’entrata si trovava un lungo corridoio, accompagnato da file e file di armadietti sia a destra che a sinistra, la cui continuità era rotta qua e là dalle porte di alcune stanze, che supposi essere classi. Cercai di individuare la segreteria e un ragazzo dai lucenti capelli biondi e dagli occhi dorati mi accolse…

“Salve, posso esserle utile?”

“Ehm… Si veramente… Mi sono trasferita da poco in città e ho fatto la pre-iscrizione online, dovrei confermare…”

“Oh si, certo! Sei… Hevelyn…” lo interruppi prima che cercasse di ricordare il cognome: in fin dei conti quante Hevelyn iscritte in questo momento potevano mai esserci?!

“Esatto! Sono proprio io! Che memoria!”

“Eh sì… Modestamente ho una memoria perfetta!”

“Modestamente, eh?”

“Ahahah, ovviamente! A parte gli scherzi non sono molti gli studenti che s’iscrivono a metà anno…”

“In effetti…”

“Dunque… per completare l’iscrizione mi mancano soltanto alcune firme e una foto tessera…”

“Ok… Allora la foto va bene se la porto domani?”

“Perfetto, direi… Firma qui, qui e qui e per oggi siamo a posto…”

“La ringrazio… Ehm…” Come diavolo si chiamava sto tizio?

Come leggendomi nel pensiero… “Dammi pure del tu Hevelyn! E mi chiamo Nathaniel… Ma va benissimo Nath!” mi sorrise gentilmente.

“Beh, grazie mille Nath! E comunque chiamami pure Ivy!” ricambiai quel sorriso gentile e m’incamminai verso l’uscita, ma la voce di Nath mi richiamò indietro…

“Ehi Ivy! Ho presto finito le mie faccende, perciò, se vuoi posso farti fare il giro della scuola, così domani saprai orientarti!”

Il biondo non aveva tutti i torti: evitare di girare come una trottola alla ricerca delle aule, era una prospettiva che non mi dispiaceva per nulla…

“Mi farebbe davvero piacere! Grazie Nath!”

“Oh! Figurati!” mi rispose con un occhiolino.

Nath mi mostrò ogni angolo di quell’immenso edificio: aule per le lezioni normali e quelle dedicate ad attività particolari si susseguivano una dopo l’altra e ben presto mi resi conto che sarebbe stato impossibile perdersi, poiché attaccata ad ogni porta si trovava sempre una targhettina con il nome dell’aula e con tanto di descrizione delle attività che si svolgevano al suo interno. C’era un ordine quasi maniacale.

Nella scuola, mi spiegò, era possibile scegliere tra diverse attività extra scolastiche e se avessi avuto bisogno di libri o enciclopedie per ricerche o approfondimenti, esisteva un grande locale dedicato alla biblioteca, nella quale era anche possibile studiare tranquillamente. Quest’ultimo ambiente era così ben arredato che rimasi incantata: i mobili in legno e il metallo delle tecnologie si armonizzavano e completavano alla perfezione, le pareti di un giallo caldo ma delicato rendevano la stanza ancora più accogliente e l’esposizione qua e là di quadri famosi creava un’atmosfera stimolante.

L’arte era una cosa che mi era sempre piaciuta: l’interpretazione della realtà secondo vari stili mi aveva sempre rapita. Cominciai a girovagare per la stanza scrutando ogni piccolo particolare di quelle opere stupende, finché arrivai di fronte ad uno dei miei artisti preferiti. La sua pittura mi aveva sempre trasportato in un mondo magico, dove dimenticavo tutto quello che mi circondava…

“Meraviglioso l’accoppiamento tra forme morbide e spigolose, non è vero?”

Nathaniel mi riportò in terra dal mio mondo fatato…

“Si… L’insieme è così armonioso: i colori, le forme, i significati… E’ sempre stato uno dei miei artisti preferiti!”

“Ma dai! Sei appassionata d’arte??”

Non comprendevo la sua sorpresa: mi aveva preso per una capra ignorante?

“Si, veramente… Perché?”

“Oh non fraintendermi… Sono sorpreso perché di solito nessuno apprezza le vecchie opere d’arte, le ritengono tutte robe vecchie e noiose che non hanno un significato!”

“Assolutamente no! Sono opere meravigliose! Comunque è vero quello che dici, non sono molte le persone che l’apprezzano…”

“Beh… Allora quando ci sarà qualche mostra in città potremmo andare insieme, visto che anche a te piace l’arte…”

“Volentieri Nath”

Sentivo che io e lui saremmo diventati grandi amici e ne sorrisi al pensiero.

  
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