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Autore: _Magica_    06/12/2014    0 recensioni
''Amore sparito, rinnegato, corroso e malsano troppo sudicio e marcio per essere puro... eppure troppo vivido e forte per non essere niente..."
Buona lettura! E fatemi sapere che ne pensate!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brenda, Minho, Nuovo personaggio, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

Si risveglia solo più tardi.
Luce accecante negli occhi, un sole  delle 4 passate.

Vorrebbe semplicemente restare lì sul letto e farsi prendere dalla pigrizia… ma ha dormito per un mese e non ha intenzione di dormire ulteriormente.

Si tira su. Sta per scendere dal letto quando vede una figura seduta su una sedia accanto al letto.

Si pente immediatamente di essersi alzata, adesso verrà il momento delle domande,  lei lo sa.

Oh cielo che barba!

<< Ben sveglia! >>

Dice la una voce di ragazza… Kara non si era data la briga di osservarla ma adesso si sofferma a guardarla.

Deve avere più o meno la sua età, i capelli castani le scendono dolci nelle spalle e gli occhi sono vispi ed intelligenti.

Si ricorda di averla vista quella mattina.

Il ricordo le mette una tristezza mista a rabbia assurda e tutte le forze che credeva di aver recuperato le scivolano via dal corpo.
 
<< Il mio nome è Brenda >> Continua imperterrita lei << E sono qui per farti taaaaaante domande >>

Sorride sornione e Kara si lascia cadere tra i cuscini.
La ragazza le è simpatica, ma odia gli interrogatori.

<< Oddio no! >>
Odia le domande… soprattutto su certi argomenti e persone che desidera con tutto il cuore dimenticare.

<< Ti prego! Ti prego NON chiedermelo! >>

La ragazza sbuffa ed alza gli occhi al cielo.
<< No, No signorina… è la seconda volta in una giornata che mi si risponde così… e vada la prima ma alla seconda non resisto… adesso… >> Sorride sghemba con una faccia tutt’altro che confortante << Dimmi tutto >>

Poi scoppia a ridere, e Kara la fissa con un che di sconcertato e sconvolto.

<< Ehm… Ahg…sì sì… ovvio >>  Non sa cosa dire, non c’è niente da dire.

Improvvisamente Brenda torna seria.

<<  Non dileguiamoci a lungo… tra voi scoppiavano scintille, hem… forse pugni, ma… >> Le si avvicina sempre di più << Da quanto vi conoscete? >>

Kara sa a che si riferisce… a chi più che altro.

Sa di non poterne fare a meno, non può fingere che non sia niente. Le passa per gli occhi un’ombra di dolore, e distoglie lo sguardo mentre le iridi le bruciano al ricordo.

E’ strano, lei non piange mai… ma in quella giornata le lacrime hanno minacciato di scenderle infinite volte.
 
Si prende il viso tra le mani imponendosi di rimanere calma, non è niente… non è niente!

Ed invece sì che è… sarà per sempre qualcosa.

Non può impedirselo, non può farlo… i ricordi le fluiscono nella mente.
Proprio quei ricordi che aveva giurato a se stessa di essere scomparsi, distrutti, dimenticati.

Invece sono ancora lì, che le premono in fondo alla mente, che le scorrono nelle vene, che le infuocano l’animo. Sono ancora lì tutt’altro che scomparsi… ma riaccesi di dolore. Tutt’altro che distrutti… ma ricomposti per farla soffrire. Tutt’altro che dimenticati… ma vividi e orribili.
 
Poi sente qualcosa, qualcosa che purtroppo ha già sentito più volte. E’ sempre così quando…

Spalanca gli occhi, li apre orripilata, sconvolta… dannatamente immobile.
Sempre così quando le capita.
E sa che sta per ricordare. E sa che non può sfuggire, sa di non poterci fare semplicemente niente.
E questo la distrugge, la dilania.
Perché non può accadere di nuovo, non può succedere e basta. Non resisterebbe un'altra volta… non ne ha più la forza.

Vorrebbe morire… anziché ricordare, vorrebbe uccidersi anziché rivivere.
Ma non può… perché ormai le bruciano nella mente i ricordi.

<< Io non… non volevo farti star male >> Sente appena sussurrare Brenda accanto a lei.

E tutte le volte che le è capitato sente crescere il vuoto dentro di lei… un’ondata di panico che le attanaglia il petto.
Trema come sempre, sussulta e geme.
Non vuole ricaderci.

 Non ti nuovo prega non di nuovo!

Non vuole… non  vuole. Ma è obbligata, e come sempre non ha scelta.
Ma come la vita insegna  nelle cose più giganti le ,anche se piccole possibilità di scegliere, hanno risvolti enormi.

E allora quasi come in un sogno, prende la mano di Brenda accanto a lei… e le chiede, quello che pensava non avrebbe mai più chiesto a nessuno.
Gli occhi sbarrati, gli ultimi momenti di lucidità rimasta.

<<  Accompagnami, so che è possibile… non lasciare che cada di nuovo sola in quel posto… i morirei se rivivessi da sola quel dolore>>
 Glielo chiede… con la mente sull’orlo di un burrone gigante << vieni con me …>>

Vorrebbe andarsene, ma il vuoto l’attrae troppo, resta sospesa lì tra la terra ed ed oceano solo per un secondo di più… finche non vede Brenda fare un cenno di assenso… allora si lascia andare

Espande  la mente con quella di lei ed è allora che insieme l’una nella mano dell’altra che si buttano nel vuoto che è la mente di Kara.
 
 
Poi il fracasso, la porta si apre di schianto e della gente si prende a spintoni per entrare nella stanza blaterando frasi senza senso.
Una bambina è rannicchiata vicino alla finestra e si tiene le mani sulle orecchie per coprire quegli striduli lamenti assordanti.
Dovrebbe scappare, dovrebbe correre fuori per andare a nascondersi… ma non ci riesce.
E’ ferma immobile a fissare il trambusto provocato da chi di umano non ha più nulla: gente con gli occhi folli, con la lingua penzolante ai lati della bocca.
E davanti a quell’orrore lei è immobile, tutto dentro di lei le urla di andarsene ma non fa un passo… non ne ha la forza.
E poi… infine la vede, in mezzo a tutta quella marmaglia che le si avvicina barcollante… la vede…
Sua madre…
E’ insieme a gli altri, con lo sguardo folle ed i graffi sul viso.
Quella non è più sua madre… lei lo sa… se lo sente.
Ma ha le sue sembianze, la sua voce, i suoi vestiti.
Ed è proprio quella visione a svegliarla.
Si getta giù per le scale che portano alla cucina ed esce dalla porta sul retro.
Si dirige verso il bosco a tutta la velocità di cui è capace.
Sente schianti e urla dietro di lei…

 Ma non si ferma, non si volta nemmeno.
Ha nove anni e già ha visto qualcosa che mai i suoi occhi scorderanno e lei lo sa… persino lei ne è consapevole…
Sa che la notte quelle immagini la tormenteranno per sempre.
E continua a correre, talmente orripilata che nemmeno le lacrime le escono.
Corre per quelli che le sembrano giorni, con i rovi che le strappano i vestiti e la pelle, i piedi che le dolgono nelle scarpe ormai distrutte.
Non si ferma, ha troppa paura di fermarsi…troppa paura di quello che potrebbe raggiungerla.
Infine finisce in una radura dove una casa sobria ma grande torreggia sul territorio.
E finalmente si ferma, respira ed urla.
Cade in ginocchio e si prende il visino tra le mani.
E’ un immune, lo sa.
Glielo ha detto sua madre prima di impazzire, le aveva anche detto di fuggire, ma lei è rimasta lì immobile incapace di muoversi.
Rabbrividisce al pensiero di sua madre… vomita, strilla… ma le lacrime non le escono: è troppo scioccata perché succeda.
Le sembra di stare immobile inginocchiata nel prato per quelle che le pargonoo ore.
Poi ad un certo punto un rumore tra le fronde interrompe il suo shock.
Indietreggia…credendo che siano altri spaccati… le gambe che le tremano di stanchezza.
Invece dalle fronde
sbuca un bambino dai folti capelli neri.
Sembra sconvolto quasi quanto lei, non sa che fare.

Poi semplicemente le si avvicina titubante.
Lei resta immobile mentre il bambino le si avvicina.
E le parla la voce ancora che conserva un tono infantile per quanto forte
.
<< Sono stati gli spaccati a renderti triste >>
Non le chiede, che ci fa a casa sua e come si permette a sbucare fuori dal nulla, no, le chiede della sua tristezza.
La bambina annuisce.
Il suo nome è Kara ha nove anni.
Poi lui come in un sogno le viene incontro proprio mentre le sue gambe cedono.
La stringe forte in un abbraccio che riesce a tenerla in piedi.
Cerca di infonderle sicurezza e lei ne è grata.
Non sa chi è, non conosce il suo nome, la sua storia… ma la abbraccia ugualmente, perché vede che lei ne ha bisogno.

E lei si sente calma, finalmente riesce a metabolizzare tutto quello che le è accaduto e l’orrore le piomba addosso.
Stranamente, sorprendentemente, spasmodicamente si sente però a casa.

Tra le braccia di un bambino che non conosce, si sente bene.
Delle manine, piccole come le sue, la circondano ed una voce le sussurra
<< Tutto bene, va tutto bene >>
Come una ninnananna, parole ripetute all’infinito che perdono significato.
Ma hanno il potere di calmarla e di farla ragionare.
E le lacrime le escono questa volta… le bruciano sugli occhi e bagnano la spalla del bambino che ancora la stringe.
Poi sente il sonno che la porta via e lascia il posto a gli incubi.


Si riprende, respira, urla.
Brenda accanto a lei lo sguardo scioccato ed assente.
Kara prende fiato, seppellisce la teste fra le ginocchia tirate al petto.
Sono riniziati... quei giochi da cui non si può sfuggire. 
Rinizieranno, ricordo do l'altro fino a vederla cedere.
Riniziati.
I Flashback
I
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Spero di si. Dubbi e perplessità chiedeteme nelle recensioni :)

-Magica
  
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